don't
Don't
go
«Allora
uccidimi!» esclamo rabbiosamente gettandogli indietro le armi. «Mi
uccidi e vai a casa e te ne fai una ragione!». Mentre lo dico
l'espressione di Peeta si fa più dura, trasformandosi in una maschera
di dolore e rabbia.
«Non pensi a Prim, a tua madre a Gale?». L'ultimo nome gli riesce
difficile da pronunciare. Non ha torto, io ho tre motivi in più per
tornare a casa, ma ciò non è abbastanza per uccidere Peeta. Ho la
certezza che se oggi muoio per mano sua ci sarà Gale a badare alla mia
famiglia, e so che potrei contare anche su di lui, sul mio avversario,
colui che mi ha amato fin dal primo giorno di scuola. Ma Peeta non ha
mai avuto intenzione di vincere gli Hunger Games, neppure quando c'è
stata la vana speranza di sopravvivere entrambi, gli innamorati
sventurati. Ma è proprio questo che rende ancora più inconcepibile
l'idea di ucciderlo: la sua bontà.
Cosa penserebbero gli abitanti del Distretto 12 se non mi facessi
scrupoli? Come potrei guardare in faccia la sua famiglia e la mia? Cosa
penserebbe Gale di me? E Prim?
«Prim e mia madre hanno Gale, lui ci sarà sempre, e anche tuo padre mi
ha promesso di badare a loro, non potrei mai compiere un'azione così,
ti prego Peeta, hanno le stesse possibilità se tu mi uccidi». Inizio a
piangere, e il che è paradossale. Piango per la mia morte, o forse per
la vita del ragazzo del pane? Forse è questa la verità, anche se tutto
è stata una macchinazione di Haymithc, io provo qualcosa di vero per
lui, tanto forte da lasciami uccidere sotto gli occhi di Capitol City,
da lasciarlo vivere.
«So che posso contare anche sul tuo aiuto per la mia famiglia» gli
dico.
Mi asciugo le lacrime e trovo il volto di Peeta più ammorbidito, ma con
un'ombra di rassegnazione. Forse l'ho convinto, potrò andare incontro
alla morte serena e so che non mi farà soffrire.
«Non pensi come sarà la mia vita senza di te?».
La sua domanda mi gela il sangue. Per l'ennesima volta non ho calcolato
i suoi sentimenti, ma non posso mostrare segni di cedimento.
«Peeta io ti perdono, l'ho già fatto, devi solo promettermi che ti
prenderai cura di Prim».
Mi avvicino, disarmata, e gli rimetto il coltello tra le mani, poi mi
inginocchio aspettando quello che verrà. Sospira e mi prende il volto
costringendomi a guardarlo. Sembra sereno e i suoi occhi azzurri mi
penetrano nell'anima
«Un ultimo bacio» sussurra. Avvicina il volto al mio; socchiudo gli
occhi. Mi stringe le dita con la mano libera, l'altra brandisce
il coltello. So che sarà veloce, non mi farà soffrire e mi starà
accanto come io feci con Rue. Le distanze sono quasi azzerate quando
sento uno strappo e intravedo un movimento vicino la mia cintura.
Alcune bacche rotolano a terra, mente altre sono già strette nel palmo
di Peeta, e allora capisco. Cerco di liberarmi dalla presa, ma
nonostante stia perdendo molto sangue, la presa di Peeta è troppo
forte. Lo vedo ingoiare i frutti velenosi. Urlo, urlo con tutto il
fiato che ho in corpo mentre lacrime copiose mi offuscano la vista in
modo tale da non vedere la vita abbandonare gli occhi azzurri che ho
davanti; mi sembra di vederlo sorridere mentre si accascia
definitivamente al suolo. Un colpo di cannone mi riempie la testa, ma
io sono già sopra al corpo esanime di Peeta. Lo scuoto con rabbia, poi
lo stringo al petto, gli bacio il volto e la bocca, sperando che sia
rimasto un po' di veleno per strapparmi via da questo dolore, per non
dare la soddisfazione a Capitol City di vedermi impazzire. Mi distendo
con lui mentre i singhiozzi mi percuotono il corpo, dolorosi come
bastonate, più dolorosi della morte stessa.
Peeta non ha mai avuto intenzione di uccidermi, non ha mai avuto
intenzione di vincere questo maledetto gioco, perché per loro è solo un
gioco.
«Kattinis Everdeen allontanati dal corpo» mi ordina una voce dall'alto,
ma non voglio. Non possono raccogliere la salma se io sono accanto a
lui e non ho nessuna intenzione di muovermi.
Loro ci hanno costretti a ucciderci tra di noi, loro ci opprimono ogni
giorno, loro ci privano di una vita serena facendoci crescere con la
fobia di essere sorteggiati per un loro divertimento. Ci hanno
prelevato dalle nostre famiglie, privato della possibilità di
scegliere, modificato a loro piacimento, e ora vogliono che lasci
andare l'unica persona che mi ha amata veramente, che ha sacrificato la
sua vita per me.
«Kattinis Everdeen allontanati dal corpo». Un altro avvertimento.
Rimango accoccolata a Peeta tra lamenti e singhiozzi. Volevano
l'idillio? Eccolo più vero che mai.
A un certo punto nel bosco scende il silenzio, una ghiandaia imitatrice
lancia un fischio acuto. So cosa accadrà ora, ma mi chiedo se
raccoglieranno entrambi o se mi uccideranno, ma poi mi rendo conto che
non possono farlo, almeno non di fronte a tutti. Ho cambiato il finale
dei loro Hunger Games e so che verrò punita per questo, ma non ora.
Un artiglio cala su di noi, i ganci scivolano sotto i nostri corpi, una
scossa mi tiene ancorata saldamente finché non mi ritrovo dentro
l'hovercraft. Niente squilli di trombe, niente proclamazione del
vincitore e preferisco così, non sono degna di essere chiamata con tale
titolo, non sono degna di vivere. Delle persone con il camice bianco si
avvicinano, forse sono dottori, e cercano di separarmi da Peeta. Inizio
a dimenarmi e urlare istericamente fino a quando uno di loro non mi
infila un ago nel braccio. Mentre il sonno chimico mi invade, vedo una
sacca bianca chiudersi sopra il corpo senza vita di Peeta. Il suo volto
sorride ancora.
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Ogni
tanto torno a bazzicare da queste parti... Lo so è corta, ma comunque
l'ho scritta di getto, potrebbe diventare una
long (?) Ditemi cosa ne pensate!
Mi sono
anche ispirata a questa
canzone, più dalle parole che dal modo in cui è cantata ^^ sarebbe
più adatta una cover acustica con piano.
Ringrazio Malia85 per avermi betato!
Con amore KN
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