Let it shine, so they can see we were meant to be

di DadaOttantotto
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Let it shine, so they can see we were meant to be Fandom: Disney > Lemonade Mouth
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: Olivia, Wen, Mo, Stella, Charlie
Tipologia: Drabble
Lunghezza:  #1. 100 parole; #2. 90 parole; #3. 93 parole; #4. 98 parole; #5. 97 parole
Avvertimenti: Drabble, Raccolta
Spoiler!: /
Genere: Introspettivo
Credits: /
Note dell'Autore: Questa storia partecipa a "Gara di velocità - Drabble", organizzata da WAR per le Olimpiadi 2012
Introduzione: #1. Non poteva salire sul palco, non ce la faceva.
#2. Gli veniva il voltastomaco guardando il padre e la sua nuova fidanzatina.
#3. Mohini cercava di essere la perfetta figlia indiana, ci provava davvero.
#4. Era ribelle e spesso veniva richiamata dal preside, ma loro continuavano ad ignorarla.
#5. Come faceva a diventare un grande del calcio se nemmeno riusciva a prendere la palla?


#1. Olivia
Non poteva salire sul palco, non ce la faceva.
Un conto era cantare con la band, in quella piccola stanza che usavano per le prove. C'erano solo loro - e la signorina Reznick, al massimo. Non si vergognava.
Ma davanti a centinaia di persone... era totalmente diverso. Quelli erano i suoi compagni di scuola, gente che avrebbe rivisto l'indomani e ogni singolo altro giorno.
Si era chiusa in bagno, nascondendosi da tutti. Era in momenti come quelli che avrebbe voluto vicino sua madre e suo padre. Aveva disperatamente bisogno di un po' di amore e di un'abbondante dose di coraggio.

#2. Wen
Gli veniva il voltastomaco guardando il padre e la sua nuova fidanzatina.
Insomma, Sidney andava ancora al college! Aveva ventotto anni, era poco più grande di lui. Quale padre sarebbe uscito con una ragazza quasi della stessa età del figlio?
Il suo, a quanto pareva.
Ci mancava solo che decidesse di sposarla. Non la voleva come matrigna, non la voleva in casa, non la voleva nella sua vita. Non la voleva e basta.
Per quanto gli dispiacesse far soffrire suo padre, non avrebbe mai considerato Sidney come una di famiglia.

#3. Mo
Mohini cercava di essere la perfetta figlia indiana, ci provava davvero. Prendeva lezioni di violino, seguiva attentamente tutti le regole e i suggerimenti del padre... ma non era abbastanza.
Quello che lei voleva fare era diverso, era migliore. Quando teneva il suo basso tra le mani era come se il resto del mondo sparisse. Non c'era più la sua famiglia, non c'erano più i vestiti castigati o i libri di scuola.
C'erano solo lei e la band, i suoi nuovi fratelli. Gli strumenti, la loro musica.
A lei bastava questo per essere perfetta.

#4. Stella
Era ribelle e spesso veniva richiamata dal preside, ma loro continuavano ad ignorarla.
Stella pensava che non si sarebbero accorti di lei neanche se fosse stata sulle prime pagine di tutti i giornali. E prima o poi ci sarebbe stata, se la band avesse avuto il successo che sperava. Ma anche in quel caso... niente. L'attenzione dei suoi genitori sarebbe stata catturata da qualche nuova scoperta medica, o dal genio dei suoi fratelli.
Insistevano persino a cucinarle la carne, benché da mesi ripetesse di essere vegetariana.
Per fortuna c'erano i suoi nuovi amici. Almeno per loro era importante.

#5. Charlie
Come faceva a diventare un grande del calcio se nemmeno riusciva a prendere la palla?
Lui ci provava, ma quella benedetta sfera rimaneva sempre al proprio posto. E tutti ridevano.
Era dura vivere all'ombra del fratello perfetto, ottimo studente e incredibile calciatore. Non riusciva a dire ai suoi genitori che a lui quello sport non piaceva - oltre a essere notevolmente negato -  e che, in realtà, la sua passione era la batteria. Che con quella esprimeva le proprie emozioni. Che quella gli aveva fatto conoscere persone fantastiche.
Non avrebbe potuto sopportare la delusione sui loro volti.




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