Un regalo. Un augurio di nuovo inizio.
Un perdonare il passato per rendere più clemente il futuro.

Quella timidezza che sembrava avere qualche minuto prima era come svanita, per lasciare il posto a quello che sembra…un animale che tenta di liberarsi dalla prigionia di quelle note, che si dimena da quella morsa, ora muovendo in avanti le spalle, ora buttando all’indietro la testa, facendo ondeggiare i fluenti capelli color dell’inchiostro…
Tu sei l'inizio della mia fine, Kouyou.
Spoiler sul capitolo 25:
"...non...non voglio che tu...si, insomma, che tu ti senta costretta a fare qualcosa che non vuoi fare. Insomma... - Continuo a balbettare come un menomato, indice del fatto che sono fortemente confuso. - ...tu sei ubriaca, Mari-chan. Non voglio che tu pensi che io stia approfittando di te e che ti stia usando come una sveltina qualunque. Io...io tengo molto alla nostra amicizia, credimi, e..."
"Kouyou."
Il suo richiamo, forte e deciso, quasi contrasta con le condizioni in cui lei ha riversato finora.
E quel che è peggio, è che suddetto richiamo è accompagnato, ancora una volta, da quegli occhi.
Quello sguardo languido e sensuale, che sarebbe capace di spogliarti completamente, anche senza l'ausilio delle mani.
Ingoio sonoramente il groppo che mi si è formato in gola.
Ho quasi paura di quello che sta per dirmi.
"Ti prego...sta' zitto e scopami."

Non appena Kouyou si mostra ai nostri occhi, rimango letteralmente a bocca aperta : è la creatura più bella che io abbia mai visto… Un viso con dei lineamenti così dolci che sembrano esser stati disegnati dalla mano di un artista, dei capelli ramati acconciati con un buffo codino fucsia sulla fronte, un corpo snello e flessuoso… Ma la cosa più bella sono le labbra, così carnose…
Mi imbambolo come un cretino a fissarle.

la trama s'incetra su una ragazza proveniente da una ricca famiglia che nel tentativo di spezzare le catene che la legano ad una vita monotona e priva di soddisfazioni personali scoprirà una verità scioccante su chi sia realmente, e fra il vocalist dei the GazettE che vive una situazione familiare molto travagliata poichè spesso si scontra col padre e poi si sfoga con i suoi compagni, ma tutto camabierà quando rifuterà un certo dono...

"Capii che non avrei mai incontrato e amato un’altra persona come te, Ryo.
L’ho sempre saputo, ma l’ho capito davvero quando ti ho visto fermo, immobile, in quella bara di legno. Avevi un’espressione felice dipinta sul volto, Ryo."
Reituki.

Raccolta di Flashfic, ognuna ispirata ad una canzone dei Gazette.

Quell'inaspettato giorno libero aveva creato l'occasione perfetta per far sì che Aoi invitasse Uruha ad uscire...

Non permetterai più che ti tratti così. Hai deciso di andartene. Per sempre.

I due varcarono la soglia del supermercato con tanto di carrello al seguito, proprio come un'adorabile coppietta.

Un battito di cuore.. a volte serve solo quello.

"Era passata una settimana da quando si era svegliato, si era diretto in bagno ancora con gli occhi chiusi e con andatura da zombie si era spogliato e si era infilato sotto la doccia. Tutti erano a conoscenza del fatto che, nella prima mezz'ora dopo il suo risveglio, Kouyou aveva qualche difficoltà a connettere. Diciamo pure che poteva atterrare in camera sua un UFO con tanti alieni verdi che ballavano la samba che lui non se ne sarebbe accorto... ecco perché ci aveva messo un po' a notare quei puntini rossi sparsi un po' ovunque sul suo corpo, di solito candido e immacolato."

L'altra faccia del tempo.

Non pensavo avrebbe accettato senza nemmeno chiedermi spiegazioni o dettagli, sinceramente, lo facevo un po’ più furbo.
“Benissimo, allora… il gioco è molto semplice” ghigno, guardandolo negli occhi “consiste solo nell’improvvisare un assolo. Chi riesce a improvvisare l’assolo migliore e più veloce vince.”
[...]
“Ma aspetta, non è finita qui” aggiungo, lascivo “se perdi, tu ti spogli. Ogni mia vittoria è un tuo vestito che se ne va, mio caro Yuu. E viceversa, naturalmente.”

Quando non si ha il coraggio di far passare il passato si creano tanti armadi delle cianfrusaglie.

Odiava la sua scuola, anche se alla fine sarebbe stata quella che l’avrebbe portata al successo, per cui aveva deciso, l’anno prima, quando aveva iniziato a frequentare l’istituto, che avrebbe tirato avanti senza farsi notare da nessuno sfogandosi poi a casa con le sue amatissime chitarre. O almeno quello era ciò che avrebbe sperato..
Questo era l’equilibrio che si era creata per se stessa.
Di certo non sapeva che di lì a poco il suo equilibro sarebbe stato bellamente mandato a fare in culo.