We exchanged invisible
promises
saying
"see you later".
(It's a Wonderful Wonder World,
LM.C)
La prima cosa che
Shinji notò, quella mattina, fu quanto Masahito fosse
affranto. Il primo segno d'allarme fu il suo anticipo,
perché raramente capitava che il cantante arrivasse prima di
lui in sala di registrazione, e questa fu una di quelle volte. Quando
il chitarrista vi giunse, lo trovò seduto sulla sedia
girevole, immobile, con la testa piegata in avanti tanto quanto bastava
perché il suo mento si congiungesse al petto, e nonostante
indossasse ancora gli occhiali da sole, avrebbe potuto mettere una mano
sul fuoco nello scommettere che avesse gli occhi fissi nel nulla,
vacui. Immaginò che l'incontro con Takamasa non avesse avuto
successo e che di conseguenza Masahito non avesse dormito molto, e
difatti non sbagliò. Sarebbe stata una lunga mattinata,
quella.
«Oi,
Masa-chan...», chiamò dolcemente, abbandonando
senza troppe remore la borsa e la chitarra sul divano, trascinando
un'altra sedia vicino al cantante e sedendoglisi affianco. Quello,
però, non diede alcun segno di aver inteso la sua voce.
Shinji sospirò, prendendo poi a guardarsi in giro, come in
cerca di ispirazione.
«Jinji?»,
mormorò poco dopo il biondo, alzando con estrema lentezza il
capo e voltandolo alla sua destra. Il chitarrista gli rivolse lo
sguardo di scatto, sorpreso da tale risposta.
«No, ti ho
detto mille volte che questo Jinji non ho idea di chi sia.»,
ribatté scontrosamente, ma restando come sempre in un ambito
scherzoso. Qualche settimana prima Maya gli aveva affibbiato questo
orribile soprannome, e ancora non dava accenno di voler smettere di
usarlo. Tuttavia, proprio per il fatto che anche in quel momento venne
chiamato a quel modo, Shinji si sentì lievemente sollevato.
«Come
stai?»
«Dormivo.»
«È
tipo la tua specialità, o sbaglio?»
«Come al
solito sbagli.», ribatté Masahito indignato,
facendolo ridere. «Ma', dimmi una cosa... Stai
bene?», si fece subito nuovamente serio.
«Sono stato
meglio, se proprio ci tieni a saperlo.», si pentì
di aver usato un tono tanto scontroso, ma non gli era riuscito di
trattenersi. Quella notte non aveva chiuso praticamente occhio, la sua
mente sembrava troppo impegnata a ripercorrere gli istanti trascorsi al
fianco di Takamasa, il suo cuore a spillare gocce di sangue come
fossero lacrime, una per ogni respiro esalato in sua compagnia. Cercava
di convincersi che non era poi così grave, il fatto che
fosse finita. Si diceva che se anche i primi tempi sarebbero stati
probabilmente duri, non era nulla che non potesse superare. In fin dei
conti, erano ormai mesi che non andava, giorno dopo giorno si
allontanavano sempre di più, prima o poi sarebbe dovuto
succedere. Ciò che più gli faceva male,
però, era il fatto che anni addietro fosse stato proprio
Takamasa ad insistere tanto affinché almeno ci provassero,
ed ora era lui quello a cui sembrava non importasse, ora era lui quello
che dava l'impressione di non voler più lottare. Non
è che Masahito al tempo non credesse nella loro storia,
semplicemente sapeva che prima o poi la distanza si sarebbe insinuata
tra di loro e li avrebbe separati, semplicemente aveva troppa paura di
non essere abbastanza forte. E altrettanto semplicemente, il tempo gli
stava dando ora ragione, lasciandolo ogni giorno sempre più
scoraggiato. Gli occhi di Takamasa non brillavano più come
una volta, quando erano insieme. La sua voce non aveva più
un suono dolce, quando insisteva nel chiamarlo Maayatan. E tutto ciò che
Masahito avrebbe voluto, era una qualunque dimostrazione che ancora gli
importasse qualcosa, che ancora ci tenesse a lui. Si sarebbe
accontentato anche di una piccola, minuscola, falsa bugìa alla quale
potersi aggrappare per poter continuare a credere che ce l'avrebbero
fatta anche questa volta.
«Allora,
come procede il tour?», chiese Masahito posando la tazza di
caffé sul tavolo dopo averne assaporato intensamente un
primo sorso. Avevano poche ore a disposizione e non voleva sprecarle in
silenzi e sorrisi gentili, ma da quando avevano deciso di andare a
prendere qualcosa da bere, ancora non avevano praticamente parlato.
Osservava Takamasa attentamente, cercando di cogliere ogni
più piccola sfumatura dei suoi gesti e delle sue
espressioni, per capire quanto più gli era possibile a che
punto erano di preciso arrivati, o perlomeno verso quale si stavano
dirigendo.
Il cantante teneva la testa china, il mento pesantemente poggiato sulla
mano, mescolava la sua bevanda da ormai qualche minuto.
«Parecchio bene, direi, sì...»,
commentò stancamente, lasciando la presa che, con due dita,
esercitava sul cucchiaino, facendolo tintinnare contro la porcellana
bianca. «Ma non vedo l'ora che finisca comunque, sono
distrutto!», aggiunse, prima che l'altro potesse proferir
parola,
coprendosi il volto con le mani.
«E con te invece? Aiji non si è ancora stancato di
farti da balia, mh, Masa-shi?», sogghignò in uno
sprazzo di quella sua solita vitalità. Masahito fece cadere
di peso il braccio sul tavolo, sbattendo la mano su di esso, prendendo
a fissarlo con espressione torva, anche se si notava un accenno di
sorriso ed una certa tensione delle labbra serrate, dai quali si capiva
che si stava trattenendo il più possibile.
«Ah-hah, sei sempre molto divertente!»
Takamasa abbassò gli arti a sua volta, lentamente e, al
contrario di quanto ci si sarebbe potuto aspettare, fece ben attenzione
a posare le mani lontane da quella dell'altro, cercando di dare
l'impressione che fosse solo un caso, ma restando consapevole che il
cantante non aveva mancato il dettaglio.
«Ma guarda che non era una battuta, la mia.»,
scherzò.
«Be'», girò velocemente gli occhi e la
testa, impossibilitato a impedire oltre alle sue labbra d'arricciarsi.
«No, non si è stancato.»
«Non ancora!», precisò l'altro
mantenendo un'espressione furba in volto. «E non lo
farà mai!», esclamò indignato Masahito,
facendolo definitivamente scoppiare a ridere.
«Lo spero, Masa-shi, lo spero.», lo
rassicurò una volta calmato, anche perché lui per
primo non voleva nemmeno pensare all'eventualità che gli
LM.C si sciogliessero. Sapeva quanto Masahito ci tenesse a Shinji, e
sapeva che sin dal primo momento aveva messo se stesso in quella band.
Lo sentiva e vedeva in ogniddove, dalla tonalità della voce
del suo ragazzo, alla felicità riflessa nei suoi occhi
quando parlava di lavoro. Ed ogni volta Takamasa era sempre
più convinto di aver fatto bene a lasciarlo relativamente
andare. Per quanto affezionato fosse alla sua band di supporto, per
quanto anche i fan si fossero dimostrati dispiaciuti di vedere
l'Ishihara Gundam sciogliersi, era sicuro che quella fosse stata la
scelta giusta. Ma la cosa che più di tutte lo rallegrava,
era il fatto che Masahito avesse deciso di non abbandonarlo.
«Perché sai che mi riavresti tra i piedi
ventiquattr'ore su ventiquattro!»
«A me piace averti tra i piedi!»
«No, a te piace avermi tra le gambe, che è
diverso, Taka!»
«Ma sentilo!»
«Sentono ben te.», questo fu il turno di
Masahito di sogghignare, anche se lui era più un tipo da
sghignazzo soddisfatto, compiaciuto e per niente contenuto.
«Ma smettila...», intimò Takamasa,
abbassando lo sguardo lievemente imbarazzato. Alzò la tazza
dal piattino, ma prima di posarvi le labbra notò
l'espressione dell'altro e decise bene di non bere.
«Non è quello che mi dici quan-
AHAHAH-AHIA!», la sua risata, provocata dal fatto che il suo
ragazzo aveva sbarrato gli occhi all'impossibile, fu stroncata dal
calcio nello stinco che gli arrivò sotto al tavolo.
«Cosa ho fatto??», si lagnò, mettendo su
il broncio, ma non ricevette subito una risposta poiché
Takamasa aveva avuto la sua tregua e si era finalmente potuto concedere
un primo sorso di caffé.
«Hai vinto. Sei più bravo di me, a questo
gioco.»
«Stare sopra, dici? Ma lo so; ti ricordo che sei tu quello
che vuole sempre sta- La finisci di prendermi a calci?! Sono
delicato!»
«Pensavo ti piacessero le cose violente, scusa.»,
riprese a scherzare e Masahito, dopo avergli lanciato una sguardo di
fuoco, gli fece cenno con l'indice di avvicinarsi e si sporse verso di
lui. Quando i loro visi furono a pochi centimetri di distanza, allora
sussurrò «Sei tu quello che mi piace, tutto il
resto mi è indifferente.», schioccò la
lingua sul palato rischiando di distruggergli un timpano, e mentre si
stava riaccomodando sulla sedia gli fece l'occhiolino.
«È
andata tanto male?»
«Non ho
dormito.», nonostante la risposta apparentemente incoerente,
Shinji poté capire quanto fosse delicata la questione.
«Senti, Maya, so che sono il primo a rimproverarti quando ozi
e perdi tempo, ma se hai bisogno di parlarne, fallo. Okay?»
Masahito
alzò gli occhi su di lui, fissandoli nei suoi. Li teneva
leggermente più aperti del normale, ed il chitarrista ebbe
qualche problema nel cogliere il suo stato d'animo. Più che
altro si sentì confuso dal dolore che aveva sentito nella
sua voce, al quale si era unita ora una sorta di felicità
inspiegabile. La verità, tuttavia, non era poi
così complicata, e quell'emozione andava identificata come
semplice ma profonda gratitudine.
«Grazie,
'Ji-san.», annuì celermente, «Ma ora
voglio buttarmi di testa nel lavoro e non pensarci.»,
tentò un sorriso che, per quanto sincero, risultò
comunque macchiato da una certa tristezza.
«Ottimo,
ieri sera mi è venuta in mente una melodia per quel testo
che mi hai fatto vedere ieri pomeriggio, e ho trovato l'altra che ti
dicevo- Aspetta...», s'interruppe per alzarsi e andare a
raccattare la borsa. «Nooooo, noioso!», lo
chiamò, «Finiamo prima di registrare Ghost Heart, mancano solo i cori,
no?»
«Abbiamo
bisogno di Keichi-san, per quello. È lui che sa far
funzionare tutta questa roba.», spiegò indicando
il mixer. «Ma comunque arriverà, dopo,
più o meno alla stessa ora di Junjun.»
«Allora
andiamo con It's a
Wonderful Wonder World...»
«Hai deciso
per questo titolo, quindi?»
«Mh,
sì.»
Shinji allora si
alzò e tornò verso il divano, affianco del quale
stava riposta una serie di chitarre tra acustiche ed elettriche. Ne
afferrò una della prima categoria, ed una volta giunto
nuovamente al suo posto la imbracciò. «Allora,
questo è il testo, no?», disse cercando tra quelli
che aveva estratto qualche minuto prima dalla borsa il foglio su cui
Masahito aveva scarabocchiato il testo. «Pensavo a qualcosa
così-», continuò, ed infine
iniziò a suonare e canticchiare senza troppo impegno.
Terminata la prima strofa, domandò «Che ne
dici?»
«Nessuno ti
ha detto di smettere!», asserì con tono
autoritario il cantante, enfatizzando la frase con un movimento ampio
del braccio destro.
«Oh, mi
scusi, sua maestà!», rise Shinji. «Il
ritornello sarebbe tipo-» e riprese a cantare.
[Stiamo
insieme, se possiamo cambiare noi stessi completamente
Sto incidendo la mia voce proprio qui, per far sì che ci
incontriamo senza smarrirci]
«Okay, okay!
Non ti stancare troppo, prenditi una pausa.», prese ad
agitare entrambe le mani sotto al suo naso, come se avesse fretta di
farlo smettere. Shinji, confuso, lo guardò inarcando
istintivamente le sopracciglia.
«Ma...
Maya?»
«Sì?»
Allacciarono le loro
iridi e smisero anche di respirare, o almeno ne diedero l'impressione.
Sembrava avessero iniziato un discorso tacito, usufruendo di una
qualche tecnica di telepatia che nemmeno necessitava di un collegamento
mentale, ma che si accontentava di quello spirituale.
«Voglio
cantare io, tutto qui!»
Shinji
annuì, continuando a guadarlo torvo. «Canta,
allora!», lo invitò, avvicinandogli il foglio.
Ricominciò la canzone daccapo, ma arrivato il momento
Masahito non attaccò, così Shinji smise e
tornò a guardarlo, questa volta con fare interrogativo.
«Mi
vergogno!», spiegò abbassando gli occhi sul
foglio. «MAYA!»
Scoppiò a
ridere, buttandosi indietro con tutto il peso ed allontanandosi
involontariamente con la sedia. «Scherzavo!»,
esclamò, continuando a ridere. «Sai che mi piace
farti arrabbiare...», fece innocente, e Shinji non
poté ribattere in alcun modo, addolcito dalla tenerezza con
cui farcì le sue scuse.
«Lavora.», gli impose
severo, nella speranza di chiudere la questione lì. Con
Masahito la storia era quella solita del rimpiangere un suo stato
d'animo quando ne era di quello opposto, così quand'era
silenzioso e mogio, Shinji si ritrovava a desiderare tornasse quel
mascalzone di sempre, e viceversa.
«Jinji...»,
chiamò con voce piccola, riavvicinandosi di qualche
centimetro. Teneva la testa bassa, come se avesse paura di dirgli
ciò che era nelle sue intenzioni. «Non mi va di
stare su questa canzone...»
Il chitarrista
sospirò, posando poi la chitarra lì vicino.
Immaginava, dato come l'aveva trovato quand'era arrivato, che avrebbe
avuto qualche difficoltà, tuttavia non era tipo da forzare
le persone ad aprirsi. Tanto più che, conoscendolo, sapeva
che in quel modo si sarebbe solo chiuso ancor di più.
«Cosa
è successo, ieri, Maya?»
«Niente.»
«Ma'...»
«No, no. Il
mio è un niente che significa proprio niente.»,
specificò. Shinji commentò con un
«Avvincente!» sarcastico, e per fortuna l'altro
accennò ad un lieve sorriso. «Credo che sia
finita.», aggiunse Masahito dopo qualche secondo di silenzio,
e l'amico non poté evitare di avere un tuffo al cuore.
«Stai scherzando?! Ti ha lasciato?»
«No, ma
credo che l'avrei preferito. Avrebbe fatto meno male,
immagino.», continuava a parlare tenendo il capo chino, gli
occhi intenti a controllare minuziosamente quell'attento lavoro di
scrostamento dello smalto che aveva iniziato. Shinji avrebbe tanto
voluto che alzasse la testa e lo guardasse, sapeva che così
avrebbe capito esattamente quanto il cantante fosse rimasto ferito, ma
conoscendolo sapeva anche che ciò non sarebbe mai avvenuto.
«Perché?»
«Perché
sono settimane che mi chiedo che senso abbia stare con una persona se
non la si ama.»
«Ma
perché?!», insistette. Quella era una
conversazione tipica tra loro due; quando Maya aveva un problema,
certamente ne parlava con lui, ma ogni volta Aiji doveva tirargli le
parole fuori di bocca con le pinze.
«Perché cosa?», alzò
gli occhi al cielo per un attimo, mostrandosi infastidito da tanta poca
chiarezza, tornando poi alle sue unghie. «Perché
credi che non ti ami...»
«Non me l'ha
detto.»
«E tu?
Gliel'hai detto, di recente?»
«Non
è questo il punto, Aiji.»
«Rispondimi,
gli hai detto che lo ami?»
«No.»
«Allora vedi
da te che questa tua convinzione è basata sul nulla ed
è stupida!»
«Ma io
glielo dimostro!», sbottò quindi il vocalist,
innervosito. «Sono anni che stiamo insieme ma ancora adesso
mi sento un totale imbecille quando sono con lui, ancora adesso il
cuore mi va a mille quando lo vedo e... ! Cose
così.»,
concluse duramente, ingoiando un grumo amaro di saliva, cercando di
cacciare indietro le lacrime.
«Maya,
quello che so è che alle volte le persone hanno
modi particolari di dimostrare le loro
emozioni e che lui non è tipo da perdere tempo a stare con
qualcuno a caso. Puoi darmi torto?»
«Mi stai
sfidando?», non riuscì a trattenere un ghigno
soddisfatto, tornando in poco tempo il Masahito di sempre. A Shinji non
diede fastidio, perché sapeva che aprirsi lo metteva a
disagio, e prese quella sua ultima uscita come un tentativo di
ritornare alla loro solita, confortante abitudine. «Anche
se lo facessi, staresti avvalendo la mia tesi.»,
ribatté tuttavia pronto, determinato a non abbandonare
quella discussione, ad arrivare fino in fondo alla questione, ignorando
lo sbuffo di Masahito.
«E ti
ricordo che stare in tour per tanti mesi è stancante,
comunque.»
«Lo
so.», tornò serio il vocalist,
«Però...»
«Però
cosa?»
«I suoi
occhi, Aiji. Erano vuoti. Anche quando li ha puntati
nei miei, non ci ho visto niente. Niente. E nemmeno ho sentito
qualcosa nei suoi gesti o nelle sue parole. È questo a far
male, mica altro. Non è mai stato così spento,
mai. Era come se fossimo semplici amici di vecchia data che si
incontravano dopo tanto tempo.»
Shinji tacque,
dispiaciuto, alla ricerca delle parole appropriate da dire, ma
sfortunatamente nulla gli veniva alla mente, se non la consapevolezza
che più la sua risposta avrebbe tardato, più
l'altro avrebbe preso il suo silenzio come una conferma del suo
pensiero.
«E tu gli
hai fatto notare questa cosa? Gli hai detto ciò che pensi
stia succedendo?»
«Perché
avrei dovuto?»
«Perché
i problemi non si risolvono ignorandoli.»
«Sì,
ma che senso avrebbe andare da lui e dirgli "Ehi,
secondo me non mi ami!"?! È ovvio che mi
darebbe dell'idiota, e tutto sarebbe peggio.»,
bofonchiò quest'ultima frase come se gli costasse parecchio
ammettere che, per quella che sapeva sarebbe stata la sua reazione nel
sentirsi appellare in un certo modo, Takamasa avrebbe avuto ragione.
«Maya,
ripeto: solo parlandone potete sperare di risolvere i vostri
problemi.», inspirò profondamente per racimolare
un po' più di pazienza, che stava iniziando a scarseggiare.
Masahito sbuffò, e borbottando un
«Lavoriamo.» si rivolse verso il mixer,
afferrò con eccessiva veemenza il foglio con il testo su cui
fino a poco prima si trovavano ed infine si alzò di scatto e
si diresse verso le chitarre.
«Mi viene da
pensare che ti vada bene così, che sia tu quello che vuole
che finisca.», Shinji lanciò la sua ultima
provocazione. Conoscendolo, Maya non si sarebbe lasciato sfuggire una
sfida servita su un tale piatto d'argento, né, tanto meno,
sarebbe riuscito ad ingoiare la profonda indignazione suscitatagli da
tale affermazione.
«Non...
!», si voltò di scatto, le iridi in fiamme, un
dito puntato minacciosamente contro il suo migliore amico, il quale ora
sorrideva soddisfatto.
«Non...
?»
«Io ho già fatto tutto
quello che era possibile.», si sforzò di mantenere
un tono di voce pacato, ma il petto gli ardeva come non mai.
«Sono settimane, Shinji, settimane che ci provo. Direi che tocca
a lui fare qualcosa.»
DE's:
Ohllallà!
Sinceramente non ho
molto da dire, LOL.
- Il Keichi di cui
parlano maya e Aiji è inventato, e più o meno
tutto il resto perché non ho la minima idea di come la
registrazione di un album funzioni in generale, quindi tanto meno nello
specifico con loro x°°
- Le righe messe tra
parentesi quadre sono tratte da It's a Wonderful Wonder World, per
l'appunto, e anche più avanti inserirò pezzi di
canzoni (degli LM.C o di Miyavi), però va be', vi
specificherò ogni volta quale e via (y)
Come avrete potuto
notare questo capitolo è più lungo del
precedente, ma non vi prometto questa costanza - anzi, vi assicuro che
non ce ne sarà afghjk
Okay, dopo queste
penosissime note mi dileguo 8D, naturalmente spero il capitolo vi sia
piaciuto e vi invito a farmi sapere che ne pensate uwù
Ringrazio Shi, Vortex, Reiko, e J. (che strano mi fa chiamarti così, donnah! xDD) per aver recensito lo scorso
capitolo ♥
A presto dolcezze,
read ya!
de-
|