Sulla noia e il mal di vivere

di La Mutaforma
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Tra le dita sfugge tutto via, come neve, come una bugia…

 

Come una vecchia canzone.

Lo stesso motivo. Monotono, cupo, cadenzato. Suoni decisi, di quelli che ti rimbombano nel cranio e non ti danno pace.

“Che vita malsana è quella di un re stufo del proprio regno?” confessò Jack alla luna piena, nel denso silenzio del camposanto, dove la collina affacciava sul campo di zucche.

“E’ la noia Jack” riprese Ryuk alle sue spalle “Il vero tarlo della nostra esistenza”

Lo scheletro emise una risatina più simile ad un singulto, e voltò le nere cavità oculari verso di lui.

“E dimmi, cosa suggeriresti tu? Cosa guarirebbe la tua vita?”

Ryuk si sfogò in un ampio sorriso, mostrando i denti lunghi e acuminati. “Una mela”

 

Si prese il teschio tra le mani, pensando che mancavano solo altri trecentosessantaquattro giorni al prossimo Halloween, festività in cui la sua presenza, il suo ruolo, la sua vita avrebbero dovuto assumere un senso.

Allora perché non è così?

Nel vuoto, si abbandonò ad un silenzioso, triste, cupo sospiro che tra le tombe fece il suono di una vecchia gioiosa risata.  

 





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