Ferite.

di lampone
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-Charlotte, corri! Possibile che sei sempre così lenta?!-
La voce della sorella proviene da qualche parte, più avanti.
Charlotte avanza a fatica scostano i rami degli alberi che le bloccano prepotentemente il cammino.
Ed eccola lì, Emily. è inginocchiata sul suolo muschioso, che osserva interessata qualcosa.
-Guarda.- le dice, indicando una macchia di terra umida.
-Che c'è?- domanda Charlotte, scocciata -Io non vedo niente!-
-è un'impronta. Ed è anche fresca. C'è qualcun altro qui, a parte noi!-
Emily lo dice con un ghigno spaventoso sul bel volto ovale. Sicuramente vuole spaventarla.
Charlotte indietreggia.
è stata tutta un'idea della sorella, di andare in quel posto. Fosse stato per lei, sarebbe rimasta a casa a leggere.
-L'hai fatta tu!- l'accusa, con la voce che trema leggermente.
Emily sbuffa e alza gli occhi al cielo:-Ma sei scema?! Non vedi quanto è grande?-
Come a dimostrazione posa il piede sopra l'impronta.
Ha ragione, la scarpetta di vernice sporca di fango per la scampagnata nel bosco è di almeno dieci misure più piccole.
In quel momento, un crepitio sommesso le fa sobbalzare. Le due ragazze guardano nella stessa direzione, in attesa.
Tutto è tornato all'immobilità, ma la sensazione che qualcuno sia appostato dietro le foglie fa accelerare il loro battito cardiaco.
-Emily, andiamocene..- sussurra Charlotte, terrorizzata.
-No.- risponde la sorella, squotendo la testa -Voglio vedere cosa c'è.-
-Emy, no!-
La sorella la ignora, e si avvicina ad un gruppo di felci che stanno sventolando nella brezza.
Con un gesto titubante le scosta, e davanti a lei si apre improvvisamente una profonda gola scura, che esala freddo e umidità.
Dalle viscere di quella caverna proviene il rumore di un ruscelletto.
-Una grotta!- esclama Emily, facendo un passo all'interno.
-Emily, ti prego, torniamo indietro!- la implora Charlie, sentendo una fitta di paura che le attanaglia le viscere.
Ma Emily è troppo conquistata dalla sua nuova scoperta, e sta passando le mani sulle pareti umide della caverna.
-Ehi!- esclama, ascoltando l'eco che le restituisce il suono della sua voce -Ehi!- ripete, divertita.
-Emily!-
La bambina fa un passo verso l'apertura della grotta con un enorme sforzo:-Andiamocene!- ripete.
La sorella però non è dello stesso avviso. Anzi, fa un altro passo:-Voglio andare a vedere.- risponde.
-Emily, no!-
-Cosa c'è, hai paura?- domanda, guardandola con aria di sfida.
-No..- risponde l'altra, incerta -è solo che non è prudente..è buio e fa freddo, lì dentro!-
-Fifona!- la accusa Emily, con voce odiosa.
-Non è vero!-
-Sì!-
-No!-
-E invece sì! Sei una fifona piagnucolosa e nient'altro!-
-No!-
-Fifona, fifona, fifona, fifona!- inizia a cantilenare Emily con aria di scherno.
-Non è vero! Sai cosa ti dico, vacci da sola nella tua preziosa grotta!-
Con lacrime di rabbia che le fanno bruciare gli occhi, Charlotte si volta e corre via, diretta a casa.
Non ha fatto nemmeno cinquanta passi che un urlo terrorizzato la fa immobilizzare.
Sua sorella.
Immemore della paura provata fino a poco prima, Charlie corre il più velocemente possibile verso la grotta.
I rami degli alberi le sferzano ferocemente il viso e i rovi le graffiano le gambette nude, ma Charli non si ferma, anzi, accelera il passo.
Non si ferma neppure quando un ramo particolarmente insidioso le scava una ferita sullo zigomo sinistro, facendolo sanguinare copiosamente.
L'unica cosa cui pensa è sua sorella, e tutto quello che le potrebbe essere capitato.
Quando arriva, l'eco sta ancora urlando disperatamente, e una scarpina di vernice sporca di sangue giace abbandonata a pochi passi da lei.

 





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