“E quello?”
Mikey avvertì lo sguardo di Freak passarlo da parte a parte. E quello?
Quello era un simbolo, il simbolo di qualcosa così importante da volerselo imprimere per sempre sulla pelle. Quella era una promessa, un per sempre stampato sulla pelle in inchiostro indelebile. Quello era il suo per sempre, suo e di una persona che non ricordava, e non riusciva a ricordare.
[Mikey/Brian; Frerard accennato]

"Ora si era sistemato, si era tagliato quei cosi che aveva in testa, si era lasciato crescere i capelli e poi li aveva tinti di nero.
Si era messo a dieta e nonostante avesse perso molto peso - ora poteva andare fiero del suo fisico- il suo viso aveva mantenuto dei lineamenti morbidi e delicati.
Aveva anche cercato dei componenti per una band ed ora suonavano in giro. Era diventato figo ed ora poteva metterlo in quel posto a quello stronzo di Gerard."
Un ballo, un Frank arrabbiato e un Gerard troppo cambiato, difficile da credere possibile.
Enjoy.
[il rating potrebbe subire variazioni] [FRERARD] [ero ANYIERO, efp ha cambiato il nick dopo secoli, pardon]

"Trovi sollievo nel dormire.
Quando dormi non ti senti arrabbiato, solo o triste, non senti niente."

Entrò in camera e tutto si sarebbe aspettato tranne che un Frank del tutto imbarazzato, al centro della stanza, con le braccia dietro alla schiena e.. nudo.
Beh non proprio nudo.. nudo, i boxer ce l’aveva. Ma comunque non era di certo normale.
Il moro chiuse la bocca che aveva spalancato inconsciamente “c-che stai facendo..” chiese con un filo di voce.
“io uhm.. quando sono uscito all’inizio ero arrabbiato con te. Molto arrabbiato! Però beh dopo che mi hai chiamato mi sono sentito troppo in colpa e poi non so come mi sono ritrovato davanti ad un negozio che vende articoli da pasticceria e allora sono entrato, perché non volevo tornare subito a casa.. e girando tra gli scaffali ho visto una cosa.. e mi è balenata un’idea in mente che- ahah se ci penso ora probabilmente è totalmente insensata e stupida e.. oh forse non ti piacerà nemmeno i-io-” Frank si bloccò di colpo, il viso totalmente rosso, lo sguardo basso ed ovviamente il respiro un po’ accelerato.

Scossi la testa con nervosismo. Aveva uno sguardo così penetrante. Non poteva essere Gerard Way, lui era morto. Era morto ieri sera, davanti a me, davanti ai miei occhi, avevo assistito ai suoi ultimi secondi di vita. Mi sentii stringere il petto. Che sensazione orribile.
«Volevo chiederti se è libero accanto a te» disse con tranquillità, come se non avesse capito che ero terribilmente a disagio. [...]
Non sapevo nemmeno che faccia avesse Gerard Way, poteva essere chiunque. Forse il ragazzo della macchina era un soggetto, quello della panchina era un altro, e Gerard Way non era nessuno. Sì, non era nessuno. Dovetti ripetermelo diciassette volte per convincermi. Gerard Way non era nessuno. Non l’avevo mai visto. Stavo bene. Non ero pazzo.