[KyoHaru Big Damn Table]
[Promp 003. Fine]
C'era decisamente qualcosa che non andava in quella situazione. E non era tanto l'avere Kyouya a due centimetri dal viso con uno sguardo inquietantemente serio e una mano sulla sua nuca. Oh, beh, non solo.

Non ho mai pensato seriamente all’amore, per me era qualcosa di irraggiungibile e a dire il vero non avevo alcuna intenzione di innamorarmi.

Tamaki pareva avere risvegliato l’Host Club con quella frase probabilmente detta senza nemmeno pensarci come suo solito: poco prima Honey stava in disparte insieme a Mori a mangiare la solita quantità di torte, i gemelli tentavano svogliatamente di infastidire Haruhi, con Tamaki che li osservava da lontano imbarazzato. Infine Kyoya era seduto sul solito divano, le gambe accavallate a scrivere sul notebook aperto nella mano sinistra.

Ovvero: come Kyoya Ootori rischiò di uccidere il suo migliore amico il giorno delle nozze e quasi vi riuscì.
[Storia scritta in collaborazione con Marzolina]
Giusto per fare un quadro della disastrosa situazione: la cerimonia si sarebbe tenuta dopo nemmeno tre ore, lo sposo sembrava un ritardato, la sposa era fuggita in una nuvola di polvere ed era, ovviamente, introvabile, inoltre la torta aveva un aspetto strano, tipo torre di Pisa ondeggiante, e metà degli invitati era composta da omaccioni vestiti da donne e l'altra da fanghérls scoraggiate.
Sì, Manzoni aveva decisamente avuto la giusta intuizione: quel matrimonio non s'aveva da fare.
[TamaHaru, ovviamente]

[...]Come padre, come responsabile, ha il dovere di posarle una mano sulla spalla, dirle “va tutto bene” e raccogliere con le dita ogni lacrima dal suo volto. Ma non può.
Sente che se solo provasse a toccarla per sorreggerla, lei si sarebbe sgretolata – fragilissima come cristallo.

Noi due siamo sempre stati un’unica entità.Avevamo un mondo tutto nostro, soltanto per noi due, dove l’entrata era chiusa con catene e lucchetti.Qualcuno era finalmente riuscito a sciogliere le catene ed aperto l’entrata del nostro mondo. Lui ci era riuscito.

[...]Credevo di aver compreso finalmente il tuo carattere, Kyoya-senpai, ed ecco che non capisco perché anche tu sei venuto a Boston. Non è antieconomico? Non dovresti essere in Giappone a dimostrare continuamente a tuo padre il tuo valore? Kyoya-senpai non fa mai niente senza pensare al profitto e al nome della sua famiglia![...]
A Sora89 ♥

Rioji Fujioka è diventato da poco un padre vedovo e sta imparando a occuparsi da solo della sua bambina. Ma svolgere i suoi compiti, per quanto sia letteralmente innamorato della sua Haruhi, non è sempre così facile... Come fare acquisti, ad esempio, quando l’idea è comprare alla figlia tutti gli abiti più svolazzanti e frou-frou di tutto il negozio per l’infanzia del suo quartiere... Peccato che una cosa così semplice possa avere risvolti davvero inaspettati, se la persona che mette in scena un simile piano è... Ranka!

[KaoMei; KyoHaru]
Mei rabbrividì istintivamente quando il suo nome le fu soffiato a tradimento nell’orecchio; fu però questione di un attimo decidere l’eliminazione fisica del suo proprietario: […] Ovviamente, le bastò l’istante successivo – quello in cui colpiva il malcapitato in piena faccia, per intenderci – per pentirsene amaramente. […] Era Kaoru.

[KyoHaru]
[Seconda classificata al contest 'Amour' indetto dal forum Writers Arena.]
“Ma com’è possibile?!”
“Vorrei saperlo,” borbottò.
“Quindi ora siamo…?”
Lui annuì di nuovo.
“Per qualche assurdo motivo, qualcosa deve essere andato storto. L’invocazione ha funzionato al contrario.” La guardò serio, poi pronunciò le parole che tanto temeva: “Siamo nella fiaba, Haruhi. E, da quel che mi è parso di capire dal tuo racconto, tu sei Biancaneve.”

[Basata sull'Anime]
La ragazza crollò a peso morto sulla sedia prontamente posizionata dietro di lei dai gemelli, prendendosi la testa tra le mani.
“Ma… Ma…”
“Su, Haruhi, non fare così…” Fecero i gemelli stringendola e iniziando a coccolarla come un cucciolo.
“Haru-chan…” Iniziò Honey unendosi all’abbraccio di gruppo, “guarda il lato positivo: due settimane non sono poi molte…”
“Ma che succederà dopo?” domandò lei sconsolata.
Honey ci pensò un momento.
“Beh, diventerai la moglie di Kyo-chan o di Tama-chan! Sarete una famiglia vera…” disse tutto allegro.
Haruhi, come realizzando solo in quel momento che sarebbe successo davvero, alzò sconvolta lo sguardo. Fissò un attimo i suoi sempai, l’uno ancora nel suo angolino in stato di depressione avanzata, l’altro che scriveva qualcosa sul suo block-notes con un sorriso diabolicamente soddisfatto in faccia.
Un urlo risuonò per l’Ouran, quel pomeriggio.
“ARIENAI!”

Nonostante tutta la volontà di cui disponeva, non riusciva a frenare la gelosia, e si odiava per questo. Con Tamaki non era mai riuscito a mantenere il suo solito temperamento distaccato, e aveva sempre mentito a sé stesso convincendosi di perdere le staffe con lui perché era davvero troppo irritante. Ma la verità era che quello stupido ragazzino era l’unica persona a cui aveva mai voluto bene, e poteva essere indifferente a chiunque, ma non a lui.
[Kyouya x Tamaki]

La senti? Quella vocina dentro. Quella vocina che non ti sta dicendo altro che la verità.
Lei non si ricorda di te. E di chi è la colpa? Sua? Della sua bizzarra passione? No…. La colpa è solo tua.
Altro che il tipo carino, tu sei un mostro, sei cattivo, un essere spregevole.
Ti sei divertito con lei, hai giocato con i suoi sentimenti senza pensare un secondo che avrebbe sofferto.

“Sei cattivo, Mitsukuni”
La voce profonda di Takashi Morinozuka lo costrinse a smettere di mangiare pancakes.
“Oh, scusa, Takashi! Ne vuoi uno?”
Suo cugino lo fissò quasi inespressivo.
“Non hai avuto il coraggio di dirle che saremmo partiti, vero?”