Gli
anni erano passati rapidamente al castello per Ted e la sua vita
scorreva (quasi) tranquilla. Presto il quinto anno sarebbe iniziato e
per lui voleva dire principalmente nuove materie da studiare, esami e
una sempre più bella ragazza da guardare... Da lontano. Non
che Andromeda avesse mai dato qualche minimo segno di accorgersi di
lui. Se si escludevano i momenti in cui qualche Serpeverde lo prendeva
di mira perché lui era troppo
vicino a loro, per il resto del tempo la ragazza non
sembrava interessarsi minimamente a lui.
Anzi, per la precisione neanche si degnava di appoggiare il suo sguardo
su di lui, probabilmente credendo che la sua vista ne verrebbe
intaccata se provasse a osservarlo per più di mezzo secondo.
Al contrario lui si abbeverava di quei momenti, si nutriva degli attimi
che poteva passare osservando Andromeda o, come più
frequentemente capitava, la nuca di Andromeda. Nelle ore che avevano in
comune, passava il tempo a guardarla, sperando che un giorno sarebbe
riuscito anche solo a parlarle assieme. Non molto di più.
Gli sarebbe bastato parlare qualche minuto con lei, sfogare i suoi
sentimenti e poi l'avrebbe lasciata andare, per sempre.
I mesi da settembre erano passati stancamente, freddi prima del tempo,
e lui aveva continuato a vivere come sempre. Guardava Andromeda da
lontano, tentava di sopravvivere alla sua goffaggine e vivacchiava nei
voti in attesa degli esami di fine anno. Fortunatamente a casa rimaneva
solo sua madre, il padre era morta l'anno precedente, quindi non c'era
più nessuno la che gli ricordasse quanto fosse strano e
sbagliato o lo demotivasse.
Praticamente senza quasi accorgersene erano arrivati i primi di
dicembre, motivi dei pensieri casalinghi
che aveva quella mattina salendo a colazione, e lui come ogni studente
tentava in tutti i modi possibili di combattere contro il freddo
pungente e gli spifferi.
Rabbrividendo si era appena seduto al tavolo dei tassorosso quando
meccanicamente alzò lo sguardo verso quello dei serpeverde.
Andromeda non era ancora arrivata, ma le sue sorelle sì.
Probabilmente si era fermata da qualche parte a scollarsi Lestrange di
dosso, una presenza praticamente costante nelle sue giornate e che, per
certi versi, Ted invidiava.
Almeno lui non doveva elemosinare attimi con la ragazza, inventando i
modi più assurdi per stare con lei.
Perso com'era in quei pensieri quasi neanche si accorse che proprio la
Black di mezzo era entrata e si era sistemata tra le sorelle, ma quando
lo fece notò immediatamente una cosa. Portava al collo la
sciarpa di Lestange non la sua. Era facile rendersene conto
perché quella del ragazzo era molto più distrutta
di quella di lei che invece la teneva alla perfezione come ogni capo
del suo bestiario.
Dopo un rapido quanto inutile discorso di Silente, e una rapidissima
colazione Ted si alzò in direzione dei sotterranei, la sua
prima lezione era con Lumacorno. Lato positivo, avrebbe potuto fare
lezione con la ragazza. Lato negativo, non riusciva ancora a fare la
pozione che lui aveva assegnato, avrebbe fuso il suo ennesimo calderone
e avrebbe preso le sue ennesime punizioni. Secondo lato positivo,
nell'aula di pozioni faceva caldo.
Poteva prendersela con comodo tanto metà del tavolo di
Serpeverde era ancora seduto a mangiare e Lumacorno non avrebbe mai
iniziato senza attendere ogni singolo suo pupillo.
Si incamminò verso l'aula, facendo attenzione a dove metteva
i piedi per evitare di inciampare in qualcosa (o qualcuno) quando una
figura che risaliva il corridoio dal lato opposto lo fece distrarre.
-Scostati Tonks.- le parole di Lestange ebbero l'effetto di una doccia
gelata per Ted che di conseguenza non si spostò abbastanza
in fretta e il suo gomito urtò quello della ragazza
facendole cadere le pergamene che aveva tra le mani.
Il ragazzo sospirò dispiaciuto per quel disastro e fece per
allungarsi a raccogliere, a terra ci era già visto che ci
era finito dopo lo scontro, quando le indelicate mani di
Rabastan lo spinsero all'indietro.
-Non toccarle!- l'ordine era così perentorio che il ragazzo
neanche ci provò. Non che amasse seguire gli ordini del mago
purosangue, ma non aveva voglia di litigare
in mezzo al corridoio.
-Volevo solo essere d'aiuto...- si limitò a mormorare e ad
alzare lo sguardo verso la ragazza, cercando un cenno di intesa o di
qualsiasi cosa che potesse giustificare quel gesto. Andromeda
però era impassibile dietro il compagno di casa, altera e
fredda come sempre.
In realtà, la reazione di Andromeda era tutto meno che
impassibile, solo anni di educazione avevano impedito che i veri
sentimenti si mostrassero. La reazione del purosangue l'aveva
infastidita come sempre, ma non poteva dimostrarlo davvero, quindi si
limitò ad accucciarsi e dire, guardando entrambi:
-Posso fare da me!- sbottò osservandoli ancora e, per la
prima volta in cinque anni, incrociare gli occhi di Ted che non erano
stati abbassati abbastanza rapidamente dal proprietario.
Le
era bastato. Qualcosa negli occhi azzurri del ragazzo l'aveva rapita. C'era
qualcosa in quei pozzi azzurri che la stregava, facendole battere il
cuore in un modo del tutto nuovo per lei. In un attimo il mondo attorno
a loro si era annullato e lei non riusciva a distogliere lo sguardo dal
giovane Tassorosso.
Sapeva che doveva farlo, la sua minima parte razionale ancora attiva
glielo diceva, ma non ce la faceva.
Fosse stato per le sarebbe rimasta tutta la mattina ad osservare quel
pezzo di cielo, mentre dal canto suo il ragazzo non aveva mosso un
muscolo per interrompere il contatto con la ragazza. Per la prima volta
da anni riusciva a farsi notare da lei e non avrebbe abbassato lo
sguardo per nulla al mondo. Anche perché se adorava i suoi
capelli, il suo sguardo era letteralmente magnetico.
Solo dopo lunghi minuti la ragazza si disse che aveva guardato fin
troppo tempo Ted davanti all'intero quinto anno di serpeverde ed era il
caso di alzare lo sguardo.
-Sparisci dalla mia vista- le parole le costarono uno sforzo
incredibile, ma dovette dirle o la cosa avrebbe portato a pettegolezzi
e discussioni e non voleva. Senza contare cosa sarebbe successo se la
voce avesse raggiunto Bellatrix. Sarebbe stata capace di scrivere ai
genitori anche se, appunto, si trattava di una voce per il puro gusto
di ricordarle chi era.
Ted sentendo quelle parole si alzò di scatto e corse via.
Non gli importava della lezione imminente, tanto sarebbe stata solo
l'ennesima punizione di Lumacorno, ormai ci aveva fatto l'abitudine e
comunque l'avrebbe presa in ogni caso.
In quel momento voleva solo sparire. Con le lacrime agli occhi
raggiunse il lago nero e si sedette su una roccia sul bordo incurante
del freddo o della neve.
Ovviamente si era illuso, la ragazza aveva solo accidentalmente
mantenuto il contatto visivo.
-Perché....?- la domanda ripensandoci però gli
sorse spontanea, perché la ragazza lo aveva mantenuto?
-Perché cosa Tonks?- la voce di Andromeda lo fece
sobbalzare, visto che la neve aveva attutito i suoi passi.
Non le rispose subito, ma si girò a guardarla. La ragazza
era alle sue spalle, leggermente ansimante per la corsa, le guance
arrossate dal caldo e i riccioli mossi dal vento freddo... Un vero
spettacolo per il ragazzo che nonostante il freddo e la delusione
rimase a guardarla rapito.
-Come mai sei qui? Non vai da Lumacorno?- quando finalmente si riprese
pose quella domanda che effettivamente era legittima dal suo punto di
vista.
-Ho preso la scusa di un mal di testa e sono uscita.-
mormorò la ragazza ricambiando a fatica il suo sguardo.
Sentiva la salivazione praticamente a zero e le farfalle nello stomaco,
o comunque qualcosa di molto simili ad esse, e non riusciva a staccare
lo sguardo da lui.
-Andromeda....?- lentamente Ted si era avvicinato a lei notando il suo
più che evidentemente sbandamento e le aveva accarezzato la
mano.
Forse non avrebbe dovuto farlo.... perché ora voleva solo
stringere fra le sue quelle delicate di lei e scaldarle avendole
percepite gelide a quel brevissimo tocco, mentre lei aveva stretto le
dita come infastidita.
-Ted...- la mano in realtà scossa da un brivido si era
allungata a cercare quelle di lui, subito accontentata.
-Sono qui...- non capiva, non riusciva a capire... E neanche gli
importava.
-Guardami Ted.- Andromeda sentiva il bisogno di perdersi in quegli
occhi che annullavano tutto il suo mondo. Dimenticava così
facilmente e con così tanto piacere di essere una Black, di
avere dei doveri, degli obblighi, che non doveva essere lì,
non con lui.
Di essere destinata al Lestrange minore dopo che la sorella era ormai
praticamente sposata al maggiore.
Alla coscienza che davanti a lei si apriva un'esistenza da infelice
purosangue non amata dal marito con l'obiettivo di dargli una
discendenza per non trovarsi nella situazione della madre, guardata
ancora più freddamente dal padre per le inutili tre figlie
femmine e derisa dalla cognata che aveva dato a Orion due maschi.
Ma non le importava.
Ted dal canto suo non se lo fece ripetere due volte e subito
alzò lo sguardo dalle mani della Serpeverde guardandola
negli occhi e avvicinando alle sue labbra le mani.
-Mi fai impazzire. So che è sbagliato ma non riesco a
staccarmi.- ammise lei mentre il ragazzo sorrideva:
-Ti faccio impazzire abbastanza da fare questo?- senza
neanche attendere una risposta la strinse a sé, appoggiando
le sue labbra su quelle morbide e lucide di lei. La mano destra
arrivò fino alla base della schiena, per sorreggerla, mentre
la sinistra realizzava il sogno di toccare e giocare coi meravigliosi
riccioli di lei.
Andromeda neanche si oppose, non disse nulla, ma rimase in quella
posizione.
Obiettivamente non rispose al bacio di lui, ma Ted non solo non ci fece
caso, ma non gli diede neanche peso. Il giovane era troppo preso da
quella marea di sensazioni per rendersi conto di quello che succedeva effettivamente.
Rimase qualche minuto con le labbra appoggiate a quelle di lei, ma alla
fine fu costretto a staccarsi. La ragazza era sensibilmente
più bassa di lui, discretamente alto e forse anche per
quello particolarmente goffo, e cominciava a fargli male il collo,
anche perché la posizione così improvvisata non
era stata delle migliori.
Andromeda dal canto suo riaprì gli occhi quando il caldo
umido delle labbra di lui venne meno e lo guardò negli
occhi. Non disse nulla, come se il bacio le avesse tolto il dono della
parole, ma si limitò a guardarlo negli occhi, sempre
così dannatamente bello e sorridente.
-Due anni...- sussurrò piano il giovane tassorrosso
riportandola alla realtà, mentre lei lo guardava senza
capire -dammi due anni di amore. Dammi fino ai M.A.G.O e poi se
crederai che tutto questo è troppo e non vale la candela
sparirò dalla tua vita, ma ti prego...-
Le nuove parole di Ted furono bloccate dall'indice di Andromeda sulle
sue labbra.
-Due anni. Poi deciderò.- anche se in realtà
forse la sua decisione l'aveva già presa... -Ma nessuno
dovrà sapere di noi Ted.-
-Nessuno ovviamente Meda...- disse lui azzardandosi a chiamarla in quel
modo per la prima volta. Lei sorrise e lo lasciò fare,
sentendo poi la campana suonare.
-Per te sono ancora Black quando non siamo assieme, ci vediamo ad
incantesimi Tonks, vedi di non ucciderti per la via.- disse la ragazza
ridendo e correndo verso il castello in modo da non arrivare in ritardo
ad una ben meno accondiscendente McGrannit.
-Ci proverò Black!- rispose lui di rimando canzonandola.
Attese qualche minuto prima di correre a sua volta verso il castello,
felice come non era mai stato prima.
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Unico
appunto in questo capitolo.
Secondo
Pottermore la McGranitt inizia a lavorare ad Hogwarts nel 1953 quindi
è più che legittimo che fosse la loro insegnante
di trasfigurazione essendo Meda (e quindi Ted) nata in un arco di tempo
compreso tra il 1950 (Bellatrix) e il 1955 (Narcissa).
Per
una mia convenzione del tutto personale li considero nati nel 1953.
Se vorrete leggere come l'ho scritta io, fate partire la musica quando
Andromeda, per la prima volta, incrocia gli occhi di Ted.
ps:
un commentino, anche negativo, è sempre è
comunque gradito, non dimenticatevelo ;)
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