Capitolo 1
Erano le undici e mezza del mattino ed un sole caldo e luminoso era già alto in
cielo.
Kaori era in piedi ormai da diverse ore mentre Ryo, come al solito, stava
beatamente dormendo nel suo letto.
“Ma insomma! Quando ha intenzione di svegliarsi quel disgraziato? Tocca fare
sempre tutto a me in questa casa!” pensò la ragazza tra sé e sé “Ma adesso gli
faccio vedere io!”
Si fiondò immediatamente in cucina, si avvicinò al lavandino e si accinse a
riempire di acqua gelida un grande secchio giallo di plastica con un’espressione
alquanto sadica dipinta sul viso.
Appena ebbe finito, salì faticosamente le scale fino a portarsi al piano
superiore dove era situata la camera di Ryo.
Girò silenziosamente la maniglia della porta ed una volta entrata furtivamente
nella stanza, senza far rumore, si preparò, fece un bel respiro profondo, prese
la mira, e…
SPLASH!!!!
lanciò l'acqua in direzione del letto.
Nel momento in cui venne investito dall'ondata gelata, Ryo, saltò fuori dalle
lenzuola gridando a squarcia gola “Yahhh!!! Ma cos'è sei impazzita?! Vuoi farmi
morire?!”
“Tanto...per quello che servi! Non fai altro che dormire!” ribatté Kaori
visibilmente irritata.
“Sai che ore sono? E' quasi mezzogiorno! Ed il mattino ha l’oro in bocca!! Che
ci fai ancora a letto?!”
“Ho lavorato tutta notte io!...avrò pur bisogno di un po’ di riposo..” rispose
tranquillo Ryo iniziando a sbottonarsi la camicia bagnata; stranamente la notte
precedente era andato a dormire con i vestiti addosso in quanto, essendo tornato
a casa particolarmente ubriaco, non era stato in grado di svestirsi.
Rimasto a torso nudo e mettendo in bella vista i suoi pettorali scolpiti, iniziò
a togliersi anche i pantaloni incurante del fatto che la ragazza fosse ancora
presente.
Kaori divenne improvvisamente di tutti i colori e la sua testa prese a fumare.
“Sei un pervertito!!! Non ti sei accorto che c’è una ragazza nella tua
stanza??!!!” gridò esasperata ed ancora molto imbarazzata.
“Veramente no…scusami, ma io non la vedo…dov’è che sarebbe?” disse Ryo facendo
finta di guardarsi intorno.
A quel punto Kaori non ci vide più! Tremante per la rabbia, sfoderò il suo
poderoso ed infallibile martello da 101t e dopo aver centrato l'uomo in piena
faccia ed averlo spiattellato sul pavimento, lasciò la stanza sbattendo la
porta.
“Sto cafone!!! Ma che lavorato e lavorato! Sarà stato in giro per locali fino a
questa mattina quello scansafatiche e lazzarone!” borbottò tra sé e sé Kaori
mentre con passo “delicato” scendeva al piano di sotto.
La ragazza si mise poi le scarpe, uscì di casa come un furia e si diresse verso
la stazione…la giornata non era proprio iniziata nel migliore dei modi.
Dopo aver aspettato che la sua partner fosse uscita, Ryo si riprese e si
risollevò dal pavimento, che ormai si era modellato al suo corpo, cercando di
darsi un minimo di tono.
Mentre osservava però il solco provocato dal pesante martello, non poté impedire
alle sue labbra di incurvarsi lievemente, le quali andarono così a formare un
sorriso dolce e divertito; come ogni mattina era riuscito a ricevere il suo
particolare buongiorno, da parte della socia che tanto adorava e che per lui era
diventata ormai un punto fermo.
ETCHIU!!!
Starnutì talmente forte che quasi fece tremare le pareti.
“Accidenti!!! L’acqua era proprio ghiacciata!!...quella pazza!!” e continuando a
borbottare si diresse verso il bagno con il desiderio di una bella doccia
bollente.
Durante il tragitto Kaori si girò di scatto diverse volte, costringendo Kurz a
nascondersi o fingersi un passante qualunque per non essere scoperto.
“Uff! Questa ragazza mi sta facendo penare...” disse il soldato a sé stesso
“Forse dovrei provare ad avvicinarla!”
Mentre Kurz era impegnato nei suoi ragionamenti Kaori si fermò di colpo.
Due giovani ragazze, forse ancora liceali, stavano parlottando tra loro
animatamente.
“Ti dico che è un ragazzo! E' anche così carino! Guardalo...Dici che potrei
invitarlo a bere un caffé?” disse una delle due senza accorgersi di aver alzato
troppo la voce.
Kaori si girò di scatto, prese la ragazza per il colletto della camicetta e la
strattonò.
“IO SONO UNA RAGAZZA! HAI CAPITO?!” poi si rigirò e se ne andò via irritata.
“Ma guarda te che giornata mi doveva capitare...ci mancavano solo queste due
oche miopi! oggi sono veramente nervosa! Mi va tutto storto!” pensò camminando
velocemente tra la folla.
Kurz rimase esterrefatto dalla scena alla quale aveva appena assistito.
“Che caratterino! Sembra qualcuno di mia conoscenza...forse è meglio starle alla
larga, almeno per ora.”
Finalmente, dopo una passeggiata di circa venti minuti, arrivarono a
destinazione.
La stazione era piena di gente a quel ora, c'erano molti turisti con le
famiglie, pendolari e dipendenti delle ferrovie addetti alla sorveglianza.
Kurz si mescolò alla folla osservando da lontano il suo obiettivo.
“Anche oggi nessun lavoro! Se continuiamo così andremo in bancarotta...e non
certo per colpa mia!”si lamentò Kaori osservando sconsolata la lavagna vuota.
“Dannazione! Ma cosa sta facendo quel imbecille?! Deve venire proprio qui?!
Giuro che la prossima volta...” Mao non riuscì a finire la frase che venne
circondata da un gruppo di cani.
“Cosa avete da agitarvi tanto maledetti cagnacci!!! Non ho già abbastanza
casini?!”
“Tutto bene Sorellina?” chiese Kurz alla sua compagna che era appostata con l'AS,
in modalità invisibile, grazie al dispositivo ECS, fuori dalla stazione.
“Ho quasi schiacciato un paio di macchine, rischiato di prendere a calci dei
tizi in bicicletta e fatto esplodere un idrante bagnando tutti i passanti! Senza
contare che ora sono incastrata nel parcheggio per colpa di un idiota! Secondo
te come sta andando?!” ripose in tono alterato Melissa.
Il ragazzo ridacchiò sottovoce per non farsi sentire.
“Ti capisco, pilotare quel bestione in mezzo al traffico non è una
passeggiata!”.
Intanto Kaori si avviò verso l'uscita nord della stazione, oltrepassò le porte
scorrevoli e raggiunse la fermata dell'autobus.
Era una giornata molto calda ed il cielo era completamente libero da nuvole.
“Dovrebbe arrivare tra cinque minuti” pensò la ragazza consultando gli orari
“Speriamo che faccia in fretta perché ho una strana sensazione”.
Nel frattempo Sousuke stava andando a prendere Chidori a casa.
Si avvicinò all'abitazione con circospezione e, stando ben attento a non essere
seguito da qualcuno, salì le scale del condominio.
Una volta arrivato al piano giusto, controllò per l'ultima volta alle sue spalle
e poi, suonò il campanello di Kaname.
“Chi è?” chiese la ragazza attraverso la porta “Se sei un venditore ambulante
non mi serve nulla!”.
“Sono Sagara...Aprimi per favore!” rispose il ragazzo tenendo la voce bassa.
Kaname prese le chiavi, ne infilò una nella serratura e con calma le fece fare
tre giri.
Appena ebbe dato l'ultimo colpo, Sousuke, aprì la porta e la superò in un attimo
richiudendosela immediatamente alle spalle .
“Ma cosa stai facendo? Ti sei bevuto il cervello?” chiese la ragazza iniziando a
perdere la pazienza.
“Ora non posso dirti niente, devi venire subito con me...non abbiamo molto
tempo!”
Nel pronunciare queste parole, il ragazzo, sentì un ticchettio provenire dalla
parte opposta della stanza.
In fondo alla stanza, vicino alla finestra, c'era un tavolino rotondo sul quale
era posata una scatola rosa con un fiocchetto rosso sul coperchio.
“Attenta Chidori! Potrebbe essere una bomba!” così dicendo Sousuke si fiondò
verso il tavolino, afferrò il pacchetto e lo gettò dalla finestra.
Sia Sousuke che Kaname si tapparono le orecchie in attesa dello scoppio che non
arrivò mai.
Dopo qualche secondo tolsero entrambi le mani.
Sousuke iniziò a sudare freddo guardando il viso irritato della sua amica.
“Razza di guerrafondaio! Fissato con la guerra! Stupido!” lo rimproverò Kaname
colpendolo ripetutamente con l'harisen.
“Ma Chidori...” cercò di difendersi lui.
“Ma Chidori un bel niente! Hai appena buttato dalla finestra la sveglia che mi
ha regalato Kyoko questa mattina!”.
Sousuke, dispiaciuto si scusò “Mi dispiace...mi impegno a risarcirti del danno
che ho causato.”
La ragazza lo fissò per qualche secondo appoggiandosi una mano sul fianco e l'harisen
sulla spalla destra, poi sospirò.
“Lascia stare, non importa. Se dovessi risarcirmi ogni volta che combini un
guaio andresti in bancarotta nel giro di tre giorni.”
Quella mattina al Cat's Eye c'era meno gente del solito, infatti non c'era
proprio nessuno.
“Ciao Kaori, come sta andando la giornata oggi?” chiese Miki vedendo il viso
provato della sua amica.
“Lascia stare che è meglio! Ho proprio bisogno di una buona tazza di caffè!”
rispose la ragazza sedendosi al bancone.
“Te lo preparo subito...” affermò Miki mentre finiva di asciugare una tazzina
che aveva in mano.
“Ryo sta ancora dormendo vero?”
“Guarda…non me lo nominare!” rispose Kaori un po’ innervosita.
Miki, sospirando, mise a posto l’asciugamano e si apprestò a prepararle il
caffè…quei due erano davvero impossibili!
Fuori dal locale Kurz si procurò un giornale all'edicola vicina e si avviò verso
la porta del negozio.
“Io ti aspetto qua fuori...mi raccomando!” gli comunicò Mao attraverso la
ricetrasmittente.
“Siiiii! Non ti devi preoccupare sorellina...” rispose il ragazzo in tono
baldanzoso ed entrò.
“Buongiorno!” salutò con il gesto di una mano e si avvicinò al bancone.
Scelse un posto né troppo vicino né troppo lontano da Kaori ed aspettò di essere
servito.
“Ciao! Cosa posso fare per te?” chiese Miki in tono cordiale.
Kurz vide la bella ragazza e non riuscì a resistere.
“Beh! Ci sono tante cosa che una bella ragazza come te potrebbe fare per me...”
disse con lo sguardo da seduttore prendendole la mano.
“Questo tipo assomiglia a Ryo!” pensò sconsolata Kaori osservando il
comportamento di Kurz.
“Ah! Sei incorreggibile!” si lamentò Mao che aveva ascoltato la conversazione
dall'AS.
Miki rimase un attimo interdetta, ma quando stava per rispondere, apparve
“magicamente” Umibozu.
“Lascia stare Miki, servirò io questo ragazzo...Tu torna pure da Kaori” disse
l'uomo in tono minaccioso, piantandosi con tutta la sua mole davanti a Kurz.
“Pauuura!!! E quest'energumeno da dove è sbucato? Più che un barista sembra un
mercenario!” pensò il ragazzo alzandosi di scatto per un riflesso condizionato.
“C'è qualcosa che non va?” chiese Umibozu senza smettere di fissarlo in modo non
molto cordiale.
“N-No no, tutto bene grazie” rispose Kurz risedendosi con cautela.
“Vorrei solo un cappuccino per favore.”
Umibozu si girò e si avviò verso la macchinetta del caffè.
Durante tutto il resto della giornata Kurz e Mao seguirono Kaori finché non
tornò a casa.
Appena entrata nel loro appartamento Mao si precipitò ad aprire il frigorifero
dicendo “Oh! Non c'è niente di meglio di una bella birra fresca dopo una
giornata stressante come questa. Ne vuoi una anche tu Kurz?”.
“Si grazie sorellina...Ho una gran voglia di bere anche io!” rispose il ragazzo
entrando in casa.
Aspettò seduto al tavolo qualche secondo e poi, vedendo che l'amica non tornava,
si recò in cucina.
Stava per dire qualcosa ma venne preceduto da Melissa.
“Passami subito il telefono! Muoviti!”
“Se pensi che salga in macchina con te ti sbagli di grosso sai?! Sei ancora un
minorenne! Non dovresti guidare!” esclamò Kaname piantandosi fermamente davanti
alla macchina.
“Ma Chidori...così faremo molto prima e poi sono perfettamente in grado di
pilotare un AS figurati se non riesco a guidare un'auto.” cercò di convincerla
il ragazzo.
Kaname rimase pensierosa per qualche minuto e, poi, decise di accettare.
“E va bene salirò...però, a condizione che non superi i trenta chilometri
all'ora.”
“Ma non arriveremo mai...ci vorrà un sacco di tempo.” protestò Sousuke, ma
Kaname fu intransigente.
“Queste sono le mie condizioni, prendere o lasciare!”
Suo malgrado Sousuke fu costretto ad accettare, quando stava per accendere il
motore dell'auto ricevette una telefonata.
“Pronto sono Sagara...Si..Tre casse, ricevuto!”
Scese di corsa dall'auto dicendo a Kaname di aspettarlo e si diresse verso il
negozio più vicino.
Dopo qualche minuto tornò, aprì il baule dell'auto e vi posò tre casse.
Quando rientrò, Kaname, gli fece una domanda “Chi era al telefono? Dove sei
andato?”
“Era Mao, mi ha incaricato di comprare tre casse di birra...”
La ragazza sfoderò il suo harisen e lo colpì in testa.
“Ti vuoi rendere conto che sei un minorenne! Non puoi andartene in giro con tre
casse di birra e per di più in macchina!”
Sousuke la rassicurò dicendo che sarebbe stato prudente e che sarebbe andato
tutto bene, quindi, finalmente riuscirono a partire.
Dopo circa due ore e mezza di viaggio passate ad essere insultato dagli altri
automobilisti perché andava veloce come una lumaca zoppa, Sousuke era quasi in
trance.
Ad un certo punto suonò il cellulare.
“Pronto, sono Sagara!” rispose il ragazzo risvegliandosi ed attaccando il viva
voce.
“Dove diavolo sei finito con quelle birre? Le stai fabbricando per caso?! Muoio
di sete io!”
“Mi dispiace Mao, ci sto mettendo più tempo del previsto...” iniziò a scusarsi
il ragazzo ma venne interrotto.
“Ehi! Cosa stai facendo in macchina con la piccola Kaname? Dopo mi racconterai
tutti i dettagli vero? State attenti a non tornare in tre mi raccomando!”
“Kurz sei tu? Non capisco cosa vuoi dire...tornare in tre? spiegati meglio”
rispose il ragazzo confuso.
“Ridammi la cornetta razza di depravato! E tu Sousuke vedi di arrivare il prima
possibile mi hai capito?” Intimò la ragazza in tono minaccioso.
“Ricevuto!” esclamò Sousuke accelerando improvvisamente.
Kaname stava per protestare ma, questa volta, il ragazzo la anticipò.
“Mi spiace Chidori, lo so che un minorenne non dovrebbe fare certe cose, ma io
non sono un ragazzo qualunque!”
La ragazza rimase così colpita da questa affermazione che non se la sentì di
controbattere.
In meno di un'ora e mezza arrivarono a destinazione senza problemi.
Sousuke prese le casse di birra, e si avviò verso la porta insieme a Kaname, che
suonò il campanello.
Melissa si precipitò ad aprire “Ciao Kaname! Da quanto tempo non ci vediamo!”
esclamò abbracciando la ragazza.
Poi spostò lo sguardo su Sousuke.
“Finalmente! Ce ne hai messo di tempo...guarda che l'acceleratore non è un
optional!”disse in tono sarcastico prendendo una birra.
“Mi dispiace è che ho avuto degli imprevisti...” iniziò a scusarsi il ragazzo.
Melissa, mentre stava tracannando la birra, vide la faccia depressa del suo
amico e posò la bottiglia.
Si recò verso di lui e, dopo avergli passato un braccio attorno alle spalle
disse:
“E dai! Non fare quella faccia adesso...non ce l'ho con te idiota!”.
Kaname, osservando quella scena, si sentì sollevata “Cominciavo a sentirmi in
colpa...”
I pensieri della ragazza vennero interrotti da Kurz che le corse in contro
imitando Mao.
“Ehi Kaname! Quanto tempo!” disse tentando di abbracciarla.
Sfortunatamente per lui, fu prontamente acchiappato per il colletto della
camicia da Mao, e scaraventato a terra.
“Stai buono tu! E mantieni le distanze di sicurezza!”
“Ma io volevo solo salutarla!!!Sei cattiva!!!” protestò il ragazzo in modo tale
da far scoppiare a ridere le ragazze, mentre Sousuke, ovviamente, rimase
perplesso.
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