Quel giorno c’era molto caldo, tutta colpa
del sole che splendeva alto nel cielo, privo di nuvole.
Per evitare di vedere l’azzurro che si espandeva sopra di
lei, Machi Kuragi stava
accuratamente tenendo il capo basso per far sì che i capelli le coprissero la
vista del cielo: anche se si fosse irritata, non avrebbe potuto fare nulla.
Proprio nel memento in cui stava per esplodere, un’ombra
apparve su di lei, come se fosse stata mandata da qualcuno che le voleva un
gran bene… O forse era proprio la persona padrona di quell’ombra
che le voleva bene…
Machi alzò lo sguardo. –P…
presidente?- domandò piacevolmente stupita. Yuki Soma
camminava all’indietro, con le mani incrociate dietro la testa, vicino a lei:
per un attimo le sembrò che si fosse messo lì apposta… per farle ombra.
-Ciao, Machi- disse il ragazzo,
sfoggiando un sorriso tranquillo.
-Cosa ci fai qui, presidente?- chiese Kuragi,
spostando lo sguardo.
-Ti ho vista camminare, qui in cortile, così ho deciso di
venire a salutarti- rispose, senza smettere di camminare. –A dire il vero,- riprese Yuki. –sono venuto a
dirti di non mancare alla riunione di oggi-
-Non lo farò, presidente-
-Ho una cosa da darti- aggiunse subito, allargando il
sorriso. Il ragazzo si aspettava che Machi abbassasse
lo sguardo o altro, invece sul viso di Machi comparve
un’espressione allarmata.
-Presidente!- urlò Kuragi allungando
una mano verso di lui, cercò di afferrarlo per la maglia della divisa, ma era
troppo tardi: Soma si ritrovò coricato a terra dopo aver inciampato in qualcosa.
-Ah… Presidente!-
Yuki gemette per la violenta botta
che prese alla schiena, ma si portò a sedere quasi subito.
-Mi dispiace!- sbottò un ragazzino di prima, dopo essersi
alzato per aiutare Soma ad alzarsi: infatti, il ragazzo si trovava sdraiato a
terra e Yuki aveva inciampato nel suo corpo, dato che
non l’aveva visto.
-Non ti preoccupare- disse subito il presidente,
sorridendogli. –E’ stata colpa mia che non stavo guardando la
mia strada- detto questo, lanciò un’occhiata tranquilla a Machi e, afferrata la mano del ragazzo, Yuki
si alzò. Prima di correre via, il ragazzino gli chiese
di nuovo scusa.
-Machi,- Soma
si risistemò la divisa. –ti sei spaventata- domandò.
-Ah… N-No!- rispose, passandolo via per riprendere a camminare.
Yuki la guardò allontanarsi,
sorrise: quello spaventato era lui. Ringraziò che Machi
si fosse allontanata: avrebbe potuto sentire il
battito accelerato del suo cuore. “Stai
male?” o “Sei agitato?” avrebbe potuto chiedergli… E lui cosa le avrebbe
risposto? Che se fosse stata una ragazza si sarebbe potuto trasformare in un
topo…?
-Machi, aspettami!- le corse
dietro. Quando la raggiunse, si mise poco più avanti, e un’ombra coprì di nuovo
il viso di Kuragi. La guardò, aveva il viso
abbassato.
Forse non avrebbe
dovuto risponderle nulla… Lei avrebbe capito sicuramente il suo silenzio.
-Machi,- Yuki la bloccò, posizionandosi davanti alla compagna, che
continuò imperterrita a tenere il capo basso. Le sollevò il viso con una mano,
tenendola sotto il suo mento. Kuragi rimase immobile
a guardarlo negli occhi. –hai un bel viso, non tenerlo nascosto- concluse,
lasciandola andare.
Machi rimase senza parole, le sue
guance si tinsero di un leggero color rosso, ma non spostò lo sguardo dal
sorriso radioso del suo presidente.
-Mi raccomando, ti aspetto oggi- disse Soma, prima di
salutarla per raggiungere la sua classe.
Chissà cosa voleva regalarle, si domandò Machi,
accorgendosi solo in quel momento di aver raggiunto l’ombra di uno degli alberi
del cortile.
-Yun-yun! Aspettami!- la voce di Kakeru Manabe risuonò nel
corridoio mezzo vuoto: a quell’ora non c’erano molti
studenti in giro e, quei pochi che si aggiravano ancora, se ne stavano andando.
La scuola era finita per quel giorno, ma non per i membri dell’Associazione
Studentesca.
-Kakeru, ciao- salutò Yuki, quando il ragazzo lo raggiunse accostandosi.
-Oggi che si fa?- domandò il
vicepresidente, incrociando le braccia dietro la testa.
-Niente di importante. Dobbiamo controllare le mete per le
gite e…-
-Yun-yun!- lo interruppe Manabe, per niente interessato alla risposta della domande che lui stesso aveva fatto. –Cos’hai in mano?-
-Ah…- fu la risposta che ottenne Kakeru.
Yuki cercò di nascondere meglio la scatola che teneva
in mano, ma era troppo tardi.
-Allora, che cosa nascondi?- insistette il vicepresidente,
troppo curioso.
-Nulla. E’ un regalo per tua sorella…- rispose finalmente.
-Uh…- mormorò malizioso. –E che cosa ci sarebbe lì dentro?-
-Lo vedrai dopo- si affrettò a rispondere Soma: se glielo
avesse detto, Kakeru lo avrebbe urlato ai quattro
venti non appena avessero raggiunto gli altri.
-Yun-yun,
sei cattivo!- urlò il ragazzo, cominciando a correre via con le lacrime agli
occhi.
Yuki sbuffò: almeno non aveva
insistito… forse, aveva fatto apposta.
-Presidente!- Yuki guardò l’orologio…
Era in ritardo, ed ecco subito Naohito Sakuragi sulla porta in sua attesa, per ricordargli che lui
era il presidente e che sarebbe dovuto essere sempre
il primo ad arrivare. E Yuki, come sempre, gli diede ragione… Anzi, non fece in tempo perché Kimi
Toudou gli saltò quasi in braccio.
-Yun-yun,
sei in ritardo!- canticchiò divertita, per prendere in giro Nao:
una nuova giornata al Consiglio Studentesco era cominciata.
-Molto bene- disse Nao, quando
tutti si calmarono un po’. –E’ ora di cominciare- decise, senza accorgersi che
nessuno lo stava ascoltando, come al solito.
-Machi- la ragazza alzò lo sguardo
verso Yuki, che le si avvicinò
con un sorriso luminoso dipinto in viso. -Tieni- le
porse la scatola bucherellata. Kuragi lo guardò un
po’ confusa. –E’ il regalo che ti avevo promesso poco tempo fa…- fece appena in
tempo a posare la scatola sulla scrivania della ragazza, che Kakeru gli saltò sulle spalle.
-E così vi incontrate anche fuori di qui…- gli bisbigliò
all’orecchio, evitando subito dopo il colpo sferrato dal presidente.
-Yun-yun! Non fare il timidone!- ridacchiò il ragazzo.
-Cosa succede qui?- chiese Kimi.
-Yun-yun
e Machi si danno appuntamento- rispose Kakeru.
-Cosa?!- Toudou
si avvicinò un poco a Kuragi. –Machi…
credevo nella nostra amicizia, ma tu mi hai tradita!- piagnucolò.
-Kimi- Manabe rise. –Guarda che non ti stava
minimamente ascoltando- le fece notare: infatti, Machi
era tutta concentrata sulla scatola… Quando questa si mosse, la ragazza fece un
balzò all’indietro.
-Non avere paura, Machi- Yuki sorrise e si avvicinò per alzare finalmente il
coperchio della scatola… liberando una piccola gatta.
-Un gatto?- domandarono in coro Kimi,
Kakeru e Nao, incuriositosi
all’ultimo momento.
-Sì. Ho pensato che sarebbe stato bello per Machi avere qualcuno-
-Cosa vuol dire?- domandò Toudou.
-Ah… Nulla, Kimi, nulla-
Machi si accostò alla piccola
creatura: nessuno le aveva mai regalato un animale… era davvero carino,
riconobbe, bianco con delle chiazze nere sulla schiena e sulle zampe.
Come se lei lo avesse chiamato a sé, il micino
zampettò sulla scrivania fino a quando cominciò a
strusciarsi contro la mano di Kuragi.
-Presidente…- lo chiamò a bassa voce, ma
Soma la sentì comunque.
-Mh?-
-Io… non credo…- cominciò.
-Non credo di riuscire a farlo stare in vita… mi
dimenticherei di dargli da mangiare!- concluse Manabe,
imitando un po’ la voce della sorella.
-Kakeru! Cosa dici? Sono sicuro
che Machi sarebbe un’ottima padrona- il presidente si
voltò verso la ragazza, sempre più imbarazzata.
-Posso davvero tenerlo?- chiese titubante.
-Sicuro, Machi-
-Però, Yun-yun… Come hai avuto il permesso dal preside di portare un animale a
scuola?- gli domandò Kimi.
-Ci ha pensato mio fratello… Per una volta è stato utile- aggiunse
subito dopo Soma: alla fine era vero che suo fratello si stava adoperando per
ricucire il loro rapporto.
-Adesso che siamo tutti contenti- cominciò
Nao. –Possiamo cominciare la riunione?- terminò con una
chiara nota di speranza nella sua voce.
-Certo!- esultò Kakeru. A quel
segno di chiara stranezza da parte del ragazzo, tutti i presenti si
preoccuparono non poco: un alieno si era forse impadronito del suo corpo e
adesso gli aveva fatto dire di essere d’accordo con l’inizio della riunione?
-Dammi qua- disse il ragazzo, prendendo il pennarello dalle
mani di Naohito. Si avvicinò alla lavagna e cominciò
a scrivere.
-“L’argomento del giorno…”- bisbigliò Manabe,
mentre scriveva.
Un po’ incuriositi e un po’ preoccupati, Kimi,
Yuki e Nao si avvicinarono
di soppiatto alla lavagna… Quando lessero cos’aveva
scritto, Toudou e il presidente trassero un profondo
respiro di sollievo constatando che non gli era accaduto nulla; al contrario,
le speranze di Naohito si infransero nel giro di due
istanti. Machi, d’altro canto, non aveva fatto una
piega: sapeva fin da subito che il fratellastro ne avrebbe fatta un’altra delle
sue…
-“L’argomento del giorno: come chiamare il gatto di Machi?”- lesse Manabe dalla
lavagna, gonfio d’orgoglio per la sua opera-distruttrice-di-speranze-di-Naohito-Sakuragi.
-Che bell’idea,!-
sbottò Toudou, avvicinandosi al ragazzo che sfoggiò
un sorriso vittorioso.
-Vicepresidente!- saltò su Nao,
dopo essersi ripreso dal colpo. –Cosa ti è saltato in mente?!
Dobbiamo fare quello che ha detto il preside!-
-Ma, Nao… Non c’è nulla da
controllare... le cose fatte dal preside sono sempre giuste… o vuoi metterle in
discussione?- rispose Manabe, inarcando un
sopracciglio. Perché a Yuki sembrò che quella frase
l’avesse detta per mettere Sakuragi in difficoltà? Beh,
perché era vero.
-Sì… no… cioè… insomma…- cominciò a balbettare Naohito: una cosa che non aveva ancora imparato bene era
non rispondere con titubanza ad una domanda di Kakeru
Manabe perché ne avrebbe approfittato senza troppe esitazioni.
-Bene allora!-
Appunto.
-Siamo tutti d’accordo: si dia inizio alla discussione!- dichiarò
Manabe.
-Kakeru, l’unica qui dentro che
dovrebbe decidere è Machi- gli fece notare Soma.
-Mh… Ma, Yun-yun!
Se decidesse lei, a noi toccherebbe fare altro! A te va bene, Machi, se decidiamo insieme?- Kuragi
alzò lo sguardo dal gatto e guardò il fratellastro: non fece nemmeno in tempo
ad elaborare una risposta, che Manabe disse. –A
posto! Grazie, Machi, per la tua disponibilità!- la
ragazza non ribatté, almeno non avrebbe fatto molto quel pomeriggio.
-Come facciamo a decidere?- chiese subito dopo Manabe.
-Yun-yun! Kimi
ha un’idea. Kimi ha un’idea! – Toudou
saltellò dal presidente tutta contenta.
-Ognuno di noi elenca cinque nomi con l’iniziale del suo
nome!- spiegò la ragazza.
-Oh, Kimi- s’intromise Manabe. –Una volta tanto sei
d’aiuto!-
-Cosa vuol dire una volta tanto, Kakeru?-
domandò Toudou irritata, ma Manabe
non le rispose.
-Bene, Kimi… Però, tu e Kakeru avete la stessa iniziale-
-Yun-yun! Non esistono solo cinque
nomi!- gli ricordò Manabe.
-Inoltre gli darei un nome da persona e non da gatto!- aggiunse
Kimi, spintonando il vicepresidente da un lato, per
vendicarsi di prima.
-Sono d’accordo- disse infine Soma.
-Cominciano!-
Come prima cosa, il gruppetto decise di scrivere tutti i
nomi sulla lavagna: per prima avrebbe cominciato Kimi.
Kimi
Kahori
Kao
Kanna
Katsuki
Kayo
Poi, fu il turno di Nao che, alla
fine, aveva ceduto… alla promessa che la volta successiva si sarebbe svolto
come da riunione regolare. Illuso.
Kimi Naohito
Kahori Nina
Kao Naruko
Kanna Nobuko
Katsuki Nagisa
Kayo Nichie
Il turno successivo sarebbe stato quello del presidente, ma Kakeru spintonò
l’amico e cominciò velocemente a scrivere le sue scelte.
Kimi Naohito Kakeru
Kahori Nina Keiko
Kao Naruko Kimiko
Kanna Nobuko Kino
Katsuki Nagisa Kiri
Kayo Nichie Kyouko
-Yun-yun!
Tocca a te- lo avvisò Manabe.
-Kakeru, toccava a me anche
prima!- gli ricordò, visto che il tono del vicepresidente ricordava molto un
richiamo per qualcuno che stava disattento.
-Yun-yun! Hai ragione… le
principesse vanni sempre lasciate per prime! Perdona la mancanza di rispetto- e
fece un inchino. Yuki stava per assalirlo, ma Kimi lo spinse alla lavagna.
Kimi Naohito Kakeru
Yuki
Kahori Nina Keiko Yuka
Kao Naruko Kimiko Yuuko
Kanna Nobuko Kino Yoko
Katsuki Nagisa Kiri Yuya
Kayo Nichie Kyouko Yuriko
-Yuriko? Yun-yun,
ti sembra un nome da gatto?- domandò Kakeru,
piuttosto incuriosito.
Il presidente inarcò un sopracciglio. –E Kyouko,
allora?- chiese a sua volta.
-Non litigate! I nomi peggiori li ha trovati Nao!- intervenne Kimi.
-Cosa?!- inveì Sakuragi.
E i quattro continuarono a litigare a lungo… Ma alla fine,
perché discutevano loro sul nome da dare alla gatta di Machi?
Solo Yuki, dopo un po’, arrivò a farsi questa
domanda. Così, tutti insieme, andarono da Kuragi, per sapere quale nome le sembrava più adatto…
-Nessuno- fu la semplice risposta
che diede.
-Nessuno, nessuno? Non ti piacciono?- le domandò il fratellastro.
-No- rispose di nuovo.
-Machi, di solito si dice di no
con tono gentile… e dando uno spiegazione- disse Kimi, piuttosto offesa.
-Non mi piacciono- ripeté Kuragi con
freddezza e, ovviamente, senza aggiungere nulla che potesse
consolare la povera Toudou.
E da quella piccola e misera risposta, Kimi,
Kakeru, Nao e Yuki ricominciarono a discutere, dicendo che i nomi
dell’uno o dell’altro erano troppo inadatti.
Machi li guardò per alcuni minuti,
senza sapere bene cosa pensare: lo stavano facendo per lei, o era solo un modo
per vedere chi era “migliore”? Qualunque fosse la
risposta, a Kuragi non interessò più di tanto.
Si mise distrattamente a guardare la sua gattina: era davvero piccola, probabilmente era da poco stata
svezzata, aveva un pelo corto di un bel colore bianco e le chiazze nere, che
già aveva notato, le ricordavano dannatamente…
-Yun-yun…-
mormorò infine, attirando su di sé lo sguardo di tutti gli altri, a dir poco
stupiti.
-Come?- chiese Kakeru.
-Yun-yun…-
ripeté con più convinzione.
Il cuore di Yuki perse un battito,
ma subito dopo riprese a battere alla velocità della luce: lei l’aveva chiamato con quello stupido nomignolo… detto da lei,
sembrava il soprannome più bello di tutti.
Machi sollevò il gatto e lo
guardò. –Yun-yun- a sentire quel
nome, la micina cominciò a fare le fusa, le piaceva.
-Ah… Yun-yun… il gatto…- realizzò
finalmente Kakeru. All’accenno di assenso di Machi, scoppiò a ridere, mentre il cuore di Soma si spezzò.
-E perché Yun-yun. Machi?- le domandò Kimi.
-Il gatto… sembra un panda…- cominciò a rispondere. Toudou si avvicinò per guardare meglio il gatto: in
effetti, utilizzando un po’ di fantasia, Kuragi aveva
ragione. –Yun-yun… sembra il nome di un panda- concluse
infine.
Non appena sentì quelle parole, Yuki
prese per il colletto Manabe.
-E’ tua questa definizione, no?! Perché l’hai detta anche a lei?!-gli
domandò a denti stretti perché non si sentisse nell’aula.
-Io non le ho detto niente, ha fatto tutto da sola!- rispose
il ragazzi, senza riuscire a smettere di ridere. Soma
lo lasciò facendo una smorfia; si voltò verso Kuragi
e rimase sorpreso quando la vide accarezzare la gatta.
Era… così dolce…
Per il resto del pomeriggio, nessuno fece nulla e Nao non si lamentò, troppo stanco e stufo delle continue discussione di poco prima.
Kakeru continuava a dire scemenze.
Kimi gli rispondeva offesa. Machi
restava col suo gatto. E Yuki si rallegrava: a scuola
avrebbe potuto starle vicina lui e, adesso, a casa non
era più sola.
Era contento.
Prima di rientrare a casa, Machi
si era fermata ad un negozio di animali per comperare del cibo per Yun-yun.
A casa, prese una scodella e ci mise dentro i croccantini: lo guardò mangiarli con gusto.
Successivamente, andò a sdraiarsi sul letto: le aveva fatto
un regalo, perché? Le possibilità di risposte erano molte, ma a lei non
interrava analizzarle tutte. Quella micina era un suo regalo.
-Ah… Yun-yun…- bisbigliò, quando
la micina le saltò sulla pancia all’improvviso
spaventandola. Non era abituata ad avere qualcuno che le girasse
per l’appartamento…
Chissà come mai sentiva che non sarebbe stata più così sola…
-Yun-yun…-
mormorò di nuovo, stringendo il gatto al petto.
Fine
Io amo Kakeru Manabe,
l’ho amato dalla prima sua apparizione nel manga, quando poi se ne esce con Yun-yun è diventato una sorta di idolo, anche perché con la
sua presenza Yuki sta bene XD
All’inizio, sono consapevole del fatto che il cielo azzurro
privo di nuvole non sia da considerarsi perfetto… però, personalmente, io odio
camminare in città quando fa caldo e non c’è nemmeno
una nuvola. Solo per questo l’ho messo XD
La prossima fic su Furuba che vorrei scrivere sarebbe un po’ come “Quando…?” ed “E così…”, solo con Kyo e Toru ^O^