AmMe
Marionetta.
Il cielo era una spessa lastra d'acciaio ossidato, fuori dall'ampia
finestra dell'ufficio del preside.
Amaimon dondolava pigramente nel vuoto le lunghe gambe avvolte dai
pantaloni a rombi. Il suo sguardo acuminato era perso lontano, molto
oltre le nubi tese come ragnatele che ingombravano il cielo. La luce
creava bizzarri giochi di luce sui suoi capelli verde selva, sulle
sfaccettature della pelle diafana.
Mephisto, dall'interno dello studio, fece una smorfia di
disapprovazione. -Hai visto? Mi hai disobbedito, hai esagerato con Rin.
E ti sei fatto male.-
Il demone si riscosse dai suoi pensieri. Fissò la macchia di
sangue nero e raggrumato sulla camicia come se solo in quel momento se
ne rendesse conto, sgranando gli occhi vitrei azzurro verde.
-Oh.- mormorò vagamente interessato. -Hai ragione.-
-Io ho sempre
ragione.-
sottolineò il preside, mentre leggeva un documento. -Per
questo, quando ti ordino qualcosa, dovresti darmi retta invece di fare
di testa tua come al solito.-
Amaimon mordicchiò distrattamente l'unghia verdastra del
pollice. Non lo trovava un argomento entusiasmante. Significava che non
avrebbe più potuto giocare con Rin.
-Farò come hai detto. Scusa, aniue.- rispose
però conciliante e mesto. Non voleva che il suo fratellone
si arrabbiasse con lui.
-Sei un vero attaccabrighe, Amaimon.- ribattè Mephisto con
un
sospiro, scarabocchiando la sua firma con uno svolazzo su un foglio.
Il re della terra guardò ancora il cielo plumbeo,
inespressivo.
La ferita non faceva neanche più male, era appena un
pizzicorino
fastidioso; in compenso, però, l'idea di non potersi
più
divertire era dolorosamente insopportabile. Amara, sul suo palato che
amava lo zucchero.
Ma in fondo non aveva bisogno di Rin. Il suo giocattolo preferito era
lui medesimo, marionetta inerme del suo stesso teatrino, che rischiava
e perdeva sangue. E questo era divertente.
Un sorriso malato attraversò rapido le sue
labbra, per poi soffocare altrettanto in fretta. Uhm.
Frugò nelle tasche e, sovrappensiero, infilò un
lecca
lecca in bocca mentre Mephisto si chiedeva sconsolato quando mai
sarebbe cresciuto, quel ragazzo abbastanza innocuo da poter essere
manipolato e troppo letale per non fare paura.
Note dell'Autrice: Amaimon è certamente uno dei personaggi
che preferisco -se non assolutamente il primo: ho fatto una certa
fatica a capirlo veramente, e questo non mi accade spesso. La sua
natura è un misto affascinante di innocenza e
sadicità, quasi pura in quanto non scatenata da una vera
crudeltà intenzionale ma d'un semplice istinto. Mephisto poi
è un duro, dài! E' mitico. Inimitabile. Non
potevo non lasciargli uno spazietto. ^-^
Vabbè, non è niente di che, solo una scenetta
semplice semplice. Spero l'abbiate gradita, mi piacerebbe sapere cosa
ne pensate!
Lucy
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