Vi prego di
ascoltare l'omonima canzone, durante la lettura della fic.
(In caso non lo
sappiate, è dell'ultimo album degli LM.C)
Nanimo Hajimaranakatta
Ichinichino Owarini.
«Masa-shi,
c'è qualcosa che non va?», si preoccupa nel
vederlo silenzioso. Il primo giorno si è detto che forse era
solo stanchezza, sarebbe passato e presto avrebbe riabbracciato il
suo Maayatan di tutti i giorni,
quell'adorabile rompiscatole di cui si era invaghito dal primo momento
in cui l'aveva visto suonare goffo ed impacciato, ma dannatamente
talentuoso e promettente. Eppure è ormai una settimana che
pare evitarlo, è meglio chiarire al più presto,
qualunque cosa ci sia sotto.
«Mh? No,
nulla. Ma c'è una cosa di cui ti devo parlare,
dopo.», confessa serio, tiene lo sguardo abbassato con
timore, c'è qualcosa nel tono della sua voce che fa sembrare
il pensiero che ha invaso la sua mente piuttosto ingombrante, e che gli
conferisce l'aria di chi ha dovuto riflettere molto prima di prendere
una decisione della quale non è, tuttavia, ancora sicuro.
«Cos'è
che volevi dirmi?»
«Sai Ai, dei
Pierrot? Ex Pierrot.», si
corregge in fretta, forse nella speranza che Miyavi capisca al volo di
cosa si tratta, in modo che lui non sia costretto a prestare alla
preoccupazione la sua voce. «Sì, certo.»
«Con alcuni
della band di supporto siamo usciti qualche settimana fa e l'abbiamo
incontrato in quel pub dove andiamo sempre, quello all'angolo, hai
presente? Mi ha riconosciuto ed è venuto a salutarmi,
così l'ho invitato ad unirsi.»
«Maayatan-»
«Lasciami
finire, per favore.», Takamasa annuisce prendendo un respiro
profondo, ha paura di ascoltare avanti cosa Masahito ha da dirgli, ma
si fa coraggio e cerca di cacciare quelle conclusioni affrettate che
gli si ammassano nella mente disordinatamente, spaventandolo.
«Dopo quella
sera siamo usciti altre volte, anche soli. È capitato di
trovarci al karaoke, sai quanto sia un esibizionista e mi piaccia
cantare.», annuisce un'altra volta, Takamasa, sì
che lo sa. «Ma'...», chiama con voce flebile, e
finalmente il suo ragazzo si decide ad alzare lo sguardo. «Oh. No, no! Non è
quello che voglio dirti, non potrei mai tradirti!»
«Oh...
Io...», non sa che dire, si sente così stupido,
così colpevole.
«Insomma, il
fatto è che -sospira rumorosamente- mi ha chiesto di formare
una band con lui, la scorsa settimana. Ma ho detto di no.»,
aggiunge velocemente, prima che l'altro possa ribattere nulla.
«Perché?
Io non sarei stato contrario...»
«Non
funzionerebbe, Meev. Lo vedo quanto sei impegnato tu, già
così ci sono periodi in cui non riusciamo praticamente a
vederci, figurati se... No...»
«Maayatan...»,
fa severo, sembra quasi che lo stia riprendendo. «Chiamalo e
digli che ci hai ripensato. È un'opportunità
troppo grande per essere gettata al vento così
stupidamente.»
«Ma a me sta
bene così, ho preso la mia decisione e non torno indietro.
Voglio stare con te, Taka.»
Ancora una volta il
cantante incanala quanta più aria è possibile nei
polmoni, non vuole perdere la pazienza e litigare. Ma vede brillare
negli occhi di Masahito quella sua determinazione caratteristica e
capisce che non c'è verso di fargli cambiare idea. Poi
realizza, d'un tratto, che c'è un solo modo di convincerlo a
cogliere l'occasione, e per quanto dolore questo comporterà,
è disposto a subire per far sì che quel sogno
dell'altro finalmente si avveri. Si sente tremare, mentre deglutisce,
ma deve farlo.
«Maayatan,
non fare l'idiota, per favore. Accetta.»
«Credi che
sia idiota a voler stare con te? Perché ti sembra tanto
assurdo che ti preferisca alla carriera?!»
«Perché
non puoi rinunciare al tuo sogno per una persona che non ti
ama.»
«Meev, cosa... ? Non
capisco.», si allarma, non può credere a
ciò che le sue orecchie hanno udito, non vuole. I suoi occhi
prendono a vagare alla ricerca disperata di quelli di Takamasa, ma lui
è ben attento a non far incrociare i loro sguardi.
«Io non ti amo, Maayatan. Non l'ho mai fatto, era solo una
cosa così, nulla di serio.»
«Stai mentendo. Lo
dici solo perché-»
«Lo dico
solo perché è così, mi dispiace. Non
pensavo che tu ci tenessi sul serio.», non era stato un colpo
così duro da incassare, ma non aveva tenuto in conto del
dolore che vedere Masahito andare in pezzi a causa sua gli avrebbe
provocato. Non aveva pensato al peso dei sensi di colpa, non aveva
pensato che gli avrebbe oppresso il petto tanto da fargli mancare il
respiro, né aveva pensato all'amarezza del grumo che si
ritrovava, ora, a dover mandar giù.
«Non ti
credo.»
«Faresti
meglio a crederci, invece.»
Lo sente alzarsi di
scatto, arrabbiato, ferito,
e spera solo di vederlo andare via per poter restare da solo e
permettere finalmente alle lacrime di scorrere copiosamente, fino a
consumargli il volto. Lo vede afferrare velocemente la giacca, ma prima
di aprire la porta e lasciarlo per sempre, Masahito si volta.
«Guardami e dimmi che non stai mentendo. Guardami e dimmi che
non mi hai mai amato.», gli ordina riuscendo a trattenere i
singhiozzi.
«Non ti ho mai amato, mai,
nemmeno per un secondo.»
«Shinji-san!»
«Oh, sei
tu...»
«Eh,
sì.», tenta un sorriso impacciato, si rende conto
che agli occhi degli altri il suo atteggiamento è
imperdonabile, ancora non si è abituato a quella lama
conficcata nel petto, che già il destino si diverte a
rigirarla e rigirarla, ampliando la ferita ed il dolore.
«Senti, io... Come sta?»
«Secondo te?
Gli hai spezzato il cuore, come vuoi che stia?»
«Di sicuro
non meglio di me.»
«Scusa?»,
domanda incredulo, confuso. «L'ho fatto per lui, non potevo
lasciare che rinunciasse ai suoi sogni.»
«E non c'era
un altro modo per impedirglielo?!»
«Col tempo
imparerai che quando Maayatan prende una decisione, nulla gli fa
cambiare idea.»
«Diglielo,
allora. Ormai non può tirarsi indietro, perlomeno evitagli
altr-»
«No. E ti
prego di non dire niente nemmeno tu. È meglio
così, prima o poi sarebbe comunque finita e, almeno, in
questo modo gli sarà più facile
dimenticarmi.»
«Maya, tutto
bene?», piega la testa nel tentativo di vedere la sua
espressione e, magari, cogliere i suoi sentimenti. Masahito tiene lo
sguardo fisso davanti a sé, sullo schermo del pc, e non
lascia trapelare alcuna espressione. «Sì,
certo.», si volta e prende a far vagare i suoi occhi per la
stanza, agitandosi alla ricerca del telefono.
«Sicuro?»
«Aiji, si
sposa, non è mica morto qualcuno!», cerca di
sdrammatizzare, ma Shinji nota che le sue iridi ora sono lucide.
«Non c'è motivo di preoccuparsi, sono felice per
lui.», sorride falsamente. Non è che non sia
realmente felice per Takamasa, è che ha appena scoperto che
quella ferita aperta qualche anno prima non si è ancora
cicatrizzata per bene e sente fastidio al petto. «Torniamo al
lavoro, ora.»
«Mi sono
sorpreso quando mi hai chiamato... È bello vederti, Maayatan.»
«Sì,
be', volevo sapere come stavi e congratularmi di persona,
sai...»
Sono tesi entrambi, i
loro cuori battono forte come fosse il primo di una lunga serie di
appuntamenti, triste pensare che sia, invece, probabilmente l'ultimo. I
loro occhi brillano raggianti e sorridono, eppure evitano contatti
troppo lunghi, come l'uno non volessero che l'altro intraveda la
frenesia che gli agita lo stomaco e muove il suo essere, scorrendogli
nelle vene con l'irruenza di un fiume in piena.
«Ti
ringrazio.»
«Dovrei
essere io a farlo, nonostante tutto.», controbatte serio,
all'improvviso Maya
ha assunto un'aria seria e grave, il suo viso sembra oscurato per aver
rivangato quella lontana sofferenza sepolta nel passato.
«Mi dispiace
d'averti ferito.»
«È
acqua passata. E poi... Non avrei gli LM.C se non fosse andata a finire
così tra di noi.»
«Lo so.
Fidati, lo so bene...»
«Meev... ?», forse, per
la prima volta da quella serata, Masahito sta capendo davvero cosa
è successo, il motivo di quelle parole taglienti scagliate a
forza contro di lui, sputate in faccia, certo, ma dolorose come fossero
pugnali piantatigli nelle spalle.
«Era la cosa
giusta.», dice soltanto Takamasa. Ancora non lo guarda negli
occhi, ma ora Masahito capisce che se non lo fa è
perché i sensi di colpa pesano ancora troppo. Lo osserva
alzarsi, spaesato, incapace di dire qualunque cosa, pende dalle sue
labbra e forse spera.
«Perdonami,
Masa-shi.»
Continueremo
a collezionare le usali gioie e dolori, non importa quanto lontano
stiamo andando.
Conoscendo
l'amore, abbiamo pianto alle separazioni,
i
nostri cuori sono fugaci e brillanti in quei ricordi.
Incontrarsi,
rafforzarci l'un l'altro, questi miracoli sono sempre nei nostri palmi.
Quindi,
non hai più bisogno di nascondere le tue lacrime.
DE's:
Okay, a parte un
piccolo problemino avuto durante la stesura del testo (tanto per la
cronaca, io non so cos'ha il cielo contro questa coppia, ma
è l'ennesima volta che, per un motivo o per l'altro, perdo
il testo -o, come in questo caso, un pezzo), direi che... Wow.
Non so. È
partito tutto da Nanimo
Hajimaranakatta Ichinichino Owarini, e probabilmente è
pure colpa di Gossip Girl, precisamente di Chuck e Blair - oh,
sì, diamo la colpa agli altri, ora!
Scusate, se
può servire da scusante è la 1.58
Comunque devo dire di
esserne soddisfatta, tutto sommato. Credo di non averci messo molto
dentro, probabilmente c'è solo un nono delle sensazioni che
ho provato ascoltando la canzone e scrivendo, e solo un ventitreesimo
di quelle che volevo esprimere e trasmettervi, ma spero comunque che vi
abbia lasciato almeno qualcosa. Lo spero davvero.
In ogni caso, il
titolo significa "Alla fine
del giorno non potremmo iniziare nulla" e, devo essere sincera, ho
trovato la traduzione della canzone solo dopo aver steso la scaletta,
il che mi ha fatto sentire stupida perché ancora una volta
mi sono stupita di quanto quei due ghghgh di maya e Aiji siano in grado
di trasmettermi con la loro musica.
Quindi (!), detto
questo, come al solito mi auguro che la necessità di farmi
sapere che ne pensate vi salti addosso e - sarei troppo cattiva se
dicessi 'che vi violenti'? Immagino di sì, quindi lasciate
perdere questa mia ultima uscita.
A presto,
de-
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