Titolo: Lavi, Lavi don't you see?
Serie: D.Gay-Man
Rating: Nc-14
Pairing: TikixRabi (Sììì, sono riuscita a scrivere sulla mia coppia
preferita di DGM*__*! GiUoia, gaudio, tripudio*_*! Ora, per fare l'amplen delle
coppie che mi piacciono dovrei scrivere una RabixKanda XD! Mwahahah eh sì, per
me basta che ci sia Rabibùm e sono contenta*_*!)
Note: La fic è nata per caso. E' corta corta e doveva durare pure meno
XD! In realtà la fine l'ho un pò velocizzata perchè mi ero stancata di
scrivere*___*"""... e per di più non ho avuto assolutamente voglia di sviluppare
la coppia, infatti Tiki-pon ci prova con Raby così, senza un minimo di ritegno
XD! Bè, suvvia, non pensiamoci troppo*___*""" =>si sente colpevole ma spera di
passare inosservata.
Buona
lettura XD
+†+Lavi,
Lavi don't you see?+†+
Aveva
la vista appannata a causa del sangue e della nebbia.
Dannata nebbia, perchè cazzo doveva uscire proprio in quel momento?!
Passò una mano tra i capelli incrostati di liquido cremisi, per toglierli dalla
fronte e risistemarli alla male-peggio sotto la fascia ormai completamente
attaccata alla pelle a causa del sudore che la imperlava.
Imprecò mentalmente affinando la vista ma avanti a sè la patina grigiastra era
troppo densa e la sua vista non riusciva a penetrarla. Non avrebbe saputo dire
cosa vi si nascondeva finchè non lo avesse avuto a distanza ravvicinata e allora
sarebbe stato troppo tardi.
Udì un fruscio.
Almeno per quanto riguardava l'udito non aveva problemi.
- Vuoi che ci prendiamo una pausa? -
Non appena sentì la voce scattò indietro per un riflesso condizionato e anche
perchè avanti a sè comparve il corpo del giovane che aveva parlato.
Capelli neri.
Pelle bronzea.
Occhi d'ambra.
Vestito impeccabile.
Ma proprio nel damerino dei Noah doveva imbattersi?
- Hai portato il cestino del pic-nic? - domandò lui con un bel sorrisino
sarcastico.
- In realtà no, pensavo di mangiare dopo averti fatto andare in un posto
migliore. - rispose l'altro divertito, ricambiando il sorriso.
- Un posto migliore tipo il Paradiso? -
Il giovane si lasciò sfuggire una risata che celò sotto un gesto elegante della
mano guantata.
- In realtà pensavo ad una bara in legno di mogano, ma se preferisci credere nel
Paradiso sei libero di farlo. -
Anche l'altro rise, persino imbarazzato mentre si grattava il capo e annuiva,
l'altra mano sempre stretta all'asta di un martello grande quanto lui, poggiato
in parte al terreno fangoso.
Il giovane Noah si stiracchiò sinuoso infilando una man in tasca.
Estrasse un pacchetto di sigarette che portò alle labbra per sfilarne una.
Non trovando l'accendino si rivolse al rossino.
- Per caso hai da accendere? -
Scosse il capo alzando le braccia in segno di dispiacere.
- Uhm... accidenti.. -
- Quella roba uccide, lo sai? -
Gli sorrise dolcemente.
- E' carino che come mio nemico tu ti preoccupi della mia salute. -
- In realtà pensavo al fumo passivo. -
Risero ancora entrambi, avvolti dalla ragnatela di nebbia e dal profumo
ferruginoso del sangue incollato ai vestiti che macchiava la pelle serica
dell'esorcista e leccava lascivamente la guancia di bronzo del Noah.
- Dunque, non ricordo di avertelo ancora chiesto, quindi... Il tuo nome? -
Il rossino alzò lo sguardo, le dita affusolate ben serrate intorno al bastone
della propria arma, i muscoli tesi.
- Roberto. - rispose con un mezzo sorriso.
Il Noah lo sondò inarcando un sopraccglio.
- Non hai la faccia da "Roberto", sai? -
- Dici? E che ne pensi allora di Edgar? -
- Nemmeno. -
- Kaoru? -
Il seguace del Conte del Millennio schioccò la lingua gettando la sigaretta
inutilizzata in terra.
Una farfalla dalle ali nere segnate da semi di carte bianchi svolazzò intorno a
lui scivolando docilmente sulla sua spalla e carezzando morbidamente la sua
guancia con l'ala.
- Che ne dici invece di Lavi? - suggerì.
Lavi smise di sorridere.
Qualcosa trillò tra le mani del Noah.
Una carta. Cell Roron, un buffo personaggio suonava una tromba imprigionato
dietro sbarre disegnate e gracchiava una canzoncina in rima in cui Lavi
riconobbe il proprio nome e, a quanto pare, anche il proprio destino.
Lavi, Lavi, it's the name.
Damned forever was your fame.
Oh poor guy, don't you see?
It's your end listen to me.
Lavi, Lavi, make your last breath
then say "Hello" to the Death.
Storse il naso.
- Non si potrebbe far qualcosa per quel tipo nella carta? E' davvero
stonato, per non parlare delle parole. -
- In effetti non piace molto nemmeno a me. Comunque piacere di averti
conosciuto Lavi. -
Parlava di lui già al passato.
- Il piacere è stato mio... Mr.? -
Il giovane si tolse la tuba dai capelli corvini prodigandosi in un elegante
inchino mentre con un sorriso suadente sulle labbra si presentava.
- Tyki. -
- Tyki. Registrato. -
Un altro dato che andava custodendosi nella sua memoria di Bookman che mai
nulla scordava.
- Pausa finita? - propose Tyki.
- Ma come, avevamo finalmente iniziato a conscerci meglio! - si lamentò Lavi
con una smorfia infantile sul volto.
- Purtroppo il tempo è tiranno e dopo di te ho altri esorcisti da.. - finse
di pensarci su portando l'indice della mancina alle labbra - ...mandare in
Paradiso. -
- Che uomo impegnato. -
- Lo pensi anche tu, eh? -
Un altro scambio di sorrisi, come fossero stati vecchi amici o compagni di
scuola che si rincontravano per caso dopo tanti anni e si scambiavano
aneddoti del passato.
Peccato fossero nemici in realtà.
- Allora, a te la prima mossa dear Lavi. -
- Mi onori. -
Lavi strusciò con un piede in avanti, affondando in parte nel terreno
melmoso che sporcò di fango la punta degli stivali neri.
Tyki invece non si mosse.
Attendeva.
E la sua attesa fu ripagata quasi subito.
Stringendolo come una mazza da baseball l'esorcista aveva cercato di colpire
il Noah con il martello ma quando quello scattò con un agile balzello
all'indietro, atterrando sul robusto ramo di uno degli alberi che
troneggiavano nel bosco, simboli di luce bianca danzarono in cerchio intorno
ai due. Uno in particolare brillava più degli altri, attraversato dai
riflessi del legno e delle foglie. Verde, marrone, giallo e rosso, per poi
ridiventare bianco ed ingrandirsi fino ad essere circoscritto in un cerchio,
definito proprio dal martello.
- Tenchi Bankai: Moku Ban! - esclamò Lavi prima di sbattere il martello in
terra in una sorta di enorme timbro che si impresse sul terreno.
E braccia di legno si diressero verso il corpo di Tyki Mikk.
Schiaffi di rami cercarono di abbatterlo.
Pioggia di foglie divenute piccole lame giallognole e rossastre volarono
contro di lui.
- Oh-oh. - mormorò fingendo una preoccupazione che non gli era propria.
Invece, dentro di lui, nascosto da una maschera di meraviglia, sorrideva,
come un folle sorride alla morte, come un demone lusinga l'oscurità, come
gli assassini che provano piacere nel sangue in cui affogano le loro
vittime. Morbosamente.
Schivò tutto.
I rami e le radici, le foglie che, purtroppo, strapparono il suo abito lungo
le braccia aprendo nuove piccole ferite, ma nulla che potesse definirsi
grave.
Come un'ombra inconsistente attraversò le feritoie che si formavano agli
attacchi delle piante fino a giungere alle spalle di chi le comandava.
- E' proprio interessante la tua arma. - gli sibilò all'orecchio circondando
la sua vita con il braccio sinistro, mentre il destro aveva risalito la mano
di Lavi che teneva stretto il martello e serrava le dita affusolate attorno
alle sue.
Il rossino sussultò voltando il viso.
Incontrò il sorriso divertito dell'altro ed il suo respiro che, calmo e
bollente gli scivolò suadente sul volto.
La mano di Tyki scese al polso stringendolo con forza e premendo sul nervo
che obbligò Lavi ad abbandonare la presa al martello.
Ci fu un tonfo sordo.
Seguì un silenzio di tomba.
Si guardarono a lungo.
Ambra nello smeraldo.
Il calore di un corpo che passava attraverso un altro.
Le labbra di Tyki che si avvicinavano a quelle dell'esorcista fermandosi
prima che il loro sfiorarsi divenisse vero e proprio tocco.
La voce sussurrata che soffiava nella sua bocca.
- Ho cambiato idea. Non mi va di ucciderti. -
Lavi aveva abbassato lo sguardo e insistente la sua unica iride puntava su
quelle labbra troppo vicine alle proprie.
Il suo respiro si condensò in piccole nuvolette bianche che svanirono
sbattendo contro il volto del Noah. Decise persino di smettere di respirare,
trattenere il fiato finchè quel bizzarro tipo non si fosse staccato da lui
insieme al suo carattere lunatico.
Ma non avvenne.
- Non mi chiedi perchè? - gli venne invece domandato.
Il rosso aveva pensato quella domanda ma non era sicuro di voler conoscerne
la risposta.
Scosse piano il capo, così facendo le labbra si allontanarono da quelle di
Tyki e rimase con il capo piegato leggermente di lato, in quel modo aveva
ottenuto una minima distanza.
- Non ci tengo, ma sono comunque d'accordo con te. - azzardò insieme ad un
sorriso che gli uscì imbarazzato e sollevato.
- Ok. Allora non te lo dirò. -
- Bene. -
Sarebbe stato meglio lo avesse fatto.
Con la mano ancora stretta al suo polso lo costrinse a piegare il braccio
dietro la schiena, voltando il ragazzo completamente verso di sè mentre il
braccio alla sua vita lo tirava più vicino, i bacini a contatto.
Lavi ebbe un tremito che si perse per la schiena.
- Voglio qualcosa in cambio. - annunciò Tyki.
Lavi corrucciò la fronte.
Iniziava a pensare che sarebbe stato meglio continuare a giocare al suo
tentato assassinio.
- Infondo me lo merito, sto disobbedendo all'ordine del mio Lord, è giusto
che abbia qualcosa in cambio. -
Sorrise, sensuale con quei suoi tratti portoghesi e la pelle scura,
accarezzata dalle avide dita dell'oscurità.
- Non sei d'accordo? -
- Oh, certo! - esclamò il ragazzo, troppo scomodo per i propri gusti, mentre
cercava invano di allontanarsi dall'altro, strattonando piano il braccio
incastrato dietro la schiena - Che ne dici se ti regalo queste? -
Frugò con la mano libera nelle tasche estraendo un pacchetto di caramelle
alla fragola che porse a Tyki.
Il giovane le guardò perplesso.
Scosse il capo.
- Spiacente, sono allergico alla fragola. -
- Cosa? Davvero? E' un peccoto, io l'adoro! -
- Ti facevo più tipo da cioccolato. - commentò con un sorriso tranquillo il
portoghese.
- Ma mi piace anche quello! - esclamò Lavi con gli occhi che gli luccicavano
e l'acquolina in bocca.
Quasi dimenticò di trovarsi ancora tra le braccia di Tyki ed il broncio
dipinse la sua espressione quando se ne rammentò.
- Su questo allora siamo d'accordo. Comunque ho già deciso cosa prendermi in
cambio della tua vita. -
Di già?
Brutto segno.
Cercò un'ultima volta di liberarsi, mettendoci più impegno, fin quasi a
farsi male e procurarsi una slogatura alla spalla finchè non si ritrovò a
camminare all'indietro obbligato da Tyki che lo spingeva con le spalle
contro la robusta radice di un albero.
Inaspettatamente vi sbattè con violenza e con tutta la schiena perchè il
Noah aveva lasciato libera la sua vita per poggiare la mano al suo viso,
sostando in una carezza rubata e obbligandolo ad alzare lo sguardo su di
lui.
Intense polle d'oro lo fissavano.
Non gli piaceva il suo sguardo.
In qualche modo lo inquietava.
In qualche modo lo attraeva.
In ogni caso lo eccitava...
Era troppo intenso, troppo profondo, troppo... Troppo.
Il suo cuore saltò un battito quando la bocca del giovane Noah premette con
forza sulla sua in un bacio veemente che di dolce aveva ben poco.
In compenso era sensuale, era bollente, era eccitante.
Caldo. Avvolgente.
Si trovò a perdersi in quel bacio, scoprendo troppo tardi di star
partecipando attivamente quando la lingua di Tyki si insinuò tra le sue
labbra e la propria la toccò, e la sfiorò, e la ricercò, e battagliò con
essa.
Tyki rise.
Di una risata cristallina.
Intinta nella malizia.
Mentre la bocca si staccava da quella di Lavi per posare all'orecchio ed
inumidirlo di saliva mentre lo torturava con i denti.
Soffiò dentro il suo fiato in un sospiro.
- Lavi, Lavi, don't you see? It's too simple, you want me. -
Rise ancora e questa volta scese al collo che mordicchiò, succhiò, leccò,
fino a lasciare il segno.
Soltanto allora si concesse di staccarsi dall'esorcista, allontanandosi di
un passo.
Lo guardò ancora.
Le labbra del rossino erano gonfie e dischiuse, l'unico occhio socchiuso e
lucido di piacere, le gambe leggermente divaricate e la mano che non era
bloccata dietro la schiena si era aggrappata alla corteccia ruvida
dell'albero.
Tyki poggiò il gomito qualche centimetro sopra la nuca dell'altro e abbassò
lo sguardo.
- Direi che possiamo tenerci soddisfatti entrambi. -
Il rossino non la udì nemmeno quella frase eppure non faceva che guardare
quelle labbra morbide, inumidite dalla lingua.
Ne era rimasto rapito.
- Mhm. - rispose soltanto giusto perchè gli era sembrato che l'altro
parlasse con lui.
- Ehy, ma mi stai ascoltando ragazzino? - gli schioccò le dita davanti al
naso.
Lavi sbattè le palpebre risvegliandosi da un sogno ad occhi aperti.
- Eh? Cosa? Quando? Dove? Perchè? - domandò in una sbrodolata di parole.
Tyki rise alla buffa espressione che assunse.
Quel ragazzo lo divertiva.
Aveva fatto bene a non ucciderlo.
Quel ragazzo lo intrigava.
Aveva fatto bene a prendersi un bacio come ricompensa della propria bontà.
Quel ragazzo... Oh, come desiderava quel ragazzo!
Un giorno lo avrebbe avuto.
Fu una promessa silenziosa che fece tra sè e sè.
E così un giorno sarebbe stato.
Scostò con le dita ciuffi rossastri della frangia di Lavi liberando il suo
sguardo smeraldino. Il sangue non aveva smesso di fluire dalla ferita alla
fronte e macchiò anche i suoi guanti bianchi.
Li portò alla bocca assaggiando il liquido cremisi con la lingua, ma poi
decise che preferiva leccarlo direttamente dal volto dell'esorcista e la sua
lingua raccolse gocce dal sapore metallico percorrendo gli zigomi e tornando
di nuovo a sostare sulle labbra dell'esorcista, ridisegnandone i contorni.
- Direi che è ora di lasciarci. - mormorò per nulla convinto delle sue
stesse parole.
- Già. - seguì Lavi che si sporse verso di lui per allungare il contatto con
la sua bocca.
- Bene. -
- Bene. -
- Allora addio. -
- Addio. -
Eppure non si erano ancora staccati da quell'albero che assisteva ai loro
scambi di sguardi, a quei baci a fiori di labbra o rubati con veemenza e
leggeva desiderio nei loro occhi appannati dall'eccitazione.
Tyki sospirò rialzandosi.
Il gioco era finito per davvero.
Peccato.
- Bye-bye Lavi. Alla prossima volta. -
Lo salutò con la mano dandogli le spalle per incamminarsi lungo il sentiero
che portava lontano dal bosco.
Si fermò quasi subito voltandosi.
- A proposito, spero tu abbia la decenza di non morire prima del nostro
prossimo incontro. Sarebbe al quanto spiacevole e ti assicuro che potrei
rimanerci davvero molto male. -
Lavi ridacchiò divertito.
- Non accadrà, questo è poco ma sicuro. Altrettanto vale per te, vero,
signor Tyki? -
Tyki annuì soddisfatto.
- Molto bene. Allora alla prossima e chissà che non ci si rincontri in
circostanze più piacevoli. -
Lavi arrossì un poco ma il ghigno sornione rimase ad abbellire il volto.
Alzò la mano in segno di saluto e finalmente si mosse per staccarsi dalla
corteccia e recuperare il proprio martelletto rimpicciolito tra il tappeto
di foglie secche cadute sul terreno.
Stancamente si lasciò cadere seduto, le gambe incrociate, le braccia posate
mollemente sulle cosce.
Portò una mano alle labbra, carezzandole con l'indice ed il pollice.
Sì abbandonò sul terreno, sdraiandosi. Sfinito.
Le guance si colorarono di un lieve rosso riscaldandosi mentre chiudeva gli
occhi.
- Merda... - sussurrò al vento - ...questa volta sono proprio cotto... -
Lavi, Lavi don't you see?
It's too simple, you want me.
E la voce di Tyki Mikk che cantilenava
suadente nell'orecchio.
+†+THE
END+†+
-Note super-mega-extra-in-ritardo
dell'Autore-
La filastrocca-canzoncina di Cell Roron mi
ha impiegato quasi più tempo della fic=_=.. con il fatto che a inventare
rime io faccio schifo non riuscivo a trovare nulla di buono,
inizialmente doveva essere in italiano, ma poi mi si è accesa la
lampadina e sono uscite quelle sei righe miracolose in inglese che
suonano decenti.
Di seguito la traduzione per chi se lo
stesse chiedendo.
Lavi, Lavi, it's the name. [Lavi,
Lavi è il nome]
Damned forever was your fame. [Dannata per sempre fu la tua fama]
Oh poor guy, don't you see? [Oh povero ragazzo, non vedi?]
It's your end listen to me. [E' la tua fine ascoltami.]
Lavi, Lavi, make your last breath [Lavi, Lavi fa il tuo ultimo
respiro]
then say "Hello" to the Death. [poi dì "Hello" alla Morte.]
Diciamo che il mio inglese non è sta gran
cosa, per cui spero di non aver cannato^^"""...
Thank you 'nd see ya *-*!
|