Il Padrino Ritrovato Cap1
Ciao a tutti coloro apriranno questa fanfiction.
Magari non vi piacerà perchè è parecchio strana,
racconta poco delle avventure del Trio delle Meraviglie e più
dei personaggi da me inventati, che probabilmente certi saranno Mary
Sue e me ne scuso, ma quando l'ho scritta ancora non sapevo
dell'esistenza di questo genere di personaggi. E non mi andava di
cambiare personaggi a cui sono affezionata.
Dedico questa mia storia a tre persone in particolare, coloro che
l'hanno letta in anteprima e mi hanno fatto coraggio nel pubblicarla,
io che non volevo assolutamente perchè la ritengo infantile e
stupida.
A Vale, a Rita e a Cla, tre ragazze meravigliose che mi risollevano il morale quando sono a terra.
Grazie di esistere, vi voglio bene.
IL PADRINO RITROVATO
NOTTE IN PRIVET DRIVE
Privet Drive, un tranquillo sobborgo di Londra.
Era notte fonda, le strade erano illuminate dai lampioni e le luci delle case erano tutte spente.
O meglio, quasi tutte. Dal numero 4, una villetta ben tenuta, da una finestrella dell'ultimo piano filtrava una luce fioca.
La stanza era piccola con, stipati al suo interno, due scrivanie, un
armadio e un letto a castello, da cui sotto spuntava un baule nero
semiaperto.
Alle scrivanie erano seduti due adolescenti, fratello e sorella, rispettivamente di tredici e sedici anni.
Ma non erano due ragazzi qualunque. No, perchè Emily ed Harry
Potter erano due maghi e stavano svolgendo i compiti assegnati loro
alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove Emily si accingeva
a frequentare il sesto anno e Harry il terzo.
Em indossava una canotta attillata bianca e un paio di pantaloni molto
più larghi blu con, ai lati, tre strisce bianche. Erano a vita
talmente bassa che l'elastico degli slip azzurri usciva completamente
fuori.
Harry, invece, aveva addosso solo un paio di boxer neri e una maglietta
dello stesso colore: il caldo era davvero insopportabile.
Emily stava leggendo un enorme libro rilegato in pelle nera, intitolato
"Le Maledizioni Senza Perdono"con i piedi, calzati in un paio di
calzettoni bianchi, sopra la scrivania e dondolava la sedia con la
schiena, rischiando di rompersi la testa. Alta e slanciata, Emy era
davvero una splendida ragazza, con grandi occhi verdi leggermente a
mandorla e lucenti capelli neri, lunghi fino al fondoschiena.
Harry era bassino per la sua età, ma la costituzione snella lo
faceva apparire molto più alto. Con gli stessi colori della
sorella, Harry aveva però una particolarità in
più, che lo aveva reso il mago più famoso degli ultimi
tempi. Sulla sua fronte faceva capolino tra i ricci capelli una
cicatrice a forma di saetta, simbolo della vittoria riportata dai
fratelli Potter su Lord Voldemort, il mago più cattivo di tutti
i tempi.
Risalente a più di dodici anni fa, lo scontro aveva sì
salvato Emy e il fratello più piccolo, ma a costo della vita
degli amorevoli genitori, James e Lily Potter, morti per proteggere i
figli.
Da quella terribile notte, Emy ed Harry abitavano dagli zii, la sorella
della madre e il marito, entrambi Babbani, cioè persone senza
alcun potere magico, i non maghi.
"Ehi Harry!"
Harry alzò gli occhi dal suo libro di Erbologia e guardò
la sorella, che stava fissando qualcosa fuori dalla finestra.
"Che c'è Emy?"
"C'è Errol!" disse indicando un minuscolo puntino che si muoveva come se fosse ubriaco.
Errol era il gufo dei Weasley, la famiglia di maghi che i Potter
preferivano e tra i quali c'erano Iris, coetanea e migliore amica di
Emy e Ron, allo stesso anno di Harry e inseparabili fin dal primo anno
di scuola.
Emy aprì la finestra per far entrare il gufo malandato e, dopo
avergli fatto due carezze sulla testa, prese la pergamena arrotolata
sulla sua zampa sinistra.
"E' di Ron, Harry!" disse Emy riconoscendo la scrittura e passando la lettera al fratello.
Harry ruppe il sigillo e lesse ad alta voce quello che l'amico gli aveva scritto:
Caro Harry,
Buon compleanno!
In questo momento siamo in Egitto a
trovare Bill, grazie alla vincita della lotteria magica.Abbiamo speso
quasi tutti i soldi per questo viaggio, ma mamma ha detto che mi
comprerà un'altra bacchetta prima che ricominci la scuola, anche
se non è stata troppo contenta quando ha visto l'altra spezzata
in più parti!
Qui è tutto bellissimo e mi
sto divertendo un mondo.... peccato però che ci sia anche Percy!
Da quando è diventato Caposcuola non lo sopportiamo più!
Pensa che Iris, Fred e George volevano rinchiuderlo in una piramide ma
mamma li ha scoperti e ha urlato come una matta...mah!
Inoltre ti allego il regalo di compleanno mio e di Iris, che ti manda tanti baci e ti fa gli auguri.
Salutami tanto Emy e ci vediamo a scuola
Ron
"Regalo di compleanno?" Harry era piuttosto confuso, non abituato a
ricevere regali se non dalla sorella. Prese il pacchettino legato alla
zampa destra del vecchio gufo e lo scartò con trepidazione,
sotto lo sguardo curioso di Emy, che rideva internamente pensando a
Percy rinchiuso in una piramide. Ma quel pensiero le si cancellò
dalla testa non appena vide il regalo che Ron aveva fatto al fratello.
"Harry!" esclamò, balzandò in piedi così in fretta
che la sedia cadde a terra con un terribile frastuono " Ma è uno
Spioscopio!"
"Un che?" chiese Harry confuso.
"Uno Spioscopio! Viene usato dagli Auror per rintracciare persone o
fatti sospetti o anche per individuare qualcuno che mente... è
fantastico!"
finì Emily con gli occhi luccicanti di gioia: voleva diventare Auror praticamente da sempre!
Gli Auror catturavano maghi e streghe che praticavano Arti Oscure e lavoravano per il Ministero della Magia.
"Oh... capisco! Ma perchè continua a fischiare?" chiese Harry.
In effetti, quella specie di trottola luminosa sembrava impazzita: ruotava su se stessa e emetteva brevi fischi acuti.
"Non lo so, forse c'è qualcuno che mente qui vicino... ma se
continua così sveglierà tutti i Dursley, e non ci tengo
particolarmente! Mettilo dentro a un calzino!" propose Emily.
Harry quindi si alzò e tirò fuori dal baule sotto il
letto un paio di calzini orrendi e vi infilò lo Spioscopio
impazzito. Il ronzio diventò sempre più debole
finchè non si sentì più.
Nel rimettere a posto il baule, Harry fece cadere un album di pelle
rossa che era appoggiato sul comodino. Lo raccolse e un sorriso gli
illuminò il viso.
"Emy! Da quanto tempo è che non guardiamo le foto di mamma e
papà!" domandò alla sorella, la quale fece una smorfia.
Al contrario del fratello che aveva poco meno di un anno, Emily aveva
quattro anni quando uccisero James e Lily e quindi li ricordava
abbastanza bene e il riguardare le foto di famiglia le provocava sempre
angoscia e senso di impotenza.
Ma per far felice la persona che amava di più al mondo, fece un sorriso splendente e annuì col capo.
Harry portò il volume sulla scrivania e lo aprì.
L'interno era di fogli di pergamena un tempo bianchi, ma ora ingialliti
dal tempo, con delle rifiniture in oro ai lati e con incise una "J" e
una "L" per parte.
La prima foto raffigurava James e Lily ad Hogwarts, di quindici, sedici anni. Sorridevano felici e innamorati.
Guardando la seconda foto, Emy si sentì stringere lo stomaco in
una morsa violenta. Nell'immagine animata c'erano mamma e papà
con una piccola Emily in braccio, di non più di tre mesi e
salutavano chi guardava.
Le altre erano foto con tutti e quattro e ce n'erano almeno sei-sette
mentre l'ultima Emily non aveva mai capito chi fosse quell'uomo alto e
bello che la stringeva tra le braccia e le sorrideva con tanto amore e
devozione.
Lo sconosciuto aveva capelli neri lunghi fino alle spalle e splendidi e
vivaci occhi di un grigio brunito, che ricordavano l'argento usurato.
Occhi che aveva già visto...
Emily doveva avere poco più di un anno in quella foto e l'uomo
non aveva più di diciott'anni, quindi doveva essere un coetaneo
dei suoi genitori.
"Non riesco a ricordare di chi si tratti!" si lamentò Emy, che
ogni volta che guardava quell'album se lo chiedeva, senza però
avere mai la risposta.
Harry guardò la foto ma naturalmente lui non poteva essere di
grande aiuto, visto che non ricordava neanche i suoi genitori!
"Bè Emy, gira pagina, magari stasera ti verrà in mente!" disse Harry, non troppo fiducioso.
Emy emise una specie di grugnito affermativo, voltò pagina e
scoppiò in una risata sonora: non si ricordava di quella foto!
In mezzo al foglio di pergamena c'erano quattro ragazze di quattordici anni tutte sorridenti.
Erano Emily e le sue inseparabili amiche di Hogwarts.
La prima da sinistra era la sorella di Ron, Iris Weasley, con la sua
lunga zazzera di capelli rossi e i suoi intensi occhi blu oltremare,
con il mantello Grifondoro stretto al corpo snello. Iris stava
abbracciando una stupenda ragazza dal sorriso timido ma splendente. Due
lunghe trecce nere e occhi grigi, Elyon Lestrange era forse la
studentessa più brava dell'intera scuola di magia. Poi c'era Emy
e alla sua sinistra Venus Malfoy, con i suoi capelli biondo platino e
gli occhi uguali a quelli di Elyon, sua cugina, gli occhi dei Black
come amava vantarsi spesso Ven.
Malfoy:cognome che i Potter amavano e odiavano allo stesso modo.
Amavano perchè sia Emily che Harry adoravano Venus, odiavano
perchè i suoi genitori facevano parte della setta di seguaci di
Lord Voldemort. Poi c'era il fratello di Ven, Draco, il peggior nemico
di Harry a Hogwarts, anche se Emily credeva che Draco si potesse ancora
salvare dal sentiero buio che i suoi genitori gli avevano imposto di
seguire! E se non sbagliava tra poco sarebbe sbocciato un intenso amore
tra lui e...
"Hai visto dove avevi messo la foto, sorellona sbadata?" la prese in
giro Harry, strappandola dai suoi pensieri. In effetti non ricordava di
averla riposta in quell'album, ma era vero anche che non lo finiva mai
di sfogliare: si bloccava sempre alla foto del suo uomo misterioso.
"Ehi Em, ho un sonno pazzesco"continuò Harry aprendo la bocca in uno sbadiglio rumoroso "andiamo a letto?
"Ok, non vorrei che domattina non riuscissimo più a svegliarci!"
rispose Emily, nascondendo a sua volta uno sbadiglio, appoggiando
l'album sul comodino da dove era caduto.
Misero via tutti i libri di scuola, spensero le luci e si avviarono
verso il letto a castello. Emy si arrampicò al buio e
mormorò un "buonanotte" al fratello, che però appena
toccato il cuscino si era addormentato.
Emily sorrise all'oscurità per la velocita di addormentarsi di
Harry e, poco più tardi, scivolò anche lei tra le braccia
di Morfeo, sognando gli occhi grigi dello sconosciuto, così
simili a quelli delle sue due amiche.
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