L' ipotetica lettera che Ayano ha lasciato a Shintaro prima di suicidarsi.

[ KanoKido ]
Kano scuote il capo. Aah, se non le spiega qual è la sua luna nuova, lei non ci arriverà mai da sola, «Non sto trovando scuse, sto dicendo il vero», si ferma. Si siede sul letto, lei lo lascia fare anche se lo guarda con un cipiglio minaccioso. «Io la luna nuova la vedo ancora».

{ KonoShin | traduzione | fluff }
E forse, per la prima volta negli ultimi due anni, Shintaro non ebbe problemi a prendere sonno, quella sera.

[Accenni e Haru/Taka; ispirata da una fan art trovata su Internet; Oneshot (512 parole)]
"La voce metallica irruppe nei suoi pensieri e le poche parole che pronunciò gli arrivarono dritte al cuore, quello che ormai aveva dimenticato di avere, provocandogli un forte crampo al petto, talmente doloroso da farglielo sfiorare con la mano che teneva la pistola: “Perché io credo in te, e non potrò mai odiarti, non importa cosa tu adesso sia diventato o cosa diventerai.” "

Ayano e Kuroha si incontrano nel Daze. Succederà qualcosa di inaspettato... O no?

Era una torrida giornata estiva e Seto era andato da Mary che li aspettava alla base.
Kido e Kano, rimasti soli, camminavano silenziosi finché in ragazzo non iniziò a infastidire la capobanda.
Improvvisamente il silenzio venne rotto dalla frenata brusca di un auto e... da qui iniziano le menzogne!

«Di questo passo finirò per scomparire»
Lo dici con voce tremante ed occhi spalancati.
Non è solo la voce a tremare, però. Tutto il tuo piccolo corpo è come scosso da un terremoto interno, ed è per chissà quale scherzo della fisica che riesci ancora a mantenerti in piedi e non cadere in ginocchio.
E quella stanza è così grande, così vuota, che senti di poter davvero perderciti dentro. Nessuno verebbe a cercarti, a nessuno mancheresti.
Probabilmente nessuno noterebbe neppure la tua scomparsa.
[Child!KanoKido, più o meno]

{HaruTaka.
L'ambientazione è la scuola dei due, nella loro classe, durante il calare della sera.
Haruka, dopo aver studiato per diverse ore in compagnia della sua amica, decide di uscire dall'aula, probabilmente per andare a prendere qualcosa da mangiare (così presuppone Takane), mentre la ragazza decide di rimanere seduta al suo banco, indossando le proprie cuffie e appisolandosi su di esso. Al suo risveglio, troverà una dolce sorpresa, illuminata dai caldi raggi del tramonto.

[ kousuke seto/shuuya kano ] | [ setokano cause of otp ] | [ no prompt ]
Per Kano, sottoposto a quella specie di deliziosa tortura, diventa impossibile focalizzarsi su qualsiasi cosa che non sia Seto ed il rumore prodotto dalla sua lingua. Creek, creek; il dolce canto delle cicale, quello che fino a poco prima distruggeva i suoi timpani, ora non è altro che un melodioso accompagnamento per Seto ed il suo profumo, ed il suo calore, ed il suo rumore.

{ tsukaza; azami centric | one-shot di 620 parole circa | fluff; angst | what if? per la grave incoerenza con la trama originale | attendendo sabato }
E la sua dolce creatura crebbe. Divenuta una donna dallo sguardo malinconico, non poteva far altro che sorridere alla nipote di Azami e dirle la verità.
«Per quanto possa essere un mostro, una medusa proverà sempre emozioni e amerà i suoi cari, Mary. Quindi sorridi, perché la nonna ti avrebbe voluto bene».

[ Kido!centric | accenni KanoKido ]
È tardi, è tardi sai? Sono già in mezzo ai guai!

{ various pseudo!pairing with shintaro | raccolta di flashfics di varia lunghezza | fluff }
#1: «Secondo una leggenda, la nona immagine riflessa nello specchio può prendere vita e prendere il posto della persona che si specchia» spiegò, incuriosendo la blu. «Ma tu sei un caso a parte. Sai dirmi perché?».
#2: «No, significa che abbiamo trovato l'ennesimo accordo e che la prossima volta andrà in altro modo» la interruppe, completando la solita manfrina.
#3: «Datti un'occhiata qui, allora» le propose offrendogli il suo cellulare, spento affinché potesse guardarsi. Essa si sbrigò ad eseguire l'ordine.
«Aah! L-La mia faccia!» Gridò sorpresa. Aveva scorso due cuoricini rossi – fatti anche con una certa maestria – sulla guancia destra.

[Dark, OOC, whump; bad ending ― Mary!centric]
Cit/: Le tazzine erano contornate da petunie rosa e decorate manualmente, ne andavi fiera all'epoca, aggiungevi sempre dello zucchero; la mamma le aveva chiamate "proiettili di zucchero" data la loro estrema dolcezza.
«Coraggio, giochiamo. Le mie bambole non diranno mai a nessuno quello che avete fatto, loro cercano solamente di cantare l'unica canzone che conoscono».
Diede anche all'altro bambino un pezzetto di cioccolato, infilandoglielo in bocca con un sorriso disperato sul volto.
«Era squisito, vero? Ti sporcherò la maglietta con del miele, poi costruiremo un castello di carte insieme. Voglio cantare, canteremo insieme» disse Mary, questa volta accarezzando i riccioli castani, mentre con un fugace gesto tirò il cucchiaino per il tè contro il muro. [...]
• {scritta perché Mary aveva bisogno di un proiettile vero; 1196 parole}