Tokyo, Giappone
3 Agosto 2014
La donna stava
appoggiata alla porta verde bottiglia che accedeva al loro
appartamento. Forse non si accorse dell'uomo alto e della bambina
raggomitolata tra le sue forti braccia, o come probabilmente gli
passò per la testa più tardi, fece finta di non
captare la loro presenza sul pianerottolo per far si che lui potesse
osservarla meglio, quel profilo cesellato e puro come una statua greca,
gli zigomi alti, la pelle eburnea come latte cagliato e infine quella
rigogliosa massa di capelli che brillavano nella penombra del corridoio.
Essi avevano uno
strano colore, come se il rosso cinabro si fosse unito all'arancione
fluorescente, e lo stupendo risultato fosse stato spolverato da una
pioggia dorata che li rendeva luminosi come un faro nelle tenebre.
Mamoru
sentì il corpicino di ChibiUsa che si tendeva, tra le sue
braccia. A 14 anni di età era ancora poco più di
una bambina e se la sua crescita arrestata non era una sorpresa
ciò non gli impediva, in fondo al cuore, di provare una
tremenda pena per lei e per ciò che sarebbe potuta diventare.
Le diede un piccolo
buffetto sulla guancia, come a dirle che andava tutto bene, che la
creatura dagli occhi color terra che li aspettava, in attesa e
inattesa, non le avrebbe fatto del male. Ma gli occhioni di sua figlia
non manifestavano nessun segno di timore bensì solo di
meraviglia, come se stesse contemplando una delle fate che erano
raffigurate nei suoi libri di racconti.
Mamoru si
avvicinò, con il passo felpato di Tuxedo Kamen che aveva
dovuto rispolverare per l'occasione dopo anni di passi fermi e misurati
da medico che passeggia tra le corsie dell'ospedale dove lavorava.
Eppure aveva la
strana sensazione di essere goffo come ChibiUsa quando aveva appena
imparato a camminare. Più si avvicinava a quella donna e
più sentiva che qualcosa in lui, quel qualcosa che lo aveva
tenuto saldo, contenuto nel suo bozzolo di serenità e
fiducia in se stesso dalla morte dei suoi genitori, si stesse
sbriciolando sotto lo sguardo laser della donna con i capelli rossi che
lo squadrava con quella serenità e fiducia in se stessi che
aveva appena perso.
Si sentiva
derubato! Ecco cosa, lei lo aveva derubato!Lo aveva appena derubato
della sua vita tranquilla, delle sue certezze faticosamente ritrovate
dopo la resurrezione avvenuta 21 anni prima per opera di Usako.
Adesso, dopo tutti
questi anni lei si rifaceva viva, per pretendere la sua quota,
ciò che le era dovuto. Per prendere il seme di stella che
apparteneva a Mamoru Chiba certo, ma che ugualmente lui aveva ereditato
da qualcuno che secoli prima si era sacrificato, ed ora ritornava,
chissà per quale assurdo motivo. Perché lei
doveva essere morta, anche se la gabbia toracica che si alzava e si
abbassava smentiva quella convinzione.
Quella che gli
stava di fronte era Earth, la sua antenata, la sua nemesi, la sua
salvatrice.
Salve a tutti, devo
avvertire coloro che leggeranno questa storia che essa si allaccia
all'altra mia fanfic Le cronache delle Principesse combattenti, in
quanto il personaggio di Sailor Earth fa lì la sua prima
apparizione,in particolare nei capitoli L'età della rosa e
L'età della Terra. Inoltre molti avvenimenti saranno le
conseguenze (vedi L'età del passaggio) e il prologo della
seconda parte della suddetta serie poiché questa storia si
colloca tra L'età del Coniglio e L'età del
Teschio che sono tuttora in fase di scrittura. Perciò le due
fanfic sono strettamente collegate anche se totalmente indipendenti; mi
auguro che ci abbiate capito qualcosa nella nebulosa Tau che
è la mia creatività,altrimenti me ne scuso e vi
assicuro che diverrà più chiaro in seguito.
Spero che vi
piaccia e che ci siano molti commenti!
Bimbarossa
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