Mi dispiace

di mamie
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 Partecipa alla challenge: Vitii et Virtutis di Starhunter.

Prompt: Temperanza - Tentazione

Partecipa alla challenge "Diamo visibilità a chi non ne ha" di Nuvola Barocca col prompt 24 (film). Ci sono persone convinte di non meritare l’amore. Loro si allontanano in silenzio dentro spazi vuoti, cercando di chiudere le brecce al passato. (Into the Wild).
 


MI DISPIACE

Non aveva nessuna esperienza, Osanai Masumi, su come si corteggia un altro uomo. Specialmente un uomo più vecchio, specialmente uno scrittore di cui sei l’editore, specialmente uno che pensa di diventare il tuo futuro suocero. Quando Ritsuko gli aveva chiesto di prestarsi a fare da finto fidanzato aveva accettato fra mille timori e ora tutte le sue paure venivano inesorabilmente a galla. Il peggio era che faticava moltissimo a trattenersi.
Vivere nella stessa casa dell’uomo che amava e non poterglielo dire era una situazione che lo stava logorando con una lenta tortura. Fare la parte dello sposo abbandonato alla vigilia delle nozze quando tutto quello che desiderava sarebbe stato saltare addosso a “papà” cominciava a diventare realmente intollerabile. Eppure si frenava, attendeva, non usava mai una parola troppo esplicita, un gesto troppo rude. Preferiva cercare di colmarlo di piccole, discrete attenzioni. Cucinare un buon pranzo, mettere i futon a prendere aria, togliergli gli occhiali quando lo trovava addormentato sulla scrivania tra le bozze del suo ultimo romanzo.
Masumi adorava Shoutarou da quando era bambino, da quando aveva letto i suoi libri illustrati, da quando aveva deciso di fare l’editore solo per riuscire in qualche modo a stargli accanto. Ma Shoutarou aveva la sua vita, aveva Ritsuko da crescere, aveva i suoi romanzi da scrivere. Nella sua esistenza non c’era posto per lui… eppure ora… forse…
Era quell’esile filo di speranza che permetteva a Masumi di trattenersi quando altrimenti gli sarebbe sembrato impossibile. Ora, forse…

Se ne stavano lì tutti e tre davanti a lui, la testa china, Ritsuko, Momoka e Masumi, l’espressione contrita, aspettando lo scoppio d’ira di Shiraishi-sensei, o forse una sua espressione di dolore.
Ritsuko stava piangendo.
- A me piace Momo-chan - aveva confessato alla fine tra le lacrime. – Voglio vivere con lei. Io l’amo…
La storia del genero era tutta una menzogna…
Non volevo lasciarti solo…
Mi dispiace.
Mi dispiace.
Mi dispiace.
E poi, inaspettatamente, il suo respiro che sbuffa fuori tutta la paura e la frustrazione di quei giorni.
Sono sollevato.

- Te ne vai?
Il fatto che Shoutarou l’avesse presa bene non significava che anche lui sarebbe stato perdonato.
- Ti ho ingannato mentre ero qui. Non posso rimanere oltre.
Eppure quel sorriso dolce non è stato scalfito nemmeno per un attimo. Quel sorriso dolce gli dice di restare. Di restare per sempre.
Masumi fece quei due passi indietro e finì tra le sue braccia.
Adesso poteva cedere alla tentazione. Adesso poteva dirlo.
Ti amo.
 
 
  








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