Volano le libellule,
sopra gli stagni e le
pozzanghere in città,
sembra che se ne
freghino,
della ricchezza che ora
viene e dopo va,
prendimi non mi
concedere,
nessuna replica alle tue
fatalità,
eccomi son tutto un
fremito.
C’è gente che svolazza per le strade,
sembrano libellule attratte dall’acqua.
La cosa buffa è che non sanno che
in quell’acqua ci annegheranno.
La dieta va benissimo – in caso t’interessasse.
Dopo la tua voce al telefono ho perso
ogni parvenza d’appetito.
Niente Moran.
Quanto manca alla prossima volta in cui
mi metterai in imbarazzo davanti alla nazione, Sherlock?
Passano alcune musiche,
ma quando passano la
terra tremerà,
sembrano esplosioni
inutili,
ma in certi cuori
qualche cosa resterà,
non si sa come si
creano,
costellazioni di
galassie e di energia,
giocano a dadi gli
uomini,
resta sul tavolo un
avanzo di magia.
L’ennesima bomba, l’ennesimo
indecifrabile indizio.
Sembra la canzone di un sadico
e sono esplosioni inutili
– non sei qui a poterne gioire.
Non allontanano la noia di nessuno.
Gli uomini sembrano giocare a dadi –
così decidono quale potrebbe essere
il movente, quale il colpevole.
La verità è che assurdo quanto te
non c’è nessuno.
E’ rimasto un po’ di te
qui, in ogni riga dei miei rapporti
ti sento contestare l’uso delle virgole.
E’ la tua magia:
la mia pazzia.
Sono solo stasera senza
di te,
mi hai lasciato da solo
davanti al cielo
e non so leggere,
vienimi a prendere
mi riconosci ho le
tasche piene di sassi.
Il cielo mi pesa sopra la testa ed è
tutta colpa tua.
C’è un tale disordine nelle stelle
che puoi essere stato solo tu,
sembra un tavolo sconfinato
infestato di alambicchi
– i tuoi sono in cucina.
Comunque
se decidessi di tornare
non mi arrabbierei.
Mi riconosceresti
per il petto gonfio,
in ogni sua tasca ci sono domande
pesanti.
Ma ti perdonerei.
Non dovresti neanche chiedermi
scusa
per i cadaveri nel frigo,
il teschio sul camino
le bollette tenute ferme con i coltelli e
i rapimenti occasionali.
Neanche per gli appuntamenti
rovinati
e le occhiate truci.
Stasera sono solo
come tutte le altre sere e
il cielo mi pesa troppo.
Se torni potrò lasciare quei sassi
uno ad uno dietro di me.
Così il prossimo che vorrà
giocare
con te
troverà la strada
con più facilità.
Riscriveremmo la storia di Pollicino.
Magari potrei riempire il mio blog di fiabe –
nel caso, ecco, nel caso
non ti andassero bene
i miei resoconti.
Però basta che torni,
perché questi sassi sono troppi
e sono pesanti.
Eri tu quello forte, tra i due.
Vieni a prendere questi sassi
sono tutti tuoi.
Sono solo stasera senza
di te,
mi hai lasciato da solo
davanti a scuola,
mi vien da
piangere,
arriva subito,
mi riconosci ho le
scarpe piene di passi,
la faccia piena di
schiaffi,
il cuore pieno di
battiti
e gli occhi pieni di
te.
Vieni a prendermi, John. Arrabbiati. Ho troppi passi lontani
nelle scarpe, sto fallendo. Mi riconosci, ho la faccia piena degli
schiaffi che vorrai darmi. E ho un petto crepitante, credo sia
sbagliato. Vienimi a prendere, non riesco a vedere bene. Ti ho negli
occhi e ho fretta di togliere questo velo dallo sguardo. Vieni. Arriva
subito. Mi riconosci, John? Sono il barbone di Paddington e il vecchio
del bar all’angolo. Ma sono sempre solo davanti a te e mi
stai sabotando la vita. Vieni. Allontanati, l’hai detto tu,
no? Gli amici proteggono le persone. Gli amici proteggono…
le persone.
Sbocciano i fiori
sbocciano,
e danno tutto quel che
hanno in libertà,
donano non si
interessano,
di ricompense e tutto
quello che verrà,
mormora la gente mormora
falla tacere praticando
l'allegria,
giocano a dadi gli
uomini,
resta sul tavolo un
avanzo di magia.
Tutti gli anemoni del mondo sono sbocciati
sulla tomba. Non li ha piantati nessuno,
è stato il vento.
Il profumo che non fanno sa di
rimpianto, manca solo quello
perché siano perfetti.
Loro non s’interessano di nulla,
come te,
pensano solo a scuotere i petali.
Non sai quante allusioni,
quanti mormorii… li seppelliamo d’allegria.
Un po’ finta, un po’… mutilata.
Manca qualcosa,
come il profumo a quei fiori.
Ma cos’altro posso fare?
Ti tengo ancora da parte le dita,
ogni tanto.
Vuoi…?
Sono solo
stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo
davanti al cielo
e non so leggere,
vienimi a prendere
mi riconosci ho un
mantello fatto di stracci.
Il te è sulla mensola, caro.
Se non ci fosse questa finestra,
mi sembrerebbe di essere investita dal cielo.
E’ inquietante da quando non ci sei.
Sembra il tuo sguardo,
ma è un’imitazione
malriuscita.
Non riesco più a capire il mondo,
hai smesso di snocciolare conoscenze,
e ho addosso le vecchie frasi che dicevi,
ormai ridotte a stracci.
Mi riconosceresti ancora,
conciata così?
Il te si fredda, caro.
Si fredda e –
Sono solo stasera senza
di te,
mi hai lasciato da solo
davanti al cielo
vienimi a prendere,
mi vien da piangere
mi riconosci ho le
scarpe piene di passi,
la faccia piena di
schiaffi,
il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.
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1. Mycroft
2. Lestrade
3. John
4. Sherlock
5. Molly
6. Mrs Hudson
Le tasche piene di sassi - Jovanotti
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