In nome di Rat-Man

di Joe McFly
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In nome di Rat-Man

Oramai solo, sedeva ad una panchina del parco, intento a dar da mangiare ai gatti randagi. Prima di allora, suoi più acerrimi nemici. Ripensava al passato, a tutto ciò che era stato prima di allora…

Da anni non si vedeva in città: Rat-Man era sparito. Divenuto oramai anziano, era stato rinchiuso in una casa di cura, circondato dall’oblio più totale. Ma una sera notò il Rat-Segnale acceso: qualcuno, dopo tanti anni, aveva ancora bisogno di lui. E quell’immagine gli ricordò chi, un tempo, era stato!

Scappò dalla casa di cura grazie ad Elga, nipote di Cinzia Otherside e, incontrato l’ispettore Bracco, si diresse verso il tetto della centrale di polizia. Qui scoprì che era stato solo un fulmine ad attivare il Rat-Segnale. Questa amara delusione fece capire a Rat-Man che il suo tempo era terminato, che Rat-Man doveva morire. E, così, gettò dal palazzo il suo costume…

Era a casa sua. Prese la penna e cercò di scrivere qualcosa sul quaderno poggiato sulla scrivania. La penna, però, non dava segni di vita. La agitò, ma invano. Poi, pensandoci sopra, se la girò tra le mani, pigiò il tasto ON e iniziò le sue memorie:
“Sono anni che non ricordavo il passato. Non mi sono mai immaginato la mia vita senza Rat-Man. Io sono sempre stato Rat-Man, da quando i miei genitori perirono in una svendita al supermercato, travolti dalla folla. Da allora, grazie ad un postino, che abbracciai per questo (adesso è conosciuto come “Cinzia, la lucciola della quinta strada”), ho vestito i panni di Rat-Man, per sconfiggere il crimine. La mia è sempre stata una battaglia persa in partenza, ma ho comunque cambiato le sorti del Mondo, le mie e quelle dei miei amici.
I miei amici… Potevo iniziare la mia nuova vita con un amico, l’ispettore Bracco. Ma la stessa sera, durante la quale scappai dalla casa di cura, venne l’arcangelo Gabriele per portarselo via. Il capitano Kirk è morto in servizio, un po’ come tutti gli altri. E di me, cosa resta? Vorrei dire felicità, speranza per una nuova vita, ma come dissi a Tadeus Bracco:
“Ho 87 anni e Rat-Man è appena morto: con lui sono morto anche io”.
Almeno così credevo, perché, in seguito, ho ottenuto, da uomo normale, la possibilità di condividere la mia vita con i gatti, piccoli esseri dagli occhi incantevoli, che ti leccano le dita in cerca di cibo. Come uomo normale, sento una nuova forza nascermi dentro… È il cancro, avrebbe detto Bracco.
Già, pure io sto morendo, e non è che la mia vita sia stata meravigliosa: ho conosciuto l’amore, ma mai ho avuto una ragazza. La Gatta, Vanesia, Charlotte… Ma sopratutto, Thea. Non potrò mai dimenticarle.
Bracco, però, aveva ragione (da “Dimenticato dal tempo”): “Nella vita bisogna avere il coraggio di ricominciare. E quando finisce, l’unica cosa che conta è che abbia avuto significato per qualcuno. Allora, tu vivrai finché non ti dimenticheranno”.
“Fletto i muscoli e sono nel vuoto!”. Già, quanta forza mi ha regalato questa frase, la mia frase. Ora sento di nuovo questa forza, potrei ritornare, per far qualcosa, per essere ancora un eroe. Ma sono vecchio, vecchio e malato: io ho già fatto quello che potevo, ho già vissuto mille avventure. Sono già stato un eroe, anche se non tutti mi conoscono. In nome di Rat-Man, tornerò a fermi sentire!”.
Chiuse il quaderno e lasciò cadere per terra la penna…
Si chiuse così l’ultimo segno di vita di Rat-Man.

Un giorno, in un vicolo, un passante notò il costume abbandonato da Rat-Man. Lo raccolse e disse:
“Non è possibile… Questo vestito, queste orecchie… È lui! L’eroe che ha popolato i miei sogni da ragazzo, l’eroe che con la sua lealtà mi ha dato la forza di migliorare, di avere sempre il sorriso nel cuore… Non ti dimenticherò mai! Grazie… Grazie, Topolino!”.
Ma le persone che erano lì attorno risero di lui. Sì, perché se quel signore aveva scambiato il costume con la figura di topolino, loro sapevano bene a chi appartenesse. Perché uno, dieci, cento persone possono non conoscere Rat-Man, ma vi è una moltitudine che, invece, sa di lui e non fa altro che dirgli grazie di esistere.
Quindi, grazie… Non ti dimenticheremo mai! Grazie, grazie davvero, Leo Ortolani!





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