- Non so quanto io approvi questa fanfic, ma dietro a Cent’anni di
solitudine e dietro al fantasma di Aurelito Buendia, il colonnello
Aureliano… ho lasciato un pezzo di cuore, e pagine strappate per impedirmi
di riprendere in mano quel libro con la voglia di rileggerlo… ho lasciato
il groppo nella gola che per due giorni mi ha impedito di fare altro che
leggere e leggere e continuare a leggere
- Per arrivare a un punto, per arrivare a piangere sulle bambole di Remedios
che bruciavano e al cuore di Aurelito che si spegneva insieme al fuoco…
- Questo è quello che sento io, in un attimo di lucidità, Remedios, donna
bambina morta prima di imparare cosa fosse il matrimonio e subito dopo aver
imparato ad amare
-
- ***
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- Il fantasma di Remedios Moscote Buendia era talmente piccolo da essere
invisibile agli occhi di molti, e nonostante nessuno, nemmeno Ursula che
tanto aveva pianto la sua morte, riuscisse a sentire la sua presenza, la
piccola Remedios non aveva mai abbandonato la casa dove con tanta gioia e
semplicità era stata accolta. Si aggirava nel patio con la sua disinvoltura
infantile e i suoi sguardi da donna cresciuta presto nel corpo di bambina,
restava ore ad osservare il dagherrotipo con il nastro nero e la lampada ad
olio, riaccendendola se minacciava di spegnersi, così da risparmiare alla
povera Ursula una nuova pena nel vedersi estinguere davanti agli occhi una
fiamma che avrebbe voluto far brillare per sempre; forse Remedios non amava
quel simulacro, ma continuava a riaccendere la lampada ad olio per rispetto
alla sua famiglia.
- Il fantasma della piccola Remedios non cresceva e non invecchiava, il suo
corpo aveva ancora le fattezze di una bambina, come lei avrebbe desiderato
essere per più tempo e come suo marito la ricordava; accoglieva i
cambiamenti e si incuriosiva di quanto il paese di Mancondo stesse, in così
pochi anni, mutando il suo aspetto; si intrufolò più volte nella stanza di
Melquiades per ritrovare, ogni volta, le tracce di quello che nel suo paese
e nell’animo dei suoi famigliari si stava esaurendo; come quando era
venuta la peste dell’insonnia tutti dimenticavano, e questa volta con la
coscienza di farlo; una volta, per un piccolo capriccio di rabbia, chiuse la
chiave della lampada ad olio e la spense per poi farsi prendere dal rimorso
e cercare in tutti i modi di riaccenderla prima che Ursula potesse vederla.
- Fu allora che Remedios ricominciò a cantare, sperando di farsi sentire,
ma senza che nessuno la udisse mai; cantava per attirare l’attenzione dei
suoi famigliari, sperando che qualcuno prima di Ursula passasse davanti alla
lampada ad olio e la riaccendesse senza raccontarlo in giro, ma veniva
scambiata per un uccellino lontano. E fu forse allora che Amaranta, che si
accorgeva sempre di tutto, ebbe per la prima volta la sensazione che un
fantasma, tanto piccolo da sembrare invisibile, si aggirasse per la casa con
la naturalezza che aveva usato in vita; guardò dritto nel punto dal quale
Remedios la guardava supplicante e, senza poterla vedere, si affrettò nella
stanza dove la lampada era stata spenta.
- Non disse nulla, ma dai suoi occhi trapelava una tristezza accumulata nel
corso degli anni e delle amarezze sopportate ed espiate.
- A quel tempo Remedios soleva accoccolarsi, non vista, nel laboratorio di
oreficeria abbandonato, a quel tempo il colonnello Aureliano Buendia era
partito per la guerra e Remedios spiava di nascosto le discussioni della
famiglia, cercando informazioni sulle battaglie, tremando di fanciullesco
turbamento per quel marito che non aveva avuto il tempo di comprendere in
vita e che aveva amato di un amore embrionale; nella morte la sua fedeltà
era rimasta tale e quale, ma i sentimenti di bambina si erano trasformati
nella responsabilità della crescita, e aveva riso di se ripensandosi ai
tempi del matrimonio.
- Mentre la casa si riempiva di persone lei continuava a cercare soltanto
alcuni particolari nei suoi ricordi; sperava che gli occhi di Amaranta,
nella sua attenzione per le cose, prima o poi riuscissero a vederla, ma non
spense più la lampada ad olio per attirare l’attenzione; sperava, come
tutte le mogli sperano, che suo marito tornasse dalla guerra, forse
segretamente sperava che il suo ricordo non fosse morto con lei, ma ebbe
modo di osservare tristemente il profondo cambiamento del colonnello
Aureliano Buendia, vinto dalla guerra e dalla sua stessa solitudine che era
nata con lui e con lui sarebbe morta.
- Remedios si mescolò nella folla mentre il marito tornava, prigioniero e
condannato, gli sfiorò le mani legate e lui ne sentì soltanto un brivido
freddo; da allora la piccola Remedios non cercò più di toccare nessuno per
non destare il ricordo di se con un brivido freddo; dormì accoccolata sotto
la branda della cella, abbandonando per una notte il laboratorio di
oreficeria al quale tanto si era affezionata, vicina all’uomo che,
egoisticamente, pensava di abbracciare di lì a pochi giorni; lesse di
nascosto le pergamene ruvide delle sue poesie e ritrovò il profumo di un
amore antico. Quando vide Aurelito con la faccia al muro si strinse nel
dolore mentre soffocava un briciolo di gioia; quando i fucili si
abbassarono, all’altezza degli stivaletti di vernice che aveva indossato
il giorno del loro matrimonio, senza sparare, Remedios concepì una
nostalgia profonda e il desiderio di abbracciarlo senza provocargli un
brivido freddo; quando, mesi più tardi, il colonnello Aureliano Buendia
bruciò le sue poesie, Remedios guardò ardere uno degli ultimi ricordi di
lei tenendo la testa alta e non provando rancore, ma un’infinita
solitudine e il rimpianto di essere morta senza dare, all’uomo che aveva
imparato ad amare tra le bambole con cui aveva decorato la loro camera, una
vita nuziale degna di tale nome, morendo senza un erede, assieme ai suoi
ricordi.
- La piccola Remedios, cresciuta come una donna in pochi mesi e segnata
dalle pene di una morte solitaria che la faceva sentire completamente
inutile, pensò più volte di abbandonare la casa, ma anche se tutto di lei
sembrava essere dimenticato, la lampada ad olio continuava a bruciare e le
figlie dei Buendia continuavano a portare il suo nome; decise di attendere
almeno fino alla morte del marito.
- Rimase al suo capezzale, preoccupandosi di non toccarlo, dopo il tentao di
suicidio, durante tutto il tempo in cui consumò il suo martirio per poi
uscirne più vivo e più solo di prima; la piccola Remedios era consapevole
di non rappresentare che un’ombra negli occhi di quell’uomo del quale si
ostinava a portare il cognome, ma gli restava a fianco con la stoica fedeltà
che gli aveva giurato in vita.
- Aureliano Buendia nel suo laboratorio orafo, rispolverato quando le
illusioni di guerra gli erano crollate sulle spalle assieme al peso degli
anni, aveva ricominciato a costruire pesciolini d’oro, come quel primo
pegno d’amore che con tanto spavento lei aveva rifiutato.
- Il giorno in cui Aurelito bruciò le bambole, la piccola Remedios si
concesse il privilegio di un attimo di sconforto, rubò dal laboratorio il
pesciolino che non aveva accettato in passato e si rifugiò sotto il
castagno di José Aracadio Buendia a consumare un po’ della sua tristezza,
sulle ginocchia del fantasma con il quale non aveva smesso di parlare nel
suo rudimentale latino, e che era rimasta l’unica sua compagnia oltre
all’ermetico silenzio di Melquiades; quando ebbe sfogato la solitudine
tornò nel laboratorio con nuovo coraggio e non abbandonò più i passi del
compagno.
- Nessuno la vide mai, ma una volta gli occhi del colonnello Aureliano
Buendia, abituati al buio e al luccicare dell’oro, videro il brillio di
uno dei suoi gioielli apparire e sparire davanti ai suoi occhi.
- Era il mese di Ottobre, il colonnello di Aureliano Buendia morì qualche
ora dopo senza clamori, in solitudine come aveva vissuto; la piccola
Remedios si ostinò a non lasciarlo solo, pur consapevole che da morto, suo
marito, non la avrebbe ricordata di più che da vivo fece brillare davanti
ai suoi occhi il pegno d’amore e fedeltà che aveva rubato dal laboratorio
di oreficeria e pregò silenziosamente che la seguisse. Forse il colonnello
Aureliano buendia non riconobbe mai il fantasma della bambina che era stata
sua moglie, ma nel ricordo istintivo che gli riportava alla mente il brillio
dell’oro non smise di seguire l’ardere di quella luce tenue al collo;
nella morte e oltre la morte, nella solitudine e oltre la solitudine
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