Storia classificatasi prima al Nana
Contest di Dark Aeris: è una
raccolta di cinque flashfiction Reira/Shin, tutte ambientate tra il
volume 6 e il volume 13, che pubblico tutte insieme per amore di
unitarietà. Altre note in fondo ^^
Stay
with me tonight
I'm lost in a deep winter sleep
257. Addormentarsi all'alba
Le persone
sono sole.
L'ha imparato
presto, sulla propria
pelle, e la sua precoce esperienza lavorativa non ha fatto altro che
rafforzare questa sua convinzione.
Le persone
sono sole, e tutte uguali.
Quando una
donna lo paga, lo fa in
minima parte perché desidera fare sesso con lui, quanto piuttosto
perché vuole qualcuno che le faccia compagnia. Qualcuno a cui
parlare.
Reira, la
principessa dei Trapnest,
bellezza irraggiungibile intrappolata tra poster e copertine, non fa
eccezione.
Con la stessa
voce con cui modula note
armoniose, riempie la stanza di parole fino al sorgere del sole.
Parla al
buio, parla a sé stessa,
parla a un interlocutore ideale che, tra i mille agi della sua vita
da sogno, non riesce a trovare. Anche se non riceve risposta, va
avanti fino all'alba.
E Shin,
benché non rientri nei suoi
obblighi lavorativi, resta ad ascoltarla mentre costruisce castelli
di parole e sogni infranti, svelando ad ogni frase quante cose ci
siano che non vanno nella sua esistenza perfetta e invidiata da tutte
le giapponesi.
Reira è sola,
disperatamente sola,
paradossalmente più sola della media delle persone: proprio lei che
potrebbe avere tutto – e tutti – si riduce a pagare qualcuno che
la stringa e le dedichi qualche ora di attenzione.
Perciò Shin
rimane nel suo letto,
accanto a lei, sveglio nonostante la notte stia per cedere il passo
al giorno, e ascolta tutto quello che ha da dire, finché la sua voce
si affievolisce e i suoi discorsi si fanno frammentati. Solo quando,
all'alba, la sente respirare piano, si concede di addormentarsi a sua
volta per poche ore.
Take my hand
32. La mano del destino
Dietro ai
loro incontri non c'è la
mano del destino, ma solo una mazzetta di banconote che lei gli
infila in silenzio nella tasca posteriore dei jeans dopo ogni notte,
facendo attenzione a calcolare un sovrapprezzo che dia ad entrambi
una scusa per vedersi un'altra volta, e poi un'altra ancora.
Non c'è nulla
di romantico in tutto
questo, nulla che si intoni con l'immagine di principessa delle fiabe
di Reira; ma se è vero che i suoi modi sono eleganti e pieni di
grazia, nel suo sguardo c'è solo un'amara disillusione, che Shin ha
tante volte visto riflessa nello specchio.
L'eterea
cantante dei Trapnest crede
più nella materialità di una stretta di mano
e di un plico di banconote, che non nei sogni d'amore che animano le
fantasie delle sue fan.
Shin scopre
presto che Reira, dietro
l'apparenza, è una donna spezzata, ed è questo, più che la sua
bellezza o il suo denaro, a spingerlo a tornare di volta in volta.
Anche se di
certo non è un principe
mandato dal destino – o, per dirlo alla Hachi, dal Grande Demone
Celeste – a salvarla dalla sua torre d'avorio, forse, notte dopo
notte, abbraccio dopo abbraccio, potrà risanare almeno in minima
parte il vuoto che Reira si porta dentro.
Nessuno di
loro ancora immagina che
attorno ai loro mignoli sia avvolto il filo rosso del destino
a cui guardano con tanto scetticismo.
Can you hear me out there?
172. Avviso inascoltato
Nonostante
ripeta spesso che dormire
poco fa male alla pelle,
Reira è sempre la prima ad alzarsi, dopo solo poche ore di sonno.
Scivola giù dal letto in punta di piedi e si riveste senza fare il
minimo rumore: all'inizio Shin credeva lo facesse per accertarsi che
nessuno scoprisse la loro relazione, ma ora che la conosce meglio ha
il sospetto che in realtà tema soltanto di svegliarsi in un letto
vuoto.
Quindi, anche
se spesso è lui a
svegliarsi per primo, resta immobile, fingendo di dormire, e con gli
occhi socchiusi la guarda indossare la camicia da notte, scivolare
fino in bagno per sciacquarsi il viso, poi tornare di soppiatto in
camera ed afferrare la spazzola dal comò.
Quando gli dà
le spalle per
concentrarsi sul suo riflesso nello specchio, Shin si tira a sedere,
e ne approfitta per guardarla: da quella prospettiva, assomiglia
molto a Ryoko, ma ogni tipo di paragone finisce nel momento in cui,
dalle labbra di Reira, comincia ad uscire una melodia lieve e
struggente.
Mentre passa
la spazzola tra i lunghi
capelli, ciocca dopo ciocca, intona a bassa voce una canzone inglese
che pare inventata sul momento, e lui, senza quasi rendersene conto,
sgrana gli occhi.
Ha sentito
tante volte Reira cantare,
ma questa è la prima che coglie nella sua voce una simile tristezza.
Resta in
silenzio ad ascoltarla,
intrappolato da quella melodia meravigliosa e disperata al tempo
stesso: è poco più di un sussurro – lei ancora lo crede
addormentato – eppure ha la stessa forza di urlo.
Il suo canto
pare il grido d'aiuto di
un animale in trappola, un avviso di malessere rimasto inascoltato –
o forse ignorato – troppo al lungo.
Senza
rendersene conto, Shin si trova
in piedi dietro di lei, le mani che sfiorano le sue.
“Buongiorno”,
soffia contro il suo
orecchio, e lei si lascia abbracciare.
Quando si
volta a salutarlo, sul suo
viso non c'è nessuna traccia di tristezza, solo un sorriso gioioso
da bambina, davanti al quale il cuore di Shin, allenato
all'indifferenza, non può fare a meno di mancare un battito.
Take me over completely
107. Pensami
“Pensami
almeno un pochino,
d'accordo?”
Reira ha
l'innocenza di una bambina nel
lasciarsi andare a frasi di disarmante sincerità, e Shin risponde
facendole scivolare attorno al collo la catenella con il suo
accendino preferito.
Ha smesso di
dimenticarlo – o di
fingere di farlo: ormai gli viene spontaneo lasciarle un pezzo di sé,
così come a lei viene spontaneo giocherellarci mentre sono lontani,
ripercorrendo mentalmente i momenti trascorsi insieme.
E Shin la
pensa, la pensa anche più di
quanto vorrebbe. Reira è un pensiero che gli si è radicato nel
cervello, una costante che si sorprende di trovare in ogni più
piccolo dettaglio delle sue giornate. E' nelle note dei suoi cd di
Eric Clapton,
è nel riflesso degli occhiali scuri di Yasu, è nella voce di Nana
che si sforza oltre l'impossibile per reggere un confronto che
nessuno le ha chiesto di sostenere; è sullo schermo del suo
cellulare, nelle email che gli scrive da camerini e studi di
registrazioni, piene di aneddoti divertenti e frasi futili, alle
quali lui risponde appartandosi in un angolo, il basso a tracolla e
la sigaretta tra le labbra, e un'espressione serena in volto.
“A quale
delle tue tante amanti
scrivi?”, chiede Nobu, cercando di sbirciare quello che sta
digitando sul display.
Shin fa
spallucce e sostituisce un
sorriso sibillino alla risposta che gli è venuto spontaneo
formulare.
Alla più speciale.
Tell me, what do you feel?
262. L'inizio di un addio
Sono lontani,
ormai, i giorni in cui
vedeva il sesso solo come un vantaggioso compromesso tra i suoi
naturali istinti di adolescente e la necessità di fare soldi. Da
tempo ha smesso di mettere in pratica gli insegnamenti di Ryoko: non
c'è nulla di meccanico nel modo in cui stringe Reira a sé prima
ancora che la porta della stanza d'albergo in cui si incontrano
quella sera gli si richiuda alle spalle. E' solo bisogno, un bisogno
disperato e insaziabile di baciarla e sentirla sua, come tanto ha
desiderato di fare nei giorni trascorsi lontani.
Non desidera
più denaro, regali, o
mero sesso; è solamente Reira che vuole.
Shin la
bacia, spingendola verso il
letto. La bacia come non ha mai baciato nessun'altra donna – e,
nonostante abbia solo sedici anni, la lista è già lunga; la bacia
con il cuore che gli batte così forte che quasi ha paura che possa
staccarglisi dal petto – non vuole perderlo ora che l'ha finalmente
trovato.
Si chiede se
sia questo che ha provato
Nobu nei suoi fugaci momenti con Hachi, che Nana sente quando è tra
le braccia di Ren, che Hachi ricerca con così tanto affanno in
questo e quell'altro uomo.
Mormora
all'orecchio di Reira, standole
sopra, parole mai dette e che mai avrebbe pensato di dire.
“Ti amo”.
Lei sussulta,
e gli occhi le si
riempiono di lacrime, che soffoca contro l'incavo della spalla di
Shin.
“Ti amo
anch'io, Shin”.
Gli stringe
forte le braccia attorno al
corpo magro, pelle contro pelle, battito contro battito, mentre i
loro respiri articolano mormori confusi in una lingua comprensibile a
loro due soli.
Non hanno più
paura di essere onesti,
ora.
Ed è proprio
nel momento di piena
affermazione del loro amore che comincia il loro lento e inevitabile
addio.
N/A:
Tutte le
flashfiction sono state
scritte anche per la community 500themes_ita: il prompt usato è
indicato sotto il titolo di ogni flash. Tutti i titoli – compreso
quello della raccolta – sono tratti da canzoni di Olivia inspi'
Reira: Stay with me tonight viene
da Recorded Butterflies, I'm lost
in a deep winter sleep e Can
you hear me out there? da Winter
Sleep,
Take me over completely e Tell me what do you feel? da Tell me, Take
my hand da Starless night.
Le flashfic
sono consequenziali e
raccontano, prevalentemente dal punto di vista di Shin, l'evoluzione
di una storia nata come un puro rapporto a pagamento. La frase
conclusiva, mutuata dal prompt scelto, si riferisce al fatto che la
storia tra Shin e Reira si interrompe proprio quando sono più
innamorati, proprio perché i loro sentimenti traspaiono e sono
intuiti da Takumi, portando poi alla rottura dei due (lo specifico
perché forse quella frase era un po' oscura ^^)
Non ce l'ho
fatta ad andare oltre come
linea temporale, sia perché al momento della stesura sapevo come
procede la trama solo da spoiler
e scan, sia perché non volevo mettere
troppo angst in questa raccolta xD
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