Cioè .__.
Non so se sventolare una bandiera bianca o cose del genere,
perchè tanto non servirebbero a nulla. Chiedo quindi
semplicemente 'scusa' e spero che mi capiate. Come vi avevo anticipato
la scuola non è andata molto bene (mi riporto due materie
con 5,75 stronza di una prof) e il pc è stato off limits per
due mesi, poi non ho più la wifi e l'umore è
sotto le scarpe. L'estate è iniziata e blablabla.
Non voglio mentirvi, questa storia è stata fin da subito un
progetto molto ambizioso ma è stata la mia prima
fanfiction... non so. Bhò. Ma una cosa è sicura:
ancora alcuni capitoli e la concluderò, non la
lascerò abbandonata, dovessi metterci mesi. Basta scuse ora,
grazie a kresbiten, senza di lei che mi rompeva le palle non avrei
più postato.
Okay vi lascio al capitolo, facendo un breve riepilogo
perchè ovviamente non vi ricorderete neanche di questa
storia e di me, povera autrice tapina ç_ç
DOVE
ERAVAMO RIMASTI?
Alla festa di Halloween Edward scambia Tanya per Bella,
errore fatale che li porterà ad un confronto diretto, senza
litigare però. Edward l'accusa non fidarsi, lei smentisce
rivelando finalmente il suo animo fragile: teme di essere inadatta per
lui e non si capacita come la possa aver scelta. Lui la rassicura e tra
una rivelazione d'amore e altro, finalmente si riappacificano.
Rosalie ed Emmett stanno superando il trauma della ragazza piano piano,
costruendo un solido rapporto dopo il tentato stupro dove
però è comparsa una macchia: Emmett ha mentito a
Rosalie dicendole che Royce è in prigione e ci
resterà per molti anni, quando fra meno di un mese
uscirà. Il ragazzo si fa assalire dal senso di colpa. Cosa
succederà?
Per Alice e Jasper invece sono tutte rose e fiori... fino al momento in
cui lei, dal palco della discoteca non vede un viso familiare, quello
che dapprima le era sembrato semplicemente un ricordo del passato torna
prepotente a rovinare tutto: James era a New York. Il padre del bambino
che poi aveva perso, colui che non aveva esitato neanche un secondo ad
abbandonarla come un vecchio giocattolo rotto. Ora la ragazza
è confusa: tentare di aggiustare il passato o guardare al
futuro con il suo attuale ragazzo?
CAPITOLO 45
POV ALICE
Dovevo decidermi ad uscire da quella benedetta porta, stare chiusa in
bagno non avrebbe di certo risolto le cose. Il giorno prima avevo
discusso con Bella, e durante tutta la notte passata in camera di
Jasper- non ci eravamo rivolti neanche una parola- avevo riflettuto
molto. Mi aveva fatto malissimo che non avesse neanche tentato di
parlarmi, di... di domandarmi che fine avessero fatto i miei
sentimenti, cosa avessi in mente e altre cazzate varie.
Probabilmente l'aveva fatto per ripicca, o più semplicemente
non gliene importava nulla; Jazz però non era un tipo del
genere... James avrebbe potuto farlo, come un bambino capriccioso, ma
non lui.
Ecco, James... lui era un'altra incognita.
Si era presentato qui quattro giorni prima chiedendomi di tornare a
casa con lui e ricominciare da capo. Davvero credeva che avrei potuto
lasciare la Juliard ora che il mio sogno si era realizzato, e lasciare
tutti i nuovi e veri amici che avevo trovato? Per cosa poi? Per tornare
con un ragazzo che mi aveva buttata come un giocattolo vecchio? Mi
costava ammetterlo ma aveva ragione Bella. E poi... avevo resistito
oltre un anno senza James vicino, ma non ero riuscita a sopravvivere a
poche ora separata da Jasper. Questa era la risposta che stavo
cercando, e non mi serviva altro.
Uscii e mi incamminai verso la nostra stanza, dapprima con calma, per
avere il tempo di prepararmi psicologicamente, e poi sempre
più veloce, per paura che si fosse stancato di aspettarmi.
Non aspettai l'ascensore, ma mi gettai a capofitto sulle scale per poi
spalancare con forza la porta.
Vuota. La nostra camera era vuota.
Lui non c'era.
D'altronde come potevo aspettarmi che lui fosse lì seduto ad
aspettarmi?
La vita va avanti Alice,
me l'aveva detto Bella. Ma lui aveva affermato che avrebbe aspettato
fino a quando avessi fatto ordine nella mia testa. L'aveva promesso.
E invece era sparito.
Notai le sue scarpe da ginnastica sotto la scrivania e tirai un sospito
di sollievo. Quel semplice dettaglio mi fece rinvenire: era soltanto
uscito! Ero una cretina patentata. Ma anche quella piccola dimenticanza
mi diede da pensare: avevo dato in escandescenze solo così,
cosa sarebbe potuto succedere se avesse soltanto pensato di lasciarmi?
Non ce l'avrei fatta.
La risposta al nostro problema
era così lampante che quando mi sedetti sul letto mi sentii
così stupida per non averci pensato prima. Quando Jasper
rientrò mi trovò immobile sul letto, a
mangiucchiarmi le unghie assente. Mi alzai immediatamente e ci
fronteggiammo per un minuto interminabile. Tossii imbarazzata e mi
affrettai a parlare, visto che si stava già dirigendo verso
l'armadio:
-Po-potremmo parlare?- esalai tutto d'un fiato. Si girò con
un volto rassegnato e annuì, sospirando e mettendosi poi
seduto. Era arrivato il momento.
Non sapevo da che parte iniziare, cosa dirgli, come comportarmi. Mi
aveva dato del tempo, ma ora sarebbe stato disposto a riprendermi con
se? O mi avrebbe abbandonato anche lui?
-Se sei venuta per dirmi che ti dispiace, risparmiatelo Alice.
-Ma...
-Ti prego.
-Veramente io...
-Basta- mi interruppe nuovamente. Ce l'avrei fatta a dire quello che
volevo?- perchè devi torturarmi così?
Il suo sguardo era veramente distrutto e il cuore perse qualche battito
nel constatarlo.
Cosa gli avevo fatto? Cosa ero stata in grado di...di...
-Scusa.- sussurrai.
-Le scuse non risolvono le cose, sai?
-Lo so, però...
-Però vuoi che la tua coscienza sia pulita eh?
-Non intendevo questo.- ribattei dura.
-E cosa intendevi sentiamo.- mi sfidò con lo sguardo.
-Volevo iniziare scusandomi per poi arrivare al punto della
situazione.- cercai di riprendere contegno, litigando avremmo soltanto
peggiorato le cose e io volevo chiarire invece.
-Il punto quale sarebbe? Che mi lasci e torni a Chicago?-
alzò la voce e mi fronteggiò.
-Il punto sarebbe che ti amo!- strillai interrompendolo- il punto
sarebbe che ti amo e che ho capito che non posso e non voglio perderti-
continuai abbassando il tono- perchè so che non sarei
più la stessa se ti o se mi lasciassi.
Il suo sguardo era sbalordito e le sue mani stringevano il nulla,
inerti lungo i fianchi.
-Questi due giorni sono stati terribili, pensavo di non resistere,
di... oh Jazz, io ti amo così tanto, scusami!- mi gettai su
di lui, stringendolo a me e soffocando i singhiozzi sulla sua
maglietta.- scusa, scusa, scusa- continuai a piangere- è
che... è ripiombato così all'improvviso e io...
pensavo di averlo superato ma in realtà non l'avevo fatto,
ma ora ho capito che...- tirai su con il naso- che insomma ha fatto
parte della mia vita sì, m-ma lui è il passato e
invece tu, tu sei il mio presente e bhè, spero anche il mio
futuro, ma dopo questo stupido comportamento non posso chiederti di
perdonarmi come se nulla fosse, lo capisco però...- cercavo
di spiegarmi combattendo le lacrime, anche se non era di certo facile.
Avevo un tumulto dentro e una confusione tale nel cervello...
-Nessuno mai mi aveva fatto sentire così. Nessuno Jazz.-
sussurrai contro il suo petto mentre le sue braccia lentamente mi
stringevano a lui.
-Sono una stupida ragazzina innamorata e immatura, mi rendo conto del
male che ti ho fatto con il mio tentennamento, ma dovevo affrontare il
fantasma del passato e... e decidere cosa fare della mia vita. Se
inseguire un ricordo impossibile o accettare il futuro che mi stavo
costruendo. E ce l'ho fatta. Mi sento più forte e giuro
che...
Improvvisamente avvertii le sue labbra sulle mie e ogni cosa perse
importanza. Tutte le spiegazioni, le lacrime. Tutto. Contava soltanto
il calore della sua bocca e delle sue mani che mi stringevano come se
fossi tutto ciò che potesse desiderare nella vita.
-Grazie.- sussurrò tra i miei capelli- grazie.
-Per cosa? Per averti fatto soffrire?- domandai amara.
-Per aver capito cosa dover fare. Tutti facciamo degli sbagli, ma pochi
sanno veramente assumersi le responsabilità e prendere una
decisione. Tu sei una di quelli Alice: hai pensato, e hai capito quali
erano le tue priorità. Mi avevi detto chiaramente che avevi
bisogno di tempo per cercare in te stessa, e io ho accettato. Ora hai
risolto e va bene così.- mi sorrise dolce.
-Scusa se non l'ho capito subito.
-Scusami tu se prima o alzato la voce, ma mi sono fatto prendere dal
panico.
-Non hai bisogno di scusarti, lo sai.
-Al c-ci vorrà del tempo...
-Lo so, non dire nulla. Ti aspetterò, proprio come tu hai
aspettato me.- sorrise dolce e mi baciò la fronte.
Anche quello scoglio era superato e ne ero uscita più forte
di prima.
Non ero più una ragazzina impaurita, stavo crescendo e
maturando, e lo stavo facendo con la persona giusta al mio fianco.
******
POV BELLA
Uscii esausta dalla sala prove e mi andai a cambiare, ringraziando il
cielo quella settimana la coreografia dimostrativa toccava a Tanya,
così mi sarei potuta rilassare un po'.
Mi cambiai velocemente e afferrando la borsa mi diressi verso
l'ascensore, non ce l'avrei fatta neanche volendo a fare tutte quelle
scale dopo due ore sulle punte. Salutai varie ragazze lungo la strada e
voltando l'angolo andai a sbattere contro qualcuno che procedeva come
una locomotiva: sbuffava e camminava velocemente.
Alzai lo sguardo e incontrai quello di un ragazzo dalla carnagione
abbronzata e dai capelli a spazzola. L'avevo già visto...
-Scusami!- disse mortificato.
-Non fa nulla figurati.- sorrisi per rassicurarlo.
-Sai dove si trova la segreteria?- mi chiese spaesato- questo posto
è enorme!
-Si trova al piano terra, dopo la sala comune a sinistra. Anche io le
prime volte mi perdevo tranquillo.
-Grazie mille, devo consegnare i moduli d'iscrizione. Ma ci siamo
già visti?- domandò alzando un sopracciglio.
Allora non ero l'unica!
-Anche io ho questa sensazione ma non ricordo...
-Aspetta! Qualche mese fa! Abbiamo fatto la dimostrazione insieme, mi
ricordo! Io frequentavo la Spencer!- improvvisamente una lampadina si
accese nella mia testa:
-Il tango certo! Ora ricordo!
Sorrise annuendo:
-Dopo quel pezzo ti sei sentita male però... sarà
stato il ballo con me?- rise.
-No figurati, covavo l'influenza- sventolai una mano divertita- ma cosa
ci fai qui allora?
-Mi hanno osservato ballare e mi hanno offerto una borsa di studio per
mezzo anno di prova, ci credi?- sorrise entusiasto.- quindi
è anche merito tuo!
-Cavolo complimenti! Devi essere bravo allora, ho già
appurato!
-Grazie- rise apertamente- senti scusa se ti scoccio ma mi potresti
accompagnare un secondo in segreteria? Ho paura di perdermi seriamente,
così farei prima.
-Il mio ragazzo mi aspetterebbe ma va bene se ci sbrighiamo.
-Hai il ragazzo?- chiese sorridendo- mi sembrava strano che una ragazza
carina come te fosse single- ammiccò e mi irrigidii.
L'ultima cosa che mi serviva era un ammiratore indesiderato per quanto
simpatico fosse.
Improvvisamente gli suonò il cellulare:
-Scusa è la mia ragazza, le avevo promesso di chiamarla non
appena fossi arrivato...
Okay aveva la ragazza, potevo stare tranquilla.
-Ma figurati, puoi parlare anche mentre camminiamo no?- gli sorrisi e
lui annuì, rispondendo.
-Ehi Ness, sì sono qui... non ti ho chiamata
perchè mi sono perso... sì sì ora mi
ha aiutato una ragazza e mi sta...- staccò il cellulare
dall'orecchio, si potevano udire le urla della fidanzata senza bisogno
del vivavoce. Risi coprendomi la mano con la bocca.
-Ha il ragazzo tranquilla! Tranq- sospirò mentre veniva
interrotto un'altra volta.- Ness amore ti amo okay? Ora prendi un bel
respiro e calmati. Mi sta accompagnando in segreteria e poi ci
saluteremo. Sì te la faccio conoscere- sorrise alzando gli
occhi al cielo- si, anche io, a dopo... io di più. Ciao
amore.
Riattaccò e non potei fare a meno di sorridere apertamente.
-Un bel tipetto la tua ragazza eh?
-Decisamente, ma è fantastica.- disse con sguardo innamorato
mostrandomi lo schermo del cellulare, dove una bellissima ragazza dai
capelli rossi e ricci sorrideva al sole con gli occhi socchiusi,
aggrappata alle spalle di Jacob.
-Complimenti siete proprio una bella coppia.- svoltammo l'angolo e ci
trovammo davanti alla segreteria.
-Grazie mille. Mi aspetteresti un secondo? Consegno i moduli e prendo
la chiave della camera.
-Ma certo, altrimenti mi sentirei in colpa se ti perdessi di nuovo!
Entrò nello studio e mi appoggiai alla parete, controllando
il corridoio, vuoto. Dopo poco uscì e constatai che la sua
camera era dall'altra parte dell'edificio rispetto alla mia. Edward mi
aspettava, ma non potevo abbandonarlo così, sicuramente si
sarebbe ritrovato a vagare per i piani senza risolvere nulla,
così mi sbrigai ad accompagnarlo e trovammo quasi subito la
stanza.
Jacob aprì la porta e notò che non aveva un
compagno.
-Figo.- commento sorridendo e entrai appena nella stanza.
Il ragazzo si diresse alla finestra e l'aprì per far entrare
un po' di aria fresca e la porta si chiuse di colpo a causa del vento.
-Mannaggia- sussurrai- comunque io ora devo andare- mi scusai aprendola
nuovamente e uscendo- se ti serve qualcosa non esitare, capito?-
sorrisi.
-Certo, sei stata fantastica Bella!- sospirò appoggiando la
borsa a terra.
Scossi la testa, aggiustandomi la borsa sulla spalla e agitando piano
la mano, mentre la porta della camera veniva chiusa e il suo nuovo
occupante si accingeva a sistemare i bagagli.
Mi voltai e soltanto in quel momento mi accorsi del mio ragazzo fermo
davanti all'ascensore, con lo sguardo sconvolto. Poi, mi ricordai delle
parole sospirate dal mio nuovo amico.
"Sei stata fantastica
Bella!"
Merda.
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Grazie per aver letto ragazze, e per le eventuali recensioni/minacce.
Anche se non me lo meriterei, sarebbe importante per me sapere se
continuerete a seguirla ç_ç
Un bacione immenso, Athena.
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