Prologo:Sakè
e Thè
- Il freddo dell’inverno è ormai giunto, sembra
che dovremo nuovamente sopportare le basse temperature.-
Fece notare un giovane uomo dai capelli castani lunghi fin al collo. Il
bel viso è steso e rilassato, un ciuffo ribelle ricade
delicatamente sulla fronte. Socchiude per un attimo il suo
unico occhio di un bel color blu scuro. Il destro è nascosto
accuratamente da. Una benda nera, legata dietro il capo.
L’uomo, ha in addosso un semplice Kimono bianco pesante,
indicato per la stagione invernale che ora mai è
prossima. Giace seduto a gambe incrociate, sopra un morbido
cuscino blu di ottima fattura. Posa il gomito destro sul tavolino
adiacente, braccio con il quale tiene un bicchierino di
sakè. La gemella è posata sul tavolo dove sopra
c’è una piccola bottiglia fumante di
porcellana.
Di fronte a lui, seduta composta sopra un soffice e decorato cuscino
verde una figura di una giovane donna. La fanciulla ha dai lunghissimi
capelli castani leggermente mossi che le arrivano fino a sotto la vita
già ora che sono legati da un alta coda di cavallo. Sposta
lo sguardo al suo ospite, i suoi occhi di un bel color verde sono fermi
su di lui. Non emette alcun suono da quelle labbra rosate. Si limita a
socchiudere gli occhi e sospirare debolmente, una volta che prende la
piccola tazza da thè che giace sul tavolo. Le smeraldine
sono fisse ora sulla tazza di thè verde tenuta da entrambe
le mani, che pian piano si stanno riscaldando. Il forte vento invernale
si scontra con le finestre della imponente villa, tanto che queste
vibrano procurando un frastuono che rimbomba nella silenziosa e semi
vuota dimora. Il chiasso fa sobbalzare la giovane donna che
è concentrata a contemplare la piccola fogliolina di
thè, che galleggia nella tazza. Il castano osservo di
sotto’occhi il comportamento di questa, l osserva
attentamente con il suo unico occhio anche se a fatica con la poca luce
della candela. La sola forma di luce in quella stanza è una
candela tenuta al interno di una teca di vetro al centro del piccolo
tavolo di legno. Con la foca illuminazione riesce appena a vedere il
contorno di lei. Lei non si accorge subito di questo sguardo
insistente, continua di fatti a bere la sua bevanda non curante del
fare del compare. Solo quando si volta verso di lui, si accorge che
è lo sguardo del guercio e posato su di lei.
-Date-Dono Mi scusi…vi ho disturbato con il mio sussulto -
Dice con voce sottile e delicata,come si aspetta da una ragazza di
quelle fattezze. Il tessuto del abito di lei è fatto di vari
strati di seta rossa, con varie decorazioni di fiori color
nero. La fisionomia della donna è delicata ed esile, non
ostante tutto un bel corpo con le giuste morbidezze.
-non ti devi scusare per queste cose-
La riprende con voce seria e aspra il giovane uomo, mentre beve appena
un altro sorso della propria bevanda alcolica, fissandola ancora a
lungo.
-Megohime tra poco sarai mia moglie… Certe cose dovresti
evitarle a dirle -
Riprende a parlare con voce fredda, una volta che a finito il
bicchierino. Posandolo poi di fianco alla bottiglia per riempirlo
nuovamente, solo ora l occhio di lui non si posa su di lei ma sul suo
da fare.
Sentendo quelle parole i nervi già tesi della fanciulla si
bloccano, non vuole sposarsi non ora almeno. Si sente troppo giovane ha
appena ventitré anni,è si trova incastrata in un
matrimonio combinato, almeno non è con uno sconosciuto, ma
con il figlio di un amico del padre.
Peccato che questo sia Date Masamune, il solo nome può far
paura. Di fatti si presenta come un signore della guerra
arrogante e ambizioso. Un tipo energico e pericoloso sul campo di
battaglia, al di fuori di esso è piuttosto tranquillo, mite
e riflessivo. Almeno cosi aveva imparato a conoscerlo Megohime, da
quando sono fidanzati, quindi circa un anno.
Lei invece è Megohime Kiyoaki figlia di un nobile del borgo
vicino hai Date. Fin da piccola si è sempre addestrata nel
arte della Katana e soprattutto della Naginata. Un arma ad
asta giapponese, costituita da una lunga lama ricurva ad un solo filo,
poco più corta dello yari. Unisce in sè
velocità e facilità d’utilizzo, rende
gli attacchi letali e capaci di coprire un ampio raggio
d’azione facendone un'arma efficace.
Fu forse proprio quello a colpire Masamune la prima volta che la vide.
In mezzo a una schiera di uomini in una feroce battaglia, armata a fare
strage di soldati.Li allora era poco più di sedicenne, ma
già sapeva creare un danza di morte intorno a se.
Si sono incontrati in un campo di battaglia, sotto la stessa bandiera,
mentre la guerra infuriava come un fiume sulle rocce. La cosa lo colpi
talmente tanto il guerriero che chiese la sua mano alla famiglia, poco
tempo dopo la richiesta i suoi genitori,decisero il matrimonio, appena
la ragazza avrebbe raggiunto i ventiquattro anni.
Per i membri della famiglia Kiyoaki è un grande onore,
oltretutto posso imparentarsi con una delle casate più
importanti. Vi sono troppi vantaggi,per non acconsentire alla proposta.
Ebbene ora il momento è quasi giunto, mancano pochi giorni
al suo compleanno e poco dopo sarebbe diventata la sposa di Masamune,
moglie del drago dal occhio solo.
Megohime continua a bere in silenzio la sua bevanda calda. Un silenzio
carico di tensione il loro, mentre continuano a scambiarsi sguardi.
Megohime non sa praticamente nulla del suo promesso sposo, non si ha
molto tempo per conversare in guerra. In poche occasioni si sono visti
e parlati, situazioni prive di guerra si intende. Da quei fugaci
incontri ha carpito poco e nulla su Masamune; che ha due anni in
più di lei, Discute i piani e le difficoltà
apertamente con i suoi uomini e spesso pesa il consiglio del suo
secondo in comando, Kojuro Katakura, prima di prendere decisioni
importanti.
Una cosa aveva notato invece in battaglia, la sua fedeltà
per suoi uomini è inconfondibile; ha dimostrato
più di una volta di prendersi cura profondamente per tutti,
soprattutto per la sua mano destra Kojuro.
Cosa che aveva la colpita positivamente, almeno su un qualcosa sono d
accordo ossia il rispetto e la fiducia per i proprio soldati.
È difficile credere ma la fanciulla che ora sembra una dama
indifesa è a capo del esercito per conto di suo padre,una
donna samurai la piu valente non chè generale del esercito
di Mutsu .
Megohime "Vento di sangue", questo è il suo sopranome in
battigia. Considerata la più veloce a maneggiare
la propria arma, come se danzasse in uno scontro, si muove sinuosa
falciando teste e braccia.
Anche se è un soldato la fanciulla è comunque
curiosa, vuole sapere qualcosa da questo futuro sposo cosi riservato su
se stesso.
Ad esempio il suo occhio come è mai è coperto?
Una ferita di guerra forse? perché non si vanta
come fanno molti altri generali che conosce?.
Una domanda che non vuole essere maleducata, ma la curiosità
è forte e lei non è tipa da farsi scrupoli.
La conoscono non solo per le sue arti militari, oltre a questo
è famosa per la capacità di logica e di tattica,
ma anche per la sua particolarità di essere al quanto
schietta.
–per quale motivo avete perso il vostro occhio?-
Va a chiedere semplicemente, non scomponendosi minimamente, rimanendo
con quel aria da principessa fiera e orgogliosa. Nemmeno lo guarda,
abbassa lo sguardo sulla porcellana che ha in mano ora mai mezza vuota
del tiepido contenuto. Una nota amara si dipinge sulle sottili labbra,
mentre sente di nuovo il freddo gremirle le candide mani.
Masamune al sentire di lei spalanco l occhio leggermente, voltandosi
del tutto verso di lei visto che le dava un fianco. La fissa con aria
severa e sostenuta, continuando a bere tranquillamente come nascondere
un certo disagio.
La sposa non si scompose, non si accorge che con una semplice
curiosità ha agitato l animo nascosto del suo futuro sposo,
che continua a bere come se non fosse successo nulla. Il silenzio
continua, solo ora più profondo anche il vento a smesso di
agitarsi, lasciando un alone carico di tensione da parte della
generalessa che attende ancora paziente una risposta.
Altri minuti di quiete, solo il rumore del sakè che viene
versato nella ciotola di lui si sente, mischiato al respiro tranquillo
e appena percettibile di lui.
-tu dici che devo essere tua moglie…ma se non so nulla di te
che moglie posso essere?-
Va a dire ora mai stanca di attendere una risposta che non è
mai arrivata, sollecitandolo con lo sguardo tagliente e curioso. Il
drago scuote il capo,non è paziente la sua sposa come
sperava. Bella e fiera non ci sono dubbi quel aria di
nobiltà e di orgogliosità non potevano mischiarsi
anche con l essere paziente, un sorrisetto divertito appena accentuato
si fece largo sulle labbra.
-mhf non potevo sbagliarmi-
Fa convinto, sostentando lo sguardo della castana, mostrandosi
nettamente inferiore. Il fidanzato per cosi dire si mostra
più audace di lei, occhi penetrarti. Con l aria da arrogante
e altezzoso generale del esercito la povera Megohime deve abbassare lo
sguardo stringendo i denti.
-era solo una curiosità mio signore
Va a dire lei, mettendosi subito al suo posto. Odia questo giochi di
ruoli, odia non essere al altezza di questo feroce soldato che a
difronte. Uno dei più grandi generali di questi tempi la
sfida a un gioco di sguardi, una battaglia già persa dal
inizio. Purtroppo per lei sa quali sono i suoi limiti riconosce di
essere inferiore a lui sia in battaglia che per carisma. Non sopporta
questa situazione, sa cavarsela meglio con le lame che fingere di
essere una nobildonna.
Masamune si sofferma a osservarla attentamente, con quella poca luce di
candela che rimane, ora mai è prossima a morire. Fuori verso
il cortile interno poco distanti dalle mura, ci sono dei lumi anche
alcuni attaccati alla veranda che penzolano non troppo porta aperta.
Comunque l illuminazione è troppo tenue non riesce a
rischiarare la stanza tanto quanto vuole il daimyō
Con quel chiarore riesce a vedere i lineamenti della fidanzata, come
sempre i capelli sono tenuti legati a coda di cavallo, e due ciocche
davanti libere con una frangetta sbarazzina a nascondere in parte due
grandi occhi. Le manine sono giunte sopra le sue cosce, visto che al
contrario suo siede in ginocchio. Tengono saldamente la tazza ora mai
fredda e vuota del contenuto, quello che lo colpisce e vedere come la
ragazza è nervosa. Con quella poca luce non vede bene il
viso, ma quelle manine cosi abituate a portare morte ora so strette
nervosamente alla porcellana.
-devi essere più tranquilla con me, non potremmo passare una
vita insieme cosi-
Va a dire freddo con aria saccente, mentre l ammonisce ancora con lo
sguardo. La giovane si sente sempre più impicciata,
soprattutto ora che li fa addirittura notare.
- un vero marito dovrebbe mettere a proprio agio la moglie e non
metterla in imbarazzo o schernirla-
Va dire in fine, voce decisa e sicura la sua, mentre posa sul tavolo il
bicchiere ora mai inutile. Attende una risposta, sicura che
dovrà attendere minuti prima di sentire la voce di lui
rompere quel silenzio soffocante.
- Se ti ritieni schernita da me non è di certo una mia
colpa, in fondo il più delle volte la mia donna si rivela
esser più rigida dell’arma che lei stessa
brandisce in battaglia.-
Scrocchia la lingua sul palato, divertito dallo scambio di battute. Li
piace il fatto che sappia il fatto suo, che non abbassa la testa ma che
sa mantenere il suo posto, uno come lui una donna serva o schiava non
saprebbe che farci.
Megohime si morde il labbro inferiore, sollevando il capo verso di lui
sapendo che dietro le ombre che piano piano stanno calando,
c’è un drago che si sta divertendo a giocare con
il fuoco. Fa un lungo respiro, cercando di fare appello alle sue
lezioni d’ etichetta per non esagerare nel tono.
-forse perché voi mio signore non fate altro che metterla in
disagio con il vostro fare….vi o solo chiesto una mia
curiosità essendo la
vostra…donna…vuole solo sapere un qualcosa del
proprio uomo.- dice facendo sentire che la parola
“donna” in quel contesto le da al quanto fastidio,
alzando di un tono la voce delicata e aggraziata.
Lui sta giocando con lei, vuole vedere fino a quanto può
sopportare la giovane questo gioco.
- avrai modo di saperlo da me prima o poi-
Va a dire, facendo capire che sarebbe una partita perdere continuare
questo gioco di battute, mentre sorride vittorioso della situazione che
si sta creando.
-bene se il mio signore ha segreti anche la vostra sposa ne avra-
Va a dire con il medesimo tono di prima, mostrando il carattere da
battagliera anche fuori dalla sua armatura. Sembra una bambina
capricciosa ora per gli occhi di Masamune, una bambina forte e dal
nobile d'animo.
Qualcosa si è mosso nel animo del drago, quel essere bambina
non li dispiaceva più di tanto anzi forse era uno dei
particolari della sua futura donna che li piaceva di
più.
Megohime dal canto suo ora si rende conto che è uno
strafottente anche fuori dalla battaglia, cosa con il quale doveva
convivere? Piuttosto sarebbe andata sotto i ponti che fare la brava
mogliettina, per un pallone gonfiato come lui
-Date-dono siete veramente impossibile!-
Va a dire quasi impazientita, ma con la solita aria, forse solo
più facciata di prima, stava cascando nella sua trappola
come una scema ma uno cosi non lo può sopportare a lungo.
Vedendo ora mai la candela morente la giovane con eleggenti movenze va
ad aggiungere una nuova candela al interno del lucernario. Accende la
nuova cera con l ultimo respiro della precedente per poi attaccarla
sopra di essa. Aspetta che questa si sia seccata per poi lasciarla, ora
la stanza è leggermente più luminosa.
Il drago vista la nuova luce si alza lentamente, si fa leva sulle gambe
per poi andare verso il fianco della fanciulla. Si muove spavaldo e
sicuro con quel sorrisetto sul volto. Dal canto suo la giovane
fanciulla assottiglia lo sguardo fissandolo. Una volta al suo fianco
posa il bicchiere per poi posare il gomito e con la mano messa a coppa
tenere il proprio capo.
- la mia signora ha una lingua tagliente-
Va a dire, mentre si avvicina pericolosamente a lei. Con un movimento
fulmineo Afferra il mento di Megohime con la mano destra, per
avvicinare il volto al suo. Troppo tardi la ragazza si è
accorta i che le loro labbra si sono unite. Visto che il
castano la sorprende se ne approfitta, cercando di far approfondire il
bacio quasi subito. Inutile i movimenti di resistenza di lei. Lui le
blocca le mani con la sua, tenendole a terra sopra il tatami.
La giovane può sentire il sapore delle calde e passionali
labbra del generale. Sente il sapore metallico in gola. Quello che sta
succedendo non dovrebbe accadere. Quel bacio dura poco più
di qualche secondo. Cosi la povera Megohime si trova separata da lui
malamente con il labbro sanguinante e con il suo sguardo divertito
puntato verso il proprio forse anche troppo sorpresa.
- voi….come avete potuto-
Ecco fatto il primo bacio della ragazza è stato rubato. Le
sembrava di essere una schiava e lui il suo signore al quale non poteva
rispondere al trattamento, invece non c era riuscita per la troppa
forza di lui.
Fu probabilmente quel suo sguardo, quel suo sorriso divertito e
soddisfatto, o quel suo modo sensuale di leccare le gocce di sangue,
del sangue della samurai, che ancora ha sulla punta delle labbra che la
povera Megohime si trova ad alzarsi per andarsene.
Un movimento felino il suo, mentre si alza agile come un gatto non
ostante il pomposo e pesante kimono indosso. Qualcosa la trattiene e la
costringe a voltarsi con occhi pieni di rabbia verso la figura che
questa sera la sta facendo uscire fuori dagli schemi.
- dove stai andando?-
Chiede sicuro e vittorioso, ora il suo piano è compiuto non
a motivo di giocare ancora con lei. Torna a fissarla con quel suo fare
freddo e spavaldo ma tranquillo non sembra voler tirare altri tiri
mancini.
-voi Date-dono come avete potuto?-
Va chiedere, facendo sentire una certa freddezza nella sua voce
graziosa, ora sembra una guerriera sul piede di battaglia mentre lo
fissa con fare sicuro.
-non vedo quale sia il problema o solo baciato la mia futura consorte-
Va a fare, mostrando il lato riflessivo e logico da bravo stratega dei
Date. La giovane è ancora più confusa di prima,
cambia personalità cosi facilmente delle volte che ancora
dopo un anno non sa ancora Inquadrarlo, ogni volta li sembra uno diverso
-ditemi mio signore, soffrite di qualche problema di
personalità?-
Va ora facendo la spavalda, mentre la fissa nei occhi con la poca luce
che illumina i bordi dei loro corpi, mentre sostiene lo sguardo di lui
che è quasi del tutto coperto dalle ombre.
Dietro quelle ombre c ‘è l occhio color cielo che
la fissa, come tutto il resto della serata.
- il prossimo sarà far si che tu non mi dia del voi, oh mia
dolce sposa-
Va a fare beffardo e sornione, tirandola a se per la manica del kimono
che aveva precedentemente afferrato per evitare una sua fuga.
Cosi la povera ragazza si ritrova a suo malgrado stratta da una potente
morsa, ossia le braccia del generale che non la lasciano muoversi
più di tanto.
Sta per proferire parola ma qualcosa la bloccata, finalmente riesce a
vedere l occhio del promesso sposo bene.
Ora che sono a pochi centimetri di distanza, può osservare l
occhio azzurro cielo fissarla, osservare i tratti del bel giovane che
ora sono piu rilassati e tranquilli. Lui ha una espressione
quasi dolce e gentile ora, raramente lui ha quello sguardo,
ma c e una lieve tristezza nel sussurro che li viene subito dopo.
-un giorno ti dirò tutto non voglio avere segreti con mia
moglie-
Detto questo usci la lascia dalla propria presa, non prima di averla
adorata per bene. Sposta il naso verso il collo di lei scoperto. Vi
posa l punta del naso per aspirare per bene il profumo di mughetto
delle creme della ragazza. Si alza tranquillamente, dirigendosi verso
la porta che conduce al corridoio. Si ferma un attimo sullo stipite
della porta per fare un sorriso di circostanza e un cenno di tasta.
– buonanotte-
Megohime una volta libera si ricompone, per poi seguirlo fino a quando
non usci dalla stanza. Prese un lungo respiro, prima di fissare la
candela piena di rabbia e rancore.
-Masamune!-
Esclama colpendo il tatami con un pugno facendo cadere la candela che
si spegne, una volta toccata la superficie.
Sull corridoio echeggiano i passi del signore del casato, con passo
deciso e braccia conserte si dirige verso la propria camera. Si ferma
per voltarsi dietro di se notando una figura al suo fianco.
- Katakura dimmi pure-
Il suo braccio destro si avvicino al suo capo, mostrandoli il solito
sguardo fermo.
-Masamune-dono non è stato un buon comportamento il vostro-
Come sempre fa la conoscenza, dove il giovane generale pecca lui lo
richiama.
-mi stavo soltanto divertendo un po con lei-
Va a dire, quasi giustificare il suo comportamento. l espressione
di un lieve rimprovero del suo fedele amico non cambia, tanto
che il drago lo sostiene con un espressione ferma e fiera.
-ora vado buona notte anche a te-
Va a dire, mentre si allontana.
Rimasto solo l occhio destro si avvicina alla porta della fanciulla,
dove sente al interno qualche imprecazione.
- mia signora posso entrare-
Va a chiedere l uomo, davanti alla porta scorrevole con voce
autoritaria.
Megohime al interno della stanza si alza dalla posizione di seduta, si
dirige verso la porta per aprila e scontrarsi con lo sguardo serio del
vice.
- Buonasera a voi, posso aiutarla?-
Va a chiedere, mostrando un sorriso delicato su quel visetto da
ragazzina, mentre aspetta che l uomo risponda.
- mi scuso del ora tarda, volevo scusarmi a nome del mio generale-
Va a dire quieto come fermo con il timbro della voce calda come
è solita avere sempre, facendo un lieve inchino con il capo.
Affascinata come sempre da lui, la giovane scuote il capo
tranquillamente sorridendoli amichevolmente.
- non è vostra la colpa Katakura- san, purtroppo ha un
brutto carattere –
Va a dichiarare la piccola fanciulla, mentre aspetta ancora una
risposta dal uomo.
- vi prego di non fermarvi alla prima impressione con lui-
Va a rincuorarla in qualche modo, mentre l testa non si è
alzata dal lieve inchino educato che porge alla sua signora,
-voi siete un fedele amico, ammiro molto il vostro signore per avere un
uomo cosi ligio al proprio dovere e al suo capitano…vi prego
di avere sempre cura di lui in ogni battaglia-
Va a dire semplicemente la giovane, mossa da quel gesto che non si
aspettava dal occhio destro .
La giovane donna prende le mani del comandante, mostrandosi delicata ed
educata cercando di far crollare lievemente le barriere che l etichetta
impone al suo status sociale .
-Katakura-san vi stimo molto e so che voi siete un uomo degno della mia
più totale fiducia-
Va a continuare la castana, mentre si sofferma su di lui per qualche
secondo.
Kojuro è un fermo fedele di Date Masamune, ma è
anche una figura fraterna e mentore sia per lei che per Date.
L uomo poco più grande di lei forse di cinque o sei anni l
osserva con stupore, sentendo il contatto delle mani fredde di lei
contro le sue ira sprovviste dei soliti guanti.
La giovane ora l osserva meglio, sotto la luce della pallida luna
sembra un vero guerriero tanto che ne rimane lievemente affascinata.
I capelli mori tirati dietro e lo sguardo nobile e dal suo portamento
rigido tanto che trasuda onore e lealtà da tutti i pori.
- mia signora…io non...-
Va a dire stupito in un certo senso di questo suo atteggiamento, al
quale non si ritrae.
- vi prego non c e bisogno di altro…questo è il
mio modesto parere che se posso permettermi non è che la
realtà-
Va a confermare il suo dire, con piu sicurezza di prima.
-Masamune-dono ha una buona moglie-
Va a complimentarsi osservandola a lungo, mentre li dona un lungo
sorriso gentile.
- ha anche un fedele occhio destro-
Finisce lei, nascondendo una lieve risata dietro con la mano
destra, ora lasciata libera da quelli del samurai con la cicatrice.
- vi auguro buonanotte mia signiora-
Va a dire, prima di congedandosi dopo un altro inchino di circostanza,
mostrando la solita compostezza
- a voi-
Va a dire semplicemente chiudendo la porta dietro di se, sospirando a
lungo.
Anche se non sopporta il suo fidanzato, anche se si sente in una gabbia
dorata la fanciulla bene o male si è affezionata al suo
carceriere e al suo secondino.
Li aveva conosciuti anni fa, bene o male si è affezionata a
loro vedendoli non solo come compagni d armi ma anche come
amici in u certo senso.
-Yuki-
Con una voce decisa quasi un comando chiama un nome in mezzo alle
tenebre, come se dovesse uscire un fantasma o un demone tra le ombre di
una candela .
La fiamma della candela inizia a danzare, mentre dal ombra di un angolo
esce una figura.
Una giovane donna di circa ventinove anni o poco piu, un volto celato
in parte da una fascia lasciando liberi sono gli occhi gialli semi
coperti da una zazzera mora. Di fatti i capelli di questa sono molto
corti un taglio sbarazzino ma non ostante tutto con un certo fascino,
indossa una maglietta attillata nera a collo alto, che scopre pancia e
maniche, sotto dei pantaloni lunghi neri anche questi attillati. Solo
la cintola e bianca come anche le due lame che porta sulle
spalle incrociate.
- se quel demente avesse continuato li avrei mozzato la testa, come si
permette
Va a fare, facendo notare il fastidio con una voce aspra e dura.
-Yuki, ti prego non voglio nemmeno ricordare-
Va a chiedere gentilmente, mentre si avvicina alla compagna.
-sai benissimo che odio fanno cosi, non mi piace questo comportamento-
Continua l ultima arrivata, non sposta il suo sguardo da lei. mentre si
avvicina, poggiandoli una mano sul capo.
- ti prego, non assillarmi pure tu sei mia amica o no?-
Chiede la nobile, mentre si lascia spettinare leggermente il
capo come è solito fare dal adulta, mentre sorride
soddisfatta da dietro la maschera.
-scusami sai come odio queste cose, non mi piace se qualcuno ti da
fastidio-
L' amica la fissa a lungo, loro due sono amiche da tanto tempo ora mai
si danno del tu.
Cresciute insieme sono diventate come sorelle, solo che la sua amica fa
parte della famiglia Kobayashi ossia la famiglia addetta alla
protezione dei membri del suo casato nobile.
Sono cresciute insieme e insieme sono venute qui, poiché non
c e modo di separare le due.
- bhe grazie del supporto molare ora vai riposati ci vediamo domani-
Si ferma nel scompigliare la capigliatura della giovane,
mentre si allontana facendo un piccolo inchino
- a te principessa – detto questa come è apparsa
sparisce avvolta tra le tenebre.
Alla povera Megohime non resta che andare nella stanza
adiacente e stendersi sul futon, ora mai è notte inoltrata
è il sonno inizia a nascere sulle sue palpebre.
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