Prologo
Ore 19:47 Mare del Giappone.
Tuatha de Danaan, cabina di comando.
“Aumentare velocità di 8 nodi!”
Ad impartire gli ordini era
stato il comandante del sottomarino più all’avanguardia del mondo, il Tuatha de
Danaan di proprietà della Mithril; neppure la marina statunitense era in
possesso di un gioiello simile e neppure la marina statunitense era certa del
fatto che esistesse; per loro era soltanto il “Toy Box”, il sommergibile
fantasma!
“Sissignore! Aumentata velocità
di 8 nodi”.
Uno dei tanti addetti ai comandi
aveva appena eseguito l’ordine impartitogli quando improvvisamente l’addetto al
sonar esclamò:
“Obiettivo individuato!
Posizione 1-5-8...sono alla portata dei missili”.
“Perfetto...procedete con il
lancio”.
Fu digitato il codice di accesso
42bz5 e la chiave di attivazione missili venne inserita e fatta girare in senso
orario nella sua apposita fessura.
“Lancio effettuato”.
Il portello missili numero 1 si
spalancò facendo uscire una fortissima corrente d’aria...poco dopo l’obiettivo
era stato “colpito”.
“Esercitazione riuscita. Le
nostre apparecchiature manuali hanno dimostrato di essere ancora perfettamente
efficienti nel caso in cui si dovessero presentare guasti al sistema Danaan.
Ottimo lavoro”.
Il comandante, mentre tutti i
suoi uomini si rallegravano per il successo, sistemandosi meglio gli occhiali
sul naso, si accinse a prendere con l’altra mano il telefono di bordo.
“Comandante Shinoda..la
ringrazio ancora infinitamente per aver partecipato con la sua portaerei ed il
suo equipaggio alla nostra esercitazione che ha avuto esiti positivi. Grazie per
la collaborazione”.
Appena mise nuovamente a posto
la cornetta, la pesante porta metallica, che separava la sala comandi dal resto
dell’ala nord del sottomarino, si aprì e fecero il loro ingresso tre dei suoi
sottoposti.
“C’aveva fatto chiamare,
signore?” chiese il più giovane dei tre, schierati sull’attenti, dai capelli
corti castani e dall’espressione tesa.
Il colonnello girandosi e
sistemandosi le mani semplicemente dietro la schiena, rispose in tono serio.
“Riposo…Si, vi avevo fatto
chiamare…La missione che ho da assegnarvi è di vitale importanza!” e
continuando a fissarli negli occhi proseguì:
“Ed è per questo motivo che
dovrà essere compiuta con il massimo riserbo e con la massima professionalità!”.
“Sissignore!” si sentì rispondere con voce perentoria da uno dei soldati.
“Mi scusi, signore, ma...di
preciso di cosa si tratta?” domandò il soldato biondo esibendo un’espressione
stupita sul volto “Si spieghi meglio...”.
“Si calmi Sergente! Ora avrà
modo di venire a conoscenza di tutti i dettagli! Seguitemi nel mio ufficio”.
Con passo sicuro e deciso si
diressero tutti quanti verso il luogo in cui, presto, avrebbero scoperto quale
sarebbe stata la loro prossima missione che, sicuramente, si sarebbe rivelata
non semplice ed alquanto impegnativa.
Giuntisi il Colonnello si
avvicinò alla sua scrivania, si sedette e con professionalità iniziò a digitare
qualcosa sul computer.
Dopo pochi istanti si percepì un
leggero rumore dovuto alla discesa di un grande proiettore a cristalli liquidi
sul quale apparve un mappamondo in tre dimensioni.
“Il luogo in cui dovrete
svolgere la vostra missione sarà il Giappone” e mentre il Colonnello pronunciava
queste parole, il globo tridimensionale ruotò su se stesso e, dopo un forte
ingrandimento, apparve il paese appena nominato.
“Esattamente…signore…in quale
parte del Giappone, se posso chiederglielo?” chiese la ragazza di grado
superiore che si trovava schierata tra i due soldati.
Il Colonnello scrisse nuovamente
qualcosa al computer e, dopo pochi secondi, venne visualizzata sul proiettore
una cartina metropolitana.
“Nella zona del Kanto…Tokyo, e
più precisamente in uno dei due suoi più importanti quartieri…Shinjuku. Dovrete
sorvegliare una ragazza che risiede proprio lì...”.
“Sissignore!” risuonò nuovamente
nella stanza.
“E' una ragazza? Possiamo vedere
una sua foto?” lo interruppe nuovamente il soldato biondo con aria impaziente.
Il Colonnello lo fulminò con lo
sguardo “Il soggetto è questo” e continuò indicando il primo piano di una
ragazza dai capelli corti.
“Dai rapporti dell'intelligence
inviatici dal Colonnello Testarossa, risulta che il soggetto potrebbe essere un
Whispered. Probabilmente altre organizzazioni si sono accorte del suo
potenziale, per cui si è reso necessario determinare la formazione di una
squadra di sorveglianza, come accadde con la signorina Chidori.”.
Il Sergente biondo guardò la
foto e sospirò facendo un’espressione delusa.
Il Colonnello lo ignorò e
continuò con la sua spiegazione “Partirete fra un' ora e mezza quindi, andate a
prepararvi...Sergente Maggiore Mao, questo è il promemoria della missione.”.
La ragazza si avvicinò, prese
dalle mani del Colonnello una cartelletta piena di documenti e, dopo aver
salutato militarmente, si avviò verso la porta.
“Sergente Maggiore! Un'altra
cosa...pensavo…essendo il soggetto un Whispered, potrebbe essere necessario
farla incontrare con la signorina Chidori, visto che il Colonnello Testarossa
non è più presente, e questo specialmente nel caso in cui la ragazza in
questione, come molto probabile, non dovesse essere a conoscenza di questa
sua…diciamo…‘peculiarità’ e quindi avesse in qualche modo bisogno di un
sostegno...di qualcuno nella sua medesima situazione…ehm…qualcuno capace di
confortarla dopo una rivelazione del genere…insomma non è una cosa da poco…non
pensa?” disse tossendo un po’ imbarazzato il comandante avendo paura di essersi
esposto troppo; cercare di capire le esigenze di una giovane ragazza non era
affatto una cosa semplice e poi non si poteva certo correre il rischio di creare
inutili contrattempi…bisognava cercare di individuare le eventuali
organizzazioni interessate il prima possibile; inoltre non c’era da preoccuparsi
riguardo l’utilizzo di Kaname Chidori, pur essendo una civile, era ormai fin
troppo informata riguardo le loro procedure.
“Ricevuto Colonnello Mardukas!
Sarà fatto. Le farò giungere notizie.” rispose Melissa con uno strano sorriso
divertito ed uscì.
“Ah! Che delusione!”
“Che cosa c'è che non va Kurz?”
“Già mi immaginavo una bella
ragazza dai capelli lunghi e gli occhi dolci, invece guarda qua...sembra un
maschio!”. Rispose il ragazzo, deluso ed amareggiato, appoggiando la foto del
soggetto sul tavolo.
“Per me non ci sono problemi,
anzi, i suoi capelli corti saranno meno di intralcio in caso di pericolo”.
Affermò Sousuke con espressione compiaciuta sul volto.
“Ma insomma Sousuke! Non capisci
proprio niente, quelle con i capelli corti non sono ragazze ma...”.
Melissa prese Kurz per un
orecchio e, tirando, lo costrinse ad alzarsi.
Quando furono faccia a faccia
disse con voce minacciosa “Cosa stavi dicendo? Se non sono ragazze, allora cosa
sono?”.
Kurz deglutì e balbettò “Stavo
dicendo che...non sono ragazze ma...sono talmente belle che sembrano delle Dee!
Come te!”.
“Così va meglio...” annuì
soddisfatta la ragazza e lo lasciò ricadere violentemente sulla sedia “E adesso
sbrigati che dobbiamo partire tra poco!”.
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