La luce dell'alba

di wherearemywings
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«Dee?» chiese, eccitata, ma preoccupata per l'istintività con cui stava compiendo quell'azione; forse avrebbe dovuto far passare un po' di tempo valutando quell'idea, prima di dare subito tanto peso ad un'artificio così folle.
«Jenny?» la voce era ancora impastata dal sonno. «perché chiami a quest'ora? qualcosa non va?»
«Oh... scusa, ti ho svegliata» per la prima volta da quando aveva aperto gli occhi, Jenny guardò la sveglia sul suo comodino. Segnava le 03:14.
«Sì, ma non importa. Che succede?» Dee, dopo soli 5 minuti dall'inizio della chiamata, era già sveglissima, faceva parte del suo modo di fare, l'essere sempre iperattiva. Era passato solo qualche anno dalla fine del gioco, e nessuno di loro aveva superato lo shock. Conoscendo la situazione di Jenny, poi, era normale che fosse già in stato d'allerta. Difatti, lei era quella più turbata dalla fine del gioco. Era la morte dell'uomo ombra, Dee lo sapeva, che l'aveva angosciata così tanto...
L'aveva capito, come avrebbe potuto non farlo? Dal giorno in cui il nome di Julian era stato cancellato da quella pietra, Jenny era sempre malinconica. Capitava talvolta che fosse comunque felice, o che almeno mostrasse di esserlo; la felicità, infatti, dipende sempre da qualcuno: riusciva ad essere felice per Tom, che amava tanto, o per Zach, che lentamente diventava sempre più aperto, per Summer, che era tornata tra loro, per Audrey, che aveva imparato ad essere meno superficiale, per Michael, che aveva superato la paura, o per Dee, la sua migliore amica. Ma le mancava la gioia. Si sa, la gioia è una cosa che ti porti dentro, indipendentemente da fattori esterni. E Jenny l'aveva persa.
Per mesi aveva aspettato il ritorno di Julian, aveva sperato ardentemente di sognarlo, almeno. Ma niente. Il bagaglio di esperienze del genere te lo trascini dietro per sempre, dopotutto, pensò Dee.
«Chiama Audrey e Summer, di' loro di raggiungerci fuori casa tua. E' importante» sussurrò Jenny, infilandosi silenziosamente i jeans, per non svegliare il fratello o i genitori.
«Ci vediamo tra 15 minuti», rispose; subito dopo, attaccò il telefono.




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