Vojeur

di paolapizz
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Vojeur


Le parole che non ti erano mai uscite di bocca,
che avresti voluto dire tante volte, ma che ti sono sempre morte in gola,
sono lì a portata di mano.
Ma non sono le tue.
Ti senti un ladro ogni volta che ne attingi,
avidamente,
la forza del dolore che pure ti serve a mantenere unite le ossa vuote;
che serve a sentirti ancora vivo solo perché è l’unica sensazione a pulsarti violentemente nelle vene.
Quasi come se stessi profanando senza rispetto
l’altare che qualcuno continua a erigere,
incessantemente,
pieno di devozione,
ai rimpianti che abitano i silenzi delle sue notti insonni,
rimani inchiodato a osservare,
senza profferire parola,
coi tuoi occhi selvaggi,
il tuo volto febbrile,
ma senza espressione;
e non muovi un passo per non smuovere l’aria che c’è intorno,
per non perdere un soffio di quel male di vivere cui ti costringi ad assistere non senza compiacertene dolorosamente, ma a cui rimarrai sempre estraneo pur avvolgendotene fino a soffocarti.
E vorresti che quel male di vivere fosse il tuo,
perché credi che sarebbe più sopportabile del vuoto che ti convince che ogni secondo che passa sia una menzogna,
come tutto quello che hai vissuto finora.
E che morirai senza aver mai vissuto realmente.
Una misera,
meschina creatura.
Senza nome.
Senza memoria.
Senza storia.




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