epilogocrisscolfer
Epilogo.
Clovis, 22 Novembre 2012
Chris aveva deciso di
intraprendere il viaggio Los Angeles – Clovis in auto, così da evitare di
scomodare suo padre fino all’aeroporto di Fresno, nonostante la distanza non
fosse molta, visto l’agitazione del giorno e dell’aiuto di cui certamente mamma
Karyn aveva bisogno.
Si erano messi in viaggio
quella mattina presto, in modo da non trovare molto traffico e la macchina di
Chris, considerevolmente più grande di quel catorcio che Darren si ostinava
ancora a chiamare: “La sua auto”, era piena di regali e cibi precotti che
traballavano ad ogni piccolissima buca.
Il viaggio fortunatamente non era molto lungo e Darren si era appisolato un
paio di volte con il capo reclinato verso il finestrino.
Dietro di loro, l’instancabile
chiacchiericcio di Cerina, teneva più o meno occupata la testa di Christopher.
Solo il pensare che quella
fosse la prima vera riunione di famiglia, gli faceva tremare le mani.
Lui e Darren stavano insieme da un anno e qualche mesetto e le rispettive madri
avevano insistito molto per quell’ incontro.
A nulla erano servite le parole
di Chris per poter rimandare la cosa ancora di qualche mese e Darren non gli
era stato certo d’aiuto, visto che, appena Cerina aveva esposto la sua idea
durante una cena a casa di Chuck e sua moglie, aveva iniziato a saltellare
insieme a sua madre.
Charles, era quietamente contento, limitandosi a mostrare un lieve sorriso e commentando con un:
“Cucinerò l’oca.”
Oca che era riposta
strategicamente fra due pacchi regali, già bella cotta e pronta, dentro un
grosso tegame di rame, per essere mangiata.
Chris l’adocchiò dallo
specchietto e sospirò, tornando ad osservare la strada, effettuando poi, un sorpasso.
Chuck e sua moglie invece, avevano dovuto declinare l’invito, forse con troppo
entusiasmo per essere davvero rammaricati.
“Sei pensieroso…” commentò
Darren, appena la signora Criss chiuse la bocca. Chris si girò nella sua
direzione giusto per una frazione di secondo, regalandogli un sorrisetto. “Sei
per caso agitato?”
“No…” rispose, concentrandosi
subito sulla strada. “Davvero” aggiunse, quando si sentì addosso gli occhi
color miele del ragazzo.
“Chris…”
Per tutta risposta, il
controtenore, allungò una mano, che teneva sul cambio, per posarla sulla coscia
di Darren.
“Giusto un po’.” Mormorò,
mentre il suo uomo gli stringeva la mano per infondergli quel po’ di coraggio
che gli mancava.
“Andrà tutto a meraviglia” fu
la risposta di Darren che si avvicinò per baciargli la guancia. “E devi fare
qualcosa per questo tuo modo di guidare!” mormorò.
Chris inarcò un sopracciglio
e lo guardò per un altro secondo.
“Perché?” domandò curioso.
Notò Darren che si avvicinava
pericolosamente, per quanto potesse permettergli la cintura di sicurezza e posò
la mano sulla coscia del ragazzo più piccolo, facendola scorrere leggermente
avanti e indietro.
“Perché sei assolutamente
scopabile.” Si sentì sussurrare all’orecchio, Chris, avvampando subito sulle
orecchie facendo ridacchiare il riccio, che tornò composto, sotto lo sguardo
stranito dei suoi genitori.
“Questa me la paghi.” Parlò
Chris fra i denti, mentre la risata di Darren si faceva più intensa.
Tim Colfer si asciugò la
fronte impregnata di sudore con un fazzoletto di stoffa, mentre aggiungeva altra
carbonella al barbecue. La giornata era piuttosto calda, nonostante fosse
autunno inoltrato, e sua moglie aveva deciso di fare un’enorme tavolata dietro
la loro casa, sopra il giardino che Tim aveva sistemato la settimana prima.
Hannah fece scoppiare per
l’ennesima volta il palloncino di gomma da masticare, che le sporcò il naso,
mentre guardava in silenzio suo padre, seduta sul dondolo, con le mani dietro
la testa.
Il silenzio e l’ansia
dell’uomo erano talmente palpabili che la figlia non aspettava nient’altro che
un’esplosione di nervi.
Dentro casa invece, oltre al
perenne odore di buono, che da quella mattina presto aveva invaso la casa, si
sentiva una voce allegra canticchiare un motivetto simpatico. Karyn passò una
ciotola piena d’insalata da condire a sua madre, che la guardava scettica.
“Nicole, tesoro, potresti
controllare le patate nel forno?” chiese gentilmente la signora Colfer a sua
nipote che quasi si addormentava sul tavolo.
“Karyn, tesoro, potresti
spiegarmi il motivo della tua felicità irritante di questa mattina?” domandò
Margaret.
“Nulla mamma, sono solo
felice che Christopher ritorni a casa, tutto qui.”
La donna più anziana la
guardò con un cipiglio interrogativo, ma rinunciò a fare altre domande quando
la vide tornare a canticchiare.
“Quante persone hai invitato,
zia Karyn?” domandò la ragazza, richiudendo il forno, dopo aver controllato che
le patate non fossero bruciate.
“Le solite…” borbottò
l’interpellata, senza nascondere un sorrisino che le stava nascendo sul volto.
Bastò giusto un secondo di silenzio, dove le tre donne si guardarono fra loro.
“Okay, Chris porta degli ospiti!” rivelò eccitata, saltellando sul posto un
paio di volte, prima di venir distratta dal sugo che bolliva in pentola.
Margaret e Nicole non fecero
nemmeno in tempo a pensare chi potesse essere l’ospite che Chris portava con sè
quel giorno, che Hannah corse in cucina alla velocità della luce, scavalcando
il povero Marley che stava facendo un pisolino.
“Sono arrivati!Sono
arrivati!” strillò, dirigendosi in scivolata verso la porta d’ingresso che
spalancò con forza, saltellando poi,
verso l’auto di suo fratello parcheggiata nel vialetto.
Christopher scese dall’auto,
stiracchiandosi la schiena, prima di aprire con garbo la portiera a Cerina che
gli regalò un’occhiata di ringraziamento e un sorriso prima di saltellare giù,
con le braccia colme di roba.
Darren scese allo stesso momento, aiutando il padre a trasportare il tegame,
adocchiò Chris che si era portato gli occhiali da sole alla testa e lo vide
sospirare. Gli regalò l’ennesima occhiata di conforto.
Karyn corse fuori,
asciugandosi le mani sul grembiule sporco qua e là di macchie di sugo.
Salutò calorosamente Cerina e
suo marito, riservando una strizzatina alle guance del proprio figlio, prima di
sciogliersi davanti allo sguardo gentile di Darren, baciandolo sulle gote.
Finite le smancerie,
sollecitati da Chris, entrano in casa, dove Tim, li accolse con un enorme
sorriso sotto i baffi e raccolse alcune delle cose che sua figlia Hannah gli
stava porgendo, troppo svogliata per portarle in cucina.
Ci fu un lungo silenzio
imbarazzante quando tutti, tranne i genitori dei due fidanzati, si riunirono in
salotto
La nonna di Chris stava fissando con
insistenza Darren, rendendo quest’ultimo nervoso, tanto da guardarsi intorno
con circospezione, incontrando solo lo sguardo malizioso di Nicole.
“Questa si che è stata una
sorpresa Chris.” Iniziò la ragazza, schioccando la lingua in direzione del
cugino. “Zia Karyn è stata silenziosa e misteriosa per tutto il giorno!
Pensavamo che avessi vinto un altro di quei premi e invece… “ Ammiccò verso
Darren ridacchiando.
Chris, accanto a sua sorella,
le lanciò un’occhiata freddante che non mise fine alle sue risatine.
“Ragazzo.” Nonna Margaret
attirò l’attenzione di tutti, nonostante stesse guardando solo Darren, che
ricambiava il suo sguardo con timore ma con un bel sorriso sulle labbra. “Da
quanto tu e mio nipote state insieme?” domandò. Christopher lasciò scivolare lo
sguardo da sua nonna al suo ragazzo.
“Un anno, cinque mesi e 27
giorni, signora.” Risposa prontamente, mantenendo la schiena dritta e rigida.
La donna rimase in silenzio
per qualche secondo, annuendo. “Deve essere molto importante se ti ha portato
qui insieme alla tua famiglia.” Commentò, abbozzando un sorriso. “Chris non ha
mai portato nessuno ragazzo da farci conoscere.”
Darren aumentò il volume del
sorriso, facendolo diventare quasi abbagliante.
“Lo è.” Sentì Chris
rispondere, dall’altro lato del divano. Si guardarono e si Christopher gli
sorrise, mentre Darren gli regalava un occhiolino scherzoso.
“Okay direi che la cosa
peggiore è ritrovarmi in mezzo a due innamorati!” sbottò Hannah, alzandosi.
Rivolse un sorriso ai ragazzi prima di scomparire in cucina, gridando a sua
madre di avere sete.
Chris ne approfittò per
scivolare vicino al suo ragazzo e toccare il ginocchio con il suo, ammiccando.
Margaret continuò a fare
domande alla coppia per un buon quarto d’ora, almeno finchè il campanello di
casa non suonò di nuovo e Chris si alzo per andare ad aprire.
Fu praticamente assalito
dalle sue adorabili e urlanti zie, nonché sorelle di sua madre, che lo presero
e lo sbaciucchiarono, riempiendolo di complimenti e qualche raccomandazione sul
peso che sembrava aver perso.
Inutile dire che la reazione
delle donne quando videro Darren e il resto della sua famiglia, fu davvero esilarante
e forse troppa piena di urletti e felicitazioni.
Insomma non si stavamo per
sposare.
Almeno non subito, pensò
subito Darren, mentre sorrideva e stringeva le mani a quelle tre signore
dall’aria molto simpatica.
“Chris non ci aveva avvertito
di un incontro tanto importante!” esclamò la prima, che Darren sapeva chiamarsi Lorinda.
“Lui deve sempre fare così!”
ribattè Kathryn con un sorriso. “non ci aggiorna mai sulle cose importanti,
preferisce farci queste sorprese!”
Christopher si grattò la
nuca, ridacchiando in imbarazzo.
“Il nostro Darren ce l’ha
rivelato giusto qualche settimana fa!” venne in salvo Cerina. “non che ce ne
fosse bisogno, io l’avevo capito da mesi!” esclamò poi, agitando una mano.
Anche Karyn si ritrovò ad
annuire, trovandosi a dare approvazione alla donna.
Le due stavano facendo
amicizia un po’ troppo in fretta, secondo i gusti di Chris, che si limitò a
sorridere nervosamente consolato un po’ dalla leggera pacca sulla schiena che,
un Darren rilassato e quasi completamente a suo agio, gli riservò.
I pranzi di ringraziamento a
casa Colfer non erano mai stati contenuti, soprattutto nel cibo, che restava in
abbondava per settimane successive, e nel numero delle persone.
La casa, dove Chris era cresciuto, era talmente piena di gente che Darren si
meravigliò che ancora non fossero ancora scoppiate le mura.
Mentre sorseggiava del vino, servitogli da uno zio che si ricordò venire dal
Maine, guardò il giardino, dove un silenzioso Tim stava cucinando sulla
griglia.
Cercò Chris con lo sguardo e non trovandolo, ne approfittò per uscire.
Appena Tim sentì la porta della finestra aprirsi, sollevò lo sguardo e lo puntò
con un piccolo sorriso imbarazzato verso il fidanzato di suo figlio, che gli
stava porgendo un bicchiere pieno di vino afferrato prima di uscire.
“Grazie” fu tutto quello che borbottò, prendendone un sorso mentre girava un
paio di verdure.
“Volevo parlarle, signor Colfer” trovò il coraggio di dire Darren.
“Sono in ascolto.” Ribattè l’uomo.
Tim era il lato un po’ scontroso e riservato di Chris, Darren lo riconosceva
facilmente ed era contornato da un sorriso gentile che proprio non si poteva
non ricambiare.
“So che forse non vede la relazione fra me e Chris di buon occhio…” Iniziò,
osservando con il sopracciglio di Tim si sollevava in un modo che Darren aveva
visto già troppe volte in suo figlio.
“Non mi pare di averlo mai detto”
“Non è servito che lo dicesse.” Ribattè Criss. “A volte il silenzio vale molto
più di mille parole, ma non in questo momento” continuò. “Voglio farle capire
quanto amo suo figlio. So che non crede molto in questo, so che probabilmente
non mi crederà perché prima stavo con una donna e poi ho deciso di cambiare
sponda così all’improvviso ma, innamorarmi di suo figlio è stato lento e
graduale e…”
Tim Colfer alzò una mano per farlo smettere di parlare e assunse un’espressione
corrugata. “Mi stai chiedendo la benedizione per sposare Christopher, per
caso?”
Darren boccheggiò per qualche secondo, come se fosse in apnea, le lunghe ciglia
che sfarfallavano come impazzite.
“No!” esclamò “non lo so! …forse?!” disse alla fine, rendendosi pateticamente
sorpreso per le parole del padre di Chris.
“Ascolta,” iniziò, appoggiando la pinza su un tavolino di plastica, mentre la
carne continuava a cuocere indisturbata. “non sono molto favorevole a questa
relazione, ma Christopher è grande e vaccinato per prendere da solo le sue
decisioni” dichiarò “Tu mi stai simpatico Darren, davvero, ma non hai bisogno
della mia benedizione per chiedere a mio figlio quello che realmente senti.”
Il ragazzo non fece in tempo ad aprire bocca perché il protagonista di tutta
quella breve conversazione uscì in giardino, con le mani dentro le tasche dei
jeans.
“Ehi!” salutò. “Di che parlate?” domandò curioso, posando una mano sulla spalla
del suo ragazzo.
“Tempi di cottura.” Venne incontro Tim, ad un Darren ancora senza parole. “ E
mi ha portato del vino!”
Chris sorrise, soddisfatto, mentre suo padre toglieva gli ultimi pezzi di carne
dal fuoco mettendoli in un vassoio.
Quando rimasero soli, con il compito di aiutare Tim a portare la roba sul
retro, Chris allungò una mano sul collo di Darren e lo accarezzò, con un tenero
sorriso sulle labbra. “Sono felice che di essere venuto, alla fine.”
Darren ricambiò il sorriso e appoggiò una mano sul fianco del ragazzo, accarezzandolo
amorevolmente. “Anche io.” Rispose sinceramente.
“Mamma ha preparato la mia vecchia stanza e ha detto che il mio letto era
abbastanza grande per contenere tutti e due.”
“Non chiedo di meglio che stare in un letto piccolo, stretto a te.” Ribattè
Darren, rendendosi conto che amava come riusciva a far arrossire Chris anche
con queste piccole parole.
Chris fece per rispondere, ma Darren ne approfittò per avvicinarsi e baciarlo.
Fu abbastanza breve ma non abbastanza per non essere visti da Hanna che li
osservava con le braccia interamente colme di bibite.
Si annunciò con un colpo di tosse e staccandosi, Chris arrossì mentre Darren
simulò il suo imbarazzo, correndo ad aiutarla.
Afferrò la maggior parte delle bottiglie, sparendo nel giardino del retro.
Hannah, rimasta sola con il fratello ghignò maliziosamente.
“Sei bordeaux.” Commentò, prima di sgattaiolare via.
Il pranzo fu lungo, ma talmente piena di gioia che le ore passate seduti erano
volate.
L’intera famiglia di Chris era egualmente allegra e gioiosa alla sua e Darren e
i suoi genitori, si erano sentiti in un ambiente familiare.
Verso le quattro, quando lo stomaco fu esageratamente pieno e la sonnolenza
stava facendo le sue prime vittime, Darren si lasciò cadere sul divano,
massaggiandosi lo stomaco teso.
“Potrei svenire” rantolò. “O morire” aggiunse.
Chris, si sedette al suo fianco, la stessa espressione soddisfatta e la mano
sullo stomaco.
“Mettiti in coda…” borbottò il più piccolo, appoggiando la testa sulla sua
spalla. “Potremmo approfittare e andare sul letto, così da lasciarci morire
sdraiati e in pace con noi stessi.” Propose poi e prese il mugolio di Darren
come un assenso.
Il salotto e l’intera casa erano apparentemente vuoti e Chris ne approfittò per
strusciare il viso contro il collo del ragazzo, sollevando una gamba per
posarla sulle sue circondandogli il
busto con le braccia.
Darren girò il capo per baciargli la punta del naso, sorridendo poggiando poi
il palmo della mano sul suo ginocchio, tracciando il percorso della sua coscia
diverse volte.
Chris mugolò e lo abbracciò
più stretto, sulla via di un ristoratore riposino pomeridiano.
“Posso stare così per sempre?” lo sentì borbottare, Darren. “Prometto che non
darò fastidio…”
Il riccio ridacchiò e tornò a
posargli un bacio sul viso. “Fastidio?” domandò. “Non pensarci nemmeno”
Chris allungò le labbra in un
sorriso e si strinsi ancora un po’ a lui, preso da una pesante sonnolenza.
Darren gli accarezzò i capelli alla base, lentamente, approfittando del
silenzio per ripensare alla conversazione avuto con Tim Colfer qualche ora
prima.
Non sapeva se voleva
sposarlo, quello che sapeva era lo amava così tanto da far male qualche volta.
Pensare ad un matrimonio, ad
un’ unione, come si preferiva chiamarla, era ancora troppo per loro. Chris
aveva un mondo di cose da fare e da scoprire, non poteva pensare di mettere su
famiglia, secondo il pensiero di Darren.
Ammetteva che gli era passato
di mente, qualche volta, il pensiero di poter vivere insieme, ma si era dovuto
immediatamente riportare alla realtà.
Non voleva legare Chris più di quanto già non faceva.
Sapeva che non era un bel
pensiero e che Christopher avrebbe dissentito, picchiandolo se fosse stato
necessario, ma Darren non riusciva ancora a credere di poterlo avere al suo
fianco, nonostante tutto quello che gli aveva fatto, e pensare troppo in
grande era una cosa che non voleva e non
poteva permettersi.
Guardò Chris, le labbra rosse
e dischiuse, le ciglia lievemente scosse e il respiro caldo e regolare.
Quanta innocenza in un solo
viso.
Sorrise, pensando che il
ragazzo che gli dormiva beatamente addosso era l’amore della sua vita, e che da
solo, con le sue mani, la sua testa e il suo talento era riuscito ad arrivare
così lontano, tanto lontano che a Darren sembrava irraggiungibile.
Era per questo che non voleva
fare proposte troppo azzardate, voleva prima permettergli di mandare avanti
tutti i suoi sogni.
Forse sbagliava,
probabilmente, ma andava bene così.
I suoi pensieri e il sonno di
Chris vennero interrotti dall’arrivo di Hannah che, entrando in salotto,
brandendo scatole di giochi di società , li obbligò ad alzarsi e a raggiungere
gli altri in giardino.
Christopher cacciò qualche
parolaccia e si alzò barcollando dalla spalla di Darren, grattandosi la testa,
mentre Hannah saltellava nuovamente via.
“Non ho nemmeno avuto il
tempo di sognare” borbottò fra sé, facendo ridacchiare Darren.
“Recupererai questa
sera.” Rispose Dar, scompigliandosi i ricci.
Chris si girò verso di lui e
sorridendo si morse il labbro inferiore, passando le mani, in una lenta
carezza, sul petto di Darren.
“In realtà, avrei altri
programmi per questa sera…” accennò, la luce maliziosa negli occhi. “Se capisci
cosa intendo.”
Criss fece un sorriso saputo
e circondò la vita di Chris con le braccia,
avvicinandolo al suo corpo.
“Sei un diavolo tentatore…”
disse, ad un soffio dalle sue labbra che ebbe la premura di baciare con
passione, mentre Chris chiudeva le mani sulla stoffa della sua maglietta,
premendosi con forza contro il suo corpo e facendo mugolare Darren d’aspettativa.
Fu di nuovo Hannah ad
interromperli. “Mamma ha esplicitamente detto di smetterla di sbaciucchiarvi e
di venire fuori!”
“Come diavolo fa a sapere
che-“
Le parole di Chris furono
interrotte dallo sguardo attonito e imbarazzato di Darren, girato verso la
finestra del salotto che, sfortunatamente, dava sul giardino sul retro.
Avevano dato uno spettacolo
più o meno gradito all’intera famiglia, visto che le tende non erano tirate e
tutto quello che succedeva in salotto era di dominio pubblico.
Chris imprecò ancora, e
nascose il viso nel collo di Darren prima di separarsi da lui e darsi un
contegno.
“Pensavo che mamma avrebbe avuto sempre una visione di noi diversa da quello
che ha visto ora!” commentò
“Come? Dormire in letti
separati e salutarsi con un casto scontro fra guancia e guancia?” rispose Darren, ridacchiando.
“Una cosa del genere.” Chris,
nonostante il disagio sorrise e si riavvicinò per passargli un braccio sulle
spalle.
“Andiamo, su!” lo incoraggiò Dar.
Se c’era un momento in cui
Chris non si era pentito di aver accettato, quel lontano giorno del 2011, la
sua condizione di quasi amante era lo sguardo che Darren gli stava rivolgendo
in quel momento.
Diceva tutto, sebbene fosse
in silenzio.
Era uno sguardo che parlava
di tutto l’amore che li univa, nel bene e nel male, di tutte le cose dette e
passate e di quelle che insieme avrebbero affrontato.
E in quel momento, Chris capì che nessun altro uomo sarebbe stato più in grado
di farlo sentire in quel modo tutto speciale e unico, quel modo che apparteneva
solo a Darren.
E fu per quel motivo che,
quando parlò, non si rese quasi conto di aver dato voce ad un solo, bellissimo
pensiero.
“Sposami.”
THE END.
*****
Eccoci qui, la fine.
Non posso dire di aver pianto perché sono ancora così incredula che
probabilmente verrò colpita da un attacco isterico e lacrimoso dopo aver letto
la parola: “completa”
Questa storia ha avuto molti
alti e bassi con me, non sapevo mai se scrivevo la cosa giusta o se poteva
piacere. C’erano volte che alcune parti sembravano provenire direttamente dal
mio cuore per poi capire che, tutta questa storia è il mio cuore.
L’impegno e un po’ di fatica
per un’ispirazione altalenante ( Vi dico solo che questo capitolo
l'ho iniziato un mese fa!) e la mia costante voglia, nonostante gli
attacchi isterici, di continuare e finire.
Ci sono tante persone che
voglio ringraziare e non scriverò il perché, ma solo grazie con tutto il mio
cuore e il mio amore:
Grazie a: Tutti quelli che
hanno letto, quelli che hanno recensito, la fantastica Elisa che commenta ogni
capitolo, Roberto (Sunshine), Sara (la mia beta), LA
SETTA DEI SETTEBIS (è perché vi amo troppo
profondamente), e in particolare la
Fede, hai ascoltato i miei deliri su questa storia tutte le
mattine prima di andare all’università, Jessika, e naturalmente Chris Colfer e
Darren Criss.
Okay, ora vado e non vi annoio più con i miei addii da latte alle ginocchia.
See you soon!!!
Grè.
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