Se avete letto
il capolavoro di George Orwell, 1984, probabilmente siete rimasti
piuttosto turbati dal finale, come me. si tratta di un libro che,
d’altro canto, è parecchio angosciante nella sua
interezza; così ho pensato che forse un finale alternativo
lo avrebbe sdrammatizzato un po’…
Vi avverto che anche se
forse non è ancora demenziale, si tratta di una storia un
po’ idiota. Non leggete se non sopportate che accada qualche
assurdità. Buona lettura! P.S. : Il personaggio di Ciccio u'
Bombularo è di frisulimite ed è usato col suo
permesso.
Qui, per chi non
l’ha letto, c’è un breve riassunto del
libro tratto da Wikipedia, che dovrebbe comunque rendervi godibile la
mia fiction.
In un
futuro prossimo (l'anno 1984) la Terra è suddivisa in tre
grandi potenze totalitarie perennemente in guerra tra loro: Oceania,
Eurasia ed Estasia. In Oceania, la cui capitale è Londra, la
società è amministrata secondo i principi del
Socing (il socialismo inglese) e governata da un onnipotente partito
unico comunista con a capo il Grande Fratello, un personaggio che
nessuno ha mai visto e che tiene costantemente sotto controllo la vita
di tutti i cittadini (la sua figura somiglia molto a quella di Josif
Stalin). I suoi occhi sono le telecamere che spiano la vita di
qualunque cittadino e il suo braccio la psicopolizia che interviene in
ogni situazione sospetta. Ovunque vi sono grandi manifesti che
ritraggono il Grande Fratello e gli slogan del partito: «la
guerra è pace», «la libertà
è schiavitù», «l'ignoranza
è forza». (un altro degli slogan afferma che, se
lo dice il Partito, due più due può fare cinque
N.d.A.)
Il
protagonista del romanzo, Winston Smith, è un membro
subalterno del partito, incaricato di censurare i libri e gli articoli
dei giornali non in linea con la politica ufficiale. Apparentemente
docile, in realtà mal sopporta i condizionamenti del
partito. Accanto a lui agiscono altri due personaggi: Julia, della
quale Winston è innamorato malgrado il partito vieti il
sesso, e O’Brien, un importante funzionario che il
protagonista crede amico.
Nonostante
il partito imponga la castità (il sesso è
permesso al solo scopo di procreare) Winston e Julia diventano amanti e
decidono di collaborare con un'organizzazione clandestina di resistenza
chiamata "Confraternita" (che si ispira alle teorie espresse nel suo
libro da tale Goldstein N.d.A.). Ma una volta confidati con
O’Brien si scopre che questi è un membro della
psicopolizia, governata dal Minamor (il Ministero dell'Amore, la cui
funzione è torturare i dissidenti). Il fine di O'Brien
è insegnare a Winston la tecnica del Bipensiero attraverso
tre fasi: apprendimento, comprensione, accettazione.
La
prima fase consiste nell'infliggere un dolore di intensità
sempre crescente al condannato in modo che egli accetti una
realtà che non è tale.
…Ed
è qui che mi ricollego alla storia originale con le mie
assurde modifiche. Winston è ora prigioniero ormai da un
po’, ed è costantemente torturato da
O’Brien. L’inizio è una citazione dal
libro; ma non illudetevi, cambierà presto.
1984: Alternative ending
…
Winston se ne stava anche allora, come sempre, steso sulla schiena. Ma
i suoi legacci erano ora un po’ più lenti. Lo
tenevano ancora saldamente assicurato al letto, ma poteva muovere un
po’ le ginocchia, poteva volgere la testa di qua e di
là e, a partire dal gomito, poteva anche sollevare le
braccia. Il quadrante aveva perduto qualcosa del suo aspetto
terrificante. Winston avrebbe anche potuto evitare gli spasimi se
avesse avuto abbastanza presenza di spirito. Era, infatti, soltanto
quando dava prova aperta di stupidità, che O’Brien
faceva pressione sulla leva. C’erano anche occasioni in cui
per tutt’intera una seduta non si faceva mai uso del
quadrante. Winston non poteva ricordarsi bene a quante sedute fosse
stato sottoposto. Tutto il procedimento sembrava essersi protratto per
un tempo indefinito, ma comunque esteso… probabilmente
settimane… e gli intervalli fra una seduta e
l’altra potevano essere stati talvolta di qualche giorno,
talvolta di qualche ora soltanto.
- Stando steso come sei steso ora. – disse
O’Brien. – ti sei chiesto più
d’una volta (e spesso l’hai anche chiesto a me)
perché il Ministero dell’Amore sprechi tanto tempo
e fatica con te. E quand’eri libero ti sei spesso smarrito a
chiederti sostanzialmente la stessa cosa. Potevi afferrare il
meccanismo della società nella quale vivevi, ma te ne
sfuggivano le ragioni segrete. Ricordi d’aver scritto nel tuo
diario: "Capisco come: non capisco perché? E appena ti
chiedesti "perché" dubitasti prima della tua ragione. Tu hai
letto il libro di Goldstein, o almeno una parte di esso. Ti ha forse
rivelato qualcosa che tu non sapevi già? –
- L’hai letto, tu? – chiese Winston.
- Io l’ho scritto. Cioè, ho collaborato
alla sua redazione. Nessun libro viene scritto da un singolo individuo,
come sai benissimo. –
- È vero quel che dice? –
- Per quel che riguarda le descrizioni, sì. Il
programma che difende, naturalmente, è tutta una
sciocchezza. Quel mettere da parte una serie di conoscenze segrete,
quella graduale diffusione di una verità, e da ultimo quella
rivolta proletaria e il rovesciamento del Partito… Tu stesso
prevedevi benissimo che avrebbe detto quelle cose, no? Bè,
sono sciocchezze. I prolet non si ribelleranno mai, nemmeno fra mille
anni, nemmeno fra un milione di anni. Non lo possono. Non
c’è bisogno che te ne spieghi la ragione: la sai
già. Se hai mai accarezzato alcun sogno
d’insurrezione violenta, bisogna che lo metta definitivamente
da parte. Non c’è nessun modo per rovesciare il
Partito. Il dominio del Partito è per sempre (come un
diamante N.d.A.). cerca di mettere questo concetto a fondamento di
tutti i tuoi pensieri. –
- S’avvicinò al letto. – Per sempre.
–
Qualche ora prima, nei
laboratori dell’antartico…
- Perfetto!- esclamò lo scienziato in camice bianco
osservando la coltura di scarabei stercorari nella teca di vetro
– Gli esperimenti procedono bene, Dottor Ciccio u’
Bombularo – l’omaccione grasso, calvo e vagamente
somigliante a zio Fester accanto a lui fece un sorriso ebete (tanto per
cambiare) e soggiunse: - Tutto merito suo, dottor Madman! Lei
è un genio! - - Grazie, grazie, Ciccio. Ma è
tutta la collettività che contribuisce alla riuscita
dell’esperimento. Presto il Partito riuscirà ad
eliminare anche il desiderio sessuale e ad affermare il proprio dominio
sull’umanità! MWAHAHAAHA! –
Ciccio u’ Bombularo lo fissò ammirato e
disse: - Ma che bella risata maniacale, dottore! Me la insegna?
– il dottore sorrise soddisfatto e replicò: -
Dunque, devi gonfiare bene il petto con tutta l’aria che
puoi, dopo di che appoggi in maschera, lavori di diaframma
e… MWWWAAHAHAHAHAHAHAAAA! – prese fiato, poi
disse: - Avanti prova. – tremante dall’emozione,
Ciccio tirò un profondo respiro, in un’atmosfera
quasi irreale, e dopo qualche secondo proruppe in un fragoroso: -
AHAHAHAHAH! - - Avanti, puoi fare di meglio! - fece il dottor Madman
– Riprova. - - MUAHAHAHAH! – fece Ciccio.
– No, no, no, no. Diaframma, diaframma. Così:
MWWWAHAHAHAHAH!!! - - MWAHAHAEEHAEEAH! – fece Ciccio -
MWAHAHAHAHAHA!!! – ribattè Madman -
MUAHOHOHOIHOIIIOHO! - - MWAHAHAHAHAHAAAAAH!!!! - -
MWUUUAAAHAHAH… -
- Oh, ci si diverte qui! – intervenne un terzo
scienziato entrando nella stanza. I due lo fissarono con aria vagamente
imbarazzata, poi il dottor Madman tossicchiò e disse: -
Emh… eravamo euforici per i successi del Partito, dottor
O’Crazy. - - Ma che dice? – lo corresse Ciccio
u’ Bombularo – Mi insegnava a fare le risate
malvag… OUCH! – un calcio negli stinchi da Madman
lo mise a tacere. – abbiamo notato… - riprese
Madman - … Che gli scarabei più intelligenti sono
anche quelli che provano meno desiderio sessuale. Pensavo di
somministrare loro un farmaco per potenziarne l’intelligenza,
e vedere i risultati. - - Bene. Vuol farlo subito? – rispose
O’Crazy – Oh, no… può
occuparsene il dottor u’ Bombularo, mentre noi andiamo a
prendere un caffè cancerogeno alla macchinetta. Allora,
dottor u’ Bombularo, vuole somministrare due gocce di
potenziatore cerebrale a quegli insetti? - - Solo due? - Intervenne
l’altro scienziato – Ma sono poche! Ne servono
almeno altre due! - - Mmmmhh… in effetti… - fece
Madman - E va bene, faccia come ha detto il dottore, Dottor
u’ Bombularo. Ma non una goccia di più, potrebbe
essere pericoloso. – Ciccio fece le feste come un cagnolino e
prese a saltellare per la stanza, mentre i due ne uscivano e si
allontanavano per il corridoio.
- Ma dove l’hanno trovato quel perfetto deficiente?
– disse O’Crazy rivolto a Madman –
È un raccomandato. – rispose quello –
Pare sia il marito della figlia del cugino di secondo grado di un
collega dell’impiegato delle poste che era vicino di casa del
defunto zio del Grande Fratello. Ma sono voci. Ora godiamoci questo
caffè. – e così dicendo tirarono fuori
i bicchieri di plastica dalla macchinetta nel corridoio e li fissarono
con aria schifata. – Beh… - fece Madman
– Se il partito dice che è buonissimo,
è buonissimo! – i due sorrisero forzatamente e
bevvero tutto d’un fiato. Poi vomitarono ciascuno sui vestiti
dell’altro.
Nel frattempo il nostro Ciccio stava rovistando tra le
boccette sul tavolo alla ricerca del potenziatore cerebrale –
Dunque… siero della verità… essenza di
dolore… allucinogeni… peste mutante,
vaiolo… Coca Cola Light, Caffè Agh…
Potenziatore cerebrale per scarabei stercorari! Trovato! –
prese la boccettina contenente un liquido verde trasparente e si
avvicinò alla teca " Allora…" pensò "
Hanno detto due gocce… e poi altre due. Lo slogan del
Partito dice che due più due può fare anche
cinque. Quindi… -
Se Ciccio avesse avuto un Q.I. sopra il 23, forse avrebbe
stappato la bottiglietta e versato solo quattro gocce. Se il suo Q.I.
fosse stato sopra il 17, magari si sarebbe limitato a cinque, come
diceva il Partito. Caso volle che Ciccio avesse un Q.I. ben al di sotto
di questa soglia. Così, aperta la bottiglia,
cominciò a versarne il contenuto, canticchiando: - Prima si
beve per chi deve pagare, e poi bevono i libertini, poi si beve una
volta per chi sta in galera e tre volte per chi è vivo,
quattro volte per il Partito e cinque per i defunti, sei volte per le
sorelle vane e sette per i soldati nei boschi, otto volte per i
fratelli perversi… - e avrebbe continuato a lungo, anche
dopo aver raggiunto la ragguardevole cifra di 36 gocce, se, per
l’emozione, non gli fosse caduta tutta la bottiglietta nella
teca. – Cazzo. – fece un po’ deluso,
osservando il liquido che si spandeva e gli scarabei che bevevano
avidamente – E beh… E per il Grande Fratello
bevono tutti senza freni! –
In quel momento entrò il dottor Madman, con una
faccia stravolta e una strana macchia verde-gialla sul camice
– Buonissimo… buonissimo quel
caffè… semplicemente squisito… -
farfugliò, portandosi poi una mano davanti alla bocca per
trattenere un conato. – Problemi, dottor Madman? –
fece Ciccio ingenuamente – NO! – rispose quegli con
aria irritata – NESSUN PROBLEMA! NON ESISTONO I PROBLEMI! E
IO NON HO IL CANCRO PER VIA DI TUTTI I CAFFÈ COME QUESTO CHE
HO BEVUTO, CHIARO?! – e così facendo si
portò nuovamente la mano alla bocca. –
Piuttosto… hai messo quattro gocce, vero? Quanto era buono,
quel caffè, però! - - Emh…
sìiii… certamente. Proprio quattro. Solo quattro.
- - Bene… proprio un buon lavoro. Buono quasi come quel
caffè di prima. Ma… un momento! Dove sono gli
scarabei?! –
Ciccio, che aveva distolto temporaneamente lo sguardo dalla
teca, tornando a guardarla si avvide che effettivamente essa era ora
vuota, eccezion fatta per la bottiglietta priva del contenuto.
– Ciccio… - fece Madman con aria terrorizzata
– Quante gocce hai messo? – il sosia di Fester
intrecciò le dita e rispose: - Emh… forse
qualcuna in più. Ma poche. – Madman si
sforzò di mantenere la calma: - Ciccio, lo sai che ora
quegli scarabei sono probabilmente più intelligenti di te? -
- Onestamente credo lo fossero anche prima. – rispose lui. -
Ciccio, ora sono più intelligenti anche di me, anche di ogni
essere sulla Terra. Probabilmente potranno prendere il controllo del
pianeta in poche ore e farci tutti schiavi. Non sei preoccupato neanche
un po’? – fece il dottore con voce tremante e un
tic all’occhio. Ciccio parve rifletterci un attimo su, poi
disse. – In effetti una cosa che mi assilla
c’è. Se avevamo un’arma simile,
perché non l’abbiamo usata noi? - - IO TI
UCCIDO!!!- disse il dottor Madman mettendo le mani al collo di Ciccio,
ironia della sorte, proprio l’unica volta in cui aveva fatto
una domanda intelligente. Comunque non ebbe il tempo di realizzare i
suoi comprensibilissimi intenti omicidi, poiché in quel
momento il terreno sotto di loro si aprì in due ne emerse
una sorta di carro armato a sei zampe sormontato da un altoparlante, da
cui venne una voce:
- ATTENZIONE, UMANI! NOI SCARABEI STERCORARI ABBIAMO
RIPRODOTTO IL POTENZIATORE CEREBRALE E ORA LO STIAMO DIFFONDENDO A
TUTTI I NOSTRI SIMILI! NOI, LA NUOVA SPECIE DOMINANTE, SFERRIAMO OGGI
IL NOSTRO ATTACCO ALL’UMANITÀ! –
Poi l’altoparlante si riposizionò in
direzione di Ciccio u’ Bombularo e riprese.
- TU, CICCIO U’ BOMBULARO, IN QUANTO LIBERATORE
DELLA RAZZA STERCORARIA, SARAI DA NOI RISPARMIATO E TRATTATO CON OGNI
ONORE. CHE L’ATTACCO COMINCI! –
Qualche ora
dopo, al Ministero dell’Amore…
- Hai capito Winston? Nessun umano può sconfiggere
il partito! Esso durerà per SEMPRE! –
- No, non ci riuscirete! Qualcosa vi sconfiggerà!
–
- Seeeee… voglio proprio vedere. Quando siete messi
alle strette cominciate tutti a sparare cazzate. –
- Ma esiste qualcosa! Qualcosa di bello, nobile, generoso,
qualche principio superiore a me e a voi, che vi
sconfiggerà! –
O’Brien sbuffò e fece scattare la leva un
paio di volte, così, per divertimento. Poi disse:
- Senti, ora basta con le cazzate. Eravamo rimasti che due
più due fa cinque, no? –
- Veramente no. –
O’Brien fece scattare la leva
- Dicevi? -
- Ovviamente sì. Ma ricorda che
c’è un principio… -
- EMMOBBASTAVERAMENTEPERÒ! E c’hai cacato
proprio, cazzo di menagramo! – E così dicendo
diede una vigorosa toccata. Alla leva, ovviamente. Ma fu in quel
momento che qualcosa accadde.
Il principio superiore era arrivato. Sottoforma di un grosso
carro armato a sei zampe che spaccò il pavimento.
- ATTENZIONE, UMANI! NOI SCARABEI STERCORARI ABBIAMO
RIPRODOTTO IL POTENZIATORE CEREBRALE E ORA LO STIAMO DIFFONDENDO A
TUTTI I NOSTRI SIMILI! NOI, LA NUOVA SPECIE DOMINANTE, SFERRIAMO OGGI
IL NOSTRO ATTACCO ALL’UMANITÀ! –
- N-no… Non è possibile! –
esclamò O’Brien – Ma io lo sapevo che
eri pericoloso, Winston! Tu sei potente, maledetto Iettatore! Possa tu
rinascere scarabeo stercorario! –
- QUALCOSA CONTRO GLI STERCORARI? –
domandò l’altoparlante del carro armato.
Winston, dal canto suo, non ascoltava più, preso
com’era da un attacco di riso convulso.
- E TU CHE CAZZO TI RIDI? –
- È arrivato il principio superiore! –
L’altoparlante si girò verso
O’Brien
- MA CHE SI RIDE? È SCEMO O CHE ALTRO? –
- Che altro. – rispose pacatamente O’Brien
- VABBÈ. RAGAZZI, MANGIAMOCELI TUTTI E DUE. TANTO
SONO UNO PIÙ PEZZO DI MERDA DELL’ALTRO. –
Winston rise. O’Brien lo mandò sottovoce
a fanculo. Gli scarabei si leccarono le antenne. E quel giorno il
Grande Fratello finì.
Bel finale
vero? Invece no! Perché, alcuni anni più
tardi…
…
Wilson se ne stava anche allora, come sempre, steso sulle elitre. Ma la
colla era ora un po’ più fluida. Lo teneva ancora
saldamente assicurato alla carta moschicida, ma poteva muovere un
po’ le zampette, poteva volgere gli occhi composti di qua e
di là e, a partire dal tarso, poteva anche sollevare i
cuscinetti appiccicosi sotto le zampe. Il quadrante aveva perduto
qualcosa del suo aspetto terrificante. Wilson avrebbe anche potuto
evitare gli spasimi se avesse avuto abbastanza presenza di spirito.
Era, infatti, soltanto quando dava prova aperta di
stupidità, che O’Beatle faceva pressione sulla
leva. C’erano anche occasioni in cui per
tutt’intera una seduta non si faceva mai uso del quadrante.
Wilson non poteva ricordarsi bene a quante sedute fosse stato
sottoposto. Tutto il procedimento sembrava essersi protratto per un
tempo indefinito, ma comunque esteso… probabilmente ore, o
addirittura giorni. Quasi una vita intera… e gli intervalli
fra una seduta e l’altra potevano essere stati talvolta di
qualche minuto, talvolta di qualche secondo soltanto.
- Stando steso come sei steso ora. – disse
O’Beatle. – ti sei chiesto più
d’una volta (e spesso l’hai anche chiesto a me)
perché il Ministero del Ferormone sprechi tanto tempo e
fatica con te. E quand’eri libero ti sei spesso smarrito a
chiederti sostanzialmente la stessa cosa. Potevi afferrare il
meccanismo della società di insetti nella quale vivevi, ma
te ne sfuggivano le ragioni segrete. Ricordi d’aver scritto
nel tuo diario: "Capisco come: non capisco perché? E appena
ti chiedesti "perché" dubitasti prima della tua ragione. Tu
hai letto il libro di Blattstein, o almeno una parte di esso. Ti ha
forse rivelato qualcosa che tu non sapevi già? –
- L’hai letto, tu? – chiese Wilson.
- Io l’ho scritto. Cioè, ho collaborato
alla sua redazione. Nessun libro viene scritto da un singolo insetto,
come sai benissimo. –
- È vero quel che dice? –
- Per quel che riguarda le descrizioni, sì. Il
programma che difende, naturalmente, è tutta una
sciocchezza. Quel mettere da parte una serie di conoscenze segrete,
quella graduale diffusione di una verità, e da ultimo quella
rivolta larvale e il rovesciamento del Partito… Tu stesso
prevedevi benissimo che avrebbe detto quelle cose, no? Bè,
sono sciocchezze. I bruchi non si ribelleranno mai, nemmeno fra mille
anni, nemmeno fra un milione di anni. Non lo possono. Non
c’è bisogno che te ne spieghi la ragione: non
hanno manco le ali o le zampe, con quei loro cortissimi e inutili
pseudopodi… - Così dicendo, O’Beatle si
strinse le zampe al torace e comincio a mimare il bruco –
Guarda, sono un bruco! Non ho manco le zampe ma mi ribello
perché non voglio mangiare la merda! Gnegnegne! –
Ciò detto, smise la vocina stridula e si sforzò
di apparire serio, di fronte agli occhi perplessi di Wilson –
Eheheh… ma te l’immagini? Certo che sono troppo
comico! Ridi, Wilson! - - Ma non fa ridere! E poi noi scarabei non
possiamo ridere! – protestò Wilson - Ho detto
ridi! Il Partito dice che puoi, quindi ridi e applaudi come un demente!
Oppure… - e così dicendo accarezzò
minacciosamente la leva – AHAHAHAHAHAH! Clap clap clap. - -
Visto che potevi? Ora torniamo alle cose serie. Dunque, dicevo che se
hai mai accarezzato alcun sogno d’insurrezione violenta,
bisogna che lo metta definitivamente da parte. Che mai ti puoi
aspettare da dei tizi che quando strisciano sembra che misurino il
terreno? Non c’è nessun modo per rovesciare la
Grande Blatta. Il dominio del Partito è per sempre (come una
palla di sterco N.d.A.). cerca di mettere questo concetto a fondamento
di tutti i tuoi pensieri. –
S’avvicinò alla carta moschicida.
– Per sempre.
–
Qualche stanza
più in là…
- Ragazzi… - disse Ciccio u’ Bombularo al
cameriere scarabeo ai suoi piedi – Questa cremina marrone che
mi date da mangiare è… squisita, davvero. Ma a
volte, sapete, viene voglia di qualcosa di diverso. Sì, lo
so che deriva ogni giorno da animali diversi, tuttavia… non
mi soddisfa appieno, ecco. –
Il cameriere fece ruotare le antennine in un gesto dal duplice
significato. Da un lato somigliava a una bracciata,
dall’altro voleva dire, in neolingua stercoraria, "Se non
volevi mangiare merda di vacca potevi anche evitare di trasformare gli
stercorari nella razza dominante! E comunque si mangia tutto con gusto,
quando lo si può innaffiare con lo squisito caffè
della macchinetta nel corridoio."
Ormai avvezzo all’essenzialità della
lingua stercoraria, Ciccio decise di seguire il consiglio (anche se non
aveva ben compreso la definizione "merda di vacca"), e si diresse
quindi alla celebre macchinetta cancerogena, che un tempo si era
trovata nella base dell’antartico ed era stata conservata
come monumento. Inserì la moneta, digitò un
tasto, che emise un piacevole bip, ed estrasse il bicchiere di
caffè. Vi guardò dentro con aria schifata, poi
disse – Beh… se il Partito dice che è
buono, è buono. –
Lo bevve tutto d’un sorso. Poi, come prevedibile, si
vomitò sulle scarpe " Era meglio la cremina marrone. Questa
è una cacca al confronto!" pensò fra se. Poi
però si corresse "Ma no! il Partito dice che è
buonissimo! Quasi quasi ne prendo un altro!" pigiò
nuovamente il tasto, che rimandò il suo piacevole bip. "
però, che bel suono!" pensò Ciccio, e
pigiò di nuovo. "Che figata!" bip! Bip!BIP!
Improvvisatosi compositore, Ciccio si lasciò
trasportare per un po’ dall’armonia di quelle note,
poi, a malincuore, decise di cominciare a bere gli innumerevoli
caffè che la macchinetta stava sfornando "No… non
potrò mai berli tutti! Non ce la farò! Accidenti,
se solo qualcuno mi mettesse in salvo!"
In quel momento il soffitto fu sfondato da un raggio laser con
una fragorosa esplosione; e Ciccio, ripresosi dallo stupore,
poté vedere un’ombra proiettarsi sulle pareti, e
una passerella protendersi all’interno dello squarcio. Sulla
passerella apparve un orrido essere gelatinoso, con un numero
imprecisato di occhi, e avvolto in un grumo di bava verdastra.
L’essere si avvicinò minaccioso a Ciccio e
farfugliò:
-
Mussfragts%ve&ì*è+àù1"2ofhsdjjfi!!
(trad: noi, il nobile popolo dei Bavosoidi Schifoserrimi, siamo giunti
sin qui da oltre gli oscuri confini dell’universo, ansiosi di
placare la nostra infinita sete di conquista! Sei tu l’umano
che ha usato il nostro segreto codice, composto di una sequenza di bip,
per richiamarci qui?) -
Ciccio inarcò un sopracciglio, poi disse: - Eh?
–
- Prc ptt6"nona)( !!! (trad: acciderbolinapiripiccola! Col tuo
discorso hai dimostrato senza ombra di dubbio e con infallibili
argomentazioni che sei tu quell’uomo, e che questo pianeta
è ideale per essere colonizzato da noi, i Bavosoidi
Schifoserrimi! Sarai per questo risparmiato, e trattato con ogni
onore!) –
- Ah. – fece Ciccio, fingendo abilmente di aver
capito.
Torniamo a
Wilson e a O’Beatle:
Qualche ora
dopo, al Ministero dell’Amore…
- Hai capito Wilson? Nessun insetto può sconfiggere
il partito! Esso durerà per SEMPRE! –
- No, non ci riuscirete! Qualcosa vi sconfiggerà!
–
- Seeeee… voglio proprio vedere. Quando siete messi
alle strette cominciate tutti a sparare cazzate. –
- Ma esiste qualcosa! Qualcosa di bello, nobile, generoso,
qualche principio superiore a me e a voi, che vi
sconfiggerà! –
O’Beatle sbuffò e fece scattare la leva
un paio di volte, così, per divertimento. Poi disse:
- Senti, ora basta con le cazzate. Eravamo rimasti che due
più due fa cinque, no? –
- Veramente no. –
O’Beatle fece scattare la leva
- Dicevi? -
- Ovviamente sì. Ma ricorda che
c’è un principio… -
- EMMOBBASTAVERAMENTEPERÒ! E c’hai cacato
proprio, cazzo di menagramo! – E così dicendo
diede una vigorosa toccata. Alla leva, ovviamente. Ma fu in quel
momento che qualcosa accadde.
Il principio superiore, bello, nobile e generoso era arrivato.
Sottoforma di alieno bavoso armato che faceva esplodere la porta.
- Ferm*-tuttf65gldinatr+$oia!!! (trad: mani…
cioè, zampe in alto, infimi terrestri! Avete davanti il
grande Gldf"1uhj&&gjjv, del pianeta Hhifgjgjjk, patria
dei Bavosoidi Schifoserrimi! Con questo atto noi vi dichiariamo guerra
e ci impossessiamo del vostro pianeta! MWHAHAHAHA!)
Ciccio u’ Bombularo fece timidamente capolino da
dietro l’alieno e fece: - Oh… (trad: Ma che bella
risata maniacale! Me l’insegna?) –
L’alieno gorgogliò soddisfatto poi disse:
- Jsdfjs**hgfl632(lfj…(trad: Dunque, devi gonfiare bene le
fossette respiratorie con più bava che puoi, dopo di che
appoggi in maschera, lavori di diaframma e…
MWWWAAHAHAHAHAHAHA!)
- Scusate… - intervenne O’Beatle
– Non vorrei disturbare, ma qui noi si stava facendo un
lavaggio del cervello… -
Wilson scoppiò a ridere, tanto il Partito aveva
detto che poteva. L’alieno per tutta risposta li
fucilò tutti e due. Poi chiamò i suoi simili e
conquistarono il pianeta. E la Grande Blatta finì.
Splendido
finale anche questo. Se fosse il finale. Perché alcuni anni
galattici standard più in là…
(N.d.A.: per comodità, il linguaggio alieno,
eccetto alcuni termini intraducibili, sarà da me tradotto in
tempo reale. Non ringraziatemi.)
Jfkeo7]owmdj se ne stava anche allora, come sempre, tutto
raggrumato sul brupl. Ma i suoi costrittori energetici erano ora un
po’ più lenti. Lo tenevano ancora saldamente
assicurato al brupl, ma poteva muovere un po’ i tentacoli,
poteva volgere gli innumerevoli occhi di qua e di là e, a
partire dal fradz, poteva anche sollevare l’organo
copulatore. Il quadrante olografico aveva perduto qualcosa del suo
aspetto terrificante. Jfkeo7]owmdj avrebbe anche potuto evitare gli
spasimi se avesse avuto abbastanza presenza di spirito. Era, infatti,
soltanto quando dava prova aperta di stupidità, che
O’Tblf%dgi98oiso faceva pressione sulla leva.
C’erano anche occasioni in cui per tutt’intera una
seduta non si faceva mai uso del quadrante. Jfkeo7]owmdj non poteva
ricordarsi bene a quante sedute fosse stato sottoposto. Tutto il
procedimento sembrava essersi protratto per un tempo indefinito, ma
comunque esteso… probabilmente protli… e gli
intervalli fra una seduta e l’altra potevano essere stati
talvolta di qualche scergd, talvolta di qualche muttro soltanto.
- Stando raggrumato come sei ora. – disse
Tblf%dgi98oiso. – ti sei chiesto più
d’una volta (e spesso l’hai anche chiesto a me)
perché il Ministero dell’Agl@#fsd§fe
sprechi tanto tempo e fatica con te. E quand’eri libero ti
sei spesso smarrito a chiederti sostanzialmente la stessa cosa. Potevi
afferrare il meccanismo della società nella quale vivevi, ma
te ne sfuggivano le ragioni segrete. Ricordi d’aver scritto
nel tuo diario: "Capisco come: non capisco perché?" E appena
ti chiedesti "perché" dubitasti prima della tua ragione. Tu
hai letto il libro di Tyobacldi?ifj=gk, o almeno una parte di esso. Ti
ha forse rivelato qualcosa che tu non sapevi già? –
- L’hai letto, tu? – chiese Jfkeo7]owmdj.
- Io l’ho scritto. Cioè, ho collaborato
alla sua redazione. Nessun libro viene scritto da un singolo alieno,
come sai benissimo. –
- È vero quel che dice? –
- Per quel che riguarda le descrizioni, sì. Il
programma che difende, naturalmente, è tutta una
sciocchezza. Quel mettere da parte una serie di conoscenze segrete,
quella graduale diffusione di una verità, e da ultimo quella
rivolta klipsonmfhr^jfina e il rovesciamento del Partito… Tu
stesso prevedevi benissimo che avrebbe detto quelle cose, no?
Bè, sono sciocchezze. I Klips non si ribelleranno mai,
nemmeno fra mille anni intergalattici standard, nemmeno fra un milione
di anni intergalattici standard. Non lo possono. Non
c’è bisogno che te ne spieghi la ragione: la sai
già; anche se i lettori non sanno manco che sono, i Klips.
Se hai mai accarezzato alcun sogno d’insurrezione violenta,
bisogna che lo metta definitivamente da parte. Non
c’è nessun modo per rovesciare il Grande
Kjuhijfg77sdf65888NF87)(]]hgord. Il dominio del Partito è
per sempre (come un brugillio granulare stroboscopico N.d.A.). cerca di
mettere questo concetto a fondamento di tutti i tuoi pensieri.
–
S’avvicinò al brupl. – Per sempre.
–
Forse potrete
immaginare che accadde alle magiche parole "Per sempre", ma io ve lo
dico lo stesso.
Il buon vecchio Ciccio u’ Bombularo era attualmente
l’attrazione principale del Grande Museo delle
Civiltà Perdute o Accidentalmente Distrutte che il Partito
aveva recentemente messo su. Altri interessanti cimeli erano le mutande
del Grande Fratello, il letto delle torture del Ministero
dell’Amore, la macchinetta del caffè della base
antartica. Nella sua nuova condizione Ciccio non stava poi
così male, in fondo. In pratica svolgeva le funzioni di
custode del museo, e ogni tanto, fra una spolverata alle mutande del
Grande Fratello e un caffè alla macchinetta (buonissimo
secondo il Partito, e quindi buonissimo in generale), firmava un
autografo alle comitive di piccoli alieni allo stato pupale in visita.
Eppure, a Ciccio pareva che in quella sua vita così
piacevole e ricca di soddisfazioni mancasse un qualcosa di
indefinibile. Ma tutto ciò stava per cambiare.
Quella sera, il nostro uomo era intento a contemplare un
antichissimo affresco rappresentante un curioso cerchio arzigogolato, e
si domandava insistentemente dove cominciasse quel cerchio. Mentre era
immerso in tali pensieri, avvicinò il bicchiere di bollente
caffè cancerogeno che aveva in mano alla bocca, e ne prese
un sorso. Ora, la temperatura del caffè in questione era
intorno ai 1200 Kelvin, per massimizzarne gli effetti tumorigeni. Non
ci stupiremo, dunque, se il nostro si lasciò cadere il
caffè di mano e lanciò un urlo raccapricciante.
Il caffè, sfortunatamente, gli cadde sulla gamba,
ustionandola gravemente, e Ciccio se la prese fra le mani prendendo a
saltellare su un piede solo di fronte all’affresco, gridando
cose tipo: - AAHHHOOOHIIIOJHHGFGUJKPPOOOOUIUUUHII!!!! – dopo
alcuni secondi di saltelli dementi, Ciccio si arrestò,
notando che il curioso affresco davanti a lui si stava illuminando di
una luce sinistra. Poco dopo una grande luce illuminò la
stanza, tanto che Ciccio fu costretto a chiudere gli occhi; poi, quando
li riaprì, fissò nuovamente l’affresco,
e vide…
Niente!
- Fiuuuu… - fece Ciccio – Mi aspettavo
qualche disastro. Invece non c’è nessuno.
–
- E noi saremmo nessuno? –
Ciccio chinò la testa verso la vocina stridula che
aveva interrotto il suo pensare ad alta voce, e vi vide degli strani
ometti con la barba rosso fuoco e i vestiti verdi.
- M-ma voi chi siete? –
- Non far finta di non saperlo! – fece uno degli
ometti - Sei tu che hai aperto il magico portale dietro il quale noi
Leprecauni eravamo stati rinchiusi millenni fa dal Mago Gigione,
ripetendo l’antica danza e invocando l’antichissima
formula magica! –
- Ah… -
- Tu ci hai liberato dal maleficio, umano, e sei evidentemente
la reincarnazione del grande sovrano dei leprecauni Fester I. Per
questo sarai da noi risparmiato e trattato con tutti gli onori, dopo
che avremo riconquistato il mondo in superficie. Qualche domanda?
–
Ciccio ci pensò un attimo, poi fece:
- È vera la storia della L ? –
- Ma che dici? –
- Ma sì, che quelli bassi compensano con
… -
- Sì, è vera. Compensiamo con il
cervello. –
- Oh. Pensavo, sai… -
- Ora partiremo alla conquista del mondo! MWAHAHAHAHA!
–
- Ma che bella risata maniacale! Me l’insegni?
–
- Dunque, devi gonfiare bene il petto con tutta
l’aria che puoi, dopo di che appoggi in maschera, lavori di
diaframma e… MWWWAAHAHAHAHAHAHAAAA! –
- Bene. Prima o poi imparerò. –
Più
in la, al Ministero dell’ Agl@#fsd§fe …
- Hai capito Jfkeo7]owmdj? Nessun alieno può
sconfiggere il partito! Esso durerà per SEMPRE! –
- No, non ci riuscirete! Qualcosa vi sconfiggerà!
–
- Seeeee… voglio proprio vedere. Quando siete messi
alle strette cominciate tutti a sparare cazzate. –
- Ma esiste qualcosa! Qualcosa di bello, nobile, generoso,
qualche principio superiore a me e a voi, che vi
sconfiggerà! –
O’Tblf%dgi98oiso sbuffò e fece scattare
la leva un paio di volte, così, per divertimento. Poi disse:
- Senti, ora basta con le cazzate. Eravamo rimasti che due
più due fa cinque, no? –
- Veramente no. –
O’Tblf%dgi98oiso fece scattare la leva
- Dicevi? -
- Ovviamente sì. Ma ricorda che
c’è un principio… -
- EMMOBBASTAVERAMENTEPERÒ! E c’hai cacato
proprio, cazzo di menagramo! – E così dicendo
diede una vigorosa toccata all’organo copulatore.
Quando qualcosa accadde. Il Principio superiore era arrivato:
sottoforma di bassi ometti fuori moda con la barba da capra.
- Fermi tutti! – fece uno di loro – Questo
è il ritorno del Piccolo Popolo! –
- Ma chi sono questi cosi?! – disse
O’Tblf%dgi98oiso
- Il principio superiore! – disse il prigioniero
ridacchiando ed emettendo bava da tutti i pori
- Ma che dici!? Sono creature disgustose! –
- Sarai bello tu! – intervenne il leprecauno
– ora vi sconfiggeremo con la sempre efficace formula magica,
Sim Sala Bim! –
- AAAAARGGHHH! – fece O’Tblf%dgi98oiso
stramazzando a terra, mentre Jfkeo7]owmdj rideva come un cestrillo di
blipio.
- E tu che cazzo ti ridi? ABRACADABRA! –
- OOOOORGGGGHHHHH!!! – è
l’alieno schiattò
- E il meglio deve ancora arrivare!! SALACADULA! MAGICABULA!
BIDIBIBOBIDIBÙ! Fa la magia tutto quel che vuoi tu,
bibidibobidibù! –
Migliaia di urli di alieni riempirono la città,
mentre il leprecauno canticchiava:
- Alakazam! Ocheti pocheti ocheti wa,
abracabracabracà, se ciascuno morirà, il posto a
tutti si troverà! Igitus igitus igitusdù,
Prestidigitorium! –
E quella sera il Grande Kjuhijfg77sdf65888NF87)(]]hgord
finì.
FINE
INVECE NO! VI PIGLIAVO
PER IL CULO!
Perché,
pochi cicli lunari dopo…
…
Brufolo se ne stava anche allora, come sempre, steso sulla schiena. Ma
i suoi legacci erano ora un po’ più lenti. Lo
tenevano ancora saldamente assicurato al letto, ma poteva muovere un
po’ le ginocchia, poteva volgere la testa di qua e di
là e, a partire dal gomito, poteva anche sollevare le
braccia. Il quadrante aveva perduto qualcosa del suo aspetto
terrificante. Brufolo avrebbe anche potuto evitare gli spasimi se
avesse avuto abbastanza presenza di spirito. Era, infatti, soltanto
quando dava prova aperta di stupidità, che
O’Brontolo faceva pressione sulla leva. C’erano
anche occasioni in cui per tutt’intera una seduta non si
faceva mai uso del quadrante. Brufolo non poteva ricordarsi bene a
quante sedute fosse stato sottoposto. Tutto il procedimento sembrava
essersi protratto per un tempo indefinito, ma comunque
esteso… probabilmente secoli… e gli intervalli
fra una seduta e l’altra potevano essere stati talvolta di
qualche lustro, talvolta di qualche anno soltanto.
- Stando steso come sei steso ora. – disse
O’Brontolo. – ti sei chiesto più
d’una volta (e spesso l’hai anche chiesto a me)
perché il Ministero dell’Amore sprechi tanto tempo
e fatica con te. E quand’eri libero ti sei spesso smarrito a
chiederti sostanzialmente la stessa cosa. Potevi afferrare il
meccanismo della società nella quale vivevi, ma te ne
sfuggivano le ragioni segrete. Ricordi d’aver scritto nel tuo
diario: "Capisco come: non capisco perché? E appena ti
chiedesti "perché" dubitasti prima della tua ragione. Tu hai
letto il libro di Dotto, o almeno una parte di esso. Ti ha forse
rivelato qualcosa che tu non sapevi già? –
- L’hai letto, tu? – chiese Brufolo.
- Io l’ho scritto. Cioè, ho collaborato
alla sua redazione. Nessun libro viene scritto da un singolo individuo,
come sai benissimo. –
- È vero quel che dice? –
- Per quel che riguarda le descrizioni, sì. Il
programma che difende, naturalmente, è tutta una
sciocchezza. Quel mettere da parte una serie di conoscenze segrete,
quella graduale diffusione di una verità, e da ultimo quella
rivolta dei goblin e il rovesciamento del Partito… Tu stesso
prevedevi benissimo che avrebbe detto quelle cose, no? Bè,
sono sciocchezze. I goblin non si ribelleranno mai, nemmeno fra mille
anni, nemmeno fra un milione di anni. Non lo possono. Non
c’è bisogno che te ne spieghi la ragione: la sai
già. Se hai mai accarezzato alcun sogno
d’insurrezione violenta, bisogna che lo metta definitivamente
da parte. Non c’è nessun modo per rovesciare il
Gran Leprecauno. Il dominio del Partito è per sempre (come
una pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno
N.d.A.). cerca di mettere questo concetto a fondamento di tutti i tuoi
pensieri. –
- S’avvicinò al letto. – Per sempre.
–
Nel frattempo,
in un limbo senza tempo ove è custodito tutto il sapere
dell’universo…
Ciccio u’ Bombularo, come tutte le reincarnazioni
degli antichi re dei Leprecauni, era stato investito di un compito che
necessitava di astuzia, intelligenza e senso di
responsabilità: fare la guardia alla Sala del Destino. In
questa sala erano custoditi due antichi e preziosi manufatti: uno era
la celebre Macchinetta del Caffè Cancerogeno,
l’altra era l’antico Libro del Destino. Questo
manufatto, creato dal grande Iluvatar prima di ogni tempo, custodiva lo
sconfinato potere capace di modificare ciò che è
stato, ciò che è e ciò che
sarà. Niuno aveva mai osato toccarlo, e interferire
così con le trame del tempo. Fino ad allora…
Ciccio u’ bombularo era ormai custode della Sala da
tempo immemorabile (almeno una settimana), ed è
comprensibile che a quel punto si annoiasse parecchio.
Così passava le sue giornate a passeggiare per gli
ampi colonnati della sala, e ogni tanto sfogliava curiosamente le
pagine del Libro sorseggiando uno squisito Caffè della
Macchinetta. Quella sera si stava giusto facendo quattro risate
leggendo di un tale Mastella che sarebbe vissuto una quindicina
d’anni dopo, quando fu preso dal desiderio di leggere
qualcosa che lo riguardasse personalmente. Tornò quindi
indietro di alcuni anni e lesse la parte in cui lui esagerava un
peluzzo nella dose di potenziatore cerebrale da dare agli scarabei.
Mentre faceva questo, prese l’ennesimo sorso
dell’ennesimo caffè, pensando fra sé e
sé : " È buonissimo, mai assaggiato niente di
più buono, davvero squisito…". Fu interrotto dal
curioso sentore di un gorgoglio allo stomaco. "Non può
essere un problema, il partito dice che i problemi non esistono, e che
il caffè della macchinetta è incredibilmente
salutare!" Probabilmente Ciccio cambiò idea dopo che un
considerevole conato di vomito fuoriuscì dalla sua bocca,
andando a imbrattare la pagina del Libro del Destino.
- Oh cazzo. – considerò saggiamente
Ciccio, osservando le scritte che svanivano, e il destino del mondo che
prendeva un’altra piega.
…
Winston se ne stava anche allora, come sempre, steso sulla
schiena. Ma i suoi legacci erano ora un po’ più
lenti. Lo tenevano ancora saldamente assicurato al letto, ma poteva
muovere un po’ le ginocchia, poteva volgere la testa di qua e
di là e, a partire dal gomito, poteva anche sollevare le
braccia. Il quadrante aveva perduto qualcosa del suo aspetto
terrificante. Winston avrebbe anche potuto evitare gli spasimi se
avesse avuto abbastanza presenza di spirito. Era, infatti, soltanto
quando dava prova aperta di stupidità, che O’Brien
faceva pressione sulla leva. C’erano anche occasioni in cui
per tutt’intera una seduta non si faceva mai uso del
quadrante. Winston non poteva ricordarsi bene a quante sedute fosse
stato sottoposto. Tutto il procedimento sembrava essersi protratto per
un tempo indefinito, ma comunque esteso… probabilmente
settimane… e gli intervalli fra una seduta e
l’altra potevano essere stati talvolta di qualche giorno,
talvolta di qualche ora soltanto.
- Mi sembri distratto, Winston. – disse
o’Brien – Non va affatto bene. –
- No, è che, onestamente… beh, il fatto
è che ho un deja-vu. –
- Sciocchezze, non esistono i deja-vu, il Partito dice che non
esistono. Comunque, stando steso come sei steso ora. – disse
O’Brien. – ti sei chiesto più
d’una volta (e spesso l’hai anche chiesto a me)
perché il Ministero dell’Amore sprechi tanto tempo
e fatica con te. E quand’eri libero ti sei spesso smarrito a
chiederti sostanzialmente la stessa cosa. Potevi afferrare il
meccanismo della società nella quale vivevi, ma te ne
sfuggivano le ragioni segrete. Ricordi d’aver scritto nel tuo
diario: "Capisco come: non capisco perché? E appena ti
chiedesti "perché" dubitasti prima della tua ragione. Tu hai
letto il libro di Goldstein, o almeno una parte di esso. Ti ha forse
rivelato qualcosa che tu non sapevi già? –
- L’hai letto, tu? – chiese Winston.
- Io l’ho scritto. Cioè, ho collaborato
alla sua redazione. Nessun libro viene scritto da un singolo individuo,
come sai benissimo. –
- È vero quel che dice? –
- Per quel che riguarda le descrizioni, sì. Il
programma che difende, naturalmente, è tutta una
sciocchezza. Quel mettere da parte una serie di conoscenze segrete,
quella graduale diffusione di una verità, e da ultimo quella
rivolta proletaria e il rovesciamento del Partito… Tu stesso
prevedevi benissimo che avrebbe detto quelle cose, no? Bè,
sono sciocchezze. I prolet non si ribelleranno mai, nemmeno fra mille
anni, nemmeno fra un milione di anni. Non lo possono. Non
c’è bisogno che te ne spieghi la ragione: la sai
già. Se hai mai accarezzato alcun sogno
d’insurrezione violenta, bisogna che lo metta definitivamente
da parte. Non c’è nessun modo per rovesciare il
Partito. Il dominio del Partito è per sempre (come un
diamante N.d.A.). cerca di mettere questo concetto a fondamento di
tutti i tuoi pensieri. –
- S’avvicinò al letto. – Per sempre. –
Nel frattempo,
nella base antartica…
- Abbiamo notato… - disse Madman - … Che
gli scarabei più intelligenti sono anche quelli che provano
meno desiderio sessuale. Pensavo di somministrare loro un farmaco per
potenziarne l’intelligenza, e vedere i risultati. - - Bene.
Vuol farlo subito? – rispose O’Crazy –
Oh, no… può occuparsene il dottor u’
Bombularo, mentre noi andiamo a prendere un caffè
cancerogeno alla macchinetta. Allora, dottor u’ Bombularo,
vuole somministrare due gocce di potenziatore cerebrale a quegli
insetti? - - Solo due? - Intervenne l’altro scienziato
– Ma sono poche! Ne servono almeno altre due! - -
Mmmmhh… in effetti… - fece Madman - E va bene,
faccia come ha detto il dottore, Dottor u’ Bombularo. Ma non
una goccia di più, potrebbe essere pericoloso. –
Ciccio fece le feste come un cagnolino e prese a saltellare per la
stanza, mentre i due uscivano dalla stanza e si allontanavano per il
corridoio.
Ciccio u’ Bombularo prese la bottiglietta col
potenziatore cerebrale e si massaggiò il mento.
- Quanto farà due più due…?
– Si chiese, poi gonfiò bene il petto con tutta
l’aria che poté, appoggiò in maschera,
lavoro di diaframma e… - MWWWAAHAHAHAHAHAHAAAA! -
FINE?
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