Enjoy the silence
Sono libero.
Non mi
sono mai sentito così. Affondo il volto tra i suoi capelli, non neri come
quelli delle donne della mia razza, oscuri come la loro anima?,
ma invece azzurri, azzurri come il cielo, come lucenti fili di zaffiro,
metallo liquido, mercurio che scorre su di noi. La stringo a me e sento il suo
seno premere contro il mio petto, le sue braccia si avvinghiano attorno al mio
collo. Devo essere attento, devo essere cauto. Io sono
forte e lei… lei è come cristallo nelle mie mani.
Vorrei
poterla tenere stretta con tutte le mie forze, con tutta la mia passione, vorrei baciarla premendo contro la sua bocca senza temere di
spezzarle il collo, vorrei avere una pelle più sensibile, non indurita da mille
battaglie, per percepire ogni suo lieve tocco, ogni respiro, ogni carezza.
Per
questo la amo (non ho mai pensato una cosa del genere…ebbene sì! La amo! La amo!), perchè mi fa sentire
forte, ma mi fa desiderare di essere debole.
E
perché mi fa dimenticare.
Non
m’importa più degli allenamenti, di essere il migliore della galassia, dei
cyborg che arriveranno fra due anni, non m’importa di Kakaroth, che è Super
Sayan e io ancora no, tutto ciò che ho sempre voluto, tutto ciò che ho sempre
desiderato ce l’ho qui tra le mie braccia.
E’
come riposarsi e bere larghi sorsi d’acqua in un’oasi dopo averci corso
intorno, a perdifiato, giorni e giorni nel deserto,
senza mai vederla, eppure sempre passandoci così vicino... Era tanto semplice da capire!
Tutto quel
combattere, vincere o morire, allenarsi, tutto, a che mi è servito? A che
serve? Ci sarà sempre un altro nemico, uno più forte, su quella strada non c’è serenità né pace; c’è solo fatica, e poi altra fatica, e
altra ancora. Muscoli e nervi tesi, la testa sempre sul punto di scoppiare per
la rabbia, l’odio e la disperazione, quando invece la vita è semplice, è tutta qui, non c’è bisogno di uccidere e distruggere.
Basta il tepore di un abbraccio per trovare ciò che ho cercato per anni in ogni
angolo dell’universo. La felicità.
Lei
dischiude le labbra e sospira una parola.
-
Vegeta…
Ma io non voglio ricordare quel nome, adesso. Quando
tutto finirà, domani, tornerò a portarlo con orgoglio, fregiandomi del mio
titolo di Principe dei Sayan. Tornerò ad allenarmi, a desiderare di essere il
più forte della galassia, a pensare ai cyborg, a
sfidare Kakaroth. Avrò persino ribrezzo di me stesso per ciò che sto pensando
in questo momento; mi ripeterò che, tutto sommato, questa terrestre è solo un
divertimento passeggero, che non mi farò certo legare
da lei. Che, quando sarà il momento, la ucciderò assieme a
tutti gli altri terrestri.
Ma ora no.
Per
questa nostra lunga, scura, calda, violenta eppure tenerissima notte io non
voglio più sentire quel nome: così le poso le dita sulle labbra, con un tocco
leggero ma fermo.
-
Zitta. – mormoro accostandole la bocca all’orecchio. – Goditi il silenzio.
Flash-fic scritta di getto stamattina - mi dispiace per la brevità, ma non credo che
avrei potuto scrivere nulla di più lungo, con tutto il
lavoro che ho in questo periodo. Comunque, si dice che
nella botte piccola stia il vino buono, e sinceramente preferisco scrivere una ff breve ma intensa piuttosto che dilungarmi in una long-fic che mi costringe ad allentare il ritmo. Questo non
significa che non tornerò a scrivere storie lunghe: solo, lo farò
quando avrò tempo ed energie sufficienti da dedicare a questo scopo. La
storia che avete appena letto non è propriamente una song-fic,
ma come ho detto nella presentazione è ispirata alla canzone “Enjoy the silence” dei Depeche Mode. Riporto di
seguito il testo della canzone, per chi non lo conoscesse.
A presto!
Words like violence
Break the silence
Come crashing in
Into my little world
Painful to me
Pierce right through me
Can't you understand
Oh my little girl
All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm
Vows are spoken
To be broken
Feelings are intense
Words are trivial
Pleasures remain
So does the pain
Word are meaningless
And forgettable
All I ever wanted...
Enjoy the silence