Sweet death

di Sherlock Holmes
(/viewuser.php?uid=150592)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Legato.
Impossibilitato a muovermi.
- Allora è così…- esalò Irene, con sguardo intenso.
Tentai di divincolarmi.
Lei sorrise.
- Tu, Sherlock Holmes… Mi… ami…-
Era vero.
Maledettamente vero.
Fece roteare il pugnale tra le sue dita.
Non risposi… Mi rifiutai di darle tale soddisfazione...
Irene Adler rise, sommessamente.
- Il tuo silenzio me lo conferma…-
Mi passò la lama sul collo…
- Lo sai che ti ucciderò, vero?- mormorò…
Annuii.
Gli ordini di Moriarty non potevano non essere eseguiti… Altrimenti, avrebbero decretato la morte dell’agente traditore, e dunque di Irene.
La mia cara, subdola, adorata musa.
- Ti chiedo solo una cosa…- mormorai.
Mi carezzò la guancia con il dorso della mano.
- Te lo concedo… Dimmi.-
- Colpiscimi in un punto vitale. Non farmi soffrire ulteriormente.-
Fissò la lama.
- Al cuore?- domandò lei, inarcando le sopracciglia.
Posai i miei occhi nei suoi.
- Oh, lo hai già fatto.- ammisi, chinando la nuca.
Mi voltò le spalle.
- Lo so.-
C’era una nota d’indecisione nella sua voce?
La vidi scrollare la nuca.
Quando tornò ad osservarmi, però, il suo sorriso sardonico tornò a campeggiarle in volto.
- Riferiscimi quando sei pronto…- mi disse.
Come poteva pretendere?
Nessuno era mai stato pronto a morire. Nemmeno io.
Soprattutto, non per mano sua.
Non della Donna. L’unica che io avessi mai amato.
Distolsi lo sguardo, intristito.
 
Mi baciò.
Non seppi se lo fece per addolcirmi la morte o per prendersi gioco di me un’ultima volta…
Alzò il pugnale, pronta a vibrare il colpo, senza staccare le sue dolci labbra dalle mie.
Chiusi gli occhi.
Ma la pugnalata non venne.
Un tintinnio metallico mi fece riaprire le palpebre.
La lama era stata lasciata cadere a terra.
Irene non smetteva di baciarmi…
Tuffò le sue mani nei miei capelli, scompigliandomeli.
Poi, si staccò da me, accarezzandosi le labbra umide.
- Credo di essere impazzita…- esalò.
Le sorrisi, felice che non avesse compiuto l’omicidio richiestogli dal professore.
- Perché lo credi?- le domandai.
- Perché…  Non… ci riesco… Non riesco a farlo…-
Crollò a terra.
Mi guardò.
Inclinai la nuca.
- Non sono impazzita…- mormorò Irene, strabuzzando gli occhi – Io… mi… mi…-
Stava balbettando.
La sua sicurezza era svanita…
- Io mi… sono innamorata. Di… colui che dovevo uccidere.- ammise, fissandomi – Non… dovevo…-
Sorrisi lievemente.
- Eppure è accaduto, tuo malgrado…-
Rise, felice.
- Oddio, Sherlock… Ti amo! Ti amo! Te ne rendi conto…?-
Mi afferrò il viso, baciandomi intensamente.
- Sì… Me ne sono accorto…- le risposi, ricambiando il suo gesto d’affetto…




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1051497