1
Si diceva che nel regno di Zelher, regnasse il caos e non ci
fossero regole; non era esattamente vero. Zelher era forse l'unico frammento di
mondo demoniaco a non essere in preda al caos più totale; questo non voleva
dire che gli abitanti di quel posto fossero dei santi, tutto il contrario,
essendo dei demoni era nella loro natura essere malvagi, l'unica differenza che
li distingueva dagli altri regni incivilizzati stava nei loro Lord. I Vel'phys
erano i signori incontrastati di quel frammento di mondo e regnavano secondo i
loro ideali di caos e terrore. Quando un demone compiva un grave atto di bontà
o cercava di ribellarsi a quelle leggi, esso veniva portato al cospetto dei
Vel'phys che decidevano del suo destino. I Signori essendo magnanimi nella loro
infinita malvagità, concedevano all'imputato di difendersi avvalendosi di un
avvocato o semplicemente di un portavoce, che facesse le sue veci. Gli
avvocati, spesso diabolici, chiedevano infiniti favori in cambio della difesa
dell'imputato nel qual caso il processo fosse andato a buon compimento,
risparmiando la maggior parte delle volte, la vita al condannato; per questo
motivo molti, non potendo permettersi i loro favori, accettavano la loro
punizione sperando che essa fosse il più breve possibile.
Ed è qui che entra in scena lui, Radh'ka; chiamato da molti
con il meritatissimo soprannome di “ quel diavolo di avvocato”. Lui era il
migliore di tutto il regno di Zelher; si diceva che avesse viaggiato per molti
regni demoniaci e che quindi sapesse parlare molte lingue antiche e sconosciute
persino agli anziani regnanti, di conseguenza essendo il migliore sulla piazza
era anche quello che chiedeva i favori più cari ai suoi clienti. Si dicevano
tante cose terribili sul suo conto e sui favori impossibili che chiedeva in
cambio del suo aiuto, ma era meglio non credere a tutte le parole che uscivano
dalla bocca dei demoni. In ogni caso non è che avesse molta scelta, se non
avesse chiesto aiuto a quel diavolo la sua sorte sarebbe certamente stata una
sola.
« Potresti chiamare per difenderti anche Satana in persona,
ma non penso che te la caverai per i crimini che hai commesso.>> Disse una guardia alle sue spalle.
« Ma quali crimini! I veri criminali sono quei vecchi che
siedono su quelle loro scintillanti sedie. >> Replicò frustrato il
demone.
Era davvero l'unica risorsa disponibile, quindi sperava
davvero che le dicerie sul conto del diavolo fossero in parte inventate
,soprattutto quelle riguardanti i favori.
Una voce fredda interruppe i suoi pensieri, «
Allora, chi è di voi il mio cliente? Spero davvero che non sia quel moccioso.
>> chiese il nuovo venuto alle tre persone presenti nella stanza.
Kreuz sbuffò spazientito, come osava quell'aborto della
natura dargli del moccioso? « Sono proprio io il tuo cliente, diavolo da
strapazzo. >> replicò il demone con arroganza, facendo alzare
impercettibilmente il sopracciglio a Radh'ka.
Il diavolo fece uno dei suoi sorrisi più falsi e si inchinò
leggermente, facendo cenno al demone di seguirlo dentro la stanza che era stata
concessa loro per prendere accordi sul processo ormai prossimo. La stanza in
cui entrarono si poteva definire solo in un modo, essenziale; con pochissimo
arredo, ma non per questo sciatta rispetto al resto del palazzo. Le sedie erano
del più pregiato Krom un minerale che si trovava solo lungo i confini,
esattamente sui monti di Belher, dove abitavano gli aborti del regno; i
rinnegati che avevano avuto salva la vita ma che avevano perso ogni diritto
sociale, o i trafficanti di Eradish. Quella era una delle zone più malfamate di
Zelher, ma anche la più ricca di minerali e risorse preziose. Il tavolo fatto
interamente dello stesso materiale pregiato delle sedie era intagliato e
strutturato a regola d'arte, le gambe, grosse quanto un tronco d'appal erano
incise perfettamente in modo da sembrare le zampe di un immenso Durag, un animale rarissimo ed estremamente
difficile da abbattere viste le sue numerose zampe ricoperte di artigli
avvelenati; bastava il minimo graffio per ritrovarsi sul pavimento ad
agonizzare senza possibilità di salvezza. Si diceva che anche i piccoli di
Durag fossero velenosi, ma che il loro veleno, al contrario di quello degli
esemplari adulti non essendo ancora del tutto sviluppato nei loro corpi, fosse
curabile se preso in tempo l'antidoto. Il loro veleno si poteva reperire in
boccette da 0,5 centilitri a costi altissimi, sia
già distillato, in modo da permettere anche ai più stolti di usarlo, che nella
versione più classica in polvere, amata dagli esperti e da quelli più furbi e
meno propensi a farsi imbrogliare da venditori scaltri in cerca di denaro
facile.
La grande porta di appal si chiuse alle loro spalle, e loro
presero posto sulle rispettive sedie ai due lati opposti del grande tavolo.
Radh'ka appoggiò tutti i documenti sul tavolo ed incrociò le mani sotto il
mento, in attesa che il suo cliente iniziasse a parlare per spiegargli il
motivo per cui si trovava li e per quale ragione avesse scelto lui nonostante
le dicerie, assolutamente veritiere, sugli immensi favori che chiedeva in
cambio dei suoi servigi, ma sembrava che il demone non avesse intenzione di
aprire bocca, tanto era concentrato a guardare il tavolo.
« Sono convinto, che le tonalità scure con quei deliziosi riflessi
verdi, siano davvero affascinanti; ma penso anche che abbiamo cose più
importanti di cui discutere al momento, che non sia il materiale pregiato di
cui è fatto il tavolo. Il motivo per cui ci troviamo in questa stanza ad
esempio, o il mio compenso una volta finito il lavoro. » Disse il diavolo in
modo freddo.
Si stava spazientendo; se quel moccioso non si decideva a
parlare lo avrebbe abbandonato al suo destino, pretendendo in ogni caso il
compenso per il suo disturbo.
« Parli come se sapessi già il risultato del processo,
diavolo. » Ringhiò il demone.
« Se hai scelto me per difenderti demone, sarai a conoscenza
delle mie credenziali. Non ho mai perso una causa e non intendo iniziare da
oggi. A meno che qualcuno non mi offra un compenso maggiore, o mi dia un motivo
valido per cambiare fazione. » Replicò
freddamente Radh'ka.
« Sono stato arrestato ingiustamente. Stavo trasportando una
cosa in un luogo sicuro per conto di un cliente, quando quelle stupide guardie
mi hanno rincorso ed arrestato senza motivo.
» Rispose Kreuz, lanciando occhiatacce
al diavolo che lo guardava divertito.
« E cosa sarebbe questa “cosa” per cui sei stato
ingiustamente arrestato, moccioso? »
Chiese il diavolo, che iniziava ad adirarsi per tutta quella
pagliacciata. Se quel moccioso aveva intenzione di continuare a fare il
misterioso, lo avrebbe ammazzato lui seduta stante, risparmiando del tempo ai
Vel'phys.
« Un uovo di Durag. » Replicò il suddetto moccioso, ghignando
in direzione del diavolo che era rimasto a bocca aperta.
« Non prendermi in giro moccioso, è impossibile che tu sia
entrato in possesso di una cosa così rara e pericolosa. Da sola quella cosa
vale più di tutto quello che possiedi. » Sibilò Radh'ka infuriato.
« Mettiamo in chiaro una cosa diavolo, io non sono un
moccioso ho la bellezza di trecento quarantatré anni suonati, e il mio nome è
Kreuz. Poi se ti fosse sfuggito dal discorso che ho fatto prima, l'uovo non era
mio. Io lo stavo solo trasportando, sono un mercenario. » Rispose il demone
compiaciuto.
« E da quando i mercenari sono dei mocciosi irresponsabili? »
Iniziò il diavolo.
« Ehi! Ti ho detto che io ho trecento-» Cercò di replicare il demone.
« Certo. Certo.
Trecento quarantatré anni; ancora mi chiedo come facciano a mettere in mano a
degli infanti una cosa del genere. In ogni modo, questo è un caso interessante,
sarai sicuramente processato per ribellione e attentato al regno, non è una
cosa da poco per un infante come te. Ma, ora parliamo del compenso che riceverò
nel caso il processo andrà a buon fine, come penso che avvenga. » Finì il
diavolo.
« Se il processo andrà a buon fine, potrò portare a termine
il mio lavoro ed avere il pagamento che mi spetta. Dopo potrò sicuramente darti
tutti i soldi che chiedi. » Replicò
Kreuz.
« Il denaro non è nel mio interesse, ne ho fin troppo e la
maggior parte delle volte è del tutto inutile. Potresti pagarmi in natura,
anche se di solito i mocciosi non sono di molta soddisfazione e deludono le
aspettative. » Continuò il diavolo in
modo beffardo.
Kreuz alzò di scatto la testa e fissò il diavolo shoccato.
Aveva sentito tante dicerie sul suo conto, ma nessuna riguardante certe
tendenze. Non che ci fosse nulla di strano sia chiaro, nel regno erano in molti
a preferire i giovani ragazzi alle succubi, ma di certo non si era aspettato
che il diavolo avesse alluso proprio a quello.
« T- tu, stai dicendo che come compenso per farmi da avvocato
vorresti, il mio corpo? » Chiese Kreuz in un soffio. Certamente non gli sarebbe
dispiaciuto giacere con lui, il diavolo era tutto fuorché di brutta presenza.
Quei capelli argentei tendenti al bianco ricadevano sinuosamente dietro la
schiena in una cascata di filamenti scintillanti, per non parlare degli occhi.
Erano talmente scuri che era impossibile distinguere la pupilla dall'iride, al
suo interno si intravedevano appena delle striature rosse che mettevano i
brividi. La pelle candida poi, lo faceva assomigliare più ad un angelo che ad
una creatura delle tenebre.
Inaspettatamente il diavolo eruppe in una bassa risata.
« Il tuo corpo non rientra nei nel mio interesse, non sono
solito portarmi a letto i bambini. Non saresti nemmeno una sfida degna di
essere considerata tale. Io parlavo di piccole commissioni; nulla di diverso da
quello che facevi prima di essere catturato, solo che questa volta sarai sotto
le mie totali dipendenze. Non potrai prendere nessun lavoro che non provenga da
me, e ti trasferirai nella mia villa. Se accetterai queste condizioni
acconsentirò di difenderti. » Finì il
diavolo in modo compiaciuto.
« Non sarei venuto a letto con te, nemmeno per tutto l'oro
del mondo. Piuttosto, preferirei farmi frustare a sangue con una coda di
Broick. » Ringhiò adirato Kreuz per
l'offesa subita.
« Dall'occhiata lussuriosa che mi hai lanciato prima non
sembrava che la cosa ti dispiacesse così tanto demone. In ogni caso, accetti le
condizioni del contratto o abbiamo solo perso del tempo prezioso? Il mio.
Perché si dia il caso che abbia delle cose più interessanti da fare, che non
sia la balia ad un moccioso insolente. Il contratto come ben saprai è
vincolante e una volta accettato non potrai tornare indietro o liberartene in
nessun modo. » Replicò freddo Radh'ka.
« Non mi pare di avere altre alternative valide. Accetto
Diavolo. » Rispose Kreuz imbronciato.
« Qual'è il tuo nome per intero demone. Mi serve per
completare l'accordo. » Chiese il diavolo, stufo di perdere tempo prezioso in
convenevoli, a suo parere inutili.
« Kreuz Amaràin di Yàre. » Rispose il demone con orgoglio.
« Non dovresti dirmi anche il tuo? » Domandò l’altro.
« Radh'ka di Eroew può bastare. Brucerà un po' alla fine
sappilo, quindi vedi di non frignare. È colpa della magia che tesse il
contratto e vincola a se i due individui che lo contraggono. » Disse il diavolo
prima di iniziare.
« Kreuz Amaràin di Yàre, accetti il contratto vincolante con
Radh'ka di Eroew, nel quale giuri sul tuo nome e sul tuo orgoglio di rispettare
gli accordi presi in precedenza, dopo il processo che si terrà questo
pomeriggio davanti ai Vel'phys, i sacri lord delle terre di Zelher. » Pronunciò
Radh'ka con voce grave.
« Io Kreuz Amaràin di Yàre accetto i termini del contratto, e
giuro sul mio nome e sul mio orgoglio di rispettare gli accordi presi con
Radh'ka di Eroew. » Continuò il demone, ponendo fine all'incantesimo. Subito
sui polsi di entrambi comparve un sottile braccialetto d'argento, che
suggellava il contratto. Esso era sottile e con un unico ornamento; delle
piccole macchie aranciate. Le stesse che si potevano trovare sulle uova di
Durag prima della schiusa.
« Ora che abbiamo finito con le smancerie, ti pregherei di
descrivermi questo fantomatico uovo; se riuscissi addirittura a disegnarne
un'immagine speculare sarebbe perfetto. » Finì il diavolo rivolgendosi al suo
nuovo cliente.
|