Mh trama... essenzialmente il lato tenero del nostro Zacky V c:
E' la mia prima fanfict, spero vi piaccia, ci sto mettendo il cuore :3
-adem

Le gemelle Di Benedetto si stavano rendendo conto di quali fossero i loro lati “negativi”, ovvero quelli che le rendevano diverse….e che potevano mandare a monte il loro piano prima di attuarlo.
Si erano sempre viste uguali.
Sempre! invece quell'analisi attenta….le poneva davanti alla realtà.
-No! Michelle…..io…io non me la sento! Se ne accorgeranno!-
-No! Dobbiamo solo fare le cose per bene!- la ragazza prese le mani della sorella -Ci faremo già trovare in camera….al buio….abbiamo le voci identiche…quelle si! Quante volte ci hanno confuso per la voce?!-
Valary si guardò ancora allo specchio. Era davvero convinta di volerlo fare? Voleva davvero fare quella stupidata con Michelle?

Non ci voglio credere.
Non ci posso credere.
Non può essere che io me la sia presa tanto solo perché vorrei che il mio ragazzo fosse lui.
(INCOMPLETA)

Ciao a tutti!
questa fanfiction è stata scritta a quattro mani da Elena Brooks e Vale Dirnt, speriamo che vi piaccia :3
-Ehi piccola, che succede?- chiede Zacky preoccupato. -Portami via, ti prego, portami via.- dico in tono lamentoso cominciando a piangere. -PORTAMI VIA!- urlo istericamente

-Perché...perché te ne sei andato James?- strappò dell’erba dal prato nervosamente -Abbiamo tutti bisogno di un motivo per restare…no?...io non ti bastavo più?- eccole le lacrime.
Calde e invadenti sulle guance mal rasate del giovane.

“eh.. cosa un c'è qui” rispose lei trattenendosi dal ridere, mi sporsi in avanti e.. dio che figura di merda. La cosa che mi trovai davanti era molto più che imbarazzante.
La nostra tv a tutto volume con bad romance di lady gaga a palla, zacky davanti con shorts bianchi, maglietta della marilyn e calzoni fino al ginocchio, occhialini da maestrino tutto impegnato a ballare come gaga nel video.

“Scusa amico.” iniziò non appena si guardarono. “Non puoi immaginare quanto alcol abbia ancora in circolo. Dopo avervi portato tutti a casa, io e Johnny siamo andati a fare ancora un altro po' di baldoria. Che serata.”
Nonostante l'alcol gli avesse fatto venire mal di testa, riusciva ancora a notare l'imbarazzo di Johnny quando lo coglieva a fissarlo o i suoi gesti impacciati nel momento in cui gli aveva chiesto di preparare un drum anche per lui.
[Missing moment de "Il sapore agrodolce dell'inchiostro]

'Sai, io ti odio. Ti odio perché lei tiene più a te che a me.'

Cosa sarebbe successo se Jimmy Sullivan avesse incontrato una perfetta sconosciuta dal passato ignoto in un luogo malinconico e terribile, dove si combatte contro la morte, dove si mette a dura prova la forza di volontà?
[..Grace pensò che tutto sommato erano simili.
In qualche modo, seppur strano, condividevano qualcosa.
Un passato oscuro, un presente complicato, un futuro troppo distante.
Jimmy era la sua proiezione.
Dentro di lui vedeva se stessa, le sue domande, i suoi problemi.
Aveva qualcosa in più, però.
Una parte oscura, nascosta.
Un muro che celava qualcosa che non poteva uscire fuori.
Lei l’avrebbe aiutato, sentiva di doverlo fare... ]

«Ancora un attimo…» la strinse ancora di più a se. E pur di stare così con lei ancora per un po’ accettò la palla di pelo che sentì avvicinarsi rumorosamente con le sue fusa. Una cosa lo lasciò perplesso…la palla di pelo si era accoccolato vicino a lui, dalla sua parte….e ora pretendeva coccole strusciando la testolina contro la sua mano.
Maira rise.
«Lo vedi? Hai conquistato anche lui….e se per lui sei ok…allora vuol dire che sei veramente quello giusto!»

«Posso dirti una cosa?» era tremendamente seria.
«Certo?»
«Ti odio!»
Jimmy rise. Non poté trattenersi. La trovava buffa. Anzi….adorabile! ma dirglielo sarebbe stato come condannarsi a morte.

Tirai addosso al muro l’ultimo vaso rimasto nelle vicinanze e mi guardai attorno: cartacce, libri aperti e strappati, il piano coperto di polvere, frammenti di vetro ovunque e il tavolo ribaltato. No, decisamente, non avrei dovuto farlo, ma sapevo che mi avrebbe aiutato. Andai nello studio con l’intenzione di distruggere pure quello, ma mi fermai quando vidi sulla scrivania un paio di fogli e una penna. Li presi e tornai in salone. Rigirai il tavolinetto davanti al divano, mi sedetti a terra e iniziai a scrivere. Non so per quanto andai avanti, la disperazione e tutto il resto non mi facevano smettere di scribacchiare parole confuse su quel foglio. Alzai finalmente la penna, lessi il testo e scrissi il titolo.
I won’t see you tonight.