Non ho scritto ciò che state per leggere a scopo di lucro o per calunniare Matthew Bellamy, Dominic Howard e Kate Hudson e niente di tutto ciò è accaduto, presumibilmente.
[/parte noiosa]
[parte delirante]
Ciao, incauto/a visitatore/visitatrice! Ti va di leggere un po' di making of? No? Allora scrolla in basso fino al titolone in Georgia rosa confetto e buona lettura. :3
Tempo fa, pubblicai una raccolta di drabbline (Pointless *si pubblicizza senza vergogna*), di cui una si intitolava No I in threesome: una "proposta indecente" da parte di Kate a Dom che comportava la "condivisione" del nostro sorcio panzoso preferito.
Ora, cento parole sono pochine per spiegare quel che c'è dietro una proposta del genere - probabilmente anche milleduecentotrentadue lo sono, ma è pur sempre meglio di niente, no? E poi mica è finita qui, in un futuro che spero sia il più prossimo possibile vi propinerò pure i POV di Kate e Matt... Che non si dica che lascio le cose a met- *ripensa ad Exogenesis* *si vergogna assai*
(seriamente, scusatemi - sono una chiavica. ç_ç)
Eniuei, la fic prende il titolo da questa canzone e la casa di cui parlo è ritratta in queste foto. E mò... Eh, enjoy if you can. XD
There's
no I in threesome
Now what is there to allow?
Quella
casa poteva davvero cominciare a piacergli, nel tempo: era
lussuosamente arredata – l'antica credenza proveniente da un
convento portoghese, il parquet in ogni stanza, le tende di seta e
mussola... - ma al tempo stesso vivibile, luminosa, con un lieve
tocco formale dato dal singolo pezzo puramente decorativo che Kate
aveva deciso di inserire nell'arredamento di ogni stanza.
In
soggiorno, ad esempio, c'era una massiccia sedia in legno finemente
intagliato, con un paio di braccioli a forma di leone ed una patina
di lacca scrostata a ricoprirne l'intera superficie; nessuno poteva
utilizzarla. Qualunque angolo della stanza, qualunque oggetto era a
completa disposizione di inquilini ed ospiti della casa tranne quella
sedia.
Oziosamente,
Dominic ripassò il contorno della criniera di uno dei due
leoni con
l'indice e considerò l'idea di violare il garbato divieto
imposto
dalla padrona di casa; in quel momento le tavole del parquet
scricchiolarono sotto il peso di un passo altrimenti silenzioso.
-
Ti piace, quindi?
Il
vento gonfiò le tende bianche ai lati della porta-finestra
come
vele, ma sfiorò appena i capelli di Kate.
Un
effetto molto hollywoodiano, pensò Dominic.
-
Non è esattamente il mio genere...
La
donna si strinse nel suo caftano leggero, entrando in casa - piedi
nudi e capelli sciolti sulle spalle, un'interpretazione piuttosto
convincente di spirito libero ed anticonvenzionale.
-
Vuoi qualcosa da mangiare?
-
No, grazie.
-
Ma non hai pranzato...
-
Non ho fame.
Kate
gli girava lentamente attorno e lo guardava da sotto in su, attenta e
sospettosa: improvvisamente sorrise, chiedendo: - Diresti di no anche
a las enchiladas, amigo?
Distogliendo
lo sguardo, Dom disse: - Perché, tu sai fare le enchiladas?
-
Non mi permetterei mai di togliere lavoro agli onesti ristoratori
messicani di Los Angeles.
-
Che donna magnanima.
Kate
spalancò la bocca in una delle sue tipiche risate sgraziate
che non
risparmiava neanche durante i suoi photoshoot ufficiali e che Matt
gli aveva confessato tempo addietro di adorare alla follia.
Quando
ride non riesco a smettere di guardarla... Sembra una leonessa bionda
e un po' scema.
Dom
non riuscì a trattenere un breve scoppio di risa a sua
volta, e Kate
lo interpretò come un segnale di resa: - Allora? Chiamo Paco
e
ordino per stasera? Oppure vuoi qualcosa adesso?
***
Dopo
aver finito due tacos ed altrettante enchiladas con carne
accompagnate da fagioli e riso, Dominic decise che la cucina
messicana era il suo unico, vero amore segreto – ma non
l'avrebbe
mai confessato a sua madre.
Si
pulì la bocca con il tovagliolo e reclinò la
testa all'indietro,
sospirando: - … non ne posso più.
Seduta
di fronte a lui, Kate annuì e si leccò il pollice
sporco di
guacamole. Subito dopo disse: - Quindi niente dessert? -
Dominic
strabuzzò gli occhi, tenendosi lo stomaco: - Sei pazza? Sto
scoppiando!
Il
divanetto era così invitante, incassato strategicamente in
un angolo
del patio adiacente alla piscina coperta, blu e bianco e morbido...
-
Dove vaaai? - strascicò Kate, alzandosi in piedi per
seguirlo.
-
Voglio morire dolcemente su quel divano, se non ti spiace.
Penetrando
attraverso le pareti a vetro, la luce aranciata del sole basso
all'orizzonte lo accecò momentaneamente facendolo quasi
barcollare:
si sentì prendere per mano, si lasciò condurre
sul sofa.
Kate
mantenne una certa distanza, pur sedendosi accanto a lui - la testa
abbandonata sullo schienale del sofa, i capelli disordinati e
chiarissimi contro il blu del tessuto che lo rivestiva, le gambe
lievemente rannicchiate, le mani in grembo, ferme.
-
Cosa ne pensi? - sussurrò, e non aveva certo bisogno di
specificare
cosa.
Dom
la guardò di sottecchi, per poi voltarsi su un fianco e
fronteggiarla.
-
Il mio organismo è troppo impegnato a digerire tacos e
compagnia
bella, non riesco a pensare.
-
Dai, scemo.
Scema
sei tu, pensò Dominic. Una leonessa scema.
-
Non lo so.
-
Ma ti è piaciuto, almeno?
-
A livello fisico, intendi?
-
Anche.
Dominic
sospirò. - Sì.
-
E allora perché lo dici con quella faccia, scusa?
Il
sole era definitivamente tramontato: Kate mormorò: -
Aspetta. - e
andò ad accendere le luci del patio.
Restò
accanto all'interruttore per un attimo con un'aria pensierosa, prima
di chiedere maliziosamente: Preferisci le luci spente, tesoro?
Dominic
scosse il capo, ribattendo a tono: - Mi piace guardare, cara.
-
Lo immaginavo. - disse lei, sedendosi di nuovo - stavolta
più
vicina.
-
… ti aiuterebbe sapere qualcosa in più su di me?
-
Come?
-
Non so, magari non ti fidi di me.
-
Credimi, Kate, mi fido più di te che dello scellerato che ti
sei
scelto come fidanzato.
Lo
sguardo di entrambi cadde sull'anello che scintillava al dito della
donna, ingombrante e vistoso.
Non
lo toglieva neanche in casa, tranne quando andava a nuotare –
e per
il momento questo valeva più delle mille, impietose
speculazioni
sull'ipotetica durata del suo rapporto con Matt elaborate da chi
commentava sul sito di Perez Hilton.
-
Ma io sono il nemico, no?
-
Di chi? Delle quattordicenni che credono che Matt sia un romantico
vampiro sbrilluccicoso in attesa che compiano diciott'anni per
sposarle?
-
No, il tuo.
Dom
sollevò un sopracciglio: - Dopo quello che c'è
stato ieri sera...?
-
Sicuro, perché basta quello a spazzar via ogni
ostilità e dubbio,
giusto?
Kate
si alzò in ginocchio sul divano, sedendosi poi sui talloni.
-
Chiariamo subito che non hai firmato un patto di sangue, ok? Se ho
parlato a Matt della possibilità di fare questa cosa
è perché mi
rendo conto che tu appartieni a lui da molto prima di me. Si
può
quasi dire che io non gli appartenga affatto, anzi.
Dom
annuì.
Sapeva
dell'insicurezza di Kate, la intuiva dal modo in cui lo seguiva in
ogni suo spostamento anche transcontinentale, da come monitorava i
tweets di Matt, dalle telefonate che gli faceva ogni giorno quando
per forza di cose erano distanti... E continuava a considerarla
infondata, stupida, quasi irritante.
Ci
voleva il raziocinio ottenebrato dagli ormoni di una donna innamorata
per credere che Matt gli appartenesse o che appartenesse a
chicchessia, per quel che ne sapeva... E poi non bastava l'anello, la
casa che stavano per acquistare a Londra e la seconda casa a Beverly
Hills?
Il
problema era che lei non conosceva Matt quanto lui, altrimenti si
sarebbe considerata fortunata anche solo ad essere l'amore ufficiale
di Matthew Bellamy.
Era
più di quanto sarebbe mai toccato a Dominic, in ultima
analisi.
-
Quindi, puoi andare via quando vuoi. Nessuna pressione o ricatto....
Kate
si riavviò i capelli dietro le orecchie in un gesto nervoso
e goffo.
-
… e non dobbiamo fare l'amore per forza, se non ti piaccio.
Cosa
spingeva una donna bella, ricca, famosa e navigata a dire qualcosa
del genere? Come faceva Matt ad instillare nella testa delle persone
il timore di non essere desiderate? In quale dannato modo le spingeva
a compiere certe scelte solo ed esclusivamente per lui, per tenerselo
stretto?
… le
persone, poi. Ne conosceva solo due, ed entrambe
erano
stravaccate su quel divano con la pancia piena di cibo messicano e la
testa palesemente in subbuglio.
Seguendo
l'impulso del momento Dom accarezzò il viso di Kate, le
sistemò i
capelli passandoci le dita dentro, la baciò sulle labbra non
essendo
sicuro se fosse proibito o meno - ma non era così
importante: pian
piano avrebbero imparato a muoversi, come ospiti
in una casa che nascondesse qualcosa di intoccabile.
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