La maledizione del Bastardo
-No!- urlò Transkilia, mentre il gruppo di maghi Orchi si
avvicinava a sua figlia.
Sua figlia, la sua piccola Aurora, che a soli tre giorni dalla nascita
avrebbe ricevuto la sua condanna: sposare un bastardo e vivere, o
morire amando veramente.
Due armigeri le presero le braccia e gliele strinsero, e il dolore
l'assalì, mentre cercava di avvicinarsi al cerchio che si
stava
formando intorno a sua figlia.
Doveva salvarla, dare almeno a lei la possibilità di
scappare dalle mani del Bastardo.
La porta si aprì con uno schianto, e entrarono quattro Elfi.
Ne riconobbe un paio, tra cui il Negromante, mentre si avvicinavano al
Bastardo e alla sua cricca di Orchi.
-Siete arrivati, finalmente-ghignò colui che si faceva
chiamare Giudice Amministratore.
Transkilia ci mise qualche secondo ad assorbire quelle parole, poi
comprese: volevano aiutare il Bastardo.
Quegli sporchi traditori avevano venduto la loro anima a quel demonio,
probabilmente in cambio della loro salvezza.
-Siete degli illusi!-urlò loro, presa dalla disperazione-Vi
ucciderà, come sta facendo con gli altri! Scappate! Non
maledite...-.
Un armigero le tappò la bocca, mentre rivoli di lacrime le
bagnavano il viso.
Tre degli Elfi sembrarono non sentirla, fissavano dritto davanti a
loro, l'espressione vuota di chi non vuole ascoltare; il Negromante
abbassò lo sguardo, con dolore.
Per una frazione di secondo, Transkilia si chiese cosa aveva promesso
loro il Bastardo, cos'aveva spinto il Negromante a vendere Aurora al
Giudice Amministratore in quel modo, poi la sua disperazione riprese,
rafforzata dalla consapevolezza che, col potere degli Elfi, quella
maledizione sarebbe stata implacabile.
Un altro paio di armigeri si avvicinarono, e la portarono nelle sue
stanze, dove Transkilia svenne dal dolore.
Era sveglia da mezz'ora, gli occhi fissi sulla finestra che mostrava le
Montagne del Nord, quando udì il cigolio dei cardini,
impercettibile per gli Uomini, ad indicare che qualcuno era entrato
alle sue spalle.
-Transkilia...-.
Riconobbe istantaneamente la voce, e si girò con furia verso
il Negromante, il viso pallido rigato dalle lacrime.
-Sei un bastardo come lui!-ringhiò, affondando le unghie
nelle
braccia dell'Elfo, alzate a proteggerlo-Hai condannato mia figlia!-.
-Ho salvato tua nipote-disse lui, la voce ferma nonostante il dolore
che gli procuravano i graffi.
Transkilia si fermò, senza fiato.
Ci mise un po' prima di riprenderlo, e intanto il Negromante l'aveva
fatta sedere sul letto e, inginocchiato davanti a lei per guardarle il
viso abbassato, le spiegò com'erano andate le cose.
-Transkilia, abbiamo salvato tua nipote. Era impossibile salvare
Aurora, il Giudice l'avrebbe scoperto, e allora abbiamo fatto il
possibile per mitigarle la pena. Se non dovesse sposare lui, e dovesse
avere una figlia da un altro uomo, almeno lei sopravviverà.
Aurora la vedrà nascere, siamo riusciti a modificare
l'incantesimo in modo che sopravvivrà un paio di minuti dopo
la
nascita di sua figlia, per poterla vedere-.
L'Elfa si concesse qualche minuto per respirare e per metabolizzare
ciò che il Negromante le aveva appena detto.
-Figlia? Uomo?-chiese infine, gli occhi sbarrati dalla confusione-Chi
ti dice che non sposerà un Elfo, che non avrà un
figlio?-.
Il Negromante sorrise di traverso, accarezzandole i capelli:-L'hai
detto tu stessa, ci ucciderà tutti. Lo so, ne sono
consapevole.
Ma so anche che tua nipote, quella che nascerà da Aurora,
sarà di fondamentale importanza per salvare il mondo-.
Avrebbe avuto una nipote.
Avrebbe avuto una nipote, e sua figlia non sarebbe invecchiata, per
darle la possibilità di vedere la luce.
Poi ripensò a quello che le aveva detto il Bastardo quando
era nata sua figlia.
-Il Giudice Amministratore... Lui ha voluto chiamare nostra figlia
Aurora, in modo che rientrasse nella profezia dell'ultimo Elfo.
Cos'è questa profezia?-.
Un lampo di comprensione attraversò gli occhi del
Negromante:-Ma
certo! Ora si spiega il nome della piccola. E' evidente che lui voglia
sterminarci tutti, allora. Secondo la profezia di Sire Arduin, l'ultimo
Elfo sposerà colei che ha la luce del mattino nel nome-.
-Ma allora-disse Transkilia, con un barlume di speranza nella
voce-sposerà l'ultimo Elfo!-.
Il Negromante scosse la testa:-No, il suo futuro è scritto.
Ma
ricorda, le profezie non hanno mai un'unica interpretazione-.
Con un sorriso un po' storto, l'Elfo si alzò e
uscì dalla stanza lasciandola da sola con la sua
disperazione.
N.D.A.: Non ho la più pallida idea se il Negromante fosse
tra gli Elfi che hanno partecipato all'incantesimo dell'idrargirio, ma
avevo bisogno di un personaggio conosciuto per non continuare a
chiamarlo "lui" o "l'Elfo", visto che doveva essere qualcuno di
conosciuto a consolare Transkilia.
Lo "spoiler (?)" scritto nella presentazione della storia è
riferito a questo personaggio, visto che qualcuno potrebbe non aver
letto "Io mi chiamo Yorsh". :)
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