Come un pittore

di Marty Andry
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9. Rosso come quello che mi fai provare
(parte II)

 

 
Al mio amico Jacopo
“rosso come quello
che mi fa provare”
.

 
 

 
Avevo capito cosa provavo per Simone, finalmente! Anche se all’inizio era stato difficile capirlo, ora ne avevo la certezza.
L’unico ostacolo era dirglielo, non avevo la più pallida idea di come fare.
 
Un pomeriggio come tanti io, lui, Caterina e Claudia decidemmo di uscire.

Stavamo tranquillamente parlando, quando Claudia ed io ci scambiammo un’occhiata che valse più di mille parole: ormai ci capivamo a sguardi e Simone, nonostante dicesse che un giorno ci avrebbe decifrate, non era ancora riuscito a captare le nostre conversazioni.

Ci sedemmo su una panchina, quando Caterina disse a Claudia
<< Ehi Clà! Ho visto un mio amico davanti al bar, puoi venire con me? Tu Aly rimani qui con Simone. >> concluse, scandendo bene le ultime parole.
<< No Cate, ti devo dire una cosa… >> reclamai io con voce soffocata.
<< NO. Tu- rimani- DA SOLA- con Simone. PUNTO. >> continuò Claudia trascinando via mia sorella.
Sospirai.
Tra me e Simone c’erano solo cinque centimetri, che fare?
Tenevo lo sguardo basso, guardavo le mie scarpe che avrei voluto fissare per tutta la sera.
<< Sai quanta fatica sto facendo per cercare di non ridere? >> disse Simone cercando di rompere il ghiaccio.
<< Ma stasera sei muta? >> continuò.
Aveva ragione, era la prima volta che rimanevo da sola con lui e mi sentivo in imbarazzo come non mai.
<< No, non sono muta! E che…Uhm… >>
La sicurezza era svanita tutta d’un tratto.
<< Puoi spiegarmi che ti sta succedendo ‘stasera?! >> disse lui un po’ scocciato.
<< Niente… >>
<< Sì, certo, niente! Non ti ho mai vista così silenziosa. >>
Calò un’altra volta il silenzio.
Mi guardai ancora volta intorno, poi tornai a guardare le mie scarpe. Risalii piano, fino alla mia borsa. La guardai distrattamente, poi mi si accese la lampadina: in quella borsa c’era il fiore che mi aveva dato Simone! Quel pomeriggio l’avevo preso e infilato in una delle tasche prima di scappare via.
Inizia a frugare mentre Simone mi guardava con aria interrogativa.
<< Eccolo! >> esclamai << Tra un po’ m’arresterai sul serio per plagio. >>
<< Perché? >>
Tirai fuori il fiore.
<< Vedi questo fiore? >>
Simone lo guardò sorpreso.
<< Quello è… >>
<< È bellissimo…E sai perché? >>
<< Perché… >>
<< Perché è rosso come quello che mi fai provare. >> dissi io tutto d’un fiato. Era fatta!
<< Cosa?! >>: non riusciva a crederci.
<< Sì, è così. Ti amo. >>
 

 
FINE


 





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