Senza che avessero potuto
accorgersi era crollato tutto. Ogni spiraglio d’aria era
stato soffocato dalla polvere tossica e il gesso aleggiava a mezz’aria mozzando il respiro già faticoso.
Macerie ricoprivano ogni cosa, e la struttura non aveva
intenzione di fermare la sua decadenza, lasciando che muri si sgretolassero lenti ed inesorabili,distruggendo quel poco
che era sopravvissuto.
Lui era sopravvissuto.
Sotto un cumulo di macerie era sopravvissuto a morte certa.
Con le ultime forze distrusse l’ultimo macigno che gli oscurava la vista e
finalmente si ritrovò libero.
Una fioca e lontana luce illuminava gli angoli della stanza,
non definendo nemmeno i suoi confini e lasciando all’immaginazione il compito
di crearsi delle minime certezze.
Il corpo ricoperto di tumefazioni impediva anche i movimenti
più semplici e il proiettile conficcato nella spalla destra non accennava a dolore.
**...Bastardi...**sibilò strisciando fuori
dalle macerie.
Quella missione era stata complicata e difficile sin
dall’inizio, ma nonostante tutto erano
riusciti,avevano recuperato quel dischetto maledetto.
Il compenso era alto e gli aveva fatto piuttosto gola, come
poter beffarsi di due milioni di yen?
Avrebbero saldati tutti i
debiti....
Avrebbero comprato una casa...
Avrebbero fatto festa...
Avrebbero vissuto nell’agiatezza...
Avrebbero vissuto insieme...
Come appariva lontano quel sogno, ora più che mai...
Ma voleva trovarlo, doveva...Era
vivo, n’era certo, n’era sicuro!
L’aveva visto combattere e atterrare due nemici l’ultima
volta, poi si erano scambiati uno sguardo d’intesa...Sguardo di cui però non poterono mai mostrarne il significato poiché la trappola a
loro danno era scattata prima d’ogni prospettiva.
Tentò s’alzarsi ma le gambe cedettero immediatamente
facendolo sbattere sul pavimento.
**...Dannazione...**
Gli occhialetti incrinati gli davano solamente fastidio, così
li tolse e l’infilò nella taschina della camicia.
Ora avrebbe sfruttato al massimo le potenzialità dei suoi
occhi diabolici. Niente gli sarebbe sfuggito, perfino nel nulla lui riconosceva
sagome e figure.
Camminando carponi raggiunse quello che doveva essere
l’unico muro rimasto. Si alzò a forza e sostenendosi a quello avanzò.
Ingannati, beffati, traditi, raggirati, imbrogliati...Si vergognava di questa situazione, gli faceva disgusto!
Era stato un sognatore sino alla fine, e trascinato in quel
mondo di piaceri e desideri aveva dimenticato di
osservare con occhio più critico la realtà. Per la prima volta si diede dello stupido in tutta la sua vita, per la prima volta
qualcosa era sfuggito alla predizione dei suoi occhi, sopraffatti dalla
più dolce delle visioni...
**...Ginji...**
Pronunciò quel nome tanto caro con estrema fatica. Gli
costava uno sforzo immenso imporre alla sua mente che il compagno fosse ancora
vivo.
**...Ginji!**.
Poi tossì violentemente, l’aria portava ben poco ossigeno ai
polmoni e li comprimeva con polveri sottili che laceravano la voce ad ogni sua
invocazione.
In quel momento solo nei suoi occhi fluiva il massimo del
potere. E fu grazie a quelli che lo vide.
Oppresso per metà da un cumulo di macerie, solamente il suo
volto e le sue braccia erano riuscite a catturare
quella poco e deforme aria.
**Ginji!**disse ad alta voce. La
parola rimbombò per diversi istanti e lo avvolgeva lei stessa mentre, il più
rapidamente possibile, si avvicinava alla figura del compagno.
Cadde rumorosamente a terra, ma si rialzò subito, raggiungendo
carponi l’amico. Gli sollevò il viso e un peso gli si levò dal cuore, i suoi
occhi erano aperti e un piccolo sorriso solcò le sue labbra nel vederlo.
**...Ban...chan...**
Il moro sorrise,sentire quella
parola era la conferma assoluta del fatto che lui fosse vivo.
**...Ci...ci hanno tirato un bello scherzo...**disse
sghignazzando tentando in qualche modo di rassicurare il compagno e sè stesso.
Aveva avuto paura di morire senza nemmeno rivederlo, ma quella volta le sue
preghiere erano state ascoltate...forse Dio esisteva
davvero...
**Non parlare...Ora ti libero da
qui...**disse con il tono più sicuro che in quel momento poteva permettersi.
Con un colpo ben assestato, lo Snake Bite sbriciolò ogni
macigno che stava infierendo sul corpo di Ginji. Il boato fu enorme e il
ragazzo finì sbalzato contro il suo compagno.
Rimasero immobili sino a quando il padrone non ritornò ad
essere il silenzio.
**Ban-chan...**disse piano ascoltando il battito incostante
del cuore del compagno.
**Siamo vivi...**rispose serio,come
se quelle fosse l’unica e massima certezze che sapesse dare in quel momento.
Per risposta Ginji lo strinse a sè, come se le parole da sole non bastassero a
rassicurarlo. Ban ricambiò la stretta possessivamente, temendo che qualcuno
potesse dividerlo ancora da lui.
**Ban-chan...**lacrime copiose sgorgavano dai suoi occhi e
bagnavano la camicia di Ban che si limitava ad accarezzagli il capo con gli
occhi chiusi. Sapeva che avevano poco tempo, la struttura sarebbe crollata tra
massimo un’ora.
Gli sfrigolii silenziosi tra le pareti rappresentavano
solo una cosa, le fondamenta stavano cedendo per sempre.
**Abbiamo poco tempo....se vogliamo
salvarci dobbiamo andar via da qui...subito...**disse con tono calmo schiudendo
lentamente gli occhi. Ginji annuì un poco con il capo e fece rialzarsi ma il
compagno lo tenne stretto a sè.
Sapevano che le possibilità di salvarsi erano ridotte al
minimo, nessuno pur con tutta la buona volontà, sarebbe
riuscito a liberarli. Gli sembrava di vederli...
Hevn...
...Kazuki
Shido...
...Himiko
Akabane...si, anche lui.
Cercare...
Invano.
Distruggere macerie...
Invano.
Chiamare i loro nomi...
Invano.
Senza accorgersene si erano alzati, sostenendosi l’un
l’altro.
** Ce la faremo...Ban-chan...come sempre...**disse con un
sorriso che sembrò donare un poco di vita al compagno che annuì.
************************************
Avanzavano lenti. Ban appoggiandosi alle pareti. Ginji
appoggiandosi a Ban. Nel silenzio più assoluto, rotto solo da pestanti respiri
e tentavi di inspirare ossigeno.
Quanto tempo era passato?
Infinito secondo i loro corpi.
Poco da quando si erano rivisti.
Molto per le mura che ormai crollavano frequentemente.
Non gli era rimasta che la speranza di star seguendo la via
giusta e vedere prima o poi qualche filtro di luce
solare,dato che ormai erano avvolti dal buio più nero.
Ad ogni passo la speranza di salvarsi sfioriva, e i suoi petali
bianchi cadevano lentamente nel buio. Tanto lenti quanto
abbaglianti per i loro occhi. Significava che del tempo era nuovamente
trascorso senza che l’uscita si mostrasse a loro.
**Mi chiedo se ormai credere nel
salvarsi sia troppo pretenzioso...**disse piano. Il suo passo si era
notevolmente appesantito e aveva contagiato anche il compagno con una sempre
più inesorabile lentezza.
Ban non disse nulla, il respiro ormai era
costantemente interrotto da colpi di tosse che graffivano in profondo la
gola. Dovette fermarsi quando questi si fecero così insistenti da non
permettergli nemmeno di respirare. Cadde sulle ginocchia mantenendo le mani
davanti alla bocca.
**Ban-chan!**il compagno si
inginocchiò davanti a lui e fece per
prendergli le mani quando queste vennero inumidite da sangue. Il terrore si dipinse nei suoi occhi, non poteva finire davvero così...
**Sto...bene...**disse piano
riprendendo a respirare correttamente pulendosi la bocca con il dorso della
mano,che a sua volta sfregò sui pantaloni.
Il compagno abbassò il capo e iniziò a piangere...
La certezza di veder morire davanti a lui Ban era ormai così
tangibile che gli faceva mancare l’ossigeno.
Il compagno sembrò quasi intuire i suoi pensieri e gli
sollevò il capo sorridendo davanti a quello sguardo tanto disperato.
**Io morirò solo se vedrò i tuoi
occhi chiudersi,il tuo cuore fermarsi e la voce spegnersi...Solo allora io
morirò. Non prima, non dopo...**disse con la sua proverbiale sicurezza.
Ginji si strinse a lui.
**Perché...perchè Ban-chan?Io...io
avrei voluto fare tante cose...con te...**
**Anch’io avrei voluto...non sai
quante...**.
***************************************
Avevano ripreso quella marcia con uno spirito diverso, non
importava più raggiungere l’uscita, l’importante era arrivare insieme sino alla
fine.
Il dolore ormai li attraversava come il
sangue scorre nelle vene. Il silenzio rotto costantemente dai fragori delle
pareti che s’infrangevano a terra circondava quella camminata libera da ogni
peso materiale.
Il respiro iniziò a mancare, l’ossigeno era
insufficiente. Era come quando si ha un attacco d’asma.
Era quello il segno. Ormai era questione di minuti.
Il compagno lo fece sedere e osservò quel volto preoccupato,
impaurito.
La morte fa paura quando sai che l’incontrerai tra poco. Solo
in quel momenti vedi quanto amore provavi per la vita!
Le dita del compagno di sfiorarono la fronte e gli
scostarono i capelli.
**Non temere la morte,perchè io
sarò con te,non aver paura di rimanere solo...Ginji...**disse sorridendo ,nonostante
le lacrime iniziarono a scendergli dagli occhi.
Ginji non era più nemmeno in grado di
aiutarsi con la sua elettricità, ormai non la sentiva nemmeno
più...forse era già morta...
**Io ti dono la mai vita,e ti giuro
che quando aprirai gli occhi tu mi vedrai...ma prima voglio donarti quel poco
di energia che mi è rimasta...**disse imponendo ai suoi occhi di non piangere.
Gli diede un bacio.
Un bacio...simbolo dell’amore...ora sanciva la morte di
entrambi. Infondo che importava per questa connotazione fuori
dal normale?
Loro stessi erano fuori dal
normale...
Sentirsi così vicini cancellò la paura dalla sua mente. Che importava se la morte ora gli era accanto e
pazientemente attendeva che anche quest’ultima luce vitale si spegnesse.
“...Ti amo...”
“...Anch’io...”
**
Quando si staccò da lui vide che i
suoi occhi chiusi non si aprivano e che il suo corpo perdeva calore.
Ginji era morto.
Le lacrime che avevano continuato a bagnargli il volto anche
durante quell’unico e prezioso bacio si fermarono.
Si alzò. Chiuse gli occhi. Eccola la fine di tutto. Così
facile da prendere ora. come mai lo era stata. Ma ancora l’amore per la vita si faceva sentire...
“L’uscita è vicina...lo sai...i tuoi amici ormai ti stanno
per aprire un varco...vai!”
Ban osservò quel piccolo raggio di sole fioco
illuminava uno stretto corridoio. E poi...
E poi l’uscita!
E poi la vita!
I suoi occhi si posarono su Ginji. Sospirò. Sorrise e si
staccò da lui con un poco di dispiacere...
**Una promessa...è una
promessa...**
Invocò la sua costellazione.
Rapida quanto potente la forza lo circondò, l’energia tanto
sognata scorreva come sangue nelle vene.
“...Snake Bite...”
La parete crollò.
********************************
Cadde sulle sue stesse gambe. Il rumore assordante lo
circondava completamente. Il muro davanti a lui si disintegrava e le fondamenta
erano squarciate dai piani superiori.
Strinse a sè il corpo freddo di Ginji e disse piano.
**Sto arrivando....**
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Non avevano potuto fare nulla...
Quando finalmente l’uscita fu spalancata non rimanevano che
macerie.
Attesero fuori sperando che le unità di soccorso riuscissero
ad infondergli vita...
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Una barella doppia uscì da quell’inferno. Un telo bianco
copriva i corpi senza vita.
Le lacrime che subito sgorgarono non furono sufficienti per
richiamarli in vita, erano già troppo lontani quando chiamavano i loro nomi...
**Non sono riusciti nemmeno a
staccarli,avevano le mani strette una nell’altro, avrebbero dovuto segarle,ma
alla fine non ce l’hanno fatta,gli infermieri non hanno avuto il coraggio...**
Che sia questa la fine dei Get Backers di Shinjuku, quelli
che erano capaci di portare a termine una missione al 100% ?
Forse....
“Questo accade quando
l’amore per qualcuno è più grande dell’amore per la propria vita”