IN YOUR ROOM
Chapter 6 – IN YOUR ROOM
Bulma si affacciò alla
finestra, godendo della sensazione di fresco
attraverso il tessuto leggero della vestaglia. Illuminata dalla sola luce delle
stelle, si ritrovò a pensare a tutta la successione degli avvenimenti di quegli
ultimi giorni. Trunks e Vegeta avevano superato il livello di super saiyan
e avevano combattuto contro Cell, senza riuscire
tuttavia a sconfiggerlo. Il mostro aveva poi annunciato in diretta televisiva di
voler organizzare un torneo di arti marziali…
Il Cell Game.
La posta in gioco era il destino della Terra e dell’intero universo.
Nulla, nella pace notturna della città, lasciava presagire quel che l’indomani
sarebbe accaduto, pensò Bulma richiudendo la finestra che l’aveva affacciata al
mondo.
Per l’ultima volta?
Questa domanda avrebbe trovato risposta solo il giorno dopo, ed intanto conservava il dubbio e l’angoscia.
“Credevo stessi dormendo”.
Si girò verso la porta.
Dalla penombra della soglia emerse una figura d’uomo, e la bellezza aliena di
Vegeta le esplose in viso. Bulma sentì una vampata percorrerla da cima a piedi
come un soffio di fornace, e pregò Dende che dal di fuori non trasparisse niente del marasma che aveva
dentro.
”Dormivo. Poi ho avuto un incubo e non sono più riuscita a prender sonno”.
Disse Bulma, e abbassando leggermente la voce aggiunse “Ho visto Trunks morire…”
“Se lasci che quella
svitata di tua madre gli faccia da babysitter avrai
sempre di questi incubi…”
Bulma cercò di sorridere e
lo guardò negli occhi.
”No, stupido! Intendevo l’altro Trunks. Quello grande, quello forte.”
Bulma tentò di ricacciare
indietro un’immagine di morte ma ogni tentativo fu
inutile.
”L’ho visto cadere a terra, vomitare sangue, col petto squarciato e…”
Vegeta ebbe una rapida visione dei suoi occhi pieni di lacrime, ma fu solo per un
istante. Immediatamente Bulma Briefs aveva ripreso il
solito atteggiamento da donna matura, forte, determinata.
”Proteggilo. Promettimi che domani lo proteggerai!”
”Stai scherzando, vero? La sua forza è simile, se non pari, alla mia. Non
morirà per mano di Cell. E’ da escludere.” Vegeta sperò che la sua voce fosse più ferma di quanto non
lo fosse lui, dentro di sé.
Bulma si rilassò e cercò
di allontanare pensieri, presentimenti ed incubi con un gesto secco della mano.
“Va bene. Hai ragione tu. Grazie
per avermi tranquillizzata un po’, ora credo che riuscirò a dormire…”
”Non sono venuto qui per cercare di farti addormentare,
Bulma.”
”Ah, no?” Una pausa. Più
lunga del previsto. Il silenzio era assurdo e assoluto all’interno della
stanza. Infine Vegeta rispose. ”No.”
Bulma sentì che sarebbe
morta di infarto, e che sarebbe comunque stata
felicissima di morire così, ora, mentre correva a gettarsi tra le braccia
dell’uomo che amava.
”Mi sei mancato, Vegeta.” Mormorò sincera e dolcissima come sempre, affondando
la faccia contro il petto del saiyan. Un attimo di
riflessione, come per seguire un ricordo. Poi riprese a
parlare “Tutti questi mesi, senza avere tue notizie…”
Vegeta riuscì con difficoltà a rimanere impassibile a quelle parole
sussurrate con delicatezza. Sentì un tuffo di rimorso dentro e si maledisse per questo.
”Mesi? Per me è passato
più di un anno…”
”Già, dimenticavo! Trunks
me lo aveva detto… la Stanza
dello Spirito e del Tempo, dove un anno corrisponde ad un solo giorno
terrestre”.
“Sai quante volte, mentre
ero chiuso in quella Stanza, ho desiderato essere nella Tua Stanza?
Proprio come in questo momento…”
Le prese il mento tra le dita, e le alzò il capo per poterla guardare dritta
negli occhi.
”E cos’altro hai desiderato, mentre eri lì?”
”Ho desiderato fare questo…”
Vegeta si chinò a
mordicchiarle il lobo dell’orecchio, facendola ridacchiare un poco per il
solletico.
“E
poi questo.” Bulma appoggiò la fronte sulla sua spalla, mentre le labbra di
Vegeta andavano ad assaggiare il collo candido e delicato della sua donna. E mentre la riempiva di carezze e baci, Bulma si rese conto
che aveva bisogno di lui come dell’aria che respirava. Era passato troppo tempo
dall’ultima volta in cui erano stati così vicini e Bulma si era disperata nel
dubbio che forse non sarebbe mai più accaduto. Ed
invece lui la voleva ancora, la desiderava ancora.
La voce roca e ansante di
Vegeta la ridestò dai suoi pensieri.
“Poi, nei miei sogni, accadeva
che io ti guardavo, mentre ti spogliavi per me”.
L’uomo si allontanò un
poco, andando a sedersi nel bordo del letto. Bulma non se lo fece ripetere due
volte, e con lentezza esasperante slacciò il nodo che chiudeva la sua vestaglia
da notte. La sfilò, lasciando che cadesse piano ai suoi piedi, e rimase nuda e
splendida davanti ad un Vegeta impietrito ed estasiato.
Lui sentì l’eccitazione farsi calda e tendere la tela della patta dei
pantaloni. Bulma si avvicinò a lui con la sua andatura leggera e il passo pieno
di echi di promesse ardenti. Attirò il suo viso a sé e
lo baciò piano. Adesso Bulma era di nuovo parte del
suo presente e lui era di nuovo invischiato fino al collo in tutto quello che
aveva sempre desiderato fuggire: l’amore.
La tenerezza di quel bacio
fu subito tramutata in passione. Si avvinghiarono in una lotta di unghie, lingue e seni… di mani e di pelle calda. Di baci,
spinte, sospiri e odori.
E quando esausti crollarono tra le lenzuola bagnate di
piacere, Vegeta disse una parola che raramente aveva osato pronunciare nella
sua vita.
“Grazie…”
Bulma, che stava
lentamente abbandonandosi al sonno, domandò “Per cosa?”
”Per avermi dato un degno
erede. Grazie per Trunks.”
In your room
Where souls disappear
Only you exist here
Will you lead me to your armchair
Or leave me lying here
Your favourite innocence
Your favourite prize
Your favourite smile
Your favourite slave
I'm hanging on your words
Living on your breath
Feeling with your skin
Will I always be here
I'm hanging on your words
Living on your breath
Feeling with your skin
Will I always be here
FINE