Dolore

di Cimotea
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Tutti avevano gioito nel vedermi tornare in battaglia, erano contenti di avere di nuovo tra le loro file l'uomo che sapeva combattere meglio di chiunque altro. Non Achille, ma l'assassino che vi era in lui.
Fuori dal campo ero una maledizione per loro, lo sapevo bene. Io sapevo che mi temevano. Io sentivo che avevano di me più paura che mai. Quando incontravo dei giovani soldati potevo sentire l'odore del loro terrore, come fanno gli animali. Ero diventati questo per loro, no?
Solo una bestia senza cuore che vive, come impazzita, per ammazzare qualunque cosa si fosse posta sulla sua strada. Solo una bestia incapace di intendere e di volere. 
Perché mi comportavo così?
Perché quell'odio? Perché quella furia cieca? Perché andavo cercando come pazzo la mia vendetta?
La risposta era lì, ad attendere una domanda che nessuno ebbe mai il coraggio di porre. Da allora è passato tanto tempo e la risposta è rimasta impronunciata, ma oggi voglio dirla a voi.
Nel mio animo nè umano nè divino era morta qualcosa da quando Patroclo era caduto in guerra. Un 
dolore indicibile che mi avrebbe ucciso, corrodendomi dall'interno. Mortali e Olimpici mi odiavano perchè appartengo per metà ad entrambi i mondi eppure a nessuno, loro avrebbero fatto di tutto per annientarmi anche dall'esterno.
E io da animale ferito che ero, come tale reagii: gettai anima e corpo nella guerra e nella vendetta, volevo dimenticare il dolore, la tristezza e la solitudine. Cercavo la pace nel caos, sperando ogni giorno che Enea, Sarpedonte o Ettore venissero a portarmi nel luogo dove riposava l'ombra di Patroclo in attesa. Volevo spegnermi per sempre, eppure ormai ero già un fantasma....

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Note di autrice (sono un'autrice uhuhh)
Dunque dunque: questo delirio vuole essere la riflessione di Achille che segue la morte di Patroclo (della quale ho già scritto qui -> 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=987495&i=1) ) e la spiegazione del suo... del... beh di quello che ha fatto. E amandolo io alla follia volevo anche provare a dare un senso alle sue azioni dettate da un'anima umana e divina in conflitto con se stessa.
Spero abbiate gradito, baci
-Cimote

 




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