La Bambola dell’Acqua.

di Sophrosouneh
(/viewuser.php?uid=77545)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Autore: Ss904 (Sophrosouneh)
Fandom: Angel Sanctuary
Personaggi: Djibril, Sevoftarta
Set: Stati d’animo
Prompt: Rancore
Storia partecipante alla Challenge Think Angst di Simph8 e Vogue91



La Bambola dell’Acqua.



Quell’angelo aveva gli stessi occhi di allora.

Aveva riposato, immobile, per secoli.
Rinchiusa nel giardinino dell’acqua, legata ad un trono scarno, paralizzata da quell’ago conficcato nel collo.
La bambola dell’acqua era appena tornata alla vita.
L’aveva vista rifiorire, proprio sotto il suo naso.
Dopo tutti il tempo che aveva impiegato a renderla inoffensiva, quella non era che una disgrazia inaspettata.

Aveva occhi azzurri e profondi , Djibril.
Talmente penetranti da minacciare più dolore dei suoi aghi.
Proprio come un tempo, lo guardavano con aria di sufficienza.
Era questo che aveva sempre detestato di lei: per quanto tentasse di farsi odiare, lei rimaneva calma ed impassibile. Era diversa da qualsiasi altro essere che avesse mai incontrato.
Lei non portava Rancore, non conosceva neppure l’esistenza di un tale sentimento.
Come un placido specchio d’acqua si increspava a contatto con un corpo estraneo, ma finiva per tornare placido entro pochi secondi. Non era capace di odiare le persone, e neppure di provare uno stesso sentimento in modo ossessivo e continuativo.
Dunque, sebbene l’avesse costretta ad un sonno forzato per centinaia di anni, lei, al risveglio, non aveva accennato a  provare nei suoi confronti alcun tipo di rancore.

Era sempre stata fredda e impassibile, Djibril.
Talmente fredda che il Consigliere era giunto al punto di domandarsi se potesse provare qualcosa più di un semplice affetto per qualcuno.
Poiché come l’acqua scorreva e mutava, placida e incostante, allo stesso modo, dubitava che nel suo cuore ci fosse spazio per sentimenti troppo totalizzanti.
E in quel momento, dopo aver realizzato tale teoria, riuscì a provare più pena nei suoi confronti di quanta ne avesse sperimentata nel periodo in cui la sapeva prigioniera nelle sue mani.

Che fosse addormentata o sveglia, quella donna era gentile sì, ma più gelida del ghiaccio.




NdA: ok, questa storia non è che mi convinca moltissimo. Ho paura di aver mandato Sevi in OOC e di aver scritto una sciocchezza dopo l’altra! Comunque è questo che io penso di fronte a Djibril. L’ho sempre trovata mostruosamente apatica. E con questo non voglio dire che sia stata poco o mal caratterizzata dalla Yuki (per l’amore del cielo, no!), anzi, penso che l’assenza di emozioni faccia parte del carattere freddo dell’angelo.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1218941