Tamers Reload-01
Digimon Tamers Reload
Una fanfiction di Digimon Tamers scritta da: Justice Gundam
(Scenario vuoto. L'autore entra in scena dal lato destro, si ferma a metà e
si schiarisce la gola)
Justice: Eh-hm... buongiorno a tutti, amici e amiche fan di Digimon! Chi vi
parla è Justice Gundam, aspirante autore della più lunga saga di fanfiction di
Digimon che sia mai stata scritta in Italia! E quello che vi apprestate a
leggere è il primo capitolo della prima fanfiction dedicata a Digimon Tamers,
una delle serie più popolari! Anche se, devo dire la verità, a me personalmente
non è piaciuta tanto quanto Frontier, Savers o la prima serie... ma immagino che
a voi tutto questo non importi, giusto? Voi volete la storia... e la storia
avrete! Ma prima, prendiamoci un istante di tempo per conoscere meglio i
protagonisti della nostra storia! Signore e signori... I DIGIMON TAMERS!
(Ad un cenno dell'autore, l'inquadratura si sposta sui personaggi
principali)
Takato (un pò esitante): Beh... buongiorno a tutti, il mio nome è Takato
Matsuda... ho dieci anni e sono il protagonista della serie... sia quella
ufficiale che questa riscrittura che Justice-san ha appena iniziato... ehm,
perdonate la mia goffaggine, è che sono sempre un pò nervoso quando mi devo
presentare ad un pubblico...
Guilmon: E io sono il suo compagno, Guilmon! Takatomon e io faremo del nostro
meglio per fare sì che questa storia sia un successo!
Takato (ride tra sè e accarezza la testa di Guilmon): Hehehee... Takatomon...
mi devo ancora abituare a questo nome... comunque, mi fa piacere che stiate
leggendo questa storia... e come ha detto Guilmon, ci impegneremo al massimo per
fare sì che abbia successo quanto le altre!
Jenrya (fa un passo in avanti e si inchina): Buongiorno, il mio nome è Jenrya
Lee, ma in Italia sono meglio conosciuto come Henry Wong. Anch'io ho dieci anni,
e il mio compagno...
Terriermon (sbucando fuori da chissà dove e rubando il primo piano): ...sono
io! Vi ricordate tutti di me, vero? Il piccolo, simpatico, sorprendente e
mirabolante Terriermon! Mo-men-tai! Sono felicissimo di tornare in scena e
deliziare ancora una volta i miei numerosi fan con le mie imprese!
Justice: Ehm... Jen, non è che puoi fermarlo in qualche modo? Se lo lasciamo
fare, Terriermon si prenderà tutta la scena! E ho Ruki col fiato sul collo che
reclama il suo turno!
Jenrya: Oh, non preoccuparti, autore, ho un sistema infallibile per
calmarlo... Hey, Terriermon! Guarda che sta arrivando Shuichon-chan!
Terriermon (congelandosi improvvisamente per la paura): Ugh... che... cosa?
Chi sta... arrivando... Ugh... NOOOOO! La Principessa delle Bambole nooooo!
Nascondimi, Jen, ti preeeeegoooooo! O_O
(Terriermon schizza via, si arrampica sulla schiena di Jenrya, e si nasconde
dietro la sua testa, cercando di sfuggire al suo destino!)
Jenrya (un pò soffocato dall'abbraccio terrorizzato di Terriermon): Cough...
Questo sistema... funziona sempre... ^_^ U
Justice (gocciolona di sudore): Ehm... sì, lo vedo... -_- U
Guilmon: Chissà cos'è questa cosa della Principessa delle Bambole che
Terriermon fa sempre con la sorellina di Jenrya... sembra una cosa
divertente...
Terriermon: NON LO E' PER NIENTE!
Ruki (un pò irritata): Nel caso abbiate finito con le vostre cretinate, io e
Renamon passeremmo a presentarci... io sono Ruki Makino, dieci anni, nome
italiano Rika Nonaka, anche conosciuta come la Regina dei Digimon. La mia
partner è Renamon.
Renamon (annuendo): Piacere.
Takato: Hey, Ruki-san, Renamon... non dovreste dire qualcosa di più, invece
che presentarvi così freddamente?
Ruki: Per favore, Matsuda... questa storia della presentazione è già
abbastanza imbarazzante!
Justice: Come sempre, siete due che vengono subito al punto, eh? Niente giri
di parole...
Ruki (sogghignando): Tsk...
(Un altro gruppetto di ragazzi entra dal lato opposto)
Hirokazu (arrivando di corsa e trascinando per una mano il riluttante Kenta):
Hey, autore! Non ti sarai dimenticato di noi, vero? Saremo anche personaggi
secondari, ma anche noi abbiamo il diritto al nostro momento sotto i
riflettori!
Justice (alza gli occhi al cielo): Perchè immaginavo che si sarebbe
presentato?
Kenta (imbarazzato): Ehm... più che altro eri tu quello che voleva mettersi
in mostra, Hirokazu-kun... comunque, noi siamo gli amici di Takato! Io sono
Kenta Kitagawa...
Hirokazu: ...e io sono il grande Hirokazu Shioda, anche conosciuto come Kazu,
maestro del Digimon Trading Card Game! Piacere di conoscervi, lettori!
Juri (sorridendo tra sè): Hehee... energico come sempre, eh? Comunque,
piacere di conoscervi, signori lettori! Il mio nome è Juri Katou, ma voi
italiani probabilmente mi conoscete come Jeri... e anch'io, come i miei
compagni, ho dieci anni. Io, Kenta-kun e Hirokazu-kun non abbiamo ancora dei
Digimon come nostri compagni, ma... non escludiamo che le cose possano cambare
in futuro!
Justice (tra sè e sè): Eh. E speriamo che a lei vada un pò meglio che
nell'anime...
Juri: Hm? C'è... qualcosa che non va, signor autore?
Justice: Ah... ehm... no, no, niente, Juri! Non ti preoccupare! Nulla di
grave... ho solo... sì, come dire... fatto una piccola constatazione tra me e
me! Ad ogni modo, vi ho presentato buona parte dei personaggi principali, a cui
se ne aggiungeranno altri col passare dei capitoli! Come ho già detto, questa
storia è un' AU ambientata nell'universo di Digimon Tamers, che porterà i nostri
domatori preferiti a scontrarsi con i Deva di Zhuqiaomon, il bellicoso Sovrano
del Mondo Digitale del Sud, e con un nemico talmente terrificante che al
confronto persino MaloMyotismon scomparirebbe... il programma distruttore
conosciuto come D-Reaper!
Hirokazu: In realtà, non ci vuole molto per far scomparire MaloMyotismon.
Justice: Anche questo è vero... ma chi ha visto l'anime saprà bene che il
D-Reaper non è comunque una robetta da ridere! Allora, giusto per collocarmi
temporalmente... la mia storia comincia più o meno dopo l'episodio in cui Yamaki
e quelli della Hypnos distruggono DarkLizamon. Per intenderci, siamo appena
prima che il Deva Tigre Mihiramon bio-emerga e Guilmon digievolva a WarGrowlmon.
Da quell'episodio in poi, mettete da parte ogni conoscenza voi possiate avere di
Digimon Tamers, perchè la mia storia si svolgerà in maniera MOLTO diversa...
tanto per dire, prevedo di far entrare in scena Ryou molto prima, e di dare
delle parti più importanti a certi personaggi secondari... e questo sarà solo
l'inizio! Allora, vi sentite pronti ad affrontare la nuova avventura, Digimon
Tamers? Vi aspettano un bel pò di sorprese, sappiatelo subito!
Takato: Non sono molto sicuro... ma proverò lo stesso!
Guilmon. Io e Takatomon ci impegneremo al massimo!
Jenrya: Va bene, autore... io mi sento pronto!
Terriermon. Allora, quand'è che si parte?
Ruki: Che razza di domande fai, autore? Io sono NATA pronta!
Renamon: Anch'io sono pronta. Iniziamo subito?
Justice: Se ve la sentite, sì... possiamo dare inizio alle avventure dei
Digimon Tamers! Accendiamo i fuochi d'artificio!
Voce fuori campo: Bada-Boom!
(I capelli di Justice prendono improvvisamente fuoco, e l'autore cerca
disperatamente di spegnerle)
Justice: Aaaaaargh! I miei capelli! Qualcuno me li spegna! Aaaaargh! Chi è
stato? Chi è stato?
Tutti: AUTORE!
Renamon: Sigh... Per qualche motivo, credo di sapere chi ci sia dietro...
(La telecamera si sposta, inquadrando Impmon che sghignazza e Calumon che
guarda confuso la scena...)
Calumon: Non mi sembra una bella cosa quella che hai fatto, calu...
Impmon (continuando a ridere): Heheheee... beh, ha detto lui di accendere i
fuochi d'artificio, e io l'ho accontentato! Ho fatto qualcosa di male?
Calumon: Hmmm... vabbè, passiamo alla storia! Speriamo che ai lettori piaccia
quanto all'autore è piaciuto scriverla, o anche di più! Buona lettura, e
lasciateci un commento! Calu!
Impmon: A proposito, per chi è così sdolcinato da voler sapere che coppie si
useranno nelle sue storie di Tamers, l'autore ha messo una bella sezione spoiler
a fine capitolo... se per qualche motivo siete interessati...
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Capitolo 01 - Un pomeriggio tranquillo
Tokyo, Giappone. Una delle metropoli più grandi e più popolose del mondo,
dove la vita prosegue a ritmi frenetici, stressanti e privi di interruzioni.
Automobili e veicoli di ogni genere si affollano sulle strade, i pedoni
riempiono i marciapedi, sciamando come formiche da un luogo all'altro, e sotto
la crosta terrestre, come vene che trasportano sangue vitale ad ogni parte di
questo grande organismo, corrono i binari delle metropolitane, stracolmi di
gente. Un luogo dove sembra non esserci tempo per fermarsi a pensare, e dove
ognuno prosegue per la sua strada senza curarsi di ciò che accade attorno a
loro. Questo vale in particolare per il grande quartiere di Shinjuku, con i suoi
altissimi palazzi e le sue mille luci al neon, che la notte riempiono il mondo
dei loro colori.
In questa città, decine di migliaia di persone vivono a tutt'oggi la loro
vita, beatamente inconsapevoli della minaccia che incombe sulle loro teste. Un
problema che da qualche mese a questa parte sta affliggendo Tokyo, e che è stato
finora tenuto segreto dalle autorità. Con buone motivazioni, per di più... se la
gente sapesse chi sono i nemici che stanno preparando l'invasione del Mondo
Reale e la distruzione della razza umana, il panico regnerebbe sovrano,
precipitando la popolazione nel caos più assoluto... se si sapesse cosa sono in
realtà quei banchi di nebbia che si materializzano all'improvviso, quelle strane
figure che molti cittadini di Tokyo credono di aver visto (pur ammettendo, in
seguito, che probabilmente erano soltanto allucinazioni molto realistiche), e
quegli inspiegabili disturbi elettronici... l'intera popolazione di Tokyo, del
Giappone, e forse del mondo intero avrebbe un ottimo motivo per temere il
peggio...
A questo scopo, un'organizzazione governativa top secret, nome in codice
Hypnos, sta tenendo sotto controllo le attività del 'Mondo Digitale'... perchè
questo è il nome del luogo da cui provengono quei 'misteriosi disturbi'... del
mondo selvaggio e spietato i cui abitanti si stanno riversando (bio-emergendo,
per usare il termine tecnico coniato dalla Hypnos stessa) nel Mondo Reale in
numero sempre maggiore. Là, in quei due palazzi che svettano persino tra le alte
costruzioni di Shinjuku, un gruppo scelto di scienziati, ricercatori ed esperti
di informatica conduce degli importantissimi studi sulla natura di questi
invasori, identificati come 'Digimon'. Al momento, gli scienziati di Hypnos,
sotto la direzione del responsabile straordinario Mitsuo Yamaki, stanno
lavorando ad un potente programma che impedirà ai Digimon di bio-emergere nel
Mondo Reale, e potrà distruggerli nel caso diventino troppo pericolosi...
Tuttavia, la risoluzione al problema Digimon, nonostante tutta la
preparazione del team di Hypnos, potrebbe arrivare da dove loro meno se
l'aspettano... dai Digimon stessi!
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Quartiere di Shinjuku, Tokyo. Ore 16:30 di un tiepido pomeriggio primaverile.
Seduto alla scrivania della sua camera, un ragazzino di circa dieci anni dagli
scompigliati capelli castano chiaro, tenuti fermi da un ormai caratteristico
paio di occhialoni da ciclista, stava facendo i suoi compiti scolastici,
gettando di tanto in tanto qualche occhiata al paesaggio cittadino appena fuori
dalla finestra. Era un tipetto dall'aria simpatica e tranquilla, anche se in
quel momento sembrava molto annoiato, e indossava una maglietta azzurra con
pantaloncini corti color cachi e calzini bianchi.
"YAAAWN! Uff, e questo l'ho finito... avanti il prossimo...". Il piccolo
Takato Matsuda sbadigliò fragorosamente al momento di voltare pagina e passare
all'esercizio successivo. Era stato uno stancante pomeriggio di compiti, e la
sua concentrazione stava iniziando a venire meno. Per quanto la sua insegnante,
la professoressa Nami Asaji, fosse benvoluta da tutti i suoi alunni, lui e i
suoi amici Hirokazu e Kenta si erano spesso lamentati delle impressionanti moli
di compiti che assegnava... Ma soprattutto, Takato non vedeva l'ora di finire
per avere finalmente la possibilità di andare al parco a far visita al suo nuovo
e inseparabile amico: Guilmon, il piccolo Digimon che lui aveva immaginato un pò
di tempo fa, e che improvvisamente, di punto in bianco, si era ritrovato davanti
in carne ed ossa!
Takato sorrise tra sè, giocherellando con la penna. Da quel giorno fatidico,
la sua vita era completamente cambiata... non solo si era ritrovato a dover
combattere contro Digimon feroci e crudeli che erano apparsi nel Mondo Reale
circondati da banchi di nebbia innaturale... non solo aveva fatto esperienze
nuove e incredibili... ma aveva anche conosciuto altri due ragazzi che avevano
come compagni dei Digimon: con il cinese Jenrya Lee e il suo partner, il loquace
Terriermon, era stata quasi subito amicizia, e si era stabilito un forte
legame... ma i rapporti con Ruki Makino, la solitaria e focosa Tamer di Renamon,
non erano stati subito idilliaci: infatti, la prima cosa che la ragazza dai
capelli rossi aveva voluto fare era stata far combattere Renamon contro Guilmon
per assorbire i dati del piccolo dinosauro rosso. Doveva ammetterlo, all'inizio
quella ragazza così dura, quasi crudele, gli metteva un pò di paura... Tuttavia,
le circostanze avevano fatto sì che i tre Tamers iniziassero a collaborare per
respingere i Digimon bio-emersi nel Mondo Reale, usando i loro D-Power e le loro
carte da gioco per potenziarli temporaneamente quando necessario. Non era stata
un'impresa facile, certo, e spesso avevano incontrato avversari pericolosi, come
quell' IceDevimon che aveva tentato di costringere Ruki a diventare la sua
Tamer... ma per il momento, erano riusciti a respingere qualsiasi
avversario.
Tuttavia, in quegli ultimi tempi, stava accadendo qualcos'altro che
preoccupava Takato, e gli instillava qualche timore per la sorte di Guilmon e
gli altri Digimon (compreso il piccolo Calumon, quel simpatico Digimon bianco
dalle larghe orecchie): qualche giorno prima, Takato e Jenrya si erano imbattuti
in un misterioso individuo biondo vestito di nero e con gli occhiali da sole,
che li aveva avvertiti della pericolosità dei Digimon, e che avrebbero fatto
meglio a sbarazzarsi dei loro partner, per evitarsi rischi in futuro. Il giorno
dopo, lo stesso individuo si era ripresentato davanti a Takato e a Guilmon,
accompagnato da un gruppo di agenti, e dopo aver catturato il Digimon che loro
due si apprestavano ad affrontare (un DarkLizamon, un grosso lucertolone dal
corpo avvolto da un'aura di fiamme nere) aveva reiterato il suo avvertimento,
cercando poi di portare via Guilmon. Per fortuna, Takato e il suo amico erano
riusciti ad allontanarsi in tempo, e quello strano individuo, che si era
presentato semplicemente come Yamaki, non aveva insistito. Quindi, almeno per il
momento, erano al sicuro... ma questi due eventi avevano fatto sorgere in Takato
delle serie preoccupazioni: c'era qualcun altro che sapeva dei Digimon, oltre a
lui e ai suoi due amici Tamer... e quali erano le loro intenzioni? Perchè
insistevano a dire che i Digimon erano creature pericolose? Mostri come
IceDevimon o quel Devidramon che Guilmon aveva sconfitto la prima volta che era
digievoluto a Growlmon, lo erano di sicuro... ma come si faceva a pensare che
una creatura dolce e giocherellona come Guilmon... o il simpatico Terriermon...
o la tranquilla e saggia Renamon... fosse anche soltanto lontanamente un
pericolo per gli esseri umani? Takato conosceva il suo partner Digimon meglio di
chiunque altro, e sapeva per certo che non avrebbe fatto del male ad una
mosca... ma quegli uomini in nero non sembravano perdersi in tante distinzioni!
Il ragazzino non osò pensare agli esperimenti che avevano fatto a quel
malcapitato DarkLizamon... e che avrebbero potuto eseguire su Guilmon!
Takato sospirò, appoggiando la penna sul quaderno aperto. L'esercizio risolto
soltanto a metà continuava a guardarlo dai fogli a righe, come a rimproverargli
la sua mancanza di concentrazione, ma in quel momento i compiti scolastici
occupavano uno degli ultimi posti nella mente di Takato, che volse lo sguardo
verso la piccola sveglia appoggiata vicino a lui. Erano quasi le cinque, e il
cielo primaverile era ancora ben illuminato. Pensò che quello poteva essere un
ottimo momento per fare visita a Guilmon, nella sua tana al parco. Era tutto il
giorno che, tra la scuola e i compiti, non aveva avuto occasione di vederlo, e
magari giocare un pò con lui lo avrebbe tranquillizzato, e avrebbe fatto sentire
meno solo il suo partner. Tra l'altro, doveva anche portargli il pane della
giornata, di cui il piccolo Digimon rosso era ghiotto...
"E va bene... questi compiti, li finirò stasera!" disse tra sè,
allontanandosi dalla scrivania con una lieve spinta. Dopo aver appoggiato la
penna sulla scrivania, si alzò dalla sedia e si stiracchiò, per poi infilarsi le
scarpe e scendere al piano terreno, dove si trovava il panificio dei suoi
genitori. "Mamma... papà! Io esco un attimo, vado a fare una passeggiata al
parco! Ditemi se c'è qualche commissione che posso sbrigare!" li chiamò,
vedendoli al bancone, presi dal loro lavoro. C'era qualche cliente, ma non
molti... del resto, era la mattina che il panificio era più attivo.
"Oh, tesoro..." lo salutò sua madre, la signora Yoshie Matsuda, mentre suo
padre si voltava e lo salutava con la mano. "No, non abbiamo nulla di urgente,
ma grazie comunque del pensiero! Beh, se hai fatto i tuoi compiti, vai pure...
solo, ricordati di tornare prima delle sette!"
"Va bene!" rispose Takato, afferrando un sacchetto pieno di pagnotte. "Ci
vediamo dopo!"
Mentre si dirigeva fuori dal negozio, Takato salutò alcune sue conoscenze tra
i clienti del panificio, che ricambiarono cordialmente, poi uscì in strada,
prendendo un bel respiro dell'aria di primavera e sentendosi improvvisamente più
leggero. Le preoccupazioni per i Digimon e per i misteriosi 'Men In Black'
vennero messe temporaneamente da parte, mentre il ragazzino si dirigeva con
passo spedito a quello che negli ultimi giorni era diventato il suo posto
speciale - il rifugio di Guilmon.
"Speriamo solo che non arrivi qualche Digimon senza controllo o qualche
agente del governo..." pensò tra sè, facendo oscillare sopra pensiero la
borsa con dentro il pane di Guilmon...
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"Uff... la giornata di oggi è stata davvero stancante..." mormorò Jenrya Lee,
uscendo dalla palestra e sistemandosi lo zaino sulle spalle. Il Tamer cinese
aveva appena finito la sua lezione di arti marziali, e dopo aver raccolto le sue
cose e aver salutato i suoi compagni, si stava incamminando verso casa.
"Ragazzi, ci vediamo a scuola! Io... oggi ho degli impegni e non posso fermarmi!
Andate pure avanti senza di me!"
"Va bene, Jen! Ci vediamo domani!" gli rispose uno dei suoi compagni di
corso, agitando una mano verso di lui. Anche gli altri ragazzi ricambiarono il
saluto, e Jenrya si fermò a guardarli per un pò mentre si allontanava. Quando i
suoi amici furono scomparsi dal suo campo visivo, il Tamer cinese sospirò, e
riprese la sua camminata, raggiungendo il parco di Shinjuku nel quale sapeva
trovarsi la tana di Guilmon.
Con un certo sollievo, Jenrya constatò che non c'era molta gente in quel
momento, a parte qualche passante solitario e le ormai immancabili signore con
il cagnolino o la carrozzella. Senza la folla che lo occupava in certi giorni,
il parco di Shinjuku assolveva meglio al suo compito di donare un senso di
rilassatezza. Proprio quello che ci voleva, in un periodo di tensione come
quello che lui e i suoi compagni Tamers stavano vivendo in quel periodo, tra le
continue bio-emersioni e i ripetuti avvertimenti di quel tizio di nome Yamaki,
riflettè il ragazzo dai capelli blu. Continuando a guardarsi pensosamente
attorno, assicurandosi che non ci fosse nessuno che potesse vederlo, Jenrya
entrò in un sentierino che si perdeva in un folto gruppo di alberi e si fermò
per un attimo, togliendosi lo zaino dalle spalle per poi appoggiarlo a terra ed
aprirlo.
"Okay, Terriermon, qui non c'è nessuno..." mormorò a qualcosa... o meglio
dire, qualcuno... che era nascosto al suo interno. "Puoi uscire!"
Immediatamente, un paio di piccole mani afferrarono l'orlo della tasca, e
l'ormai familiare testa dalle lunghe orecchie di Terriermon sbucò dallo zaino,
riempiendosi i polmoni dell'aria di primavera. "Uff! Aria, finalmente!
Accidenti, Jen, non hai idea di quanto caldo faccia in quello zaino! Ora so come
si sente una trota al cartoccio!" esclamò, tirando fuori il suo consueto senso
dell'umorismo. Jenrya rise tra sè, un pò dispiaciuto per aver dovuto far fare un
viaggio così scomodo al suo inseparabile amico, e lo aiutò ad uscire dalla
tasca.
"Ti capisco... scusa, Terriermon, ma dovevo pur nasconderti da qualche parte,
se volevo farti venire con me!" si scusò. Si guardò attorno di nuovo, per
assicurarsi che davvero non ci fosse nessuno nei paraggi. "Ora non c'è nessuno,
quindi puoi uscire. Andiamo a fare una passeggiata, ti va?"
"Evvai!" esclamò il cagnolino dalle lunghe orecchie. Con un agile balzo,
atterrò in piedi sulla strada e si stirò le braccia e le gambe anchilosate.
"Aaaah, l'aria di primavera! Niente di meglio per sentirsi in pace con sè stessi
e il resto del mondo!"
"Una volta tanto, sono d'accordo con te..." scherzò il Tamer cinese,
inginocchiandosi e permettendo a Terriermon di salirgli sulla spalla. Dopo che
Jenrya ebbe raccolto il suo zaino e se lo fu rimesso sulle spalle, i due amici
ripresero la loro lenta passeggiata tra il verde, continuando a parlottare tra
loro come era loro abitudine. Beh, in realtà era il loquace Terriermon quello
che parlava di più, e Jenrya ascoltava, ma l'importante era che il rapporto ci
fosse, no?
Tuttavia, in quel frangente Terriermon si stava accorgendo che il suo amico
umano sembrava più svagato del solito... per un pò, aveva continuato a stare
alla conversazione e a rispondere alle battute, ma dopo un pò di tempo aveva
incominciato a parlare a monosillabi e a rivolgere lo sguardo altrove, come se
fosse stato più interessato alle cime degli alberi. Era evidente che c'era
qualcosa che gli dava da pensare, notò Terriermon, rapido com'era a cogliere gli
stati d'animo del suo partner umano...
"Ehilà, Jen! Pronto, Terra chiama Jenrya Lee!" lo chiamò, cercando di
riportarlo alla realtà. "Ma mi stavi ascoltando o no? Ho detto che ci stiamo
avvicinando alla tana di Guilmon, non mi hai sentito?"
Il ragazzino dai capelli blu, richiamato all'ordine, sbattè gli occhi un paio
di volte, poi si girò verso Terriermon guardandolo stupito. "Hmm? Cosa... oh,
cavolo, Terriermon... scusa, mi ero distratto, tra una discorso e l'altro... mi
ero messo a pensare a chissà cosa..."
"Sì, questo l'avevo notato!" commentò il Digimon simile ad un cane. "Eri
talmente distratto che non ti saresti accorto di camminare sul muso di un
Tyrannomon, scusa se te lo dico! Ma che ti succede, Jen? Di solito non sei così
svagato! C'è qualche problema?"
Jenrya sospirò e grattò il suo amico dietro una delle sue grandi orecchie.
"Beh... sì, possiamo dire di sì. In questi ultimi tempi sono successe tante
cose..." rispose, rimanendo volutamente sul vago.
"Ti riferisci a tutti quei Digimon che sono apparsi di recente?" chiese
Terriermon. "O per caso a quel tizio un pò svitato che cerca di convincerti che
io, Calumon, Guilmon e Renamon siamo delle specie di bombe ad orologeria
vaganti? Oddio, se si parla di Impmon, garantisco per lui..."
Jenrya alzò gli occhi al cielo. Inutile insistere, il suo partner non avrebbe
mai perso quella sua proverbiale bocca larga... "Terriermon, lo sai che non si
dovrebbero dire queste cose in sua assenza!" lo rimproverò bonariamente, prima
di riprendere il tono pensieroso di poco prima. "No, in realtà non è solo
questo... vedi, Terriermon, da quando questa storia è iniziata... da quando i
Digimon hanno iniziato ad apparire nel Mondo Reale... mi è sembrato che mio
padre sia diventato... come dire... un pò teso. Lui cerca di non darlo a vedere,
ma io me ne sono accorto. Di recente, mi è sembrato un pò nervoso, e parla di
meno. Mah, forse sono io che mi preoccupo troppo, ma ho come il sospetto... che
papà sappia qualcosa dei Digimon, anche se non so come..."
"Eddai, Jen! Come dico sempre, tu ti preoccupi troppo! Momentai!" gli rispose
Terriermon, muovendo una mano davanti a sè in un gesto volto a scacciare le
preoccupazioni dell'amico. "Magari tuo padre sta semplicemente passando un
periodo un pò difficile al lavoro, e quindi è un pò così... credimi, succede a
tutti di passare dei periodi in cui non ci si sente al massimo della forma!
Preoccuparsi senza motivo è inutile... e sono sicuro che, se gli darai tempo, il
tuo papà tornerà come prima in men che non si dica!"
"Forse hai ragione tu..." rispose il giovane Tamer, ricambiando il sorriso di
Terriermon. Ancora una volta, Jenrya dovette riconoscere che Terriermon spesso
sapeva davvero centrare il punto della situazione e dare dei buoni consigli,
anche con quel suo tono scanzonato. Ad un esterno, poteva sembrare incredibile
come tra i due, così diversi come carattere, potesse esserci un tale
affiatamento e fiducia, ma Jenrya aveva sempre pensato che fosse proprio questa
grande differenza caratteriale il segreto della loro amicizia. Si bilanciavano a
vicenda, e ognuno riusciva ad insegnare qualcosa all'altro, senza diventare
irritante nè fastidioso...
I due amici stavano per riprendere la conversazione, quando un fruscio di
rami proveniente dai cespugli alla loro sinistra attirò la loro attenzione,
accompagnato da una vivace risatina, e da due voci conosciute...
"Hahahahaaa! Prendetemi, prendetemi! Calu, calu!" cinguettò il piccolo
Calumon, emergendo all'improvviso dai cespugli con le grandi orecchie spiegate a
mò di deltaplano. Dietro di lui arrancavano, facendosi largo tra la vegetazione,
Guilmon e Takato, il primo dei quali si stava divertendo come un matto ad
inseguire il piccolo Digimon bianco... mentre il secondo cercava disperatamente
di impedire loro di finire là dove avrebbero potuto essere visti dalla
gente!
"Hey, Jen! Guarda un pò chi... HEY!" cominciò a dire Terriermon,
interrompendosi all'improvviso quando Calumon gli atterrò giusto sopra la testa,
coprendogli gli occhi! "C-Calumon! La mia testa non è una pista
d'atterraggio!"
"Stavolta ti prendo, Calumon... Hey, Takatomon! Guarda un pò!" esclamò
Guilmon, uscendo dalla vegetazione. "Ci sono Jen e Terriermon!"
"Hanf... hanf... ciao, Jenrya-kun... ciao, Terriermon... che sorpresa, non vi
si vede... spesso... da queste parti..." ansimò il ragazzino con gli occhialoni,
raggiungendo il suo vivace partner e l'altrettanto vivace Digimon dalle grandi
orecchie, che finalmente si era staccato dalla faccia del malcapitato Terriermon
e si era messo a fluttuare in aria vicino ai due ragazzi. Takato si fermò,
appoggiandosi le mani sulle ginocchia, e riprese fiato, spompato per la corsa
che aveva fatto. Stare dietro a quei due era una bella impresa, a volte...
"Ah... ciao, Takato-kun... ciao, Guilmon, ciao, Calumon!" rispose Jenrya,
rivolgendosi ai membri dell'allegro gruppetto uno alla volta. "Io e Terriermon
eravamo venuti a fare una passeggiata, giusto per stare assieme un pò... non
immaginavamo che vi avremmo incontrati!"
"Nè che Calumon mi atterrasse in faccia, se è per questo..." mormorò
Terriermon. "Comunque, che stavate facendo di bello? Cercavate di farvi
scoprire, per caso?"
"Come no..." rispose Takato con una punta di sarcasmo. "No, è che io ero
venuto qui al parco per fare la mia solita visita a Guilmon e per portargli il
pane... e poco dopo che sono arrivato al rifugio, arriva Calumon che vuole
giocare a rimpiattino con noi...". Si rivolse a Guilmon, rimproverandolo un pò
ma accarezzandogli la testa per non sembrare troppo severo. "Guilmon, Calumon,
ve lo dico sempre che non dovreste andarvene in giro così, senza di noi... che
succederebbe se qualcuno vi vedesse?"
"Hai ragione, Takatomon, scusami tanto..." mormorò Guilmon, abbassando la
testa e guardando verso terra. "E che io mi annoio, a starmene sempre lì nel
rifugio... non ho niente da fare finchè non arrivi tu... e così quando Calumon è
venuto a chiedermi di giocare con lui, io non ho resistito e... spero che tu non
sia arrabbiato con me, Takatomon..."
"No, figurati..." gli rispose Takato a bassa voce. Si sentiva un pò in colpa
per il fatto di dover nascondere il suo piccolo amico in quel luogo isolato,
dove non c'era nulla da fare e da dove non poteva muoversi... ma del resto, non
conosceva altri posti adatti, e aveva paura di ciò che sarebbe successo se
qualcuno lo avesse scoperto. Certo che quando aveva visto il cartone animato di
Digimon alla televisione, non gli era sembrato che per Taichi, Daisuke e gli
altri fosse stato così difficile nascondere i loro compagni... "Comunque,
Jenrya-kun... visto che tu e Terriermon passate di qua, volete che vi
accompagniamo per un pò? Così, giusto per stare un pò assieme..."
"Non è una cattiva idea, ma teniamoci lontani dalle vie principali." rispose
il Tamer cinese. "Oh, Terriermon, Guilmon, Calumon... mi raccomando, se vedete
che sta passando qualcuno dovete fare finta di essere dei peluche, okay?"
Terriermon fece un saluto militare usando una delle sue enormi orecchie!
"Sissignore! Sempre ai suoi ordini!" esclamò scherzosamente, mettendosi
sull'attenti e facendo ridere un pò tutti. Osservando la scena, Takato non potè
fare a meno di pensare che, anche se avere con sè dei Digimon comportava delle
grandi responsabilità, aver incontrato Guilmon e gli altri Tamers era stata una
delle cose più belle che gli fossero mai capitate... assieme alla gita ad
Okinawa che i suoi genitori gli avevano organizzato per quell'estate!
"Non scambierei con niente al mondo la mia amicizia con Guilmon..."
pensò, inconsapevole di quanto un pensiero così semplice, e al tempo stesso così
profondo, si sarebbe rivelato importante in futuro...
Mentre i due amici e i tre Digimon si allontanavano lungo la stradina,
iniziando a parlare del più e del meno, una piccola figura vestita di un costume
nero e con un fazzoletto rosso legato attorno al collo, dall'aspetto di un
piccolo diavolo, li guardava con un certo disprezzo dal ramo di un albero sul
quale stava comodamente spaparanzato, facendo danzare una fiammella rossa sulla
punta dell'indice.
"Heh. Ma guardateli, due ragazzi e i loro Digimon che passeggiano
tranquilli... più li guardo e più mi viene la nausea!" commentò Impmon con
evidente disgusto. "Non capisco come mai quei Digimon vogliano farsi trattare
come animaletti domestici e facciano tutto quello che i loro padroncini gli
dicono di fare... io non ho più padroni da un sacco di tempo, e vado alla
grande! Aah, questa sì che è vita!" Con queste parole, il piccolo diavolo alzò
le braccia e si stiracchiò, reprimendo quel pò di amarezza che il pensiero dei
suoi ex-'padroni' aveva suscitato in lui. Perchè continuava a pensarci, poi?
Quei due mocciosi erano il suo passato, e per quello che gli importava di loro
non li avrebbe più rivisti. Ora non era più un giocattolo in balia di quelle
piccole pesti, e non doveva più sopportare le loro lagne... era Impmon, padrone
di sè stesso, e aveva tutta la libertà che voleva! Un'intera città per cui
gironzolare, e migliaia di stolidi esseri umani a cui giocare i suoi scherzi,
senza che nessuno glielo potesse impedire... che poteva volere di più dalla
vita? Stupidi quei tre, che si facevano mettere i piedi in testa...
"Bah, chi se ne importa di quei tre fessi..." concluse Impmon, alzandosi
dalla sua posizione con un colpo di reni. "Che facciano quello che vogliono,
tanto alla fine sarò io che riderò per ultimo! Quando riuscirò a Digievolvere,
gli farò vedere io chi è che comanda qui! Allora, intanto perchè non andare in
cerca di qualcuno a cui giocare qualche scherzetto? Oggi mi sento proprio in
vena... heheheheee..."
Sghignazzando tra sè, Impmon si guardò attorno... poi puntò lo sguardo verso
la propria sinistra. Perchè no, poteva tentare da quella parte. Tanto, gira e
rigira, si trovava sempre qualche pollo da spennare. Il pensiero fece apparire
un altro sorrisetto sul volto del pestifero Digimon, che si sgranchì le nocche
con soddisfazione.
"Okay, vediamo un pò oggi chi si presta a uno spettacolino divertente..."
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Nello stesso momento, in una piccola casa in stile cinese situata dalla parte
opposta di Shinjuku, una ragazza dai capelli rossi legati in una coda, con
addosso la ormai classica maglietta con il cuore spezzato, blue-jeans e calzini
bianchi, era seduta alla scrivania della sua camera. Come stava facendo Takato
poco prima, anche lei era intenta a finire i compiti per la scuola, che non
erano nè pochi, nè tantomeno di tutto riposo, considerando che andava ad una
scuola privata... tuttavia, la ragazzina non sembrava incontrare particolari
problemi a risolverli, e la sua penna scivolava quasi automaticamente sui fogli
del suo quaderno, lasciandosi dietro calcoli perfettamente ordinati e corretti.
In effetti, pensò la ragazza con un certo fastidio, simili quesiti erano fin
troppo facili per lei. Li faceva perchè doveva, ma a parte questo particolare
era convinta che avrebbe potuto impiegare il suo tempo in tutt'altro modo...
Sfortunatamente, pensò tra sè Ruki Makino, la famosa 'Regina dei Digimon' e
campionessa del Digimon Trading Card Game, era da un pò di tempo che non si
verificavano bio-emersioni, e la situazione in città sembrava tranquilla.
Sicuramente per i suoi compagni Tamers quella era una buona notizia... e anche a
Ruki, doveva ammetterlo, la cosa non dispiaceva più di tanto... solo che, grazie
a questa tregua momentanea, lei si ritrovata rinchiusa là, a dover fare i
compiti...
Con un sospiro, Ruki staccò la penna dal foglio e si concesse qualche minuto
di pausa. In fondo, aveva quasi finito, e staccare per un istante non avrebbe
comportato una gran differenza. Appoggiò i gomiti sulla scrivania, e i suoi
occhi violetti, nei quali si poteva leggere molta più maturità di quanta una
bambina di quell'età avrebbe mai dovuto avere, fissarono le fronde di un grande
albero di gingko che cresceva nel loro giardino, inquadrando dopo qualche
secondo una figura alta ed elegante, ricoperta da una luminosa pelliccia dorata,
che se ne stava fieramente in piedi sul ramo, ben nascosta dalle grandi foglie a
forma di ventaglio. Un raro sorriso a fior di labbra apparve sul viso della
ragazzina quando si sentì restituire lo sguardo stoico, pieno di saggezza, di un
muso volpino appartenente alla Digimon nascosta. Renamon, la sua partner e
l'unica creatura che, fino ad appena qualche settimana prima, Ruki avesse mai
considerato sua amica.
Digimon e Tamer si guardarono negli occhi per un pò, intente in quel tipo di
silenziosa conversazione che intercorre quando tra due persone c'è un tale
affiatamento che le parole sono superflue per intendersi. Uno sguardo che
chiedeva se andava tutto bene, e di rimando un altro che rispondeva di sì. Ruki
e Renamon non avevano bisogno d'altro. Nonostante le differenze che c'erano
state tra loro un pò di giorni fa, dopo quel traumatizzante incontro con
IceDevimon nel quale Ruki aveva visto con orrore cosa avrebbe rischiato di
diventare, ora avevano capito che potevano contare l'una sull'altra. La
ragazzina diede un cenno d'assenso, che gli occhi acuti di Renamon colsero anche
da quella distanza e anche seminascosta dal fogliame... e la volpe ninja rispose
annuendo a sua volta, prima che Ruki tornasse ai suoi compiti, rinfrancata. Con
la stoica abnegazione che la contraddistingueva, Renamon distolse lo sguardo
dalla finestra e si rimise nella posizione di prima, guardando verso l'orizzonte
e verso il sole giallo che cominciava a scendere.
Non passarono che cinque minuti dall'istante in cui Ruki si era rimessa al
lavoro, a quello in cui finì di risolvere tutti i suoi esercizi. Riponendo con
cura la penna nel suo astuccio, Ruki diede un'ultima controllata alle sue
operazioni prima che la sua attenzione venisse attirata da qualcuno che bussava
alla sua porta, e da una voce femminile e materna, appartenente ad una donna non
più giovane, che la chiamava dall'esterno.
"Ruki! Scusa se ti disturbo, ma... posso entrare?" chiese Seiko Hata, la
nonna materna della Tamer dai capelli rossi e una delle poche persone a cui Ruki
avesse davvero permesso di avvicinarsi al suo cuore. Anzi, a volte Ruki aveva
l'impressione di volere più bene a lei che a sua madre...
Alzando finalmente lo sguardo dai suoi compiti, la giovane Tamer si voltò
verso la porta di camera sua e si alzò dalla sedia. "Vieni pure, nonna. Io ho
appena finito."
Si sentì il lieve suono della porta che si apriva, e la signora Seiko entrò
lentamente nella camera della nipote, alzando una mano per salutarla. Per essere
una nonna era abbastanza giovane, e aveva da poco toccato la cinquantina d'anni.
I suoi capelli avevano da poco iniziato a diventare grigi, e il suo viso aveva
ancora un aspetto abbastanza giovanile.
"Ciao, nonna. C'è qualche problema?" chiese Ruki, mantenendo il suo solito
tono neutrale. Tuttavia, il fatto che sua nonna fosse venuta a farle visita le
faceva piacere. Sua madre non era quasi mai a casa, a causa del suo lavoro come
modella... e anche quelle volte che la vedeva, sua madre cercava di coinvolgerla
in quelle sciocche faccenduole da indossatrice, per esempio facendole provare
qualche stupido vestitino effeminato o proponendole di portarla ai suoi
provini... o, di solito, entrambe le cose!
Un'ombra di amarezza, subito repressa, attraversò gli occhi di Ruki. Sua
madre aveva tutte le migliori intenzioni, di questo lei si rendeva conto tutto
sommato... ma il fatto era che troppo spesso sembrava non rendersi conto che la
figlia non aveva i suoi stessi gusti, e la pensava in maniera diversa su certe
cose... forse era perchè Rumiko (così si chiamava la mamma di Ruki) aveva
soltanto diciotto anni quando l'aveva data alla luce?
Seiko scosse la testa lentamente. "No, Ruki-chan, nessun problema... ho solo
pensato di venire a vedere come stavi, dal momento che per tutto il pomeriggio
non ti sei fatta vedere." le rispose.
"Sì, è vero. E' che oggi avevo abbastanza compiti da fare." disse Ruki,
semplicemente. "Comunque, ti ringrazio del pensiero."
Seiko annuì, poi proseguì. "Ah, volevo inoltre dirti che ha appena chiamato
la mamma. Dice che stasera rincaserà tardi, perchè i provini dureranno più del
previsto..." annunciò, con un certo dispiacere. Le sarebbe piaciuto che, per
quella sera, la figlia rimanesse in casa...
Ruki sembrò prendere la cosa con filosofia... anche se era difficile dirlo,
visto che la rossa Tamer si teneva sempre dentro i sentimenti che la facevano
sentire debole. "Ho capito... vorrà dire che per stasera saremo in due."
rispose, guardando verso la finestra e verso il sole che iniziava a scendere
dietro i palazzi di Shinjuku. La nonna la guardò con una certa malinconia,
rendendosi conto senza bisogno di parole che Ruki, pur non volendo ammetterlo,
soffriva per la lontananza della madre... e che Rumiko, dietro quel suo
atteggiamento che ad un esterno poteva sembrare leggero e irresponsabile,
soffriva per il fatto che sentiva la figlia allontanarsi. Per quanto si
volessero bene - non c'era verso di negarlo - non riuscivano a venirsi
incontro...
Una cappa di imbarazzante, quasi fastidioso silenzio, scese sulla camera,
mentre Ruki continuava a guardare fuori dalla finestra e verso l'orizzonte. Non
sapeva che, nascosta dalle foglie del gingko del giardino di casa Makino,
Renamon teneva gli occhi fissi nella stessa direzione, e più esattamente verso
quei due palazzi gemelli che svettavano all'orizzonte, torreggiando sulla
maggior parte degli edifici di Shinjuku. La volpe ninja sentiva qualcosa di
strano, indefinibile e sgradevole percorrere il suo corpo. Dalle sue numerose
esperienze nel Mondo Digitale, prima di diventare la partner di Ruki, sapeva che
i suoi sensi innaturalmente acuti la stavano mettendo in guardia. Qualcosa stava
per accadere, qualcosa di molto pericoloso...
Ma quando e dove sarebbe successo... e soprattutto cosa sarebbe successo...
non le era dato di saperlo.
CONTINUA...
Nel prossimo episodio...
Takato: La pace non dura mai a lungo, da queste parti! Ecco che anche oggi ci
troviamo a far fronte ad una bio-emersione!
Guilmon: Takatomon, questo è un Digimon molto forte! Dobbiamo essere tutti e
tre per affrontarlo!
Ruki: Bene, finalmente un avversario degno! Renamon, facciamogli vedere cosa
sappiamo fare!
Terriermon: Hmm? E adesso che succede? Come mai all'improvviso il Digimon si
è indebolito?
Renamon: C'è qualcosa che non va. Qualcuno sta cercando di cancellare quel
Digimon, ma non so chi.
Reika: Signor Yamaki... il segnale del Digimon sta perdendo di intensità. Ce
l'abbiamo fatta.
Yamaki: Continuate così. Prima riusciamo a completare il programma
Juggernaut, prima risolveremo questa crisi.
Jenrya: Non perdetevi il prossimo episodio di 'Digimon Tamers Reload', dal
titolo...
Il misterioso Juggernaut!
???? : Stupidi umani. Davvero credono di poter sfidare noi Digimon? Non ci
potranno impedire di ottenere la Shining Evolution!
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Note dell'autore: Salve, amici lettori... finalmente pubblico il primo
capitolo dedicato a Tamers della mia saga! Come vi ho detto, Tamers, pur
piacendomi, non è esattamente la mia serie di Digimon preferita, e forse sono
anche un pò arrugginito (per fortuna, revisionarmi gli episodi su Youtube mi
aiuta da questo punto di vista), quindi temo che questo primo capitolo non sia
il massimo... ma, hey, in fondo è solo il primo, no? Conto di fare di meglio già
nel prossimo, in cui faremo conoscenza del nuovo 'giocattolo' di Hypnos, il
programma anti-Digimon chiamato Juggernaut... e rivedremo Yamaki e qualche altro
volto noto di Tamers!
Ora comincia la stesura del mio crossover Frontier / Savers! D'ora in poi,
salterò da una serie all'altra, facendo avanzare ognuna delle mie storie di
Digimon di un capitolo alla volta. A cosa si deve questa mia decisione? Beh, ho
pensato ai fan italiani di Tamers e Frontier, e ho immaginato che avrebbero
gradito vedere i loro beniamini all'opera, senza dover aspettare che 'Digimon
Zero' e 'Invasion' fossero concluse! Devo comunque chiedere loro di avere un pò
di pazienza, visto che in questo periodo i miei impegni universitari si stanno
intensificando.
Detto questo, vi lascio fare i vostri commenti sulla mia nuova fanfic, e
spero che vi sia piaciuta! A buon rendere!
Justice Gundam
SPOILERS! Se non volete rovinarvi la sorpresa, NON LEGGETE OLTRE!
Sapendo che certi lettori guardano anche a questa cosa, vi vorrei avvertire delle coppie romantiche che userò per la mia saga di Tamers: quindi vi annuncio che, dopo aver a lungo dibattuto
con me stesso, ho deciso che ci saranno Takato / Ruki e
Hirokazu / Juri, oltre che possibili Jenrya / Alice e
Kai / Minami. Non in questa storia, però, ma solo nel seguito
'Brave New World', successivo di tre anni. Insomma, diciamoci la verità, al
momento i nostri Tamers hanno solo dieci anni... un pò presto per le storie
romantiche, no? A me, devo dire la verità, è sempre sembrato che la serie
ufficiale abbia voluto strafare dal punto di vista del romanticismo, soprattutto
per Takato e Juri...
Hey, non guardatemi come se fossi uscito da un manicomio! Io penso
che, dando tre o quattro anni ai personaggi, tutte queste coppie sarebbero fattibilissime! E poi, perdonate la franchezza ma... di Ryou / Ruki ne è pieno il mondo! Per una volta, facciamo qualcosa di innovativo!
Ehm... vabbè, ho finito di sproloquiare. Ci si vede!
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