capitolo 7, rosa
Il viaggio di ritorno fu la
cosa più terribile che Mira avesse mai provato nella sua
vita: per non venire allontanata da Luke, era lei a stargli il
più lontano possibile; non voleva nemmeno guardare in faccia
Viridian e ogni volta che un mantello blu entrava nel suo campo visivo
faceva finta di dormire o si dedicava a qualche occupazione
impegnativa. D'altronde pareva che Viridian non avesse più
bisogno di lei: da quando Arianna era tornata la ragazzina graziosa e
interessante di sempre il giovane pareva non avere occhi che per lei e
le loro risate echeggiavano continuamente nella foresta.
Mira non riusciva nemmeno a stare ancora con Arianna e Olimpia,
perchè vedere i loro volti dall'ovale perfetto, i loro denti
bianchi come perle, le loro mani morbide e affusolate le ricordava che
lei era tornata ad essere mediocre e insignificante.
"Non si è mai contenti di quello che si ha, è
proprio vero." Si ritrovò a pensare un giorno. "Ero brutta e
ho desiderato essere bella. Mentre ero bella non facevo che rimpiangere
la mia condizione di mediocrità e adesso che l'ho ottenuta
non riesco ad accettarlo."
I suoi foschi pensieri la rendevano cupa e di malumore, tanto che era
difficile che qualcuno le si avvicinasse per tenerle compagnia. Solo
Adam, di tanto in tanto, le chiedeva qualche consiglio sulla strada o
faceva qualche inutile commento sul bosco attorno a loro.
Non che Mira cercasse la sua compagnia: in
effetti preferiva stare per conto suo. Dopo essere stata al
centro dell'attenzione per qualche settimana non sapeva più
come comportarsi: se avesse continuato ad essere leziosa e spiritosa la
gente l'avrebbe presa in giro, dicendo che era una ragazza brutta che
cercava di fare l'oca. Se invece era semplicemente sè stessa
era tornata ad essere invisibile come era sempre stata.
Il momento peggiore era quando
scendeva la sera: Mira cercava di addormentarsi subito per non passare
la notte ad aspettare che Viridian passasse a chiamarla per scambiare
due parole. Tanto sapeva che, ora che poteva avere chiunque attorno, il
ragazzo non sarebbe di certo andato a chiamare una come lei.
La sua
parentesi di favola si era conclusa in fretta... forse il fato le aveva
voluto solo dare l'opportunità di baciare un ragazzo prima
di diventare vecchia e sola.
Quando le mura azzurre di Marinia si stagliarono contro l'orizzonte,
tutti emisero un sospiro di sollievo; Olimpia e Arianna corsero a
perdifiato fino a riabbracciare i loro genitori.
- Madre! - Gridò Olimpia, gettandosi tra le braccia della
regina.
- Siete tornate meravigliose come sempre. - Disse la regina.
- Sì, anche Mira è tornata quella di sempre. -
Rispose Arianna.
La regina annuì soddisfatta e chiese a Luke e Adam un
resoconto della missione, mentre le principesse e la loro dama di
compagnia furono mandate nelle loro stanze a riposarsi. Quando
arrivò nella sua camera, Olimpia passò una buona
mezz'ora a pavoneggiarsi davanti allo specchio, felice di aver
riottenuto tutta la sua bellezza, cinguettando sul fatto di quanto una
cosa ti sembri molto più bella, dopo averla perduta e
ritrovata.
Arianna invece sembrava cupa, seduta sul suo letto con il suo
specchietto tra le mani.
- Dopo essere stata brutta ho capito cosa si prova ad esserlo. Voglio
imparare a non far sentire nessuno inferiore a me solo
perché sono bella. - Disse all'improvviso.
Mira si precipitò accanto alla principessa e
l'abbracciò di slancio, commossa: la sua amica aveva colto
da quella storia un insegnamento molto più grande di quello
che aveva colto lei stessa, che aveva 'voluto' quell'avventura. Non si
sarebbe mai aspettata tanta profondità, da una come Arianna.
In quel momento qualcuno bussò alla porta e Mira
andò ad aprire.
- Il principe Wayne chiede di te, Mira. - Disse il paggio.
- Il principe Wayne? - Domandò Mira, scettica.
- Ti attende nel giardino. -
- Ma.. ma io non lo conosco nemmeno! -
Olimpia, alle sue spalle, rise allegramente.
- No, infatti. Ero io che parlavo con lui tutte le notti. -
Replicò.
Mira si sentì offesa da quel commento senza capo
né coda.
- Che sciocchezze vai dicendo? Non ho mai passato la notte a parlare
con nessun principe, semmai quella che fa la svenevole con i ragazzi
sei tu! - Rispose stizzita.
- Modera i toni, Mira! - La rimproverò Olimpia, severa. - E
pensaci bene, prima di dire un'altra cattiveria del genere. Falsa,
oltretutto. -
Mira rimase immobile, senza capire. Fu Arianna ad andarle in aiuto,
sussurrando:
- Tu lo chiamavi Viridian. -
Il cuore di Mira mancò qualche battito e la ragazza si
sentì avvampare.
- Oh, io non ci vado. - Esclamò.
- Ha detto che non se ne
andrà finchè non ti avrà parlato. -
Rispose il servo.
- Che idiozia. - Replicò Mira, facendo per chiudere la porta.
- No, tu ci vai e ci parli. -
Esclamò Olimpia, avvicinandosi con fare minaccioso. - Cerca
di dirti qualcosa da quel giorno sulle montagne e tu sei riuscita ad
evitarlo per un'intera settimana, non ti permetterò di
andare avanti ancora con questo tuo stupido comportamento da bambina. -
- È più ostinato di te, se non vai da lui
verrà lui da te. In un modo o nell'altro dovrete parlare. -
Continuò Arianna.
- Ma io non... non so cosa dire! - Disse Mira, stringendo la mani l'una
nell'altra e sentendo le guance roventi come tizzoni.
- Tu vai, le cose si sistemeranno da sole. Credimi, io lo so come
funzionano queste cose. - Disse Olimpia con un sorriso malizioso.
Mira scese le scale del cortile con la netta sensazione di stare
facendo qualcosa di completamente folle. Si era data il tempo per
pettinarsi e cambiarsi d'abito, e ora i suoi capelli castani
scivolavano sulla mussola dell'abito rosa che riservava ai giorni di
festa. Non poteva essere bella, ma poteva almeno indossare qualcosa di
bello.
Fece qualche passo nel giardino, ma non c'era nessuno ad aspettarla.
“Se ne sarà andato.” Pensò
con un sospiro rassegnato.
- Sei arrivata, finalmente. Pensavo che sarei diventato vecchio su
questo albero. - Disse una voce dalla pianta sopra di lei.
Mira non fece in tempo ad alzare gli occhi che un giovane
balzò giù da un ramo e le atterrò
davanti.
La ragazza lo fissò interdetta, rendendosi conto che non
l'aveva mai guardato davvero da quando avevano lasciato il Picco
Cristallo: Viridian - il principe Wayne - aveva un sorriso sincero
e una folta chioma di capelli castani spettinati. Non era
particolarmente bello e di certo non aveva l'aria seducente e
affascinante di Luke... ma aveva gli occhi verdi più
luminosi ed espressivi che Mira avesse mai visto. Rimase a fissarli,
stupita e colpita da quanto fossero chiari e profondi al tempo stesso.
- È da una vita che cerco di parlarti, ma a quanto pare tu
non vuoi avere più niente a che fare con me. -
- Non... non è vero. Sono qui. -
Wayne rimase fermo a guardarla per un lungo momento, poi le
posò le mani sulle spalle, guardandola negli occhi con
intensità.
- Perché non mi hai detto che sei una principessa, facendomi
credere che sei solo una dama di compagnia? - Chiese.
- Perché così mi andava bene... e
perché in fondo è quello che sono. -
Replicò Mira, distogliendo gli occhi e fissando uno dei
cespugli fioriti per evitare lo sguardo del principe.
- Tu sei
una principessa, Mira. Ti ho vista al ballo al mio castello, due anni
fa. Portavi un vestito color smeraldo e fiori tra i capelli, non hai
ballato con nessuno e hai passato il tempo fuori sul balcone a guardare
le stelle. Avrei voluto venire a parlarti, venire a conoscere quella
ragazza così diversa da tutte le altre che affollavano la
sala... ma temevo che tu mi avresti scacciato, perchè avevi
l'aria di chi non cerca la compagnia di un uomo. Ho notato che non
volevi farti notare e mi sono detto “accidenti, Wayne, una
così è perfetta per te!”, ma non ho
trovato il coraggio di venire da te. E quando mi sono accorto di amare
la dama di compagnia semplice e sincera che si era preoccupata per me,
che era andata oltre al mio aspetto fisico e che con me parlava di cose
così grandi mi sono sentito colpevole nei confronti di
quella graziosa principessa vestita di verde... ma ora che ti vedo mi
accorgo che mi sono innamorato due volte della stessa persona. -
La mano di Wayne le sfiorò i capelli, facendo schizzare il
cuore di Mira da qualche parte nella gola, impedendole di respirare.
Sentiva gli occhi di Wayne che cercavano i suoi, ma si aggrappava
disperatamente a quel cespuglio fiorito per impedirsi di ricambiare lo
sguardo e rivelargli i suoi sentimenti.
- Ma io non sono… niente di speciale. Non sono nemmeno
bella! -
- Tu sei speciale, e proprio per questo io mi sono innamorato di te. E
penso che tu sia bellissima. Lo pensavo quel giorno alla festa, lo
pensavo mentre parlavo con te e lo penso anche ora. Sei incantevole,
Mira. Dico davvero. -
- Incan... che cosa? - Replicò Mira, perdendo la battaglia
contro la sua forza di volontà e guardando Wayne negli occhi.
- Sei incantevole. - Ripetè il principe, sorridendo con gli
occhi e con le labbra. - E ti devo confessare che quando ero
cieco non capivo perché tu fossi così spaventata
dal confronto con Arianna e Olimpia... e adesso che non lo sono
più e che vi posso anche vedere in faccia... -
- Adesso mi capisci, vero? -
- Adesso lo capisco anche di meno. Sono loro a non reggere il confronto
con te, lo capisci? Forse loro sono eleganti, sono alte, sono bionde,
hanno vestiti pieni di perle, si sanno pettinare, profumare e truccare
per apparire splendenti e scintillanti come le stelle dell'universo.
Per loro ci sono decine di innamorati, sulla Terra. Ma per te, e per
tutte le ragazze che come te vogliono che la gente veda la loro anima,
e non il loro viso... per te non ci sono decine di innamorati, di
questo te ne sei accorta. Per loro c'è solo un amore.
L'unica persona che può guardare nei loro occhi e leggere la
loro anima... quella persona è la persona giusta per loro.
Non saranno semplicemente due innamorati: loro due si ameranno davvero.
-
- E con questo cosa vuoi dire? - Disse Mira, alzando timidamente il
viso verso di lui.
Wayne le prese il volto tra le mani e la guardò negli occhi,
parlandole prima con lo sguardo limpido e sincero dei suoi occhi verdi
che con le parole.
- Hai passato sedici anni ad aspettare la persona che potesse vedere la
tua anima attraverso i tuoi occhi trasparenti. Non mollare adesso. Non
metterti a costruire un'apparenza così evidente e
appariscente che oscuri la luce che filtra dai tuoi occhi. -
Mira rimase immobile per un lunghissimo momento, con gli occhi fissi in
quelli chiari e luminosi di Wayne.
Aveva amato ogni singolo istante in sua compagnia e lo avrebbe amato
allo stesso modo anche se fosse rimasto mostruoso e terribile come
sotto l'incantesimo che l'aveva trasformato... perché non
c'era menzogna nei suoi occhi: anche se vuoti e ciechi erano sempre
stati sinceri. Sembravano vederla più di quanto non
la vedessero quelli di Luke, che si fermavano ai suoi ricci lucenti e
alle sue labbra rosse.
Come sempre l'emozione la sopraffece e Mira non trovò niente
di sensato da dire, così gettò le braccia al
collo di Wayne.
Per tutta risposta, il principe la tirò contro di
sé e la abbracciò stretta.
Mira sentì la morsa allo stomaco, il cuore iniziare a
palpitare e la scossa elettrica, il tutto contemporaneamente. Ma
ciononostante - o forse proprio per quello - si sentiva
meravigliosamente. Non le era mai capitato di sentirsi in quel modo,
nemmeno quando Luke la abbracciava. Era una sensazione diversa,
indescrivibile e perfetta. Era come sentirsi completi dopo aver
scoperto che si era imperfetti, come stare alla luce dopo essere stati
tanto tempo al buio.
Una voce nella sua testa continuava a ripeterle che non ci sarebbe mai
stato uno come lui, un altro che si fosse accorto di lei... nonostante
lei fosse invisibile.
Gli alberi del giardino stormivano piano, il profumo dei fiori e della
salsedine riempivano l'aria e nulla avrebbe potuto rovinare quel
momento di perfezione.
Wayne la sciolse dall'abbraccio e la guardò di nuovo negli
occhi. Mira si lasciò riempire dall'amore che poteva leggere
nel suo sguardo si stupì per l'ennesima volta dello sguardo
limpido dei suoi occhi chiari, sperando che lui potesse vedere lo
stesso nei suoi.
Wayne si chinò e le posò un bacio sulle labbra:
quel tocco leggero e gentile fu più intenso di qualunque
bacio Mira avesse mai ricevuto e la principessa si ritrovò
ad avvampare di nuovo.
Il principe si intenerì al suo imbarazzo e la strinse contro
di sé, ridendo allegramente. Poi le le accarezzò
le guance, sfiorandole le ciglia con un dito.
- Hai gli occhi più trasparenti che io abbia mai visto. -
Sussurrò - E sei la più incantevole delle
principesse. Non dimenticarlo mai. -
Poco lontano una donna dai lunghissimi capelli neri e dagli occhi color
indaco osservava sorridendo la scena, nascosta da un cespuglio di
lavanda in fiore.
- Guardate al cuore delle cose. Riuscirete sempre a vederne la
bellezza. - Mormorò.
E in una nuvola di polvere d'argento, Viridia scomparve.
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