Una brutta giornata

di Night Sins
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Titolo: Una brutta giornata
Fandom: White Collar
Personaggi: Elizabeth Burke, Peter Burke
Pairing: Peter/El
Rating: G
Genere: fluff, romantico, slice of life
Avvertimenti: flashfic
Timeline: irrilevante
Spoiler: nessuno.
Conteggio Parole: 261
Prompt: bacio sul naso per la V Notte Bianca @ maridichallenge (pubblicata ora perché trovare voglia e tempo, insieme, per correggerla e farlo non è stato semplice XD)
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale. 
Note: Niente, un po' di sano romanticismo het. Peter e El sono troppo ignorati, da me per prima. u_u Per la prima parte credo di esser stata molto influenzata dal primo capitolo della long fic di Dark Hiwatari.






Era stata una giornata che definire stressante sarebbe stata un’offesa per le giornate stressanti. Poteva solo immaginare cosa volesse dire essere incinte, era vero, ma stare dietro alla sua cliente che voleva organizzare una festa per la nascita del figlio avrebbe fatto venire il mal di testa a chiunque – aveva cambiato idea almeno venti volte sul colore delle tovaglie, per non parlare dei fiori e del menù.
Se quello non bastava, tornando a casa le si era rotto un tacco, Satchmo aveva deciso che era il giorno ideale per aggredire il nuovo cuscino del divano e, dopo che aveva preparato una cena completa, suo marito era in ritardo.
No, sul serio non riusciva ad immaginare una giornata peggiore.
Si era seduta sul divano nell’attesa che Peter rientrasse, ottenendo solo l’effetto di addormentarsi.

***

Quando Peter rientrò la trovò sdraiata, un plaid tirato alla bell’e meglio sulle gambe e la mano stretta attorno al cellulare. Lo sentì avvicinarsi e coprirla per bene, quindi si fece forza e aprì gli occhi, spostandosi appena per guardarlo in volto.
Hun.”
“Scusa il ritardo.”
“La cena è sul tavolo… E’ stata una giornata terribile”, si ritrovò ad ammettere, senza aver esattamente programmato di informarlo subito dei suoi problemi delle ultime ventiquattro ore.
Peter le passò una mano tra i capelli e le posò un bacio sul naso. “Non preoccuparti per me, so come procacciarmi il cibo. Riposa.”
Si ritrovò a sorridere mentre si rannicchiava di più sotto la coperta, magari la giornata non era stata un totale disastro.
“Ti amo, tesoro.”
“Ti amo anche io, tesoro.”




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