PER
LA VITA CHE VERRA'
I.
BUGIARDA!
Il
suo sguardo si perdeva all'orizzonte, là dove le verdi
colline
incontravano il cielo plumbeo. Era turbata, inutile negarlo, non era
preparata agli avvenimenti che avevano travolto il mondo magico
nell'ultimo periodo: la rinascita di Voldemort, la morte di Silente,
l'abbandono della scuola e persino la strana relazione che aveva con
Draco. Sì, esatto, proprio lui. Draco Lucius Malfoy stava
con
Hermione Jane Granger. Nessuno, a parte loro, ne era al corrente e le
poche volte che si erano visti di nascosto, dopo l'omicidio di
Silente, erano stati ben attenti a scegliere luoghi poco frequentati,
se non proprio isolati, e a non essere seguiti da nessuno.
Aveva
scelto di non far sapere della loro relazione neanche a Harry e Ron,
i suoi più cari amici; anche se aveva notato Ginny farsi
sempre più
sospettosa: alla rossa non era sfuggito che ultimamente Hermione era
assente e che, ogni qual volta il discorso cadeva sul biondo
Serpeverde, lei cambiava argomento dopo averlo difeso a spada tratta.
Ma
la cosa che più tormentava Hermione era l'aver mentito a
Draco.
Quando lei, Ron ed Harry avevano scoperto degli horcrux ed avevano
deciso di andarli a cercare non aveva detto niente al ragazzo,
neanche quando il giorno dopo si erano incontrati nella vecchia
capanna di Hagrid...
Hermione
era seduta sulla vecchia poltrona allo stesso tavolo che, negli anni
passati, era stato testimone di molte chiacchierate in compagnia
degli amici e del mezzo-gigante. Era da tanto che non ci tornava:
dopo la morte di Silente, Hagrid era partito alla ricerca di giganti
e mezzo-giganti come lui, disposti a combattere dalla loro parte
contro Voldemort. Era stato strano non essere assalita da Thor non
appena entrata ed ecco che la malinconia la pervadeva mentre una
goccia salata già le stava bagnando la guancia.
I
suoi pensieri furono interrotti dal solito crack della
smaterializzazione, ma non si mosse né tanto meno prese la
bacchetta, bensì rimase seduta ad asciugarsi le lacrime, in
attesa
che lui entrasse.
<<
Ciao >> nel salutarla sul volto del biondo, segnato da
vari
graffi e cicatrici, apparve un sorriso.
Lei,
una timida imitazione di sorriso sulle labbra, gli domandò:
<<
Cosa... cosa ti hanno fatto? >> mentre pronunciava questa
frase
rivolse lo sguardo verso il basso, come a cercare di vedere oltre la
pietra che ricopriva il pavimento; stava trattenendo le lacrime, non
voleva metterlo in pena e sapeva che lui era già abbastanza
preoccupato per lei. Draco non rispose, ancora fermo sull'uscio
appoggiato alla porta chiusa la fissava, il sorriso scomparso:
<<
Perché stavi piangendo? Cos'è successo?
>>
<<
Mi stupisci, Malfoy, dovresti sapere che non si risponde ad una domanda
con un'altra domanda! E
comunque io non... io non stavo piangendo >>.
Anche
Hermione ora lo guardava dritto negli occhi.
<<
Non raccontarmela a me, Granger, se sono un legilimens ci
sarà un
motivo, no? Allora, perché piangevi? Esigo una risposta
>> la
sua voce era dura e non ammetteva repliche.
Eccolo
tornato lo spocchioso di sempre, il ragazzino viziato che non accetta
un no come risposta. Ma a Hermione era ben evidente che, sotto quei
modi bruschi si nascondeva una reale preoccupazione.
<<
Mi sei mancato >> mormorò, optando per una
mezza verità.
L'espressione
del ragazzo in quel momento si fece più dolce e l'attimo
dopo erano
abbracciati stretti stretti, stavano bene così, avrebbero
voluto
rimanere l'uno tra le braccia dell'altro per sempre.
Una
voce nella sua testa continuava a ripeterle una sola parola:
Bugiarda.
No,
non era una bugiarda, aveva detto la verità omettendone un
piccolo
particolare.
Ma
il fatto che presto sarebbe partita per la disperata ricerca di
oggetti di cui non sapeva nemmeno l'aspetto né la locazione
era un
piccolo particolare?
Hermione
continuava ad avere lo sguardo perso nel vuoto; là fuori era
una
splendida giornata d'autunno e un gran viavai di persone si
affaccendava in giardina per controllare che tutto fosse pronto per
il matrimonio.
Ginny
entrò come una furia nella camera che condividevano.
<<
Hermione, ma dov'eri finita? Sono secoli che ti cerco e tu te ne stai
qui tranquilla? Avanti andiamo, Fleur sta dando di matto
perché la
sua pettinatura non sta venendo come vuole lei, quindi è
meglio che
tu venga ad aiutarci! >> la rossa sembrava un fiume in
piena e
l'aveva già presa per mano trascinandola giù per
le scale quando la
mora riuscì finalmente a chiedere:
<<
E si può sapere, di grazia, cosa dovrei farci io se la
pettinatura
non riesce? Sono una frana con trucco e parrucco. >>
<<
Sì, ma in incantesimi sei la migliore ed è
proprio questo che ci
serve: una magia! >> replicò <<
Quindi taci e cammina. >>
Il
matrimonio stava andando a gonfie vele ed Hermione qualche volta
aveva pure riso dimenticandosi, sebbene per poco tempo, delle
preoccupazioni che l'avevano assalita solo fino a qualche ora prima.
Lei indossava un vestito rosso, come anche Ginny e Gabrielle:
così
aveva deciso Fleur per le sue damigelle.
E'
davvero bellissima, pensò un ragazzo nascosto dietro
l'angolo mentre
la osservava avvicinarsi.
La
solita vocina continuava a ronzarle per la testa mentre camminava per
i corridoi della Tana: Bugiarda! Bugiarda! Bugiarda!
A
Hermione sembrava di impazzire, doveva dire tutto a Draco.
Improvvisamente
una mano la prese per la vita trascinandola in una stanza lì
vicino,
mentre l'altra le tappava la bocca per impedirle di urlare.
Quando
la porta si richiuse alle loro spalle lui allentò
leggermente la
presa sulla ragazza che si voltò a guardarlo.
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