La ragazza col ciuffo

di Jude92
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Salve ragazzi!!!
Eccomi qui anche in questa sezione, mi è venuta l'idea di scegliere un personaggio di uno dei racconti (poiché il libro Il bar sotto il mare è una raccolta di racconti) ovvero “La ragazza col ciuffo”, e inventare una breve storia.
So che non è un granchè, anzi fa letteralmente schifo, però ve la propongo lo stesso! :)
Sappiate che è totalmente diversa da quella originale, quindi se la cosa vi interessa, andate a leggere quella! ^_^
Detto questo, vi lascio alla mia stupida e tragica storiella.
A dopo! :)

 
 
La ragazza col ciuffo
 

 
Ancora una volta, nella sua vita, fu ascoltata..
Lei, con un filo di tristezza e malinconia, dopo una lunga serie di riflessioni, trovò il coraggio per raccontare la sua tragica storia…
 

Ecco arrivato il mio turno, non capivo nemmeno perché fossi lì, seduta ad un tavolo caldo e ruvido.
Non mi ero mai sentita, in realtà, così accolta e ascoltata da persone che erano lì per raccontare anch’essi la loro tragica vita, come la mia…
Mi sentivo “strana”, era una situazione “diversa”, perché non mi era mai capitato che qualcuno non mi osservasse in modo spregevole, quasi con odio; qualcuno che non fosse spaventato da me, dalla mia presenza.
Cominciai a raccontare di ciò che segnò e influenzò, per sempre, la mia esistenza, il mio stile di vita.
"Neonata, fui abbandonata in un cassonetto dai miei genitori biologici, i quali non ebbero il coraggio di mandarmi in un centro d’infanzia. Per caso un signore di vecchia età, il mio angelo custode (così lo chiamo io) aprì il cassonetto per riporre l’apposita spazzatura, ma subito si accorse di me, di me che nemmeno piangevo.
Lui mi prese con sé, mi allevò e mi diede del cibo, dei vestiti e un letto dove poter dormire ma, al di là di tutto questo, mi diede la cosa di cui avevo, dannatamente, più bisogno: l’affetto, il fatto di non essere sola e abbandonata.
Un bruttissimo giorno però, il mio “angelo custode” si ammalò gravemente e, dopo un paio di settimane, morì. Mi ritrovai sola, nello sconforto, di nuovo nella disperazione, di nuovo nella solitudine. Non mi ripresi per più di tre anni ma, in realtà, ancora adesso mi sento profondamente scossa da quella brutta tragedia, la mia triste verità.
Continuai a stare a casa sua, per circa un mese, ma non potei più pagare l’affitto e mi ritrovai in strada, a vagare per diversi quartieri in cerca di qualche lavoro che mi avrebbe aiutato a sopravvivere. Purtroppo, così non andò, intorno a me solo brutte compagnie, ed esperienze terribili dominarono la mia mente. Troppe, troppe cose orribili che mi fecero perdere nel vuoto dell’obbrobrio."
Troppe da renderle pubbliche a tutti, non basterebbe una vita…
 

La ragazza non volle più raccontare il resto della storia, a causa di ricordi troppo sconvolgenti, al suo posto invece, si fece avanti “la signorina col cappello”pronta a raccontarci l’amore e di “quando si ama davvero”.
 

 
Grazie per essere arrivati a leggere fin qui!
 
Jude92





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