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Era una giornata fredda e piovosa, io e
tre femmine del nostro branco, Maya, Polly e Dalila eravamo lontane
dal nostro rifugio per una battuta di caccia, ma essendo in pieno
inverno tornammo a mani vuote alla grotta. Quando tornammo indietro
il nostro branco fu distrutto. I nostri fratelli erano tutti a terra
morti, i servi di Darcia li aveva uccisi, noi quattro eravamo le
ultime rimaste del branco Red Blood. Ma durante il nostro cammino
Dalila e Polly morirono dal freddo e dalla mancanza di cibo. Rimaste
solo in due ci dirigemmo verso la città più vicina, The Lost City.
Camminavamo tra le strade affollate con ancore le nostre sembianza di
lupo, ma capimmo da subito che non eravamo molto accettate come lupi,
infatti delle guardie ci attaccarono, io attaccai uno di loro
uccidendolo, ma fece in tempo a spararmi in una zampa. Maya invece ne
uscì senza neanche una goccia di sangue. Dato lo spiacente episodio
ci mostrammo agli occhi degli esseri umani come due di loro. Io ero
alta, con i capelli raccolti in una lunghissima treccia rossiccia.
Maya invece aveva i capelli dorati, lunghi fino alle spalle. Sembrava
che le nostre sembianze non davano nell'occhio ma un gruppo di
ragazzi continuava a seguirci, erano in quattro, tutti con un volto
cupo.
Tra di loro c'era anche un bambino, che
a primo impatto poteva sembrare una ragazza, aveva i capelli fino
alle spalle di un colore rossiccio, gli occhi color nocciola; portava
una camicia bordeaux e con i pantaloni verdi militare, con un paio di
anfibi neri ai piedi. Era sempre vicino a un tizio alto, capelli
spazzola di un colore che sembravano fin grigio. Vestito in pelle con
in viso un paio di occhiali da sole neri. I due erano dietro al
ragazzo che conduceva il gruppo, alto, capelli neri e gli occhi blu;
era molto affascinante per i miei gusti e accanto a lui c'era un
ragazzo che a pelle sembrava molto simpatico, al collo portava uno
strano collare con un H incisa. Quel collare lo avevo già visto da
qualche parte, ma non riuscivo a ricordarmi. Noi aumentavamo la
velocità per toglierci di mezzo il gruppo che ci inseguiva, ormai
erano vicinissimi a noi. Mi sentii prendere per un braccio, mi voltai
e per difendermi da loro mostrai la mia vera forma, mostrando i
canini sempre con più rabbia. Loro si bloccarono stupiti. Il bambino
prese la giacca del ragazzo dagli occhi blu e con gli occhi sbarrati
disse quasi sottovoce una frase che non riuscii a comprendere bene.
Il ragazzo guardò il bambino e poi annuì. Anche loro mostrarono la
loro vera natura. Erano come noi.
“Che ci fanno due belle lupacchiotte
come voi in un posto dimenticato da tutti come questo? Comunque io
sono Hige” Disse il ragazzo dallo strano collare. “Io sono Maya e
lei è Blue; il nostro branco è stato sterminato dalle guardie di
Darcia. Noi siamo le uniche sopravvissute.”. Il ragazzo dagli occhi
blu rimase impassibile, continuò a fissarci. “Se volete potete
venire con noi!” disse il bambino scodinzolando, il resto del
gruppo lo guardò malissimo soprattutto il ragazzo vestito di pelle.
“Io sono Kiba, loro sono Toboe e Tsume.” Poi si voltarono e ci
portarono nel loro rifugio, iniziò a piovere forte. Kiba in tono
molto serio ci mise in guardia su come dovevamo comportarci in città.
La città era sorvegliata da Darcia e mostrarci con la nostra vera
natura ci poteva portare alla morte. Intanto che parlavamo divenne
notte e la luna aveva preso un colore rossastro, strano. Ad un certo
punto sentimmo una melodia dolce e soave che ci condusse sotto al
portico della libreria. Era una melodia così tranquilla e dolce che
mise in pace le nostre anime. La musica finì e a seguire ci fu uno
urlo che ci fece rizzare il pelo sulla schiena. Il Fiore della Luna
aveva preso vita.
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