Problema perfetto

di Kastel
(/viewuser.php?uid=70673)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Non era male fare a coppia con Boris.
Certo, parlava poco e sparava troppo, ma non si poteva lamentare.
Sempre meglio di Ivan. Quello si che era pazzo, ma pazzo forte. Più di una volta aveva dovuto evitare i suoi proiettili sparati a cazzo solo perché amava il rischio. La risposta ogni volta era mandarlo fuori strada.
Invece Boris era un cecchino perfetto. Non sbagliava un colpo. Era un vero piacere osservarlo mentre inquadrava il nemico nel mirino e tirava il grilletto. Era un peccato che dovesse essere lui il pilota: avrebbe pagato oro per fare da spettatore.
Alcune volte andava a vederlo al poligono mentre si allenava. Nessun colpo andava a vuoto, nessun proiettile sprecato. Dire che amava la mira di Boris era un eufemismo.
Il problema era che non adorava solo quella.
Il respiro.
La voce.
I silenzi.
La postura.
Lo sguardo concentrato.
Ogni cosa di Boris era perfetta e di conseguenza l'amava incondizionatamente.
Ma erano poliziotti. Nel 1961. Nell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Tutto ciò era un problema non di poco conto.
Nonostante tutto non era male fare a coppia con Boris.
Era perfetto.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1274028