Istinto predatore

di mamie
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Partecipa alla challenge: Vitii et Virtutis di Starhunter.

Prompt: Temperanza - Istinto

ISTINTO PREDATORE


  La pasticceria di Kouichi era una delle migliori del quartiere e andava famosa per i suoi shortcake alla fragola. Erano fatti con vero bisquit e le fragoline di bosco fresche di stagione, niente a che vedere con le pallide imitazioni in vendita nei supermercati. Quando Shiraishi-sensei e Masumi-kun erano tornati dal loro viaggio alle terme, per prima cosa Kouichi li aveva fatti sedere e aveva servito loro due porzioni di shortcake appena fatte, chiacchierando allegramente come suo solito.
- Allora, vi siete goduti le terme?
Erano arrossiti tutti e due come ragazzini, sebbene la domanda fosse stata posta senza alcuna malizia. Kouichi pensò, con una punta di rimpianto, che insieme fossero davvero adorabili.
Sì perché, se avesse dovuto seguire il suo istinto, avrebbe fatto un solo boccone prima dell’uno e poi dell’altro. Era stata Ritsuko a fargli capire che proprio non era il caso.
“Trattandosi di te sarebbe una questione di tempo prima che mio padre venga divorato” aveva detto e Kouichi si era imbronciato. Poi era un piano così assurdo…  così assurdo che aveva funzionato. Ritsuko poteva andare a vivere da Momoka con la benedizione di suo padre. Masumi-kun aveva trovato il coraggio di dichiarare i propri sentimenti e tutti erano felici.
Be’… quasi tutti.
A Kouichi spuntò di nuovo un’espressione imbronciata pensando che l’unico a non aver avuto niente in cambio di tutta quella sceneggiata fosse proprio lui.
“Forse è meglio così” pensò guardando i due che mangiavano compiti la sua torta. E gli venne da pensare che Shiraishi-sensei in fondo assomigliava di più ad un dorayaki, soffice e con un cuore ricco di sorprese, e Masumi-kun era come un croccante di sesamo, forte e delizioso sotto i denti.
Kouichi si leccò i baffi. Oh, gli sarebbe piaciuto assaggiarli tutti e due… Sfortunatamente era affezionato davvero a Shiraishi-sensei e in qualche modo gli stava a cuore davvero la sua felicità.
Così si limitò a mettere a cuccia i suoi istinti predatori e sorrise di nuovo. Un sorriso un po’ malinconico, che non era abituale in una faccia come la sua.
- Un’altra porzione?
- No, grazie, Kouichi-kun. Andiamo a casa.
Era buffo che proprio lui si sentisse intenerito guardandoli andare via. Avrebbe potuto essere il figlio di Shiraishi-sensei (e il fratello minore di Masumi-kun tanto per dire). Eppure questa volta l’istinto gli diceva di proteggere la loro strada, come se fosse stato lui il più grande.
Ma in fondo quando si ama si torna ad essere bambini, qualsiasi sia la propria età. E Kouichi era un angelo custode forse un po’ atipico, ma in certi casi molto volenteroso. Era quello che contava, vero?
O no?




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