Frank prese in mano la siringa e lanciò uno sguardo a Gerard per intimargli di stare fermo, ma lui sbuffò e gli urlò contro di sbrigarsi. Il più piccolo allungò il braccio dell'altro verso di lui e dopo aver individuato una zona adatta nella parte interna infilò la siringa e premette lo stantuffo che rilasciò nel corpo dell'altro il miscuglio chimico di droga e succo di limone.
Dicevano di avere diciannove e ventitré anni, ma tutti sapevano e si accorgevano che in realtà erano più giovani ma non dicevano niente. Quando un anno prima i genitori di Gerard erano morti in un incidente e Frank era scappato di casa perché non voleva sapere più niente di sua madre, l'unica parente che gli fosse rimasta, nessuno li aveva cercati e da quando si erano incontrati non si erano più separati. [dal 1° capitolo]

Micheal aveva avuto il coraggio di presentarsi dopo tutto quello che era successo, dopo tutto quello che aveva fatto, dopo tutto quello che aveva distrutto.
Frank non lo voleva, non voleva la sua presenza addosso. Voleva solo mandarlo via, ma non ci riusciva.
Gerard, invece, avrebbe fatto di tutto per non farlo soffrire.

La stanza è buia.
Sei in piedi davanti a quella finestra chiusa con la tapparella serrata.
Sai che fuori sta piovendo, senti il ticchiettio della pioggia contro la persiana e vorresti essere la fuori a prendere una boccata d’aria fresca. Però non puoi, ricordi?
Sei chiuso a chiave in quella stanza. Ti ci hanno piazzato per evitare che tu faccia qualcosa di stupido. Ma loro non sanno che faresti di tutto pur di mettere fine a questo tormento che ti assilla da qualche mese.

"Gerard!Quante cazzo di volte devo dirti di non chiamarmi per cognome?!" sibilai inferocito,stavo per rimetterci il pranzo e come minimo gli avevo regalato 10 dei miei merdosi anni di vita.Grazie Gee,grazie davvero!
"Cristo santo Frank!" esclamò alzando vistosamente gli occhi al cielo "Non puoi mica vivere come se stessi in costante allarme terroristico!" riprese mentre ci incamminavamo verso il prato -
FRERARD! (RATING DOVUTO UNICAMENTE AL LINGUAGGIO)

Mikey si rigirava fra le mani quel piccolo oggetto bianco ancora leggermente stranito. Non sapeva esattamente come era successo, ma mentre masticava la pasta che Gerard gli aveva cucinato, si era ritrovato qualcosa di duro nella bocca. All'inizio aveva pensato che fosse un pezzo di pancetta che il fratello non aveva cucinato abbastanza, ma quando lo aveva preso tra le mani si era accorto che non era nient altro che il suo incisivo. Ricordava perfettamente di aver perso tutti i denti da latte all'età di dodici anni - era sempre stato un bambino lento, persino nel cambiare dentatura- quando non aveva potuto ricevere i soldi per il suo ultimo dente da latte, dato che era troppo grande e non credeva più nella favola della "fatina dei denti", uno shock che si era portato dietro fino all'età adulta del quale era a conoscenza solo il fratello maggiore e Frank. Era stato forse il trauma più grande che aveva avuto in tutta la sua lunga vita.
« Gerard Arthur Way! » aveva urlato continuando a fissare il dente « La tua pasta è così dura e immangiabile da avermi fatto cadere un dente! »
Il fratello era comparso nella piccola cucina

"All'improvviso un bus si para davanti ai nostri occhi. Un bus ricoperto di graffiti. Un bus targato New Jersey. Un bus con il portellone posteriore spalancato a mostrare una batteria e diverse chitarre.
Il bus dei My Chemical Romance."

"Come avrebbe fatto a riempire il suo cuore di ciò che gli rimaneva,se il ricordo non bastava?"
Il punto di vista di un Gerard che ha perso tutto perdendo l'amore della sua vita.Ispirato a Early Sunsets Over Monroeville.

Luce soffusa. Qualche candela profuma qua e la. Vestiti sparsi sul pavimento, qualcuno sul mobiletto, altri sulla lavatrice. Quella vasca ricolma fino all'orlo di un fluido dorato e frizzantino. Birra.

« Frankie, volevo ringraziarti per prima, per i complimenti. Sai, sei il mio migliore amico, è importante che approvi quello che faccio.» Frank sorrise amaramente.
Migliore amico.
« Proprio non te ne accorgi, eh?»

Una ragazza. La sua band. E l'incontro con il suo unico eroe: Gerard Way.

Sei riuscito a braccarlo, non era stato difficile, soprattutto ora che si trova a
buon passo per essere un ubriaco perso. Ti ha confuso con lui, in un primo
momento, ti ha detto che hai il suo profumo, mentre in realtà è Bert ad avere
il tuo profumo.
Quinn/gerard con accenni frerad e a una quinn/bert.

- … Che succede? – chiese titubante al rosso seduto di fronte a lui che, in risposta gli lanciò una serie di occhiatacce.
- Che devi andare a fare con Pedi? – domandò Gerard con tono scazzato.
- Andiamo in palestra ad allenarci, non te l’avevo detto? –
- … No.-
- Bhe, ora lo sai! Ah, devo prepararmi che mi aspetta. Ah, stasera puoi venirmi a prendere in palestra che Pedi non può riaccompagnarmi? – si avvicinò al maggiore e gli poggiò le mani sulle gambe, sorridendogli.
- Devi proprio andarci in palestra? – Gerard spostò lo sguardo, sapeva che quel suo sorriso l’avrebbe fatto sciogliere in mezzo secondo.
- Sì, devo proprio andarci. Che c’è, sei geloso, Gee? –
Frerard con accenni di Fredicone (Frank/Mike Pedicone) ma niente di che. Enjoy. (Y)

Ti spunta un sorriso, perché sei fottutamente orgoglioso di voi, e stavolta non stai pensando alla band, ma a te e Frank e basta.
Sei orgoglioso di come siete riusciti a far funzionare le
cose, a godervi ogni secondo del calore e della passione che
vi ha sempre legato, e poi semplicemente a lasciarla andare quando entrambi sapevate che era arrivato il momento.

Frank. Gerard. Un risveglio. Un Caffè.
"Sentire il sapore di Frank e quello del caffè che si mischiavano e si completavano, il dolce e l'amaro, mi fece venire voglia di mandare all'aria tutto e rimanere per sempre lì."

Mi sforzai per leggere quelle lettere minute e in qualche modo raffinate:
Se stai leggendo questo messaggio, ti prego, rispondimi qua sotto. Basta un ‘sì’, un ‘okay’, ma ho bisogno di una risposta, ho bisogno di qualcuno. Ti prego, chiunque tu sia.