CAPITOLO 8 - I'M A BELIEVER
Senri stava correndo verso la sua villetta, lieto
di essersi
finalmente liberato delle biondine. Ora avrebbe finalmente potuto
assaporare di nuovo la libertà! Sarebbe andato dai suoi
amici e
insieme avrebbero trascorso una meravigliosa giornata in spiaggia a
dormire e fare scherzi ad Aidoh. Kaname sicuramente stava
già
meglio, così avrebbe potuto tornare in spiaggia anche lui.
Sarebbe stati tutti felici e contenti, come nei finali delle avventure.
Passò davanti alla villetta di Aidoh e Kain, e decise di
svegliarli per comunicare loro il suo ritorno, e iniziare tutti insieme
una grande festa.
"AIDOOOH! KAAAAIN! SONO TORNATOOO!", berciò picchiando sulla
porta e sulle finestre. Nessuna risposta. "UUUUHUUUUU! SVEGLIAAAA!".
Niente. Shiki iniziò ad avere qualche atroce sospetto.
Sbirciò dalle finestre della camera da letto: i due letti
erano
disfatti, e vuoti.
Il suo cuore fece un salto. Corse verso la villetta di Rima e Ruka e
notò con orrore che nemmeno loro erano in casa. Ma se non
erano
lì... dov'erano?
"Aiuto!".
Shiki drizzò le orecchie. Qualcuno aveva urlato, qualcuno
aveva
chiesto aiuto! E la voce sembrava provenire proprio dalla sua villetta!
Si mise a correre e in breve raggiunse la propria abitazione.
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti!".
"ROAAAAAR!".
La voce che gridava aiuto sembrava quella di Ichijo. Si sentivano anche
degli strani ruggiti parecchio inquietanti. La soluzione gli
arrivò, veloce come un fulmine: un mostro ruggente si era
divorato Rima, Ruka, Kaname, Aidoh e Kain, e ora anche Ichijo stava per
subire la stessa sorte. Lui era l'unico, il solo che lo potesse
salvare. Lui era l'eroe.
"NON TEMERE TAKUMA, TI SALVO IO!", esclamò, e
fece
irruzione nella villetta buttando giù la porta con la sua
forza
vampiresca.
* * *
"Attenzione, a destra c'è una buca. Non cadetevi dentro".
"Una buca? Dove? AIUTO!".
Kain cadde nella buca con un tonfo sordo.
"Si vede che sei cugino di Aidoh. Qualcosa in comune, effettivamente,
l'avete: la cretinaggine", commentò Ruka. Il sonno le aveva
fatto aumentare il tasso di acidità dal 100% al 200%.
"Ma!", rispose Kain sconsolato, riemergendo a fatica dalla buca.
Perché Ruka ora era così cattiva con lui? Erano
sempre
stati tanto amici! Lui era sempre stato l'unico con lui lei non fosse
crudele (o almeno, non lo fosse così
tanto). Si vedeva che la disperata ricerca di Aidoh nella
giungla la stava spossando.
O forse l'intera vacanza la stava spossando.
Riuscì ad uscire dalla buca, e i tre ripresero la loro
camminata, chiamando Aidoh a tutta voce. Dopo un po', però,
Kain
cominciò ad avvertire un certo prurito ad
una gamba. Alla gamba sinistra. Alla caviglia, se vogliamo essere
precisi. E questo certo
prurito
non faceva altro che aumentare. Lui però, a differenza del
cugino, non avrebbe avuto reazioni inconsulte. Erano sempre stati
Aidoh, il cugino scemo, e Kain, il cugino figo, e così
sarebbero
stati per sempre. Avrebbe dimostrato a Ruka che la cretinaggine NON era
un tratto comune a lui e ad Hanabusa. Lui non guardava Spongebob. Lui
non rubava e/o rompeva le cose a Shiki. Lui non era così
SCEMO
da lasciarsi convincere che abiti color evidenziatore fossero l'ultima
moda!
Il prurito, però, aumentava in maniera preoccupante. Non era
sicuro che sarebbe riuscito a trattenersi per tanto tempo ancora.
Controllò Rima e Ruka. Erano di qualche passo più
avanti
di lui, pronte a urlare "CHE SCHIFO!" a qualsiasi rumore sentissero.
Ormai stava albeggiando, le ombre degli alberi erano lunghe,
taglienti e paurose, e disegnavano forme e intrichi assai minacciosi:
le due ragazze rischiavano un infarto dalla paura ogni tre secondi.
Anche lui era profondamente spaventato da quella giungla piena di
insidie, ma non l'avrebbe mai ammesso. E poi, ora doveva pensare al suo
prurito. Dopo aver appurato che le ragazze erano a distanza di
sicurezza, prese a grattarsi come un ossesso, dopodiché si
sentì subito meglio.
Passarono cinque minuti fatti di "che schifo", di richiami e di sospiri
assonnati. Rima ogni tanto starnutiva, ma ormai la sua allergia si stava calmando. Doveva essersi abituata ai pollini della giungla.
Kain non voleva ammetterlo a se stesso, ma il prurito stava tornando,
più forte di prima.
E non solo alla caviglia.
* * *
Non si era sbagliato: era un mostro. Un mostro color rosso pomodoro,
con gli occhi ancora più rossi e dei ciuffi neri in testa in
testa a mo' di capelli che stavano perfettamente dritti. Questo
mostro ruggiva e sbavava, e quel che è peggio stava lottando
furiosamente con Ichijo! Quando Shiki fece irruzione nella villetta, il
mostro interruppe la lotta per voltarsi a guardarlo. Lo
fissò
con i suoi occhietti fiammanti, ed emise un rantolo nel quale si
distinguevano a malapena le parole:
"Dopo tocca a te...".
Ciò rantolato, tornò ad occuparsi di Ichijo. I
due si
menavano atrocemente sul pavimento, mentre dal bagno provenivano dei
miagolii disperati.
Senri senza pensarci due volte si buttò a capofitto nella
mischia, deciso a salvare Ichijo.
"NO SHIKI, 'CHE SEI SCEMO, STANNE FUORI!", annaspò Takuma.
"TI DEVO SALVARE, PRIMA CHE QUESTO MOSTRO UCCIDA ANCHE TE!". E diede un
pestone in faccia al mostro, che emise un ringhio non troppo
rassicurante:
"Vvvvssssrrratthhjjhhhggggggg".
La lotta continuava in modo via via sempre più cruento,
ciononostante Ichijo e Senri riuscirono lo stesso a scambiarsi due
parole in mezzo alle mazzate:
"ANCHE ME?
CHE COSA INTENDI DIRE? Ahia!".
"Ha già ucciso tutti gli altri, no? AAAAH CHE DOLORE CHE
DOLORE!".
"MA NO! GLI ALTRI SONO ANDATI NELLA GIUNGLA! Ouch!".
"Nella giungla? Rima, Ruka, Kain, Aidoh e Kaname sono nella giungla?!
AHIA MA SEI SCEMO?!"
"MA NO, KANAME E' QUI, NON LO VEDI?! CI STIAMO LOTTANDO DA MEZZ'ORA,
CRETINO!".
Senri si ritrovò sdraiato per terra, faccia a faccia con la
smorfia sbavante e omicida del mostro, e pian piano una dura
consapevolezza si impadronì di lui.
Quel mostro era Kaname.
"Ehm...", tentò, mentre Kaname gli bloccava i polsi
tenendoglieli fermi a terra. "Ehm.... Kaname! Sono io! Sono Senri
Shiki! Tuo cugino! Ti ricordi, vero, del tuo caro cugino Senri?".
"IDIOTA, CREDI CHE KANAME ABBIA VOGLIA DI FARE CONVERSAZIONE?!",
sbraitò Ichijo prendendo a manganellate Kuran.
"Ehm...". Senri sentiva sudori freddi scendergli lungo la fronte mentre
gli occhi feroci di Kaname e i suoi denti aguzzi si facevano sempre
più vicini alla sua faccia.
* * *
Ogni secondo che passava, Kain si osservava la pelle con crescente
preoccupazione. Anche se ancora non erano ben evidenti, gli si stavano
formando ovunque delle strane macchie blu, e prudevano come
non
mai. Cercava di tenerle coperte alla bell'è meglio, ma
l'impresa
si faceva sempre più difficile man mano che diventavano
più visibili - e soprattutto man mano che si gonfiavano.
Cos'era, la sua punizione divina per essersi considerato
il cugino figo?
Si guardò le mani con sgomento: erano ormai ricoperte di bolle
blu, anzi... color prugna.
Non poteva più nascondersi, ormai.
"Ehm... ragaaaaazze...", chiamò, arrossendo. Avrebbe voluto
sprofondare in una voragine piuttosto che farsi vedere dalle ragazze -
da RUKA!!! - cosparso di bolle color prugna. "Ehm... abbiamo un...
problema".
"Sì?", dissero le due voltandosi. Kain chiuse gli occhi e
strinse i pugni. SAPEVA che cosa stavano per dire. Lo sapeva. Tre, due
uno...
"CHE SCHIFO!!!".
Esatto.
"Vi prego, siate clementi... non è stata colpa
mia!", piagnucolò inginocchiandosi.
"Chissà che strana ortica c'era nella buca",
osservò Rima mentre Ruka si inginocchiava accanto a lui.
"Sei proprio un bambino Kain!", esclamò. "Hai affrontato
cose
ben peggiori! Non ti farai mica abbattere da una pianta urticante! Su!".
"Ma chi te lo dice che è stata una pianta?!",
latrò lui. "Può avermi punto un ragno
velenoso!!!".
"RAGNO???!!!".
Kain e le ragazze ammutolirono e drizzarono le orecchie. Non era stato
nessuno di loro ad urlare quella parola.
"CHI HA PARLATO DI RAGNI??!!". Dei rumori sospetti giunsero da un
cespuglio dalle grosse foglie rotonde. "NON VOGLIO PIU' SENTIR PARLARE
DI RAGNI PER TUTTA LA MIA VITA!!!".
Dal cespuglio spuntò fuori una figura bionda, spettinata e
disgustosamente colorata.
"AIDOH!!!".
I tre corsero e lo stritolarono in un abbraccio-tenaglia.
"Cugino! Sei vivo!!!".
"Sei vivo!".
"Sei vivo!".
"Ragazzi", disse Aidoh, gli occhi stralunati. "Voi non avete idea di quello che
mi è successo".
"Beh... che cosa ti è successo?".
"Voi non potete capire. Sono finito dentro la ragnatela. Sono scappato
urlando. I ragni, che erano ben più di due, figurati,
saranno
stati almeno cento, hanno cominciato a scorrazzarmi in giro per tutto
il corpo. E non riuscivo a scacciarli, giuro che non riuscivo! Poi
è arrivato un uccello enorme giallo e blu, che aveva sentito
l'odore dei ragni e voleva mangiarseli. Così ha cominciato a
beccarmi dappertutto, ecco, guardate qua che lividi che ho! Poi
è arrivato un serpente, ma di quelli proprio spaventosi, che
voleva mangiarsi l'uccello, o forse voleva mangiarsi me. Anzi,
riflettendoci è molto più probabile che volesse
proprio
mangiarsi me. Quindi ha cominciato ad inseguirmi mentre ero
già
assalito dai ragni e dall'uccello, e poi ha cominciato ad avvolgersi
intorno a me! Ho creduto di morire! Poi però nel tentativo
di
scappare ho messo un piede sopra un fiore che puzzava, e l'odore letale
che emanava ha fatto scappare serpente, uccello e ragni".
"In effetti, non profumi proprio di viole", commentò Ruka
nauseata.
"Quello che conta è che tu stia bene", rispose Kain.
"Sì,
sono ricoperto di bolle blu. No, non ti permetto di chiedermi che cosa
mi è successo. Ora, per favore, torniamo a casa".
* * *
Finalmente erano arrivati alle villette. Strani suoni solcavano l'aria:
urla sguaiate, ruggiti, strida, colpi, miagolii.
"Qualcosa mi dice", decretò Ruka con voce funerea, "che
Kaname si è arrabbiato".
Si diressero tutti di corsa verso la villetta mentre dentro
imperversava la furia omicida di Kaname Kuran. Si limitarono ad
osservare l'allegro scenario dalla finestra: la casa era devastata. Mobili,
lampade, libri e soprammobili di ogni genere giacevano al suolo. Ogni
tanto se ne vedeva qualcuno volare, quando i tre combattenti si
sentivano particolarmente agguerriti. Si sentì un "LASCIA
ANDARE
FUFFY!" di Ichijo.
"Interveniamo?", propose Aidoh.
"Assolutamente no", rispose Ruka. "Dobbiamo cercare un modo per
placarli che non ci coinvolga necessariamente. Sennò,
finiremo
anche noi nella lotta, e chi ci tirerà più
fuori!".
"Secondo me, c'è una sola persona al mondo in grado di far
calmare Kuran", decretò Rima.
"Oh, no, no, ti prego", fece Ruka.
"Yuki Cross".
"NO!!!". Ruka esplose. "Lei NO! E' l'ULTIMA persona che voglio vedere,
e non verrà certo qui a rovinarmi la vacanza!".
"Ruka, la tua vacanza è già stata rovinata fin
dal primo giorno".
"Beh, in effetti...", dovette riconoscere Ruka.
"E poi, preferisci vedere Kaname in questo stato? Non vorresti, invece,
che qualcuno lo facesse tornare normale?".
"Beh, certo, però...". Però
vorrei essere IO quella capace di farlo tornare normale!!!,
avrebbe voluto urlare. "E va bene. Chiamate Yuki e il Direttore, fateli
venire qua subito, in giornata. Basta che mi teniate lontana da lei".
* * *
Yuki, Zero e il Direttore erano seduti intorno ad una tavola imbandita.
Cross osservava i manicaretti con orgoglio: li aveva cucinati lui
stesso con le sue preziosissime mani, e non a caso erano venuti
semplicemente perfetti! Solo, si chiedeva come mai Yukki e Kyriu non la
pensassero allo stesso modo.
"Insomma, ragazzo mio, MANGIA!", esclamò dando forte una
pacca
sulla schiena a Zero, che sputò quel poco che aveva in bocca
e
prese a tossire furiosamente.
"OORSCHH! OORSCHH! OORSCHH!".
Yuki non poté fare a meno di mettersi a sghignazzare di
fronte a quello spettacolo.
"YUKI!", la riprese il Direttore. "Non si ride delle disgrazie altrui,
insomma, come te lo devo dire?".
"BUAHAHAHAHAH!".
"Ragazzi, ragazzi, un attimo di silenzio, mi sta suonando il telefono!".
"GOORF! GOORF!".
"MA CHE RAZZA DI TOSSE E', ZERO?! BUAAAAHAHAHAHAHAH!".
"Ragazzi, piantatela, che non sento niente! Sì proooonto?".
"Direttore, lei e Yuki
dovete
immediatamente venire qua, Kaname sta impazzendo e penso ci
ucciderà tutti, Yuki è l'unica persona al mondo
che
potrebbe farlo calmare!".
"Cosa, cosa? Ma chi parla?".
"Sono Rima Toya,
Direttore! La prego,
venite subito qua, ma non portatevi assolutamente Kyriu! Se Kaname lo
vedesse le conseguenze potrebbero essere disastrose! Dovete essere solo
lei e Yuki! Prendete un treno sotterraneo e raggiungeteci! ORA!".
Rima riattaccò. Cross guardò i due
ragazzi e con aria solenne proferì:
"Miei cari, un impegno, una missione, ci spinge a raggiungere i vostri
amici della Night Class alle Seychelles".
"Amici? Quelli non sono miei amicCCHOOOOOFF! COFF! COFF!".
"E' successo qualcosa?".
"Ecco, vedi, Yukki... sembra che Kaname stia male".
"Oh, no!". Yuki si alzò di colpo. "Presto, andiamo!".
"Ma chettifrega di quello là insomma YukKKKKKKKKHHHHH!!!".
"Zero, bevi un bicchier d'acqua, sennò mi muori, su!".
"Kyriu, mi è stato esplicitamente ordinato di non portarti",
il
Direttore assunse un'espressione eroica, "ma io non ti
lascerò
qua da solo. Verrai anche tu. E ora, MARSCH!".
"Io non ci vengo neanche mortTTHHFFFFFFUUU!".
"ZERO, BEVI UN PO' D'ACQUA INSOMMA! Dài che dobbiamo andare
a salvare Kaname!".
"E va bene, e va bene. COFF! Dio mio, quanto scassate voi due messi
insieme lo so solo io. COFF! Ma quanto, quanto scassate...".
* * *
Il Direttore, Yuki e Kyriu arrivarono nel giro di una mezz'ora. Dio benedica chi ha inventato i
treni sotterranei, pensò Ruka. Non appena i
quattro vampiri vodero Zero, però, i loro volti si
oscurarono.
"Direttore, le era stato chiesto di non portare Kyriu", disse Kain.
"Potrebbe far arrabbiare Kaname ancora di più".
"Ma ragazzi, abbiate pazienza", disse il Direttore facendo la faccina
triste, con tanto di labbro sporgente, "non potevo lasciarlo a casa da
solo! Mentre Yukki andrà a calmare Kuran, lui
resterà
nascosto in albergo! Che c'è di meglio? Dài su,
Kyriu,
va' a nasconderti in albergo!".
Zero si diresse verso l'hotel maledicendo il mondo a bassa voce. I
vampiri tirarono un sospiro di sollievo.
"Ora, Yukki, fa' il tuo dovere".
"Ma, Direttore, ora che sento questi ruggiti, ho un po' paura...".
"ALT! STOP! Lo vuoi un incoraggiamento?".
"Beh, sì...".
"Allora se lo vuoi, chiamami PAPA'!!!".
"Direttore, non è il momento...".
"CHIAMAMI PAPA'!!!".
"Ergh... papà... vorrei un incoraggiamento".
Cross si beò della parolà "papà" e,
con le guance rosse, disse a Yuki in tono amorevole:
"Ebbene, qualsiasi cosa succeda, il tuo papà sara SEMPRE
pronto ad aiutarti!".
"Ah... grazie", disse Yuki. Si aspettava un incoraggiamento...
migliore. Cross se ne accorse e tornò ad indossare la faccia
con
labbro sporgente.
Yuki entrò nella villetta dalla porta sfondata e si
ritrovò immersa nel devasto.
I ruggiti e le urla provenivano da un'altra stanza.
"Ehm... Kaname?", chiamò.
Immediatamente i rumori di guerra cessarono. Poteva essereun buon
segno, ma anche un pessimo
segno.
"Kaname?", ripeté.
Nel giro di pochi secondi le si parò davanti il Kaname Kuran
più improbabile che avesse mai visto. Era in costume, e la
pelle
che non era coperta dal costume aveva un, diciamo, colorito molto
intenso. Sembrava Patrick la stella marina (anche Yuki, come Ichijo e
Aidoh, seguiva segretamente Spongebob). La sua pelle era ricoperta di
graffi e lividi, e i capelli erano un autentico cespuglio di rovi.
"Yuki?", disse.
"Ehmm... ciaaao!". Yuki cercò di sorridere.
"YUKI!!!". Kaname si avventò su di lei e la
abbracciò
stretta - o meglio, la stritolò. "Yuki, ti prego, devi
portarmi
via da qui, è un posto orribile, ieri in spiaggia hanno
tentato
di uccidermi, oh per fortuna che ci sei tu, Yuki, Yuki ti prego!".
"Ehm...". Yuki si limitò a cercare di accarezzare il
cespuglio di rovi. "Dài, stai calmo... va tutto bene ora...".
Nel frattempo un Senri Shiki e un Takuma Ichijo provvisti di lividi,
vestiti strappati, graffi, acciacchi e cespugli di rovi in testa
stavano uscendo fuori di soppiatto.
"Rivoglio il mio Fuffy", ringhiava Ichijo.
Shiki si raddolcì non
appena vide Rima, ma questa non sembrò contraccambiare.
Disse
qualcosa nell'orecchio a Ruka ed entrambe se ne andarono sdegnate,
mentre invece tutti gli altri si affrettavano a sommergerlo di domande
sulle biondine. Lui, però, non li ascoltava.
Ok, Ruka poteva essere arrabbiata perché c'era Yuki a
consolare Kaname, e non lei stessa. Ma Rima?
Gli venne un atroce sospetto: Rima era arrabbiata con lui. Oh,
sì, era sicuramente così. Il giorno prima lui era
stato
con le biondine, e Rima... ma certo! Come aveva fatto a non pensarci?
Rima era gelosa! Se solo avesse saputo che le biondine l'avevano
intrppolato, che non era stato con loro per scelta! Doveva
assolutamente spiegarle tutto. Ma se avesse provato a parlarle, lei non
l'avrebbe ascoltato, sapeva com'era fatta. No, no, ci voleva qualcosa
di più, una di quelle cose che notoriamente piacciono alle
donne. Una di quelle cose per cui una donna potrebbe sposarti, ecco.
Roba tipo fiori, cioccolatini, canzoni...
L'occhio gli cadde su un cartello appeso all'entrata della spiaggia,
poco lontano da lui.
"STASERA SERATA KARAOKE!", diceva. "PER ISCRIVERSI, CHIEDETE A PEPPE!".
Serata karaoke. Karaoke uguale canzoni. Canzoni uguale donna che ti
vuole sposare.
"Ragazzi...", disse come in preda ad una visione mistica, "io... io
devo andare".
Si mise a correre alla disparata ricerca di Peppe. Per Rima era
disposto a questo e ad altro... e poi, il fatto che lui fosse stonato
come una campana era ASSOLUTAMENTE secondario.
* * *
Sera.
"Ma dài, ragazzi, andiamoci a sentire il karaoke!
Sarà divertente!".
Tutti i vampiri guardarono in Direttore con profonda pena.
"Divertente? Bah. Per me è solo gentaglia che crede di saper
cantare". Stranamente era stata Rima, non Ruka, a comportarsi con tale
acidità. Non solo Shiki aveva preferito le biondine a lei,
il giorno precedente, ma anche ora che finalmente potevano stare
insieme, era sparito! Lei e Ruka si erano appartate un attimo a parlare
di come comportarsi con lui, e al loro ritorno lui non c'era
più!
Osservò Yuki e Kaname. Si tenevano per mano, e Kaname aveva
finalmente assunto un'espressione serena. Dietro di loro c'era Ruka che
li guardava con gli occhi che mandavano lampi e saette, e a guardare
Ruka c'era invece Kain, tutto triste. Buffo. Sembrava di vivere in una
telenovela. Quasi quasi si aspettava che Kaname improvvisamente
rivelasse a Yuki di essere suo fratello, come sempre succede nelle
telenovele.
Ovviamente Rima non sapeva che le cose stavano davvero così!
Kaname oltretutto, in un impeto di improvvisa bontà dovuta
all'arrivo di Yuki, aveva liberato Fuffolone dall'asciugatricee l'aveva
restituito al suo legittimo proprietario, che dalla felicità
aveva dato un bacio sulla guancia a Kaname. Ovviamente la reazione fu:
"MA CHE SCHIFO, ICHIJO!!!".
Improvvisamente si accesero dei fari colorati davanti alla piscina, e
cominciò a risuonare un'allegra musichetta.
"Dààààààài!
E' iniziato il karaoke! Eddai vipregovipregovipregoviprego...",
implorò il Direttore prostrandosi davanti ai vampiri. Yuki
guardò Kaname con i classici occhi dolci da cucciolo, e lui
no poté resistere:
"Ehm... beh, dài... va bene, andremo a sentire il karaoke".
"YUPPIIIIII!".
"Si trattenga, la prego, Direttore".
Andarono a sedersi in prima fila su poltroncine che erano disposte
davanti alla piscina, di fronte ad un microfono e ad un amplificatore
molto sospetti.
"AAAAALLORA, RAGAAAAZZI! SIETE PRONTI PER IL KARAOKE?!",
berciò Peppe. Gli umani cominciarono ad urlare e applaudire
come fornessati. "Aaallora, dovete sapere che purtroppo c'è
stata un po' di scarsità di iscrizioni. Solo una persona di
è iscritta. Quindi, sceglierò persona a caso dal
pubblico e le farò cantare! Oooooooh yeeeeeaaaaah!!!". A
tali nefande parole i vampiri si guardarono l'un l'altro, sconcertati.
"TU! Per esempio, vieni tu, tu con quel bel caschetto biondino!
Dààài, tu con il gatto in braccio!
Ecco, sì, proprio tu!".
Ichijo diventò di tutti i colori. Stava parlando di lui.
"Dài sì, vai Takuma!". Il Direttore gli diede uno
spintone che lo fece finire proprio davanti al microfono.
"Ehm... ehm...", disse lui nel microfono, facendosi piccolo piccolo e
usando Fuffolone come antistress.
"TU", declamò Peppe, "CANTERAI "PORTA IN ALTO LA MANO SEGUI
IL TUO CAPITANO"!".
"Io... canterò CHE
COSA?!".
"Mieeeeo!".
Dopo la standing ovation che seguì l'esibizione di Ichijo
(con la speciale partecipazione di Fuffolone, che ogni tre secondi
decorava la canzone con un "mieo"), Ruka fu costretta a cantare
"Umbrella". Per quella canzone era necessaria un certo tipo di
sensualità, il fascino latino... che Ruka, proprio, non possedeva.
Cantò la canzone con una vocina flebile flebile e stando
dritta e ferma con un palo. Applaudì solo Peppe, per
incoraggiarla, dopodiché si passò a "hit"
più recenti: il Direttore dovette cantare "Ai seu te pego".
Il pubblico lo amò.
"ED ORA, SIGNORE E SIGNORI, ECCO A VOI COLUI CHE HA DECISO DI
ISCRIVERSI!", annunciò Peppe. "L'unico, il solo,
inimitabile... NERSI!!!".
"Mi chiamo Senri, non Nersi", disse il suddetto mentre usciva da dietro
un rudimentale sipario montato per l'occasione.
Rima diventò bianca, poi passò al rosso scuro,
poi al verdognolo e infine tornò al pallore più
cadaverico possibile.
"Beh... dunque...", disse Senri nel microfono. "Questa canzone la
dedico ad una persona nel pubblico... è qui, in prima
fila...". Un faro illuminò Rima, il cui viso assunse
nuovamente tutti i colori che aveva assunto poco prima. "E... beh...
questa canzone serve per dirle che... che io voglio bene solo a lei".
Rima strinse le labbra, cercando di controllarsi e di non mettersi a
ballare urlando in piedi sulla sedia, mentre tutti gli altri le
lanciavano occhiate dense di sottintesi.
La musica partì, ma Senri, un po' per l'emozione e un po'
per la sua totale incapacità nel canto, attaccò
in ritardo, e cercando di rimediare si mangiò
metà della strofa:
"Ehm... love was only... fairytales... Aiut!... not for me... ehm...
disappointment... oh cavoli...".
Rima lo osservava perplessa ma, in fondo, euforica. Quando
arrivò il ritornello, per fortuna, il cantante provetto si
riprese, anzi, si entusiasmò:
"And then I saw her face... NOW I'M A BELIEVER!!!", cantò
con voce passionale, e indicò Rima, che fu sull'orlo di un
arresto cardiaco. "Not a trace of doubt in my mind! I'M IN LOVE... I'M
A BELIEVER!". Il presunto arresto cardiaco arrivò, e Rima si
accasciò priva di sensi sulle ginocchia di Ruka. Ma
bastarono due schiaffi da parte dell'amica (ancora arrabbiata per
essere stata costretta a cantare Rihanna) per farla rinvenire. "I
couldn't leave her if I trieeeed!".
"Eeeeh... che uomo!", sospirò Rima con un sorriso ebete,
rintronata dallo svenimento e dalle sberle.
* * *
"Beh, buonanotte, ragazzi!", li salutò il Direttore. "Noi
torniamo in albergo".
"A domani!", rispose Ichijo, e aggiunse a bassa voce, in modo che
Kaname non sentisse, "e mi saluti Kyriu!".
Il Direttore e Yuki tornarono in albergo, pronti ad affrontare l'ira
funesta di Zero (sapevano
che era arrabbiato, lui era sempre arrabbiato).
La Night Class rimase sola.
"Beh...", iniziò Kain, ancora tutto ricoperto di bolle color prugna, "è finita. Domani
pomeriggio si torna a casa".
"Proprio adesso che questa vacanza cominciava a piacermi",
borbottò Kaname.
"E te lo credo! C'era bisogno di Yuki per fartela piacere...",
commentò Ruka.
"Non so voi, ma a me un po' dispiace tornare a casa. Era abbastanza
divertente, tutto sommato. Vero, Fuffolone?".
I vampiri guardarono Ichijo con tanto d'occhi:
"Divertente?".
"Ma sei scemo?".
"Ma ti ha dato di volta il cervello?".
"Tu non sei più mio amico!".
"Ti disconosco!!!".
"TI SCOMUNICO!!!".
"Aidoh, ma cosa c'entra 'ti scomunico'?".
"Boh, mi sembrava che ci stesse bene...".
"Ehm... se lo dici tu".
"Insomma, buonanotte a tutti".
"Buonanotte".
"Notte".
Per chi non conoscesse la canzone di Ichijo: http://www.youtube.com/watch?v=0mYBSayCsH0
Oddio ma perché
più vado avanti con la storia più faccio capitoli
lunghi? Perdono T_T
Comunque, siamo alla fine. Questo NON è l'ultimo capitolo,
ma la storia è quasi finita. E devo dire che è
meglio così: dopo un po' le gag eccetera diventano sempre le
stesse, diciamo che la lunghezza di questa storia è quella
limite per il genere comico-demenziale, o almeno per come la vedo io.
Dopo un po' il tutto tende a diventare sterile, penso che questa storia
finirà al momento giusto, in tempo per evitare questa
sterilità. O almeno, spero! ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate! Alla prossima!
Isabella
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